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Autore: Herm735    24/04/2011    5 recensioni
“Credo che sia il momento opportuno per parlare della profezia.” [...] "Il suo cuore è puro, incontaminato. Dovrà affrontare un lungo viaggio, e alla fine la metà del suo cuore sarà con lei per sempre.” Aveva scoperto che avevano due possibili ipotesi su cosa significasse quella frase.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Ginny Weasley, Nuovo personaggio | Coppie: Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Salve a tutti ragazzi, e Buona Pasqua. So che sono molto in ritardo e mi scuso. Spero di farmi perdonare con questo capitolo.

Ringrazio coloro che hanno commentato il capitolo precedente, GinevraRaconteur, angelina, roxy_xyz, Lights e luca76, grazie mille.

Buona lettura!




La collana dai due cerchi



Riprese i sensi, ma cercò di non muoversi neanche di un millimetro.
La prima cosa che sentì fu di nuovo quella voce.
La sensazione che le suscitava era strana.
Era come se l'avesse già sentita, miliardi di volte. Però non sembrava essere di qualcuno che conosceva.
“...Allora glielo diremo.”
La voce si fermò, facendo calare il silenzio nella stanza e tra i suoi pensieri.
Non riusciva a capire. Dove aveva sentito quella voce prima di allora?
Era di qualcuno che voleva aiutarla, o di qualcuno che voleva solo torturarli per poi ucciderli?
Si ricordò improvvisamente di Harry.
Dov'era? Stava bene?
Certo, poterlo vedere l'avrebbe fatta sentire molto meglio, ma non voleva aprire gli occhi.
Si stava concentrando per sentire ogni parola che gli altri due presenti nella stanza avessero deciso di scambiarsi.
Dopo molti secondi realizzò che qualcosa non andava.
Se due persone rapiscono qualcuno, mentre questo qualcuno è incosciente le due persone comunicano tra di loro.
Allora perché i due misteriosi maghi non parlavano?
Curioso come le due persone in quella stanza fossero i suoi rapitori e allo stesso tempo i suoi salvatori.
In quel momento erano esattamente in bilico tra le due.
Il loro prossimo passo sarebbe stato su una strada, o, inevitabilmente, sull'altra. Decisioni uguali e opposte, che avrebbero portato Hermione alla vita, o alla morte.
Cercò di concentrarsi, per leggere i pensieri delle due persone nella stanza, e riuscì a formulare l'incantesimo, nonostante non avesse più energie solo fino a qualche ora prima.
Ora?
O forse minuti.
Forse giorni.
Tornò a concentrarsi, cercando di leggere i pensieri dei due maghi.
Si sorprese quando fu costretta a bloccarsi.
Incontrò un muro, impenetrabile.
Credendo si trattasse di un semplice incantesimo di blocco, Hermione tentò di forzarlo.
Ma, ovviamente, non vi riuscì.
Rimase paralizzata per un lungo momento.
La persona che in quel momento stava tentando di contrastare il suo incantesimo, si stava proteggendo usando lo stesso che usava lei.
In quel momento capì che la donna nella stanza con lei poteva essere solo due persone. Ma, se fosse stata Amanda, avrebbe riconosciuto la voce.
No, non poteva essere lei.
Era qualcun'altra, invece. Una persona che conosceva da sempre e di cui ascoltava la voce tutti i giorni, ma che non era riuscita ad identificare, perché non l'aveva mai sentita dall'esterno, prima di allora.
Aprì lentamente gli occhi, tentando di ripetersi che non era reale, che era solo la sua mente che le stava facendo uno strano scherzo.
La prima cosa che mise a fuoco fu il corpo di Harry, steso a qualche metro da lei sul freddo pavimento della stanza bianca in cui si trovavano.
Il suo primo istinto fu quello di scuoterlo. Di chiedergli se stava bene.
Ma immediatamente si ricordò che non era sola in quella stanza silenziosa.
Il suo sguardo vagò per poi fermarsi sui due maghi che stavano in piedi a circa cinque metri da lei.
Con un po' di fatica si tirò a sedere, tentando di non chiudere gli occhi quando sentì una fitta acuta alla tempia sinistra.
La sua testa sembrava aver deciso di scoppiare.
Tuttavia lei non sbatté gli occhi, ma continuò a fissare con intenzione le due figure incappucciate, sentendosi improvvisamente esposta.
Provò l'impulso di calarsi il cappuccio sulla testa, ma si rese conto che sarebbe stato totalmente inutile, visto che i due maghi avevano ormai visto i suoi lineamenti.
Poi, senza riuscire ad evitarlo, il suo sguardo si spostò nuovamente sul corpo immobile di Harry. Le sembrò fin troppo pallido e cercò di ricordare se, prima dell'esplosione, il suo volto era già così.
“Non temere, è ancora vivo. Non siamo qui per farvi del male.”
Hermione tentò di deglutire il nodo che le si era formato in gola. Si alzò in piedi con un po' di fatica.
Perché all'improvviso tutto il suo coraggio, tutta la sua rabbia, perfino tutta la sua forza, sembravano lontane e minuscole, se paragonate alla paura che aveva di perdere Harry?
Con un colpo di tosse il ragazzo sul pavimento aprì gli occhi. Continuando a tossire rotolò su un fianco, tentando di riprendere aria. Aveva respirato circa sei tonnellate di polvere, a causa di quella dannata esplosione.
Impiegando molto tempo ed energie, riuscì ad alzarsi in piedi e si avvicinò ad Hermione, mettendosi al suo fianco.
Lei non esitò neanche per un secondo. Seguendo il suo istinto frappose il suo corpo tra quello di Harry e i due maghi, ancora incappucciati.
Harry sapeva che protestare sarebbe stato inutile, così si limitò a stringere i denti.
Hermione immediatamente serrò il suo scudo, impedendo ai due maghi di poter leggere i pensieri di Harry, mentre già da prima aveva protetto i propri.
Trovava spaventosamente affascinante il fatto che la donna riuscisse ad usare poteri così simili ai suoi.
Era ormai quasi certa di sapere di chi si trattasse. Aveva solo un modo per esserne sicura, però.
Cercò di schiantare la donna, ma il suo incantesimo silenzioso rimbalzò contro uno scudo evocato dalla donna, andando poi a collidere contro quello di Hermione e, infine, si schiantò contro una delle pareti.
Hermione, inconsciamente, spinse Harry a fare un altro passo indietro con una mano, mentre alzava l'altra per prepararsi a sferrare un altro attacco.
“Non farlo. Non siamo qui per farmi del male. Vi stiamo salvando.”
Fu l'uomo a parlare.
E un lungo brivido di panico percorse la schiena di Hermione.
Conosceva quella voce.
Era una voce così familiare, inoltre era stata molto più facile da identificare della voce della donna.
Gli era bastato sentirla una volta e avrebbe scommesso perfino la sua bacchetta su cosa avrebbe visto quando l'uomo a qualche metro da lei avrebbe abbassato il suo cappuccio.
Ad Harry, ovviamente, non era sfuggito il modo in cui Hermione si era immediatamente irrigidita all'udire la voce del mago.
Anche a lui sembrava vagamente familiare, ma non riusciva a ipotizzare con sicurezza chi potesse esserci sotto il mantello.
Spostò lo sguardo su Hermione e non ci mise neanche un momento a capire che doveva essersi fatta prendere dal panico. Era indecisa su quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Non sapeva cosa fare, era ad un bivio e non aveva idea di quale strada fosse la più sicura.
Forse avrebbe dovuto fidarsi di quella voce che le aveva dato un brivido.
“Sei tu, non è vero?” lo sguardo di Hermione era pieno di malinconia, mentre tentava di riconoscere alcuni dei lineamenti sotto il cappuccio del mago di fronte a lei.
Fece qualche incerto passo in avanti.
La mano destra del mago fu ciò che attirò la sua attenzione. La bacchetta che reggeva era familiare, come la mano stessa, e una cicatrice inconfondibile brillava sul dorso della mano.
Una cicatrice che avrebbe reso impossibile sbagliare ad identificare la persona sotto quel cappuccio.
Una cicatrice che era seconda, per fama, solo ad un'altra, solo alla saetta.
Una cicatrice, una scritta.
“Non devo dire bugie” lesse in un sussurro Hermione.
Le sopracciglia di Harry si avvicinarono in un'espressione di confusione, prima che i suoi occhi seguissero lo sguardo della ragazza.
La vide anche lui, quella scritta formata da pelle più chiara che risaltava nel dorso della mano destra del mago difronte a loro.
Istintivamente il suo sguardo corse alla propria mano destra, e per un attimo si chiese se non fosse ancora svenuto e quella fosse solo un'illusione creata dalla sua mente.
Lì, sulla sua mano, le stesse parole giacevano in memoria di una violenza delle tante che aveva subito, quando la Umbridge lo aveva costretto a scrivere per ore ed ore quella stessa frase sulla propria carne.
Il suo sguardo scattò verso l'altro e capendo che qualcosa non andava si frappose immediatamente tra il mago ed Hermione.
Lei, al contrario, si sentì quasi sollevata. Tanto che spostò il suo sguardo sulla donna, camminando verso di lei e lasciandosi Harry alle spalle.
Si chiese come avesse fatto a non notarlo prima.
Era così ovvio, in quel momento, chi fossero le due persone davanti a lei.
Una collana, molto strana, quasi unica nel suo genere, pendeva dal collo della ragazza.
Dei sottili anelli d'oro formavano una catena attorno al suo collo, da cui pendevano due oggetti diversi.v Ne aveva vista solo una uguale. Una, durante tutta la sua vita. Solo un'altra. E si trovava, in quel momento, dentro quella stanza.
Sentì il metallo della collana bruciare contro il proprio corpo, come a ricordarle che sì, era ancora attorno al suo collo.
Poteva sentire il freddo dei due cerchi a contatto con la sua pelle, uno dei due pieno e l'altro vuoto all'interno.
Prese la catenella tra le dita e la fece scorrere fino a far emergere i due cerchi da sotto il mantello e trovarseli davanti agli occhi.
Ormai non c'erano più dubbi.
Fissò un'ultima volta gli oggetti tra le sue mani prima di voltarsi verso Harry, mostrandoli anche a lui.
Occhi verdi fissarono i due piccoli oggetti senza capire, finché Hermione gli indicò che una collana uguale pendeva dal collo dell'altra donna.
Riconobbe uno dei due piccoli oggetti, lo aveva già visto molti anni prima, durante il loro terzo anno ad Hogwarts, dove Hermione, per seguire tutti i corsi, se ne portava una sempre al collo.
Una Giratempo.
In quel momento, anche per Harry, ogni pezzo del puzzle andò al proprio posto.
L'altro cerchio Harry non aveva idea di cosa fosse. Eppure lo aveva visto moltissime volte.
Lo aveva visto quando ancora Hermione era solita indossarlo e non portarlo appeso al collo.
Lo aveva visto dentro la vetrina di un negozio e lo aveva visto scivolare sull'anulare sinistro di Hermione mentre lei accettava di sposarlo.
Lo aveva visto ogni giorno per molto tempo. Lo aveva visto, ma non lo aveva riconosciuto.
Fu allora che l'altra donna, lentamente, si sfilò il cappuccio.
Gli occhi di Hermione incontrarono un paio di occhi scuri e qualche istante dopo, quando anche l'uomo di tolse il cappuccio, con due occhi di smeraldo.
Harry ed Hermione erano faccia a faccia con il loro destino. Erano davanti al loro futuro. Erano difronte a se stessi.
“Dovete seguirci. Vi porteremo fuori da qui e in salvo. Vi restituiremo le bacchette e vi faremo recuperare le vostre forze. Poi dovrete fare qualcosa, qualcosa che non vi piacerà.”
Hermione annuì. Aveva già capito cosa avrebbero dovuto fare.
“Andiamo. Le guardie svenute non lo resteranno ancora a lungo, e appena vedranno che ci sono dei morti daranno l'allarme. Dobbiamo sbrigarci ad uscire da qui.”
Senza aggiungere altro, Hermione -quella del futuro- si rimise il cappuccio.
“Quasi dimenticavo, queste dovrebbero tornarvi utili” aggiunse, consegnando ai due maghi le loro rispettive bacchette.
Poi si girò ed iniziò a camminare, senza più voltarsi indietro.
Superò il buco creato dall'esplosione nella parete e poi avanti, lungo un corridoio infinito.
E dal corridoio attraverso molte stanze e fino ad un ascensore che li condusse al piano terra di quell'interminabile edificio.
“Quanto è grande questo posto?” chiese il moro in un sussurro.
“Non riusciresti mai ad immaginarlo” gli rispose Harry ironicamente.
Capì perché solo una volta usciti, quando si voltò e tutto quello che vide fu una piccola baracca in mezzo al deserto.
“Cosa diavolo...”
“Questo posto è pieno zeppo di magia” gli spiegò Hermione.
“Credevo fosse un edificio del governo.”
“Non ho detto che non lo è. Ho solo detto che c'è così tanta magia che rischia di esplodere.”
“Qualcosa non va. Perché il governo che tenta di uccidere tutti i maghi sta utilizzando la magia? Perché alcuni di noi stanno aiutando loro? Che cosa diavolo mi sta sfuggendo?” urlò in mezzo al nulla.
“Non abbiamo tempo per questo, dobbiamo andare. Manca poco ormai” Hermione del futuro avvertì i due maghi.
Hermione guardò Harry, promettendogli silenziosamente che avrebbero discusso l'argomento in futuro.
Videro, in lontananza delle strane creature in mezzo al deserto, che, senza dubbio, non avrebbero dovuto essere lì.
“Thestral?” chiese confusa Hermione.
“Non ci si può smaterializzare nel raggio di duemila chilometri” le rispose semplicemente la donna uguale a lei.
“Duemila...Aspetta, non siamo...”
Harry ed Hermione più grandi si scambiarono uno sguardo eloquente, poi lui si voltò verso gli altri due e porse ad Harry le briglie di uno dei due Thestral.
“Benvenuti nel deserto del Sahara ragazzi.”
I due si scambiarono uno sguardo incredulo.
Poi, senza aggiungere altro, salirono sulla creatura.
Ormai più niente li stupiva come quando avevano undici anni ed erano convinti di non poter sopravvivere ad uno scontro con un Troll di montagna.
Si erano abituati a prevedere l'imprevedibile.




Recensire richiede solo un minuto del vostro tempo. Ringrazio chiunque di voi si prenderà la briga di scrivermi due righe e farmi sapere la sua opinione. Grazie a tutti per aver letto il capitolo e grazie a chi segue la storia.




  
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