Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: LoveShanimal    24/04/2011    3 recensioni
(Storia iniziata nel lontano 2009/2010, è stata la prima storia che io abbia mai provato a scrivere, quindi i primi tre capitoli sono scritti parecchio male. Adesso sto provando a portarla avanti...)
Stephenie Meyer ha pensato di scrivere Breaking Dawn sia da parte di Bella che di Jacob, ma non ha scritto nulla dal punto di vista di Edward. Quali sono i suoi pensieri? Come vive le varie vicende della storia?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Auguri a tutti! Vi pubblico questo capitolo oggi così da non pubblicarvelo martedì! Spero vi piaccia, rispetto al precedente (per quel che mi ricordo) è più libero e ci ho messo molto più di mio. Spero che vi piaccia, e che non troviate troppi errori! Lo rivedrò domani! 
Ringrazio tutti quelli che mi hanno fatto i complimenti! Vorrei elencarli, ma è tardissimo e sono stanchissima! CORRO a dormire! 
Buona lettura e buona notte, vista l'ora! :) 


Capitolo 2 : Una notte movimentata.



Capitolo 2 : Una notte movimentata.
 

Anche la notte prima del nostro matrimonio, non rinunciavo a stare con Bella.
Aspettavamo i miei fratelli per il mio misterioso addio al celibato (avevano detto fosse una battuta di caccia, ma negli ultimi giorni avevo letto una poca convinzione nella loro voce e una grande eccitazione per una sorpresa) ma non avevo la minima voglia di lasciarla. E nemmeno lei lo voleva. 
Se veramente ci fossimo separati in quel momento, non ci saremmo più rivisti per ore; mentre io mi sarei occupato degli ultimi particolari del matrimonio lei sarebbe stata la bambolina di Alice per tutta la giornata. 
Mi sembrava ovvio che la parte peggiore sarebbe toccata a lei, e il non poterci vedere le avrebbe peggiorato la tortura; ma ero stato stesso io a dire, anzi a pregare la mia sorellina a non lasciarla uscire. 
Ero io che mi ostinavo a rispettare la tradizione, e se questa diceva che i due quasi- sposi non si dovevano vedere prima della cerimonia, così sarebbe stato.
«Edward, ne abbiamo parlato e riparlato. So che sarà difficile, ma è ciò che voglio. Voglio te e ti voglio per sempre. Una vita sola non mi basta, punto».
Si, infatti. Ne avevamo parlato e riparlato. Ma lei era così ostinata! 
Per alleggerire la tensione, sussurrai «Per sempre sospesa nei tuoi diciott'anni».
«Il sogno di ogni donna», scherzò. Non aveva capito dove volevo arrivare. 
«Senza cambiare né crescere mai». La stuzzicai. 
«Che vuol dire?».
Risposi lentamente. «Ricordi quando abbiamo detto a Charlie che ci saremmo sposati? Lui ha creduto che tu fossi incinta».
«E gli è venuta la tentazione di spararti», concluse con una risata. «Ammettilo: per un istante ci ha pensato sul serio».
Non le risposi. Per quanto fosse vero, per quanto il padre aveva veramente avvicinato la mano alla fondina della pistola, non intendevo questo. Il problema era un altro, ben peggiore di un poliziotto che ha intenzione di sparare ad un immortale. 
«Che c'è, Edward?».
«Be', ecco... mi dispiace che non sia come pensava Charlie». Ed era vero. Immaginavo io e Bella, lei distesa su un letto di un ospedale e io in piedi, mentre le accarezzavo i capelli e le dicevo che era tutto finito, che finalmente avremmo avuto il nostro bambino. E un istante dopo, l’infermiera che entrava nella stanza e adagiava tra le braccia di Bella un asciugamano che avvolgeva una spendida creatura. E io e lei felici, con tutto quello che avevamo sempre desiderato.
Lei distrusse la mia fantasia, sbuffando. 
«Sempre che potesse andare così. Che noi avessimo quel genere di possibilità. Detesto l'idea che sia fra le cose di cui ti priverò». Non capiva il mio tormento. Voler stare con la persona che ami e contemporaneamente avere la convinzione di privarla di qualcosa, anche solo per quello che sei. 
Ci pensò su. «So quello che faccio».
«Come fai a dirlo, Bella? Guarda mia madre, guarda mia sorella. Non è un sacrificio facile come immagini». 
«Esme e Rosalie se la cavano alla grande. Se poi sarà un problema, faremo come Esme: adotteremo qualcuno». Non era proprio così, non conosceva le loro menti. Ma soprattutto non quella di Rosalie. Esme aveva, in qualche modo, superato l’idea adottandoci. E ci amava davvero, come se ci avesse portati tutti nove mesi in grembo e ci avesse partorito lei stessa. 
Ma Rosalie era diversa.
Sotto quello strato di vanità, di bellezza e di acidità, c’era ancora l’istinto materno che reclamava di essere tirato fuori. Ma sarebbe rimasto lì, per quanto Emmett fosse per Rosalie l’anima gemella, loro non potevano avere un figlio. E Rosalie ne soffriva. 
Sospirai, e la mia voce riprese vigore. «Non è giusto! Non voglio che tu debba sacrificarti per me. Voglio darti tutto e non privarti di nulla. Non voglio rubarti il futuro. Se io fossi umano...».
Mi posò la mano sulle labbra. «Tu sei il mio futuro. Adesso basta. Smettila di mugugnare, altrimenti chiamo i tuoi fratelli e ti faccio venire a prendere. Forse un addio al celibato è proprio quello che ti serve».
«Scusa. Sto mugugnando, vero? Dev'essere il nervosismo». Se avessi avuto ancora un cuore avrebbe accelerato i battiti come solo quello di Bella poteva fare. 
«Non dirmi che le gambe tremano a te».
«Non in quel senso. È da un secolo che aspetto di sposarti, signorina Swan. L'attesa della cerimonia nuziale è l'unica cosa che...». Edward? Ti conviene venire fuori! ADESSO! «Oh, per l'amor del cielo!».
«Che succede?».
Continuavo a sentire le loro risate da fuori alla finestra, e se non fossero stati miei fratelli li avrei mandati davvero a quel paese. «Non darti pena di chiamare i miei fratelli. Pare che stanotte Emmett e Jasper non ammettano defezioni».
Mi strinse per un attimo, e avrei voluto che durasse per sempre. << Divertiti! >> Pur avendo sentito che Bella si arrendeva, Emmett iniziò a grattare con le unghie vicino alla finestra. «Se non fai uscire Edward veniamo a prendercelo!». Come avevo detto la mattina? Ah giusto, baby-fratello! 
«Vai», disse ridendo, «prima che mi facciano a pezzi la casa».
Controvoglia, mi alzai e mi infilai la camicia. La baciai sulla fronte e, percependo l’agitazione nei pensieri di Jasper, la stuzzicai. «Dormi. Domani è un giorno importante».
«Grazie! Questo mi aiuterà a rilassarmi». 
«Ci vediamo all'altare».
«Io sarò quella in bianco». Me la immaginai, con il vestito bianco, scendere le scale di casa mia, e improvvisamente inciampare nello strascico.
Ridacchiai e dissi: «Molto convincente». 
Mi ero ripromesso di non ascoltare la mente di nessuno di quelli che l’avrebbero vista prima della cerimonia, quindi prima di iniziare a immaginare il suo vestito feci un balzo e mi scagliai su Emmett.
Imprecò "Maledizione!" Ed io e Jasper iniziammo a ridere. 
Prima di iniziare a correre, sentimmo Bella sussurrare dalla stanza «Non fategli fare tardi!"… stavo per arrampicarmi di nuovo alla finestra, quando sentii Jasper pensare “non ti preoccupare, vado io!”
Mentre parlavano dell’addio al celibato, mi girai verso Emmett e dissi "Ma allora è davvero una battuta di caccia?"
Rise e mi rispose "Era una cosa troppo ovvia, no? Ti abbiamo preparato una grandissima sorpresa!"
Jasper tornò tra noi, guardai per l’ultima volta la finestra della mia Bella, e iniziai a correre.
Secondo i loro piani, avremmo dovuto andare a prendere Carlisle a casa per poi andare nel bosco; però leggevo nella mente di Jasper varie immagini di Alice, confuse, in cui stava la mia sorellina con vari vestiti in mano, mentre li faceva vedere alla famiglia, e gli altri che ridevano. Perché avrebbero dovuto ridere per un vestito? 
Ero diventato sospettoso, e Jasper, accortosene, mi aveva tranquillizzato all’istante; corsi più veloce, come per uscire dalla portata di mio fratello. 
Imboccai la strada di casa nostra, e rallentai solo quando mancavano pochi metri alla porta; mi fiondai dentro e vidi i miei familiari intenti ad adagiare dei vestiti sul grande divano bianco del soggiorno.
"Oh no.." dissi leggendo la mente subdola di Rosalie "Non ci pensate proprio!"
Alice, giratasi, mi aveva guardato con il suo sguardo implorante perfetto sul suo viso da folletto.
"Ho detto no! Non vuol dire che solo perché è il mio addio al celibato devo fare una cosa tanto squallida!". Stavo per andarmene in camera mia, ad ascoltare magari un po’ di musica, quando Emmett e Jasper mi bloccarono la strada.
"Stasera farai quello che ti diciamo noi, vuoi o non vuoi!". tutte le uscite erano bloccate, ma non mi volevo lasciare convincere: era una cosa inimmaginabile! 
Girai lo sguardo nella stanza, e vidi sul tavolino vari bicchieri di vetro vuoti e bottiglie completamente piene di alcool. 
No, non ci potevo credere. Mi volevano anche far ubriacare! 
"Dai, tanto lo smaltisci in poco tempo!" Emmett mi prese per le spalle e mi fece sedere sulla poltrona. 
E non appena fui seduto, Jasper mi fece sentire completamente a mio agio e propenso a divertirmi con i miei familiari. 
Immediatamente Alice ebbe una visione sullo svolgersi della serata.

“C’erano Esme e Rosalie sedute sul divano, quando avevo costretto anche gli altri uomini della famiglia a partecipare al gioco. Non so perché avevo accettato… forse, oltre l’intervento di Jasper, anche io avevo bisogno di un fuori programma. Ed una buona parte della colpa era anche dell’alcool, che sui vampiri, preso in grandi quantità, ha lo stesso effetto che sugli umani. L’unica differenza è che noi lo smaltiamo molto più velocemente. 
Ad un certo punto, Alice scese le scale e, con grande eleganza, anche essendo più ubriaca delle altre due, si portò il telecomando del televisore vicino alle labbra e disse: "Signori e signore…in questo caso solo signore!" una risatina "vi presento la nuova collezione autunno-inverno che sta facendo impazzire tutte le modaiole del mondo! Le nostre più belle modelle stanno per presentarvi questi splendidi completi!" Rise di nuovo, e insieme a lei anche le due spettatrici. 
"Eccole a voi, tutte per voi!" E si andò a sedere con le altre due. 
Scendemmo in ordine tutti noi maschi, da Jasper a Emmett a me a Carlisle.
Non eravamo abituati ad essere tutto quella preparazione: barcollavamo, e non solo per colpa dell’alcool, ma soprattutto a causa di quei tacchi di dieci centimetri, e quei vestiti così aderenti! 
Rimpiangevo la povera Bella, che la giornata successiva avrebbe dovuto subire il mio stesso trattamento per ore e ore, invece che per qualche minuto! 
Eravamo truccati, con parrucche, vestiti da donne, e ubriachi. Ma mi stavo divertendo! 
A stento, inciampando e oscillando a destra e a sinistra riuscimmo a scendere anche l’ultimo gradino. Ci aggiustammo le pellicce bianche sulle spalle e iniziammo ad andare avanti e indietro su un tappeto rosso comprato apposta per l’occasione. Tutti i mobili erano stati spostati dal centro della stanza per lasciar posto alla nostra sfilata. E pur avendo tutto lo spazio a disposizione, Emmett inciampò e sbattè contro un comodino, cadendo e strappandosi la gonna. Iniziammo tutti a ridere a crepapelle. Persino Carlisle, il serio e composto Carlisle, mostrava i suoi tacchi rosso appariscenti alla moglie, ridendo senza contegno.
A questo punto, Alice si alzò per iniziare un discorso "Il nostro fratellino da domani sarà legato per sempre alla sua Bella, e finalmente tutti i Cullen saranno accoppiati.." “

Ma improvvisamente la sua visione divenne completamente bianca.
Poteva significare solo una cosa: i lupi si sarebbero intromessi nella nostra serata.
Ci guardammo tutti negli occhi e uscimmo di casa, per non farli avvicinare alla nostra abitazione; però trovammo solo Seth, in forma umana, nella foresta. 
"Ciao Seth!" Quel ragazzo mi piaceva. Al contrario degli altri lupi era cordiale, e era come un bambino allegro: stare in sua compagnia ti faceva sentire felice. 
"Edward, ti dovrei chiedere un piacere" ma nel frattempo, vidi nella sua testa l’immagine di Jacob che stava tornando a casa.
"Oh.. capisco.. " Non dovevo essere così sorpreso, era pur sempre il suo migliore amico. E non mi dovevo dimenticare di essere stato io ad invitarlo, tanto tempo prima. 
Però, vecchie paure tornarono ad addensarsi nel mio cervello, ma dovevo stare calmo. Ormai Bella aveva fatto la sua scelta, aveva scelto me. E una visita da un suo vecchio amico non poteva farle cambiare idea, anzi, magari, sarebbe stata ancora più felice di avere anche lui vicino a sé, in un giorno così importante. 
Sorrisi. Non potevo privarla della sua presenza, per quanto lo odiassi.
"Quindi? Di cosa avete bisogno?" I miei fratelli continuavano a guardare prima me, poi Seth, senza capire. Il potere di leggere nel pensiero era tanto utile per me, quanto irritante per chi veniva escluso dalla conversazione.
Questa volta parlò ad alta voce: "Vuole avere, diciamo.. il tuo permesso. Si sente un codardo ad essere scappato così, senza farsi sentire per tanto tempo. Ed, ecco, aveva pensato che tu avessi cambiato idea.. ed ecco.. ritirato il tuo invito. Ma io gli ho detto che non poteva essere vero, perché tu sei una persona buona.. e.. gli ho suggerito di chiedertelo prima del matrimonio".
Era impacciato. Sorrisi di nuovo. Capivo cosa provava, il dover mettere insieme diversi pensieri di persone con caratteri opposti, e avere nella testa tante voci. 
Certo, l’essere un vampiro con un cervello super-sviluppato aiutava, ma di certo io non potevo spegnere quell’interruttore nella mia testa ritrasformandomi in un uomo.
Anche in quel momento, cercavo di isolare la sua voce e concentrarmi solo su di essa, ma c’era sempre quel sottofondo, quella specie di ronzio, che faceva da sfondo alla mia testa. Ho capito, è il cane Emmett. dovrei intervenire? Forse Edward ha bisogno di una mano?..feci un segno a Jasper per dirgli che era tutto okay, e mi girai verso il licantropo di fronte a me.
"Seth, non ti devi preoccupare. Sono stato io stesso a scrivere e a mandargli quell’invito. Anche se avessi cambiato idea, non potrei mai tirarmi indietro. E poi non riguarda me, riguarda Bella. E anche se non sa niente, sono sicuro che le farà molto piacere stare con lui, anche solo vederlo". 
Avevo detto quella frase apposta: non lo volevo affatto per tutto il matrimonio a ronzare attorno a lei, ma non volevo privarla della sua presenza. Quindi anche solo un po’ di tempo con lui era perfetto. 
Seth colse il senso della frase, mi fece l’occhiolino, e pensò: Era quello che aveva intenzione di fare, non vorrebbe mai rubarti Bella nel giorno del vostro matrimonio. Aveva intenzione anche di scrivergli solo un biglietto di auguri, ma ho sentito quanto fosse forte il suo desiderio di.. ecco vederla..
"Umana un’ultima volta" conclusi il suo pensiero.
"Esatto". Mi sorrise.
"Quindi digli di venire.. insomma... quando pensa sia più opportuno" continuavo a sorridere. Sempre. Come facevo con Bella, quando non volevo farla sentire in colpa o triste per qualcosa. Solo Jasper era veramente a conoscenza di cosa provavo, nessun’altro. Ero veramente un bravo attore.
"Non ti preoccupare, Edward, verrò a fine serata, quando tutti i momenti importanti saranno conclusi". Jacob sbucò da dietro un albero, senza maglietta come suo solito, e con un pantaloncino assai sporco e malconcio. Era appena tornato dalla sua fuga. 
"Grazie, Jacob. So quanto ti costa. Ti fa onore che tu la faccia contenta in questo modo, almeno un’ultima volta" come se poi lo facesse solo per lei. Ma non erano fatti miei, a me importava solo che lei fosse felice, non importava se dovevo lasciar venire al nostro matrimonio l’uomo che me l’aveva voluta portar via, il mio peggior nemico. Lei non avrebbe cambiato idea su noi due, non dovevo dubitarne. O almeno non volevo.
"Sono io che ti devo ringraziare, nessun’altro l’avrebbe fatto". Per una volta aveva ragione, perché nessuno aveva amato una persona come io amavo Bella. 
"Non ne ho dubbi" scese un silenzio nella foresta, rotto solo dal bubolio di un gufo che stava osservando la scena da un’albero vicino. 
I miei fratelli continuavano a stare all’erta dietro di me, e due lupi si nascondevano tra gli alberi più lontani, pronti a balzare in soccorso degli altri componenti del branco in occasione di uno scontro. 
Io ero calmo, non avevo intenzione di avere nessun battibecco, tantomeno con lui, il giorno prima del mio matrimonio; lui invece era nervoso, stringeva i pugni contro i fianchi e pensava “mi devo anche abbassare a chiedere il permesso a lui, guarda..” non finì neppure la frase, e io girai lo sguardo schifato. 
“Cosa sta succedendo?” “Sta forse per espoldere una rissa?” I due lupi erano sempre più in allerta. Sam e Paul. 
Ci hanno rovinato una serata epica! Li vorrei quasi prendere a bastonate quegli stupidi cani! Emmett. Pensava che gli servissi su un piatto d’argento l’occasione per dichiararci guerra? 
Ah, giusto, entro poche settimane l’avrei fatto. Avrei trasformato un essere umano, cosa vietata per il loro patto. Chissà se il flebile legale che si era creato fra noi avrebbe salvato la situazione..
"Edward, noi adesso andiamo. Grazie ancora per il favore che ci rendi. Te ne saremo grati!". Tutti gli occhi, umani, da lupo e da vampiro, si spostarono su Seth, che cercò di alleggerire la tensione. 
"Di nulla Seth. Ci vediamo domani al matrimonio!" Feci un cenno di saluto con la testa, e feci per andarmene. Auguri, comunque, pensarono all’unisono Jacob e gli altri lupi. 
Iniziai a correre veloce, per lasciarmi alle spalle quella puzza insopportabile. 

Avevamo abbandonato l’idea dell’addio al celibato, e la visione di Alice sarebbe rimasta una pura e semplice visione. 
Stavo sul tetto di casa mia, disteso e con le mani sopra la testa, a guardare le stelle. 
Mi ero abbandonato Jacob, la sorpresa e la mia famiglia alle spalle.. ignoravo totalmente i pensieri provenienti dalla casa.. l’unica cosa che volevo fare era pensare. 
Si, pensare alla mia Bella. A tutto il tempo che avevamo passato insieme.
Ripensai alle prime parole che ci eravamo scambiati Ciao Mi chiamo Edward Cullen, la settimana scorsa non ho avuto occasione di presentarmi. Tu devi essere Bella Swan e lei ovviamente, invece di rispondere come tutti i comuni esseri umani, mi aveva messo in difficoltà con un come fai a conoscere il mio nome? Charlie quando parla di me credo mi chiami Isabella: a quanto pare qui tutti mi conoscono con quel nome. In quel periodo lei non conosceva della mia natura vampiresca, e nemmeno del mio potere extra, ma aveva saputo scovare un particolare che potesse smascherarmi. 
Sorrisi. Era intelligente da non crederci. 
E il nostro primo bacio, vicino al suo pick-up, quando era stordita per via della mia corsa e del lungo pomeriggio passato insieme. 
Questi erano i ricordi più belli per me. Di quando ero umano non ricordavo quasi niente, ma nulla di quello che avevo mai fatto quando non ero ancora un vampiro poteva eguagliare ogni singolo momento passato con Bella, anche un semplice bacio, una semplice carezza. 
Mentre viaggiavo tra i ricordi, sentii la mente di Carlisle farsi sempre più vicina: stava salendo anche lui sul tetto.
"Carlisle" dissi prima che avesse toccato con la punta del piede il mattone del camino. 
"Edward.. volevo parlarti" mi girai verso di lui e lessi nei suoi occhi e nella sua mente una sorta di soddisfazione segreta, che gli portava un enorme felicità.
"Perché sei così.. felice?"
"Edward.. sai quanto io e tua mamma siamo stati tristi per la tua solitudine e da quando hai conosciuto Bella ti abbiamo visto cambiato. Avevi una luce diversa negli occhi, e parlavi, ti muovevi in un modo diverso. Però.. ecco.. abbiamo sempre avuto paura che potesse.. " 
"Finire male". Era sempre stata la mia più grande paura. 
"Ecco. Però domani vi sposate. Domani firmerete una sorta di contratto che vi legherà per sempre.
Nei prossimi giorni la trasformerai. Non potrà più finire male. Non potrai più ucciderla.
Quindi, vivrai come me e Esme, Emmett e Rosalie, Jasper e Alice. Con la tua anima gemella. Felice. Quindi non potrei essere più felice di così. Tutte le mie creature saranno felici. Come potremmo io e Esme non essere soddisfatti, non essere pieni di gioia?" 
E contemporaneamente sentii Esme quasi piangere di gioia, e le coppie appena nominate da nostro padre abbracciarsi. Ovviamente avevano sentito tutto, e condividevano ogni minima parola. 
"Grazie papà. Anche io non potrei essere più felice di così" gli diedi una pacca sulla spalla, e sorrisi. Sorrisi per davvero, non come tutti i sorrisi nella foresta di questa notte.
"Non sono venuto solo per dirti questo, sono soddisfatto anche per altro" mi girai a guardarlo, non sapevo a cosa si riferisse. "Sono soddisfatto per come ti sei comportato stasera" disse quasi come a rispondere alla mia domanda, come se fosse lui a leggere nel pensiero.
"Sono soddisfatto perché dal racconto di Jasper ho rivisto me nel tuo comportamento. Stai seguendo la mia scia, figliolo. Ti sei comportato come mi sarei comportato io, con bontà! E questo mi fa essere gioioso, perché per me sei veramente un figlio".
Non si era mai aperto così con me. Avevo letto sempre i suoi pensieri, la sua soddisfazione, ma mai aveva detto parole così dolci e cose così belle nei miei confronti. 
Mi venne quasi da piangere. 
Non ricordavo nemmeno la voce del mio padre biologico, ma adesso il mio padre, il mio vero padre, era Carlisle. 
E questo non sarebbe cambiato, probabilmente per l’eternità. 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: LoveShanimal