PARADEISOS
È, questo mio giardino, un tripudio
arabescato di viridee tonalità diversamente
echeggianti, un trionfo, se così si può dire, di sfumature variamente
indefinite, che spaziano in un conciso universo di verdi distinti.
C’è il verde denso e fresco del muschio
sulle rocce sbreccate che delimitano le aiuole, sul muro di cinta, alto, che lo
esclude dal mondo. C’è il verde
discreto, quasi invisibile, della lieve mentuccia aromatica; il verde solenne,
pregno di clorofilla vitale, delle foglie cuoriformi del tiglio. C’è, poi, quel verde pieno di indefinibile
tepore dell’erba assolata, il verde lieto e fugace di ogni stelo accarezzato
dalla brezza leggera, che accoglie e abbraccia il microcosmo dei celeri insetti
operosi. C’è il verde gioioso delle spesse
foglie dell’ortensia fiorita; il verde dell’alloro, lucido e perfetto; il verde
degli aghi del pino, resinoso e sottile.
Ci
sono, tra i verdi infiniti, macchie delicate di variopinta eccentricità.
È,
questo mio giardino, un affastellarsi continuo di raffinate corolle che
s’aprono al bacio del sole e delle api mellifere, un aperto mostrarsi alle loro
frotte che s’avvicinano alla creativa eleganza dei fiori, e suggono il nettare
con voluttuosa indifferenza.
Sono,
i miei fiori, tratti puntigliosamente definiti dal magico pennello di un
artista celeste, che fa sfoggio della propria abilità ricreandoli ogni giorno
di un nuovo fulgore, ammantati della propria multiforme unicità.
C’è
il piccolo mughetto, bianco e minuto, che sembra quasi scomparire tra l’edera e
le primule vividamente dipinte. C’è l’ortensia, omaggio al puntinismo, densa
infiorescenza sferica dolcemente suddivisa in milioni di petali, vanto di un
caotico cespuglio.
C’è
il glicine, cornucopia viola di doni che impavido getta le sue microscopiche
sacche rugiadose giù dai rami aggrovigliati ai mattoni, quadro lilla stagliato
sul rosso spento del muro. C’è la grande e rara meraviglia del candido fiore
dell’antica magnolia, che appare tra le fronde come un puro miraggio di petali
carnosi, seminascosto dal fitto fogliame.
È,
questo mio giardino, un’incauta miscela di linee profumate, un sollievo
fragrante al tremendo fragore che inesorabile sopravanza, un bouquet di
floreale armonia compositiva, melodia che le note odorose tessono nell’aria
satura.
Dolce
e insistente è il profumo di una rosa appena sbocciata; chiaro e nitidamente
fresco quello della forsizia con il suo giallo
piumaggio florescente; avvolgente e inebriante
l’intenso aroma di una gigantesca peonia in fiore, che aleggia da ogni strato del
suo elegantissimo abito di serici petali.
C’è
l’afrore sibillino di un giglio maculato, ambrato come la linfa del pesco; c’è
la pulita morbidezza della lavanda frusciante; c’è il tangibile aleggiare
dell’afrodisiaco richiamo olfattivo delle orchidee, damigelle danzanti nella
nera foresta.
È,
questo mio giardino, un suadente invito alla contemplazione, una profonda e
intricata prospettiva del mio io più vero, contorto quanto le arboree e
intricate ramificazioni del glicine e della forsizia,
unico quanto il singolo fiore che nasce su un ramo, infinito e vario come il
verde della natura.
Arabesco
antico e vivido di luci e ombre nette e distinte, creato soffuso di arcaiche ed
elementari sfumature, lucente splendore di immensa complessità.
È,
questo mio paradiso, l’arzigogolata proiezione della mia mente nel mondo.
Qui si conclude De Naturae Magnificentia, raccolta che mi ha accompagnato per ben due anni esatti di vita.
La data di oggi non è casuale: è il 22 aprile, giorno che coincide con quello di pubblicazione, ed è soprattutto, come ogni anno, la Giornata della Terra.
Una grandiosa iniziativa globale per salvaguardare il nostro magnifico pianeta, con le sue bellezze e le sue meraviglie che spesso dimentichiamo.
Qui, nel mio piccolo, ho cercato per l'appunto di celebrare alcune di queste meraviglie: e sperando che vi abbiano lasciato un pizzico di me, vi saluto tutti con un grande metaforico abbraccio.
Grazie di aver letto, e grazie di avermi fatto sapere che ne pensate dei miei piccoli scritti. Grazie di tutto :)
Se un'ispirazione naturalistica colpirà ancora, bè, quella sarà l'occasione di iniziare un'altra raccolta: del resto, il mondo è così immensamente vario, così straordinariamente unico e splendido, che è impossibile non ammirarne la magnificenza.
willHole