Fanfic su artisti musicali > SHINee
Segui la storia  |       
Autore: Hui    23/04/2011    2 recensioni
Key e Jonghyun. Il loro amore è stato diviso dalla morte. Key, dopo aver avuto un'altra possibilità,ritorna ma non il Key che tutti noi conosciamo. Che succederebbe se la Diva che c'è in lui si innamorasse della persona sbagliata? Il caos.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


“Dlin Don”. Forse era in quella villa che viveva la sua famiglia. Una vecchietta ci aprì la porta.
“Chi cercate?” presi la foto nella tasca e gliela porsi “Una bambina. E’ la figlia di Lee Hyun”.
Il viso della signora si incupì “La figlia non vive qui. Si è trasferita un mese circa fa. Ma cos’è successo al signor Hyun?”. Kim le prese la mano “Mi dispiace moltissimo, ma Lee è morto”.
La signora ebbe un leggero tremito “Cosa? Era così un bravo ragazzo. Com’è morto?”.
Una lacrima inevitabilmente mi scese dall’orlo dell’occhio. “Lui…lui mi ha salvato la vita”.
La signora mi strinse le mani “Non preoccuparti. Vuol dire che è morto da eroe. Entrate pure”.
Kim mi abbracciò baciandomi sulla fronte, poi entrammo dentro la villa.
“Io ero quella a cui doveva pagare la casa”. La casa era completamente in ordine, come se sapesse che avrebbe avuto ospiti. “Possiamo cercare?”. La signora ci affidò le chiavi “Questa non è casa mia, però se è morto per salvarti allora vuol dire che ti voleva davvero bene. Vi affido la casa, torno fra un po’”. La signora prese la borsa e uscì. “Bene per prima cosa dividiamoci. Io cerco nel piano di sopra e tu in questo”. Il piano terra comprendeva: un soggiorno affacciato alla porta di entrata, una cucina alla rustica affianco il soggiorno che si collegava al salotto, in fondo verso sinistra c’era un bagno che comprendeva doccia e vasca, e per ultima la camera degli ospiti.
Feci la mia prima ispezione in soggiorno. Classica Tv Led a 42 pollici da ricchi, divano per sei persone in soffice pura seta, quadri dei dipinti più famosi che saranno costati forse più della casa messa insieme, foto di famiglia, cassetti molto ben ordinati e infine un tavolinetto molto basso.
Presi il telecomando della tv. Era completamente pieno di polvere, segno che non la usava da parecchio. Mi sedetti sul divano. Davvero una favola. Mi avvicinai ai quadri, aveva molto occhio per l’arte. Affianco ai quadri c’erano alcune foto di famiglia. I suoi genitori, però una cosa non tornava. In tutte quelle foto che lo ritraevano come adesso, ma un po’ più giovane, era completamente un contadino. Vestito con camicia sporca con le bretelle dei pantaloni strappati e ai piedi delle ciabatte. Queste foto non erano recentissime, ma saranno state di 2 anni. Quindi è possibile in soli 2 anni guadagnare così tanto da comprare questa casa, con quadri così costosi?
E poi vedendo i suoi genitori anche loro poveri, con i soldi che riceveva non li dava a loro?
Un’altra foto mi incuriosì. Era ritratta una bambina che veniva presa in braccio dalla madre e dal padre. La bambina probabilmente era sua figlia, e la donna sarà stata la moglie. La presi e sfilandola dalla cornice me la misi in tasca. Poi un’ultima foto, che ritraeva Lee da ricco insieme alla figlia.
Però questa volta era senza genitori e la moglie e la bimba era vestita come una principessa.
Presi il cellulare e feci una foto per ognuna. Poi mi fiondai sui cassettini. La maggior parte contenevano bicchieri, posate in argento, piatti in ceramica. Mi avvicini al tavolino. Come per il telecomando, uno strato di polvere lo rivestiva tutto.
Cambiai stanza, avviandomi in cucina. Il frigo conteneva fin troppe birre. Aprii uno sportello e rovistai nel cestino. Era pieno di fazzoletti da naso. Tranne una foto tutta strappata. Presi i pezzi e cercai di ricomporli sul tavolo in salotto. Era la moglie abbracciata da un altro uomo. La faccia dell’uomo però non era riconoscibile, perché era stata bruciata. Passai il dito sopra il nero carbone della foto. Probabilmente era il fidanzato della moglie di Lee, forse era per questo che non vivevano insieme. Feci una foto anche a quella e mi avviai alla camera degli ospiti.
Le pareti erano completamente rosa, con dei fiorellini qua e là. Forse in precedenza era stata la camera della figlia. Al suo interno c’era solo un piccolo letto e un mobile completamente vuoto.
Infine in bagno non trovai niente. Solo una scorta di carta igienica, una doccia, una vasca, un gabinetto e un lavandino. Dentro ai cassettini c’era solo schiuma da barba, dentifricio e uno spazzolino.
-----Kim-----
Mi avviai al piano superiore. Il piano comprendeva: una palestra molto ben attrezzata,  una camera da letto, un bagno e infine una stanza che però si faceva accesso dalla camera da letto.
Per prima cosa entrai nella palestra. Si poteva ancora sentire l’odore da sudore. Gli attrezzi non erano al proprio posto, come se sperasse di ritornarci. In fondo c’erano delle mensole ricoperte di medaglie, coppe, quadri che lo ritraevano in braccio ai suoi compagni di squadra. Presi una coppa “Campione mondiale di calcio. Under 20” quindi era praticamente portato per il calcio, perché mai avrebbe dovuto lasciare? Altre coppe e medaglie dicevano più o meno la stessa cosa.
Esaminandole tutte, la più vecchia risaliva agli Under 10 e la massima agli Under 22.
Poi, coperta dalle coppe, c’era una foto piena di polvere, incorniciata con colore oro.
Lo ritraeva circondato da degli amici, con in mano delle birre. Una scritta grande copriva la foto “Ci mancherai moltissimo campione nostro!”. Presi la foto togliendola dalla cornice e ne cadde un’altra. La presi. Ritraeva Lee da ragazzino abbracciato ai suoi genitori, tutti e tre vestiti in maniera molto povera. Lee teneva in mano un pallone da calcio. Dietro la foto c’era scritto pieno di errori e con una flebile punta di matita “Ciao filiollo i toi carisimmi pappa e mama sono moltto fierri di te! Spelliamo che tu diventta un bravvo e grandde ragazo. Bacci i toi genitori”. Senza accorgermene una lacrima mi era scesa dall’occhio. La respinsi subito, passando alla camera da letto.
Le pareti erano di un rosso bordò. Il letto matrimoniale era disfatto solo da una parte. Probabilmente era dove dormiva Lee. Vicino al letto c’era un comodino, con una foto sopra. La presi, c’era la figlia molto piccola, neonata in braccio alla madre con Lee che la baciava sulla guancia. Fotografai anche quella. Però una cosa strana non mi giungeva. In teoria ci doveva essere un’altra stanza che era collegata alla camera da letto, ma al suo interno non c’erano porte. C’era solo una grande libreria. Niente di logico, solo libri su libri. Però un libro attirò la mia attenzione. Cosa ci faceva un libro di Alice In Wonderland per bambini su una libreria piena di libri seri? Lo presi ma qualcosa si mosse.
Allontanandomi vedetti che la libreria si stava spostando, dando origine ad un’entrata di una stanza.
Bingo! Una stanza segreta! Entrai, mettendo però un cuscino così da non bloccare l’unica via d’uscita. La stanza era interamente blu. Era pienissima di computer accesi, di cavi, di macchine fotografiche, e al centro si elevava un mega schermo, come nei cinema. Mi avvicinai alla scrivania.
C’erano tanti fogli, ne presi uno “Yuki, figlia del Capo. Obbiettivo: Spiarla”.
Per sbaglio mossi un mouse di un pc e esso i avviò. In quel momento c’era un video in standby.
Lo riavviai. Man mano che continuava i miei occhi si spalancavano e le mani si serravano in dei pugni. Uscii dal video e notai una cartella con scritto “Yuki”. Essa conteneva tutte riprese fatte di nascosto e anche foto. In molte c’ero anch’io. Ecco come faceva a sapere ogni particolare.
Girando per la stanza notai uno scatolone per terra, pieno di video cassette.
Lo presi dirigendomi al piano terra. “Yuki tu hai finito di ispezionare?” fece cenno di sì e io appoggiai sul tavolino del soggiorno lo scatolone. “Questo l’ho trovato in una stanza segreta di sopra”. Ne presi una “Guarda è la data in cui l’hai conosciuto”. Il filmato partì.
Nella scena si vedeva Lee nella stanza segreta, mentre faceva la solita routine.
Ad un tratto accese lo schermo e un video partì. Il padre di Yuki “ Lee ho un nuovo compito per te”.
Lee prese un foglio “Dica tutto” “Devi pedinare mia figlia. Scopri tutto su di lei, dove vive e soprattutto di chi è amica. Ma la cosa essenziale è che scopri il tutto possibile su un certo Kim”.
Un brivido mi trapassò lungo la schiena. Lee non si scompose “Ok lo faccio subito”.
La cassetta andò avanti, fino al rientro di Lee. Compone un numero sul cellulare e poi chiama “Pronto Capo. Sì tutto fatto come mi aveva detto. Però perché lo vuole fare? Cioè non mi è sembrata una minaccia sua figlia. No lo so ma…ok”. Chiuse la telefonata e si sedette sulla sedia, iniziando a parlare da solo. Ad un tratto si girò verso la telecamera. “Ok, video 35. Ho fatto tutto quello che mi aveva detto di fare, ma … perché? Cioè Yuki mi è sembrata una persona gentile e indifesa. E’ la prima volta che sono contrario ad una missione del Capo, forse…forse dovrei dirgli di smetterla”.
Lee prese il telecomando e con un semplice Tick la videochiamata si avviò.
“Che c’è Lee? Novità?” “Ehm no, però Capo è davvero obbligatorio farlo? Cioè non può mandare qualcun altro?” “Cosa? Vorresti disubbidirmi? Ti ricordo che tutt’ora tua figlia è sotto il nostro controllo. Non vorrai mica rischiare di perderla spero. Sei sempre stato mio migliore agente, per questo ogni tanto ti è concesso vederla, e per questo ti pago ogni cifra, ma ora vuoi opporti? Sai cosa significherebbe per tua figlia?” Lee abbassò la testa “No…scusi faccia come se non le abbia detto niente”. Chiuse la chiamata e si inginocchiò al pavimento, piangendo.
Appena sentii un rumore di chiavi chiusi la tv. “Sono tornata, avete trovato qualcosa di interessante?”. Nascosi la cassetta sotto la felpa. “Ora dobbiamo proprio andare, ma grazie di tutto.
“Yuki, capisci che questo è ricatto? Far lavorare un uomo schiavizzandolo e costringerlo a farlo per il “bene” della figlia, questo si chiama ricatto!” mi prese la mano “E sua moglie? Lei lo sa?”.
“No, ricostruendo i fatti e le foto che abbiamo trovato la sua storia dovrebbe essere più o meno questa:
Lee fin da piccolo è stato cresciuto da povero. I suoi genitori avranno avuto molte difficoltà economiche, e forse volevano addirittura sfrattargli la casa. Lee avrà avuto il desiderio di aiutarli ecco il perché del calcio. Però dopo essere arrivato al massimo della sua carriera ha rinunciato. Ma perché?” “Forse perché aveva trovato l’amore della sua vita”. Giusto. “Così con i soldi che aveva racimolato ha aiutato i genitori. Dopo si saranno sposati e avranno fatto la bimba. Però il matrimonio non è andato a buon fine. La moglie l’ha tradito, per questo viveva da solo”.
Yuki continuò “A quel punto ha incontrato mio padre e lavorando per lui ha fatto una fortuna. Ma la figlia?”. Dopo essermi massaggiato la punta del mente risposi “Probabilmente anche solo una volta Lee si sarà opposto di fare una cosa e da lì l’avranno minacciato di fargli del male alla figlia quindi questo vuol dire che era Lee che aveva in affidamento la bambina”. “Quindi in poche parole siamo punto e a capo. Non sappiamo dove si trovi la moglie e nemmeno la figlia”.
“Prima di tutto bisogna trovare la moglie”. C’era solo un modo per cercarla. “Andiamo in chiesa”.
In quella zona c’erano 10 chiese in cui potevano essere andati. Dopo averle visitate tutte, ci deprimemmo. “Bene quindi dove si possono essere sposati?”. Il cellulare mi vibrò. “Oh, chi te l’ha dato?” “Me la prestato Henry, lui scrive con quello di Min”.
“Pronto Henry. Siete ancora in aeroporto?”. “Sì il nostro volo parte fra pochi minuti. Volevo sentire come sta mio padre e anche se avevate trovato informazioni”. “Tuo padre è ancora in ospedale, dopo andiamo a dagli un’occhiata. Delle indagini abbiamo scoperto tante cose ma siamo ancora punto e a capo. Dovremo cercare la chiesa in cui si sono sposati Lee e la moglie, così da cercare il testimone”. “Mmm, Lee era molto attaccato ai genitori? Sicuramente non si sarà sposato in Italia. L’avrà fatto a Seoul, se vuoi ti cerco io le informazioni”. “Davvero lo faresti? Grazie mille. Intanto io e Yuki cerchiamo dove potrebbe essere la figlia”. “Ok a dopo. Quando so qualcosa ti chiamo”. “Yuki grande notizie. Henry quando arriverà a Seoul cercherà la chiesa”.
Ci incamminammo verso l’ospedale per andare a trovare Jonghyun.
Bussammo ma nessuno rispose. Entrammo dentro la stanza. Lo trovammo ancora come lo avevamo lasciato il giorno prima. Era seduto vicino al letto e gli teneva la mano. Il suo viso era appoggiato alle coperte. Il cibo che gli avevamo portato ancora sopra al comodino. “Jong…”.
---Jong----
Non volevo che me lo portassero via, così lo strinsi più di prima. “Jong devi mangiare qualcosa”.
Non risposi, sperando che se ne potessero andare. “Henry e Min fra poco partono con l’aereo. Henry è preoccupato per te”. Come se gliene fregasse qualcosa. Capivo che Min volesse ritornare a casa, lei voleva incontrare i suoi genitori visto che Key aveva occupato il suo corpo.  Ma Henry…andarsene anche lui invece di restare vicino al padre era una cosa che non potevo tollerare.
“Non ho fame”. Kim mi toccò la spalla “Jong devi fare qualcosa non puoi restartene qui al chiuso”.
Senza farmi vedere iniziai a piangere. Yuki sussurrò qualcosa a Kim e lui uscì dalla stanza, lasciandoci soli. Ad un tratto mi abbracciò. “Jong…mi dispiace che tu soffra così”.
Mi alzai e l’abbracciai forte, lasciando che le emozioni scorressero. Singhiozzai “Yuki…non voglio perderlo”. Sentii anche lei piangere. Presi una sedia e la feci sedere affianco a me.
“Jong lo sai che per me anche lui è un padre. Spero davvero che si svegli”.
Mi prese la mani “Nel frattempo anche tu cerca di fare qualcosa. Qualunque cosa, ma esci da qui”.
Feci cenno di sì, e lei si alzò uscendo “Sai ora io Kim stiamo investigando sul passato di Lee. Aveva una figlia, ma lo ricattavano per fargli fare quello che mio padre voleva. Alla fine era buono.
Mi dispiace che ora la figlia non abbia un padre. Sai tutto questo è colpa mia. Key, Lee e tutte le persone che sono morte. Se forse sarei stata sotto il controllo di mio padre, forse non avrei appena tolto un padre ad una bambina. Quindi ora sto cercando di rimediare, fallo anche tu”.
Con questo uscì dalla porta e restammo solo io e Key. Che dovrei fare?
Stringevo le mani di Key, quando ad un tratto sentii un tremolio. I miei occhi brillarono.
“Key!”. Chiamai dei dottori. “Si è mosso! L’ho sentito muoversi!”. Il suo dottore lo visitò.
“Perché non apre gli occhi? L’ho sentito muoversi!”. Il dottore fece un sorriso “”Questo è positivo, ma comunque prima che si risvegli ci vuole ancora del tempo. Probabilmente ha sentito la sua voce”. I dottori uscirono. Vuol dire che lui mi poteva davvero sentire? Gli presi le mani.
“Key ti prometto che riuscirò a trovare quel bastardo che ti ha fatto tutto questo!”.
Sì, avevo deciso! Avrei cercato il padre di Yuki e lo avrei ucciso con le mie mani! Per Key.
Per prima cosa andai dove tutto era successo, cioè alle macerie del ex-cantiere.
Potevo sentire di nuovo gli spari. Arrivai alla porta del retro. Se lui era davvero uscito da lì, ci dovrebbero ancora essere le macchie di sangue. Infatti, una striscia di sangue usciva dalla porta ormai in cumoli di pietre. La striscia portava al dietro del cantiere, per poi finire in acqua.
L’acqua era bassa. Era un piccolo fiume. Seguii con la bici la corrente del fiume.
Era possibile che resistesse così tanto? Il fiume continuava per 2 kilometri.
Ad un tratto mi fermai. Davanti a me notai una nuova striscia di sangue sul terreno, segno che a quel punto era uscito dall’acqua. Seguii come un cane quella prova, quando fui fermato da un uomo. “Scusi lei non può proseguire. Questa è proprietà privata”. Fui costretto a tornare indietro.
Però quella proprietà privata non mi convinceva. Che fosse lì il suo nuovo rifugio?
Ritornai all’ospedale. “Key ho scoperto forse dove si nasconde il padre di Yuki!”.
Sospirai nel sentire solo il silenzio. Il mio sguardo finì sulla sua gamba. Avrebbe di nuovo potuto camminare? Il cellulare mi vibrò “Pronto” “Ehy Jong ti andrebbe dopo di andare a cenare con me e Kim? Così ti svaghi un pochino” “Ehm non lo…” e se invece venivo? Avrei potuto chiedere più cose a Yuki su suo padre. “Anzi ok. Vengo verso le 19 ciao”. Ne avrei approfittato.
[19:00] “Ok ora ti lascio, dormi bene” baciai la fronte di Key un ultima volta e mi avviai a casa di Kim. Yuki mi assalì subito. “Ehy Jong! Sei puntuale!” Feci un lieve sorriso e poi iniziammo a mangiare. “Senti Yuki…tuo padre aveva alleati?” Kim mi fulminò. “Be sicuramente, perché?”.
“Mi chiedevo…se fosse ancora vivo, potrebbe andare a rifugiarsi da loro?”. Kim tossì.
Yuki abbassò lo sguardo “Anche se fosse? Cioè anch’io lo odio, ma … comunque gli voglio bene”.
Le mie pupille si dilatarono. E se fosse lei ? E sei lei avesse aiutato il padre?
“Quindi…se lui vorrebbe un tuo aiuto … tu lo aiuteresti a scappare?”. Kim si alzò dal tavolo “Jong vieni in cucina per un attimo? Ti devo parlare”. Chiuse la porta dietro di sé. “Ma sei impazzito?”.
Incrociai le braccia “Cosa? Che anche lei potrebbe aiutare suo padre? Sì, allora sono impazzito! Chi lo dice che non sia lei che lo abbia aiutato a fuggire? Quando c’è stata l’esplosione tu sei entrato di nuovo nel cantiere, chi te lo dice che quando sono arrivati i pompieri lei non sia sgaiattolata e che non abbia aiutato suo padre a fuggire? Tu stesso mi hai detto che lei è venuta dopo da te”.
Mi prese per il colletto “Dopo tutte le cose che gli ha fatto non credo che lo aiuterebbe”.
Sorrisi “Invece ti sbagli. Ho trovato a circa due kilometri distante dal cantiere una casa. Sicuramente Yuki l’avrà aiutato e l’avrà portato lì!”. “Ma sei deficiente?” mi scagliò un pugno contro “Lei ti vede come un padre! E tu la accusi in questo modo?” “Però fai i conti per bene! Lei chi ha perso di tanto importante? Tu sei ancora vivo e suo padre anche! Quindi lei ora per me è la sospettata numero uno! Che ti piaccia o meno!”. Si girò e riaprì la porta. “Yuki…” lei era lì.
Aveva sentito tutto. Mi sistemai e sbattendo contro la spalla della ragazza me ne uscii da quella casa. Non poteva farci niente, Kim avrebbe capito che la sua ragazza era coinvolta!
----Yuki-----
Come poteva? Così ora i sospetti erano caduti su di me. Kim mi guardò perplesso. In lacrime gli urlai “Gli credi anche tu?”. Il suo sguardo finì per terra “N-no…”. “Non è vero. Gli credi non è così?”. Presi il giubbotto e me ne uscii sbattendo la porta. Ora anche il mio ragazzo mi credeva capace di aiutare mio padre. Lui lo sa benissimo cosa mi ha fatto e sa anche che lo odio da morire.
Andai al cantiere. Anche se era notte fonda non avevo alcun altro posto dove andare.
Seguii il fiume. Ad un tratto scivolai su un sasso. Mi cadde il braccialetto, ma con questo buio non riuscivo a vedere bene. Lo ignorai e continuai a camminare avanti. Come aveva detto Jong c’era veramente una casa. Mi nascosi dietro un albero. Degli uomini stavano pulendo qualcosa per terra.
Per sbaglio pestai un ramo dietro di me. Uno di loro mi sentì “C’è qualcuno lì?” con una torcia mi videro. “Ehy tu! Chi sei?” ormai non ebbi altra soluzione che farmi scoprire.
Mi portarono dentro alla casa. “Tu aspetta qui”. Un signore venne da me. “Bene, che vuoi da me? Sono il padrone di questa casa. Perché hai invaso la mia proprietà?”. Cosa potevo rispondere?
“Io…io mi ero persa”. L’uomo fece cenno con la testa “Bene è tutto qui?”. Feci cenno di sì e mi alzai “Bene, scusi per il malinteso è meglio che ora me ne vada”. Un uomo si piazzò davanti a me.
“No, puoi restare. E’ troppo buio lì fuori, perché per questa notte non dormi qui?”.
Cavolo ero in trappola! “S-sì, ok. Ma prima dovrei avvisare il mio ragazzo”.
L’uomo vestito di nero si intromise “Signore il telefono ce l’ha Lucy”. L’uomo sospirò.
“Lucy! Vieni qui!”. Una bambina corse vero l’uomo. “Ti serve? Ma devo chiamare la mia amichetta”. L’uomo la prese in braccio allora per questa volta puoi usare il mio cellulare va bene piccola?” La bambina gli spiaccicò un bacino sulla guancia “Grazie signore”.
La piccola venne verso di me “Tenga signorina”. Lo presi e la bambina se ne andò.
“G-grazie”. Chi potevo chiamare? Kim o Jong? “Pronto?” “Kim! Sono Yuki!” “Yuki mi hai fatto preoccupare! Dove diavolo sei? E’ tardissimo e perché chiami da un numero riservato?”.
“Ti chiedo solo una cosa…mi credi?” Silenzio. “Sì.. sì ti credo! Però ora dimmi dove sei!”.
“Sono in quella casetta di cui Jong aveva parlato prima, ma non preoccuparti il signore mi ha invitato a dormire una notte qui. Così scoprirò più cose sul suo conto!” “No Yuki! E’ pericoloso! Vieni via da lì!” “Devo in qualche modo far vedere a Jong che sono innocente!”.
Chiusi la chiamata “Fatto, è stato davvero gentile”. Uno degli uomini mi portò nella stanza degli ospiti. Era molto semplice, con un letto, uno specchio e una finestra.
Bussarono alla porta “Avanti” entrò la bambina. “Tieni questi sono per te così dormirai comoda”.
Mi passò un pigiama. Non usciva, così decisi di fare conversazione “Dove sono la tua mamma e il tuo papà?” la bimba si sedette sul letto “Mia mamma non lo so, ma mio papà hanno detto che se n’è andato”. La bimba iniziò a piangere “Hanno detto che … che io non lo…rivedrò mai più”.
“Oh…non piangere, tieni” gli passai un fazzoletto e appena finito di asciugarsi il nasino me lo ripassò “Grazie mille signorina”. Si girò verso di me “E lei? Lei ha i genitori?”.
“La mia storia non è molto diversa dalla tua. Anche mia mamma ora non c’è più, e mio papà non so dove sia”. La bambina scese dal letto e salterellando per tutta la stanza mi chiese “Non ho sonno, mi potrebbe raccontare una storia?”. Adoravo quella bimba. La presi e la distesi sotto alle coperte con me. “Ok. C’era una volta una principessa e un principe. Lei aveva i genitori ricchi invece lui poveri. Quindi le loro famiglie non volevano che si mettessero insieme, però il loro amore non aveva ostacoli, infatti appena si innamorarono giurarono di proteggersi a vicenda. Però come in tutte le storie, c’è qualcosa che non va. Infatti la principessa era malata, e prima o poi sarebbe morta”.
“Ma deve proprio morire?” feci cenno di sì “La sua ora arrivò e quando morì si scoprì che al principe la principessa aveva affidato un bambino. Il principe allora decise di crescerlo e di farlo diventare forte. Dopo anni e anni, la principessa che era in paradiso decide di ritornare dal suo principe, così da vivere di nuovo insieme. Però non avendo più il corpo,  la sua anima andò dentro ad una sconosciuta. Però la principessa non si perse d’animo e dopo aver incontrato di nuovo il principe, i due si innamorano nuovamente e proprio lì successe la magia. La principessa ritornò con il suo corpo normale e …” abbassai lo sguardo e notai che stava già dormendo “…e vissero felici e contenti. Tratto da una storia vera, quando sari grande ne sentirai parlare sicuramente. Loro sono la coppia più bella che abbia mai visto, JongKey”. Sospirando mi addormentai con la bimba fra le mie braccia. Una lacrima mi scese sulla guancia. Però anche loro stavano soffrendo molto.
----Key-----
Una luce. Questo non sembra essere l’ospedale. “Dove sono?”. Un angelo mi venne incontro “Caro Key! Ci si rivede!”. Le mie gambe tremarono “T-tu? Non dirmi che sono morto!”. Guardai attentamente, le mie gambe? “Ma non me l’ero staccata una?” L’asiatico ciccione angelo prepotente si sedette affianco a me “Non sei morto, ma sei solo in coma” con la mano fece un segno in aria e comparì una figura. Jonghyun mentre parlava con me…io ero disteso in un letto mentre lui piangeva sopra di me. “Oh cavolo…ma perché sempre tutto a me?”. Poi cambiò scenario.
Kim, Yuki e Jonghyun che litigavano. “Yaa! Smettetela! Ma perché?” “Perché Jong pensa che Yuki stia aiutando suo padre nella fuga”. I miei occhi si spalancarono “N-non è morto?”.
“No, è scappato rifugiandosi da un suo amico. Il bello deve ancora arrivare”.
Cambiò di nuovo scenario. Yuki dentro ad una casa. “Non dirmi che davvero lei sta collaborando con suo padre!” scosse la testa. “No, anzi vuole trovare il padre per far cadere le sue accuse”.
“E oltre a questo? Puoi farmi anche vedere il futuro?” fece un ghigno “Ovvio che posso, ma prima devi aspettare cinque anni per prevederlo”. Rimasi a bocca aperta “Ma devo sapere se mi risveglierò o meno!” “Mi dispiace, però io davvero ti voglio aiutare”. Mi prese per un braccio, spostandomi in un’altra stanza. “Senti, è da quando te ne sei andato che seguo la tua storia. Infatti…voglio aiutarti”.
Mi si illuminarono gli occhi “E come?” si guardò intorno “Per te, posso fare in una settimana invece che 5 anni”. Sempre tanto, ma più conveniente “Ok, e io che devo fare?” mi dette una chiave “Con questa puoi guardare il presente. Tu starai qui in questa settimana, mentre io cercherò di fare tutto il possibile per farti avere un pass che ti permetterà di guardare il futuro”. Prese la chiave e se ne andò. Feci un cerchio in aria con la chiave e si dipinse la scena di adesso in ospedale. “Jong…”

Note d'autore: Giorno...o dovrei dire notte? ^^ chiedo scusa ç_ç dovevo postarlo di sera, ma poi sono andata a vedermi scream 2 e 3 perchè vorrei andare al cinema a vedere il 4 così ho perso un pò di tempo...sorry XD
Cmq, premetto già una cosa: questo capitolo non mi è piaciuto molto, perchè più chealtro l'ho scritto per far andare avanti la storia, ma mi è sembrato noioso -.- quindi ogni vostro commento dispregiativo è ben accetto XD
Però prometto che il prossimo capitolo che posterò domani, sarà bello pieno di cose belle (?) va be mi avete capito XD
Infine, sono contenta che anche Key potrà partecipare da in alto alle indagini XD
PS: Per chi di voi ha pensato "Ma chi è quella bambina?" pensateci bene, potrebbe essere qualcuno che già voi conoscete 
Bye notte a tutti e passate buone vacanze pasquali XD

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: Hui