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Autore: LoveShanimal    18/04/2011    5 recensioni
(Storia iniziata nel lontano 2009/2010, è stata la prima storia che io abbia mai provato a scrivere, quindi i primi tre capitoli sono scritti parecchio male. Adesso sto provando a portarla avanti...)
Stephenie Meyer ha pensato di scrivere Breaking Dawn sia da parte di Bella che di Jacob, ma non ha scritto nulla dal punto di vista di Edward. Quali sono i suoi pensieri? Come vive le varie vicende della storia?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Breaking Dawn
Capitoli:
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Questa storia non l'ho scritta proprio recentemente. Spero che vi piaccia lo stesso! Buona lettura! :) 
Ps. Il primo capitolo segue molto il testo originale, più avanti ho lasciato libera la mia fantasia! :) 


Capitolo 1 : Fidanzato


Avevo smesso di respirare. Non che fosse necessario, ma immettere aria dentro i miei polmoni mi piaceva: portava con sé tutti gli odori presenti nell’aria, gli aromi. 
Ma ero a caccia, e avrei avuto tempo per gustarmi le diverse fragranze del bosco. 
Adesso dovevo solo pensare a nutrirmi, meglio che potevo. 
E non per divertire Emmett, non perché quando ero affamato ero di pessimo umore, ma per lei.
Si, ero cosciente del rischio che stavamo correndo; ma un accordo e un accordo. Ed entro pochi giorni lei avrebbe rispettato anche l’ultimo punto della sua parte. Poi sarebbe toccato a me. 
Era difficile accontentarla, ma anche io la desideravo, più di ogni altra cosa al mondo. 
Anche se da insicura qual era si considerava una ragazza normale e al di sotto della media delle persone interessanti, non era mai riuscita a capire veramente se stessa. 
Lei era bella, nel vero senso della parola. Anzi bellissima. E aveva una luce negli occhi che mai avevo visto in altre ragazze. La amavo, più di un padre, di una madre, di una sorella. 
La amavo più di quanto avessi mai amato anche me stesso.
E questo non era certo un punto a mio favore. 
Perché più andavo avanti nel tempo, più mi accorgevo di amarla. 
E più mi accorgevo di amarla più la desideravo anche fisicamente.
E per questo, quando ancora una volta mi aveva pregato di accontentarla, acconsentendo anche a sposarmi, non ero riuscito a dirle di no.
E entro pochi giorni, dopo il matrimonio, ci saremmo uniti in ogni forma umanamente possibile. 
E la cosa più assurda è che, tra tutte le cose che io non gli avrei mai voluto sottrarre a causa della mia natura, lei aveva scelto la più pericolosa.
Ma non si poteva tornare indietro. Io non volevo tornare indietro. 
Escludendo il pericolo, era una cosa che desideravo fare anche io. Mille volte avevo sentito delle sfrenate lune di miele di Emmett e Rosalie, delle loro demolizioni di case.. E avevo anche fantasticato sul poterlo fare con Bella. Ma il mio piacere veniva dopo la sua incolumità, quindi non mi ero mai azzardato nemmeno a parlargliene. 
Ancora lì, acquattato su quel ramo, pronto a balzare su quelle povere alci indifese, trattenendo il respiro, pensavo alla mia Bella.
Non riuscivo ancora a crederci. Fidanzato. 
Mi sembrava qualcosa di improbabile che il mio sogno più grande si stesse per realizzare. 
Io e Bella, per l’eternità.
Ero molto restio a trasformarla, ma pensando al concetto “insieme per sempre” provavo un piacere inimmaginabile. Solo un giorno e sarebbe diventata mia moglie. Solo un giorno e sarebbe diventata Bella Cullen.
Che cosa stupida. Un vampiro vive per sempre, quindi dopo un po’ d’anni impara ad essere paziente. Ed io ne avevo più di cento. 
Ma ormai stando con Bella mi ero fuso col suo mondo, ed i miei tratti umani erano riemersi. Come lei, che dopo aver per tanto tempo vissuto nei pericoli del mio, si era abituata a vivere una vita vampiresca.
“Dovresti vedere la tua faccia in questo momento, sembri un pesce lesso!” Emmett, alla mia destra, aspettava che mi dessi davvero da fare nella battuta di caccia. 
In tutta risposta, mostrai i denti, e balzai giù. 
Abbattei immediatamente il maschio più grande, senza problemi, mentre gli altri componenti del branco cercavano una via di fuga. Ma Emmett, prendendo la mia come una sfida, balzò giù un istante dopo di me e abbattè due alci più piccole in un colpo solo.
Appena dissanguato il mio, seguii la scia lasciata dagli animali in fuga, e, lasciandomi il mio fratellone alle spalle, fermai la corsa degli ultimi due. 
Per fortuna, il mio potere extra non funzionava anche sugli animali, o sarei morto di fame; ero sicuro che anche loro potessero pensare e provare emozioni, e leggere il terrore che provocavo in loro mi avrebbe impedito di ammazzarli. 
Senza un capello fuori posto, o una macchia di sangue, ripercorsi a ritroso il percorso, e trovai Emmett a “giocare” con un orso. 
Come si poteva essere nello stesso momento così adulti e così infantili ? 
Guardai la scena, mentre il mio baby-fratello stuzzicava e prendeva in giro l’animale; dopo pochi minuti, quando si fu stancato, lo stese con un solo colpo e, prima di avvicinare i denti al collo del perdente, si girò verso di me e, facendomi un occhiolino, disse "Vuoi favorire?"
Scossi leggermente la testa, come si fa quando si guarda un bambino capriccioso, e dissi con sarcasmo "Devo lasciare un po’ di spazio libero, no? Se voglio partecipare al vostro addio al celibato di stasera!" 
Lui rise, si avvicinò, e battendomi una mano sulla spalla disse "Questo è lo spirito giusto!"
"Torniamo a casa, sono due giorni che non ci facciamo sentire!" 
Iniziai a correre, e lui la prese come una sfida.
E mentre sfrecciavo nel bosco, mancando ogni volta di pochi centimetri gli alberi, pensavo a Bella. Come se non facessi sempre quello! 
Chissà cosa faceva in quel momento.. forse guidare la sua nuova auto! Solo al pensiero scoppiai in uìna gran risata.
La mia bellissima quasi-moglie, aveva accettato che io le regalassi un’auto nuova nel momento in cui il suo decrepito Chevy rosso si sarebbe rotto. 
Inizialmente avevo pensato di romperlo con l’aiuto di Rosalie, che si era ormai arresa a far cambiare idea a Bella sul diventare vampira e, addirittura, si era ripromessa di dare il benvenuto al meglio alla sua nuova quasi-sorella. 
Però, con tempismo quasi perfetto, prima di immettere nelle clausole dell’accordo anche quella di poter cambiare auto alla mia mogliettina, Alice ha avuto una visione in cui vedeva il pick up fermo e ormai deceduto.
La poveretta però, già restia ad avere un’auto da me, non avrebbe mai potuto immaginare che gliene avrei regalato due: una del prima e una del dopo.
Era solo una precauzione, ma avendo come amore della mia vita una calamita per le disgrazie, i vetri antiproiettile non erano abbastanza. Parlando di prima e dopo la trasformazione, la seconda non necessitava di così tante difese, e il motivo è evidente. 
Senza accorgermene, presi lo stesso percorso che portava a casa sua, e che avevamo fatto l’ultima volta insieme quando, settimane prima, avevamo deciso la data del matrimonio, e ci aspettava la missione più “pericolosa”, come aveva detto lei.

Quando il rumore dell’auto della polizia aveva annunciato il ritorno di Charlie, Bella aveva iniziato ad essere ansiosa e a sudare. Aveva persino provato a ritirare la mano sinistra, se io non l’avessi tenuta ben salda al tavolo.
"Smettila di agitarti, Bella. Per favore, cerca di ricordare che non sei qui per confessare un omicidio". 
"Facile dirlo, per te".
Non capivo perché si preoccupava tanto. Infondo io ero antiproiettile. 
Il suono degli stivali di Charlie sul marciapiede e la chiave che s’infilava nella porta già aperta ebbero per Bella la funzione di campanello d’allarme. Si agitava sempre di più, mentre il suo cuore accelerava i battiti.
"Calmati. Bella". 
La porta si chiuse sbattendo e Bella sobbalzò come per una scossa elettrica. 
"Ciao, Charlie", salutai. 
"No!" protestò Bella, in un sussurro.
"Che c’è?" 
"Aspetta almeno che appenda la pistola!" ridacchiai. Se Charlie avesse avuto l’intenzione di sparare, o a me o a lei, sarei riuscita a prenderla in braccio e a portarla dall’altra parte della città senza che lui se ne accorgesse.
“Sii cortese, Charlie. Sii cortese” pensò lui sbucando da dietro l’angolo. Cercava di essere gentile, almeno fino a quando non avesse scoperto quello che gli stavamo per rivelare.
"Ciao, ragazzi. Come va?" 
"Abbiamo una cosa da dirti" dissi con tono cortese "Buone notizie".
Si insospettì "Buone notizie?" “Cosa cavolo stanno tramando questi due?” 
"Siediti, papà" se Bella stava cercando di calmarlo, non ci stava riuscendo. Più la guardava in volto, più la vedeva sudare, e più si insospettiva.
"Non scaldarti, papà" che pessima attrice, pensai "E’ tutto okay".
Okay? Che cavolo significa okay? Io avrei detto qualcosa simile a “magnifico”, “meraviglioso” o “perfetto”. Molto probabilmente lo capì vedendo la smorfia che avevo appena fatto.
“Si certo, tutto okay.. Non me la da a bere!”
"Certo che si, Bella, certo che si. Se va tutto così alla grande, perché sei sudata fradicia?"

Bella, sentendosi scoperta, fece la cosa meno appropriata alla situazione: mentre mormorava poco convinta "Non sto sudando", si passò una mano sull’anulare sinistro come a nascondere le prove.
"Sei incinta!" esplose Charlie "Sei incinta vero?"
Anche se la domanda era rivolta a Bella, lui fissava me, e intanto pensò di puntarmi una pistola contro e di spararmi, ma la mia fidanzata fu subito pronta <>
“Cosa cavolo li spinge a sposarsi così giovani?” pensò Charlie, pieno di rabbia. Io ero all’antica, certo, ma perché nessuno teneva in considerazione l’amore come ragione di un matrimonio tra due ragazzi? 
"Oh, Scusa."
"Scuse accettato" Io aspettavo che Bella parlasse, e anche Charlie. Ma, vedendo la sua espressione di panico quando lo capì, sorrisi e mi rivolsi al padre.
"Charlie, so che non dovrebbe essere questo l’ordine delle cose. Per tradizione, avrei dovuto prima chiederti la sua mano. Non volevo mancarti di rispetto, ma visto che Bella aveva già detto si, e non volevo sminuire la sua scelta a riguardo, anzi che chiederti la sua mano, ti chiedo la tua benedizione. Ci sposiamo Charlie. La amo più di qualsiasi cosa al mondo. Più della mia stessa vita, e per qualche motivo, anche lei mi ama nello stesso modo. Ci darai la tua benedizione?"
Ero convinto di ciò che dicevo, e persino Bella si rilassò un attimo. 
Charlie aveva tantissimi pensieri in testa, che passavano dal mettere il broncio alla figlia, allo spararci, allo sparare solo me, e a mettere in punizione la figlia pur di non farci incontrare mai più.
"Ne siete sicuri?" Si rivolse a lei, questa volta.
"Di Edward sono sicura al cento per cento", rispose senza esitare.
"Ma perché sposarsi? Che fretta avete?" la fretta nasceva dal fatto che Bella, fissata con l’età apparente di entrambi, voleva trasformarsi prima del suo diciannovesimo compleanno, e io avevo accettato solo a condizione di sposarci. 
Ma non era il caso di dirlo a Charlie.
Presi io il comando della situazione "Andremo a Dartmouth insieme quest’autunno, Charlie. Ecco, ci terrei a fare le cose per bene. Fa parte della mia educazione", in parte era vero.
"Sapevo che sarebbe successo", mormorò fra sé, accigliato. Poi, all’improvviso, divenne calmo.
“Mmm.. come posso incastrarli?” pensava. 
"Papà?"  Mormorò Bella, preoccupata. 
“Trovato!” E iniziò a ridere. Io trattenni a stento le risate. Bella continuava a guardarci, ignara di tutto. 
"Ok! Va bene," Disse infine Charlie "Sposatevi" Un’altra scarica di risate lo invase. "Ma.."
"Ma cosa?" Esclamò Bella. 
"Ma lo dirai tu a tua madre! Non dirò una sola parola a Reneè! E’ affar tuo!" Ed esplose in una grossa risata.

Purtroppo per lui, Reneè non ebbe la reazione che tutti aspettavamo. Non solo già sospettava che io e Bella avessimo preso la decisione da tempo, ma appena resa ufficiale la notizia si buttò a capofitto nei preparativi con mia madre. 

Così, tutto era pronto per il matrimonio.
  
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