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Autore: HelebeValaskjalf    24/04/2011    1 recensioni
Mia prima fanfiction.
Bellatrix, il personaggio che parla in prima persona è costretta a trasferisi nell' orfanotrofio del suo paese dove troverà il suo grande amore che la porterà alla felicità perduta un tempo.
Genere: Dark, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO QUARTO 

*   *   *   *   *


Filofobia: paura di amare.

Avevo paura che fosse solo un gioco..

Una prova, un esperimento.

Io prendevo tutto molto sul serio ma non ero sicura che tutto fosse reciproco per lei, per Cassiopea.

Un bacio. Pensavo fosse il culmine di quello che poteva darmi.

.

La sera del giorno seguente...

Il buio di un cielo privo di stelle fuori dalla finestra vicino al mio letto.

Seduta a gambe incrociate sul letto guardando la luna piena cercando una stella.

Mio papà, quando ero piccola, mi raccontava che una stella era un sogno di una persona che stava dormendo in quel momento.

Cosa alquanto triste vedere che nessuna delle compagne di stanza che avevo aveva coraggio di sognare sogni felici.

Aspetta.. Una stella inquieta, come il sonno di Cassiopea che si rivoltava nel letto e parlava nel sonno (se vogliamo dirla tutta stava anche sbavando sul cuscino), che brillava e si spegneva con una certa frequenza e che sembrava avvicinarsi sempre di più.

Io concentrata sulla stella.

Sento una porta sbattere, quella dell'uscita dalla stanza.

Mi volto. Il letto di Cassiopea è vuoto.

Mi volto verso la stella ed è scomparsa.

Esco di corsa dall'edificio mentre i miei occhi si abituano meglio al buio nero della notte.

Guardo il cielo: nessuna stella.

Corro verso il centro del bosco dove diedi il primo bacio a quella che stavo inseguendo.

Mi fermo, ho una visione, la stella di prima seguita da Cassiopea che corre con il fiatone.

Non sapevo cosa fare.

Corro nel buio senza meta sperando che il destino mi guidasse.

Il mio cuore batteva forte come se mi fossi appena fatta di un qualche stupefacente che velocizza i battiti ma non avevo paura, e non stavo nemmeno correndo.

Una cantilena da lontano:

O stella. Mio sogno mio desiderio. Lasciati prendere e coccolare. Avverati e te ne sarò riconoscente perché l'amor mi soffoca e il bisogno di lei mi persuade. Lasciati prendere...

Inconfondibile la voce di lei, l'unica fra tante, l'unica fra tutte.

Ora ero sicura di amarla e di volerla.

La notte, lei, mi aveva aiutata a combattere la mia fobia ed i miei dubbi.

Lei, era senza dubbio il mio desiderio più forte che mi faceva venire voglia di urlare di gioia e disperazione.

Corsi, non sapevo dove, ma sapevo che era da lei. La presi, la abbracciai e nelle sue mani vidi la luce del suo sogno.

Lei teneva quel sogno come un bambino in fasce.

Magari il suo sogno era quello; un bambino in fasce.

Alzai gli occhi ed il cielo era pieno di stelle che brillavano sopra di noi.

Io che abbracciavo da dietro la mia amata che cullava la stella.

Lei era in un specie di trans ma io vedevo un sogno tutto vero a 4D.

Un'emozione troppo forte da sostenere che caddi come una foglia sul terreno scuro invernale.

   
 
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