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Autore: Red Leaves    25/04/2011    3 recensioni
13 personalità di un regno fantastico e apparentemente tranquillo vengono rapite da una creatura sadica e misteriosa e rinchiuse in un labirinto costellato di trappole mortali e spietate il cui scopo è eliminarle nel modo più doloroso possibile una dopo l'altra. Si ritroveranno a dover combattere contro il dolore e l'ansia sempre più crescenti in una corsa contro una forza malvagia che non possono che identificare con la Morte in una spirale di sospetto e suspence...
Genere: Horror, Sovrannaturale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nota: la prossima morte è un po' molto dolorosa, non so nemmeno io come certe cose mi vengano in mente...mi scuso se è brutta...

 

Toxa si stava controllando il braccio, quello inferto dalla creatura era solo un graffio, ma provava una strana sensazione, come se un misterioso fluido attraversasse le sue vene. Guardò gli oleandri. Erano velenosi. Che lo fossero anche quelle creature? Chiaramente non avevano modo di fermare il diffondersi del veleno, veloce o lento che fosse.
George e Flora erano spariti, era chiaro cos'era successo. Nessuno del loro gruppo era morto fino a quel momento. Che Sparklade avesse voluto toglierne tre in un colpo solo?
Toxa...il suo nome ricordava la parola tossico...per un attimo rise dell'ironia del destino.

Xilfis tornò dagli altri.
“George è stato impalato da quei rami e Flora è scomparsa...” disse a bassa voce.
“L'assistente di una qualunque principessa e una cantante fallita, non disperiamoci...” consigliò sottovoce il Conte.
Erano rimasti in quattro e tutti lo sentirono.
“Perché ci ostiniamo a portarcelo dietro?” chiese Vait seccato.
“Perché sono comunque un rappresentante non secondario degli Sgraal!”
“Complimenti, creature brutte e storpie dalla nascita che credono di essere importanti nella politica!” esclamò Toxa.
“Ci ostiniamo a port...voglio dire, è giusto stare tutti uniti.” si corresse Xilfis.
“Prossima tappa?” chiese il Conte sorridendo.
“Sembra non mancare molto al Centro, da qui vedo una piazza di pietra...” disse Vait, sporgendosi dalla Torre.
“Devi avere una buona vista perché io non vedo nulla...” disse Xilfis “Non ci resta che seguirti.”


                                                                                                                                                            §

Mahoney stava guardando con preoccupazione i rovi di crescente grandezza che aveva intorno. Mano a mano che salivano le scale, il sole spariva sempre di più oscurato da spirali di liane scure e spinose. Vicino a lei correva un grande roseto dalle spine ricurve e grosse quanto il pugno di una mano.
Dove le aveva viste quelle spine?
“Oh, no...sono quelle del sogno!” pensò tra sé fermandosi per un secondo.
“Ricomincia a camminare oppure Glorianna ti chiederà se stai bene...”
“Sapete una cosa?” cominciò Sgradel.
“Illuminaci...” disse Oleander.
“Si dice che Sparklade non sempre agisca da solo...a volte ha degli aiutanti!”
“Aiutanti? Devono essere ancora più pazzi di lui!” esclamò Aniva.

Mahoney inciampò in un gradino, ma ritrovò l'equilibrio subito. Alzò la testa e vide un enorme rovo verde dalle spine viola scuro distante solo pochi centimetri dai suoi occhi.
Era un segno. Ne aveva avuti sin dall'inizio: il sogno, l'ombra su Glorianna, la previsione sul gambo-ghigliottina.
Quelle spine erano lì per lei.

“Vai avanti...” disse Glorianna a Sgradel.
“Xilfis me l'ha ricordato: è effettivamente possibile che ci siano delle persone che aiutano Sparklade nella sua Caccia e...non vorrei che il sospetto si diffondesse tra di noi, ma Sparklade può anche essere evocato.”
“Evocato? Allora sì che bisogna essere pazzi!” concluse Oleander.
“Significa che c'è qualcuno che ci ha buttati qui solo per ucciderci?” chiese Glorianna girandosi di scatto.
“No! Era solo per dire qualcosa...” si scusò Sgradel.
“Beh, potremmo parlare d'altro, no?” intervenne Aniva.
Sgradel adorava la spensieratezza della sua amica, o forse era solo un modo per dimenticare di essere in un incubo.

Mahoney camminava sempre più lentamente.
Non si accorgeva però che sotto i gradini si stavano muovendo come serpenti dei rovi sottili che invadevano di poco la scala.

La scala li condusse a quello che sembrava un corridoio, solo che i muri erano fatti di roseti che si attorcigliavano fino a formare delle arcate simili a quelle di alcune cattedrali.
Non c'erano più le rose, solo spine. Lì sarebbe successo qualcosa. Ogni tanto, attaccate alle piante c'erano delle palle di legno che erano chiaramente sul punto di esplodere.
Per una volta sapeva qual'era la trappola, era ora di intervenire.
“Credo sia meglio...fare attenzione dove stiamo camminando.” disse lei, estraendo la spada. La Minaccia era palpabile.
Erano a metà del corridoio, tornare indietro era inutile e avanzare era pericoloso.
Un rumore, un formicolio.
“Oh no...”
I rovi le si attorcigliarono sui piedi, la buttarono per terra, lei batté la testa e loro cominciarono a tirarla verso i roseti con violenza. Non mollò la spada.

Le spine erano veri e propri coltelli. Che fine le avevano riservato? Essere tagliuzzata e martoriata da migliaia di lame?

“Mahoney!” urlò qualcuno.
Era Oleander che sfoderò la spada e corse in suo aiuto.

Mancava poco. Non voleva morire. Come se fossero i tentacoli di una piovra i rovi la avvolsero ancora di più.
“Ma sono solo rovi!” pensò decidendosi ad agire. Colpì ripetutamente le piante che la tenevano legata con la spada, ma nella posizione in cui si trovava era difficile.
Quelli continuavano a tirare.
Un colpo di spada di Oleander tranciò di netto i rovi e il viaggio di Mahoney verso la Morte venne momentaneamente fermato.
“Tutto bene?” chiese Sgradel.
“Insomma...” disse lei rialzandosi.
“Andiamocene, vi prego!” implorò Aniva.

Dalle fessure dei roseti saettarono due liane che si avvolsero intorno al collo di Glorianna senza preavviso. Non aveva detto niente fino a quel momento e c'era il rischio che non avesse occasione di continuare a farlo.
Le liane stringevano, il suo corpo cercava di stare in piedi ma respirare diventava sempre più difficile, un dolore cominciò a pervaderle la testa e una macchia nera ad oscurarle la vista.
“Glorianna!”
Mahoney doveva salvarla e senza riflettere prese la spada e tagliò la liana.
Glorianna emise un rantolo, ma era viva.
Mahoney guardò la sua spada: era stata lei ad averlo fatto. Lei aveva azionato quello che venne dopo.

“Tutti giù!” gridò Sgradel.

Le palle esplosero scaraventando sui presenti una pioggia di spine delle dimensioni di un pugnale.
Erano lì per lei. Le sentì arrivare, ma il suo istinto la fece abbassare e quelle volarono sopra di lei.
Udì un grido sommesso e uno schizzo di sangue le macchiò il braccio.

Si girò e vide Aniva venire colpita da tutte le spine che non l'avevano raggiunta.
Una le infilzò il braccio sinistro, un'altra si conficcò nel ginocchio destro, quella dopo la colpì nel ventre, la seguente le trafisse la mano destra, la successiva le impalò una spalla. Non aveva nemmeno il tempo di urlare dal dolore e il suo corpo si contraeva come una marionetta rotta ogni volta che una nuova spina la flagellava. Nel suo viso si potevano leggere disperazione e angoscia. Non era ancora morta.
“Sgr...Sg...” esalò sputando sangue.
Sgradel non voleva guardarla.
Un'ultima spina arrivò in ritardo e si conficcò in pieno volto con inaudita forza, perforando un occhio e la testa.
Il corpo della ragazza rimase ad oscillare per qualche secondo prima di crollare sul pavimento. I bei capelli lunghi coprirono quello che era successo alla faccia.

“Aniva...” cercò di compitare Sgradel senza riuscire a muoversi.
Mahoney era combattuta dalla gioia di essersi salvata e dall'orrore per la fine di Aniva.
Oleander ansimava vicino a Glorianna guardando in basso.
“Lei non doveva essere qui! Lei non doveva essere qui! No! No! No! No! Lei non aveva niente a che fare qui!” si disperò Sgradel battendo i pugni sul pavimento.

Era stato l'unico a piangere.



  
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