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Autore: Betty    26/01/2004    3 recensioni
La carriera di Benji è finita bruscamente e la sua vita sta andando a rotoli. Ma dal passato ritorna una vecchia amica che avrà bisogno del suo aiuto. Sarà lei a donargli una nuova speranza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4

CAPITOLO 4

Benji guidava, al suo fianco Eileen dormiva profondamente, sembrava così indifesa e invece quando voleva sapeva essere una vera furia.

La ricordava da bambina mentre giocava con lui a calcio, ci metteva tutta la grinta che aveva per cercare di batterlo.

 

"Benji potresti almeno farmi vincere una volta!"

"Eileen quante volte te lo già detto. Le vittorie vanno conquistate!"

Lei metteva puntualmente il broncio solo per cercare di intenerirlo, ma senza risultati evidenti.

 

"A quanto pare tu hai combattuto e hai vinto le tue battaglie. Io invece ho perso per sempre" pensò amareggiato il ragazzo.

Quando vide l'uscita per Fujsawa svegliò Eileen.

"Siamo già arrivati?" chiese ancora assonnata.

"Quasi siamo appena uscita dall'autostrada, appena arriviamo in città mi devi dire dove devo andare."

Eileen annuì mentre cercava di sistemarsi i capelli senza però riuscirvi, alla fine si arrese e li legò con un elastico.

"Devi girare a destra al prossimo incrocio, poi avanti fino al semaforo e poi a sinistra." Disse Eileen al ragazzo.

"Ele si è scelta proprio un bel posto, è uno dei quartieri più belli della città" disse Benji.

"A dire la verità ho faticato molto per convincerla a trasferirsi in quell'appartamento. Prima abitava quasi fuori città al quarto piano, senza ascensore. Quando ho capito che non riusciva più a fare tutte quelle scale, le ho cercato questo appartamento con tutti i comfort"

"Non pensavo che stesse così male." Disse Benji.

"Purtroppo è diventata vecchia, ha quasi ottant'anni. Anche se devo dire che la mente è lucidissima"

"Ho sempre pensato che Ele non invecchiasse mai, in tutti gli anni che è stata con me, era sempre la stessa."

"E' invecchiata quando ce ne siamo andati tutti e due" disse con rammarico Eileen.

Entrambi osservarono il sole sorgere, sapendo che forse quella era l'ultima volta che vedevano la donna che li aveva cresciuti.

 

"Fai piano, starà dormendo" disse Eileen mentre entrava nell'appartamento.

"Aspettiamo che si svegli?" chiese Benji.

"No, andiamo da lei e la svegliamo dolcemente."

I due ragazzi si diressero verso la camera da letto della donna. Stava dormendo, i capelli bianchi e le rughe del volto dimostravano la sua sofferenza.

"Nonna, nonna." Disse Eileen scuotendola dolcemente.

Eleonor aprì lentamente gli occhi. "Bambina mia, sei tornata. Lo hai trovato?" chiese la donna ansiosa.

"Sì nonna, ti ho portato Benji" rispose la ragazza.

Benji si avvicinò al letto, gli faceva male vedere Eleonor così sofferente.

"Come sei cresciuto, adesso sei un uomo." Disse la donna.

"Ciao Ele, come stai?"

"Adesso che ho accanto sia te che Eileen, sto meglio. Siediti qui, sei talmente alto che mi fai venire il torcicollo."

Benji sorrise, almeno non aveva perso il suo umorismo.

"Dimmi ragazzo, cosa hai combinato in tutti questi anni?"

"Ho giocato a calcio." Rispose semplicemente Benji.

"Questo lo so, ma non hai una compagna?"

A quella domanda Eileen si schiarì la voce e disse: "Vado a preparare un po’ di caffè" poi si diresse verso la cucina.

"Cosa ti affligge Benjamine?"

"Niente, sono solo preoccupato per te."

"Non mentirmi, ricordati ti conosco da quando sei nato"

Benji sorrise, un sorrise amaro e triste allo stesso tempo. "Non potrò mai più giocare."

"Cosa ti è successo" disse la donna cercando di mettersi a sedere, fu prontamente aiutata da Benji.

"Un incidente d'auto. Ho rotto il femore in più punti e il ginocchio. La mia carriera è finita."

"Ma sei vivo. Un po’ rotto ma vivo." Disse la donna.

"E' vero sono vivo, ma che senso ha adesso la mia vita. Ho vissuto per il calcio, ogni cosa che facevo era in funzione della mia carriera. Adesso non ho niente, non ho più niente!"

Eleonor accarezzò la testa di Benji, come faceva quando era bambino per consolarlo.

"Hai te stesso Ed è più di quanto puoi desiderare. Ami il calcio, se non puoi più giocare, potresti sempre insegnarlo."

"Non lo so se sono pronto per cambiare, non mi sento pronto."

"Dai tempo al tempo e vedrai che una mattina ti alzerai e vedrai il mondo in modo diverso."

Benji sorrise alla donna, in pochi minuti era riuscita a dargli ancora una speranza, la abbracciò cercando di non farle male.

"Grazie Ele"

 

Eileen era accanto alla porta, aveva sentito tutto, era tornata indietro per chiedere se anche sua nonna volesse il caffè ed aveva ascoltato.

Non credeva che fosse così grave la situazione, Benji non avrebbe più potuto giocare a calcio. Si diresse in cucina prima che si accorgessero di lei, perché non glielo aveva detto? Non si vedevano da parecchi anni, ma erano pur sempre amici.

Fu distratta dalla voce di Benji alle sue spalle "E' pronto il caffè?" chiese con voce rilassata.

"Fra un attimo"

"Eileen c'è qualcosa che non va?"

"No, sono solo stanca. Tutto lo stress di questi giorni."

"Capisco, Ele si è addormentata. È così strano, a sentirla parlare sembra quella di sempre, ma si vede che soffre."

"I medici non sono stati molto ottimisti."

"Resterò fino alla fine." Disse Benji

"Non sei obbligato"

"Invece sì, lo sai che lei per me è come una madre. E poi adesso è l'unica cosa importante della mia vita."

"Benji io ho letto su un giornale del tuo incidente. Dicono che non ti sei fatto molto male… ma.."

"Sono tutte balle inventate dal mio procuratore, che crede ancora che avvenga un miracolo. Ho entrambe le gambe compromesse e non potrò più giocare a calcio." Disse Benji con lo sguardo perso nel vuoto.

"Mi dispiace, il tuo sogno.."

"E' andato a farsi fottere, come la mia vita."

Eileen non sapeva cosa rispondergli, le sue gambe si mossero da sole, si avvicinò a lui e lo abbracciò.

Benji rimase un attimo stupido di quel gesto poi ricambio l'abbraccio, ora si sentiva a casa, in quel momento stava finalmente bene.

 

I due ragazzi decisero di trasferirsi a casa di Ele, Benji avrebbe dormito sul divano mentre Eileen su una branda posta vicino al letto della donna. Nel giro di una settimana Benji riacquistò il sorriso e Eleonor sembrava riprendersi lentamente, non la lasciavano mai sola.

"Ragazzi sono così felice che siate qui con me" disse una sera osservando Benji ed Eileen seduti accanto al suo letto.

"E noi siamo felici di stare in tua compagnia." Disse Benji prendendole la mano.

"Ma voi avete anche la vostra vita, non dovreste stare qui a perdere tempo con me."

"Nonna, non dire più così. Io mi sto godendo le mie meritate ferie"

"E io avevo proprio bisogno di tornare a casa." Aggiunse Benji.

Eleonor sorrise, era pallida come sempre ma si sentiva meglio. "Sono stanca, vi dispiace se dormo un po’"

"Figurati nonna, ti sveglio io più tardi per le medicine. Se hai bisogno noi siamo di là" disse Eileen dando un bacio sulla guancia alla donna.

"Vi voglio bene" disse la donna.

"Anche noi, Ele. Dovresti saperlo" disse Benji, le diede un leggero bacio sulla fronte e seguì Eileen in salotto.

La vide armeggiare in cucina, stava mettendo a poste le stoviglie.

"Vuoi una mano?"

"No, ho quasi finito"

"Sembra che Ele stia meglio" disse Benji.

"E' vero, domani comunque verrà il dottore per fare un controllo. Benji?"

"Dimmi"

"Grazie per essere venuto. Per Ele e me era molto importante."

"Anche per te?" chiese Benji

"Sì, avevo voglia di rivederti, sai è dura vedere quasi tutti i giorni tuo padre e non te. Insomma siete identici! Lui ha un po’ di capelli grigi e qualche ruga, ma nel complesso siete uguali."

"Fortunatamente l'aspetto fisico è l'unica cosa in comune che abbiamo!"

"Effettivamente tuo padre è un vero despota!" ammise Eileen.

"Sono sicuro che tu sai tenergli testa."

"Non per vantarmi, ma è così!" disse sorridendo la ragazza.

"Dovresti sorridere più spesso, sei molto bella quando sorridi"

"Ma mi farei venire quelle inestetiche rughe che tanto affliggono tua madre."

"Ecco perché non sorride quasi mai, non ci avevo mai pensato. Ma tu non sorridi per delle rughe?"

"Diciamo che ho poche cose per cui sorridere."

"Cioè?"

"Benji Price ma sei più curioso di una donna!"

"Non è vero. Però io ti ho detto il mio segreto, tu dimmi i tuoi"

"Non ho segreti, non ho mai avuta una relazione seria, le uniche cose che ho sono il mio lavoro e Eleonor."

"Siamo più simili di quanto credessi." Disse Benji.

"Può darsi, ma c'è una cosa che ci differenzia"

"Illuminami."

"Io ho ancora dei sogni."

 

 

 

 

 

  
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