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Autore: Etoiles    25/04/2011    12 recensioni
Tutto ha inizio con la caduta di una stella cadente. Bunny e le sue amiche ancora non lo sanno, ma dovranno intraprendere un viaggio che le porterà alla riscoperta delle vecchie amicizie, dei vecchi amori e di nuovi nemici.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
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-CAPITOLO 27-

-CAPITOLO 27-

 

-BACHI DA SETA-

 

 

Il cielo era velato di carta da zucchero, da cui scendevano leggeri bianchi granelli che risplendevano a contatto con la terra. Le tegole dei tetti erano irriconoscibili sotto quel manto bianco, i bucaneve s’innalzavano tra i gelidi prati, l’acqua delle fontane era priva di increspature, intrappolata da un mantello di ghiaccio.

Bunny camminava per le strade della città con tutta la lingua fuori dalla bocca, per raccogliere ogni singolo fiocco di neve in quel tardo pomeriggio d’inverno. La magia regalata da quel candore color panna la rendeva felice, anche se il suo cuore spesso peccava di nostalgia.

Era passato così tanto tempo da quando i Three Lights avevano lasciato la Terra. Ed era passato ancor più tempo da quando Bunny aveva lasciato il Pianeta delle Stelle…ma lei non lo sapeva, come poteva saperlo. L’incanto di Kakyuu albergava ancora vivo e forte nella sua mente, oscurandole tutti i ricordi più belli trascorsi lontano dalla sua casa, lontano dal suo fato. Nessuna parola riecheggiava nella sua memoria, nessuna carezza, nessun bacio. Eppure qualcosa dentro di lei premeva affinché i suoi pensieri viaggiassero oltre l’infinito, oltre l’immaginabile.

Con i capelli tutti innevati, Bunny entro al Crown, dove le sue amiche l’attendevano con già la cioccolata fondente tra le mani e qualche schizzo di panna qua e là. Alla vista di quella inesauribile meraviglia, Bunny distese il viso, sorridendo vivacemente “Com’è bella!!” esultò, per poi catapultarcisi contro.

Marta, Morea, Rea ed Amy la osservavano, da tempo abituate ai comportamenti elettrizzanti dell’amica. Dai loro occhi tuttavia traspariva un velo di dispiacere. Erano tutte coscienti delle loro azioni, delle loro scelte, erano tutte d’accordo. Bunny era felice, forse come non lo era mai stata…ma quella felicità non poteva durare a lungo. Avevano deciso insieme, tutte quante, avevano scritto loro la parola fine. Ammettere di non aver rimorsi sarebbe stata un’inutile e forzata bugia. Si chiedevano spesso cosa sarebbe accaduto se non li avessero divisi, cosa ne sarebbe stato di loro e di quel futuro che così precocemente avevano conosciuto. Ma ormai erano passati mesi e Bunny non aveva dato alcun segno di ricordo. Il patto era stato mantenuto, tutto era andato come previsto. E allora perché si sentivano così in colpa?

“Ragazze, ve lo devo proprio dire” disse Bunny, con baffi arricciati da panna montata “l’inverno è una bellissima stagione, la neve è così bella e abbiamo la scusa di bere tutta la cioccolata calda che vogliamo per scaldarci”. Non le risposero, ancora immerse nei loro pensieri. Bunny non se ne accorse, era troppo intenta a finire al più presto la cioccolata calda.

“Sapete cosa ho sentito per la televisione?” riprese “Cosa Bunny?” chiese curiosa Marta “Questa sera ci sarà un’eccezionale pioggia di stelle cadenti!!”. Le ragazze sgranarono gli occhi, fissandosi l’una con l’altra “Com’è possibile?” chiesero, rivolte verso Amy

“Non guardate me ragazze, io non ne sapevo niente…Bunny sei sicura?” “Certo che sono sicura, cos’è non mi credete?” “No, no” si scusò Amy, ridendo “non volevo dire questo solo che mi sembra strano…stelle cadenti…d’inverno…”. Il silenzio piombò, appropriandosi delle loro voci.

Leccando dal cucchiaino l’ultimo goccio di cioccolata, Bunny guardò fuori dalla finestra, intristendosi improvvisamente “Sapete” disse, con voce malinconica “quando ho sentito la notizia ho creduto che quelle stelle volessero significare qualcosa…non capisco il motivo ma è così che mi sono sentita”. Le ragazze si guardarono nuovamente, insospettite “Cosa possono significare, Bunny” ironizzò Rea, per quanto possibile “sono semplici fenomeni atmosferici, capita!”. Bunny si voltò “…si, forse hai ragione” rispose, alzandosi dalla panca “in ogni caso, non riesco a fare a meno di pensare che cadano per una qualche ragione”. Sorrise, non facendo caso allo sguardo cupo e rassegnato delle compagne.

“Ora devo proprio andare” aggiunse “domani potremmo andare a pattinare tutte insieme alla pista che hanno allestito nel parco, ci sarà anche Marzio” “Certo Bunny” sospirò Morea, anticipando le altre “ci saremo di sicuro” “Perfetto!!A domani amiche”. La videro allontanarsi, mentre i loro animi si spensero insieme alla loro frustrazione.

Il delicato sapore della cioccolata non l’aveva riscaldata a sufficienza. Percorrendo la strada verso casa, Bunny ripensava alle parole appena dette alle amiche e a quelle non dette. Già, non aveva confidato loro che in realtà sperava, confidava che quelle stelle significassero qualcosa, significassero qualcuno. Le mancava, odiava doverlo ammettere agli altri e soprattutto a se stessa ma non poteva mentire ancora per molto. Ciò che lui le aveva dato in così poco tempo era impareggiabile con qualunque altra cosa, con qualunque altro sentimento.

Pensava spesso a lui e spesso si chiedeva il perché non ne aveva più avuto notizie da quel tramonto sul tetto della scuola. Ma ciò che soprattutto ricercava dentro se stessa era il perché non riuscisse a dimenticarlo, perché si sentiva come se avesse qualcosa in sospeso. Più si convinceva che Marzio era il solo ed unico, più una piccola parte dei suoi occhi non smettevano di osservare il cielo, nell’attesa di scorgere tre stelle cadenti, di cui una in particolare brillava più delle altre. Ogni passo che faceva verso una probabile verità veniva cancellato da una qualche potenza mistica, proprio come le orme delle sue scarpe venivano celate dalla neve. In quel momento il freddo che sentiva nelle mani non si avvicinava minimante a quello che pungeva nel cuore. Non si era mai sentita in quel modo, non si era mai sentita così debole ad accadimenti ormai troppo remoti per esser protagonisti nella sua vita.

Rientrò in casa, sbattendo gli stivali sul tappettino dell’entrata “Mamma sono a casa” “Bunny vieni qui per favore”. Sbuffando amaramente, Bunny raggiunse il salotto “Dimmi” chiese, annoiata “Guarda” rispose Ilenia, mostrandole la gonna “stavo cercando una maglia che avevo dimenticato tra gli abiti estivi e ho trovato la tua gonna scucita”. Bunny si affacciò per poter vedere meglio “come scucita?” chiese

“Non vedi, qui” Ilenia segnò con il dito il piccolo foro posto nella parte posteriore della gonna “quando ho fatto il cambio degli armadi non me ne ero proprio accorta e l’ho messa via senza ricucirla. E’ rimasta tutto questo tempo nascosta sotto agli altri vestiti!”.

Bunny la guardò attentamente, cercando di sforzarsi il più possibile, cercando di ricordare “non ho idea di come possa essere successo” rispose, scuotendo la testa. Ilenia la guardò diffidente, non era la prima volta che Bunny dava prova della sua distrazione. “Tieni” disse, porgendole la gonna “ricucila te e rimettila al suo posto”. Scocciatamene, Bunny afferrò la gonna, per poi chiudersi in camera.

Lanciò la gonna sul letto, che coprì il musetto della piccola Luna, intenta in un caldo sonno “Bunny!!” richiamò la gatta “non hai visto che ero qui!” “Scusa Luna” rispose prontamente, togliendole la gonna di dosso ed appoggiandola alla sedia “non ho nessuna voglia di ricucirmi la gonna, e poi è estiva posso aspettare il prossimo anno giusto?” “Bunny, non fare la scansa fatiche” rimproverò Luna “se ti ha chiesto di ricucirla, fallo e basta no?”. Osservando i suoi movimenti, Luna capì di non essere minimamente presa in considerazione.

Bunny infatti non l’ascoltò, aprendo le tende per poter contemplare quella particolare notte glaciale. Le stelle luccicavano come gocce di rugiada aggrappate al cielo, confondendosi con i fiocchi di neve che, come spumosi bachi da seta, scendevano lenti e tranquilli per poi ritornare all’artica strada innevata. “Guarda, Luna!” gioì Bunny improvvisamente “una stella cadente!!”. Raggrinzendosi, Luna le corse immediatamente vicino “Non è meravigliosa?” “Cosa Bunny?” “la sensazione che può infonderti una semplice stella”. Luna s’incupì, avrebbe voluto dirle tutto, rasserenarla in qualche modo, ma non poteva, l’aveva promesso.

“Che strano” disse Bunny, socchiudendo gli occhi “il cuore mi batte così forte, sento come se uno strano calore mi stesse abbracciando”. Si girò verso il letto, distogliendo lo sguardo da quel cielo così ipnotico. “Credo tu abbia ragione, Luna” “a che proposito?” domandò, seguendola con gli occhi. Bunny si sedette sul letto, stringendo la gonna tra le mani “dovrei ricucirla!” disse, sorridendo. Luna tirò un sospiro di sollievo, temeva che potesse ricordare qualcosa o ancor peggio chiederle qualcosa, cercare di andare più a fondo per comprendere quelle strane emozioni che da sempre premevano per esplodere.

Con ago e filo in mano, Bunny distese il foro, inserendovi un dito per capirne meglio la dimensione. Inarcò le sopracciglia, affondando sempre di più il dito nella scucitura “C’è qualcosa…” disse fra se e se. Col polpastrello afferrò l’ignoto intruso, estraendolo con cautela. Stranita da quella vista, guardò attentamente il piccolo rotolo di pergamena “Com’è finito qui?”. Luna allungò la testa, per spiare lo strano oggetto, ignara di quale fosse la verità.

Senza pensarci due volte, Bunny lo srotolò, leggendovi il contenuto.

 

“Dubita di tutti, dubita di te stessa, ma non dubitare mai di noi.

Non dubitare mai del mio amore”

 

Bunny rilesse più e più volte quelle parole, così belle, così profonde. Non riconosceva la scrittura, non vi era alcun nome, nessuna firma. Solo parole gettate al vento e raccolte in un esile foglio di carta, finito per chissà quale motivo tra i rotti fili della sua gonna. “Luna cosa significa?”. Luna non rispose, non sapendo dove aggrapparsi, non sapendo da dove iniziare. Poi vide Bunny sorridere, felice “Marzio avrà voluto farmi una sorpresa!” disse, aprendo il cassetto e richiudendovi la pergamena al suo interno “Com’è dolce! Ora lo chiamo per ringraziarlo!”. Afferrò in mano il telefono, iniziando a comporre il numero “Bunny!!!”.

Al chiamo della madre, Bunny si bloccò, posando il cordless sul letto “Bunny, è pronta la cena!” “Arrivo mamma!” urlò. Bunny si alzò di fretta “Chiamerò Marzio più tardi, ci vediamo dopo Luna!!”.

Corse veloce, la fame si stava facendo sentire. Si sedette rapida a tavola, prima che qualcuno potesse rubarle gli involtini primavera “Bunny smettila” sgomitò Sam “diventerai una cicciona” “pensa per te, Sam” replicò, spingendolo a sua volta “la tua pancia crescerà a dismisura fino a scoppiare!!”

“Smettetela di litigare voi due!” s’intromise Ilenia “piuttosto date un’occhiata alle foto che io e papà abbiamo scattato lo scorso week-end in montagna!”. Uno più impiccione dell’altra, Sam e Bunny iniziarono a contendersi le foto “Sono bellissime!” esultò Bunny “che paesaggi fantastici!” “Si Bunny, dovete sapere che mentre sciavamo, riuscivamo a scorgere le cime più alte, fino in fondo, al di là dell’orizzonte”.

Bunny si bloccò di colpo. I suoi occhi s’annebbiarono, i muscoli s’irrigidirono, congelandole il respiro. Con la mano ferma, quasi ibernata, fu percossa da vibranti tremori. Voltò lo sguardo verso la madre, mentre Sam si approfittava di quel momento di incanto della sorella “Cos’hai detto?” chiese, con un nodo alla gola

“che vedevamo le cime più alte” rispose Ilenia, passandole un’altra foto “No…l’orizzonte…” insistette Bunny, mentre un chiaro luccichio cadde dai suoi occhi “cos’hai detto?”  “che vedevamo le cime delle montagne…al di là dell’orizzonte…” ripeté “Bunny, ti senti bene?” chiese, accortasi di quel cambiamento così repentino, del suo stato d’animo, fragile in quell’istante come un bicchiere di cristallo.

Istintivamente, Bunny si alzò, facendo tremare la tavola, mentre il piatto le cadde a terra, frantumandosi in mille pezzi. Senza fermarsi né guardandosi indietro, corse in camera, sbattendo ferocemente la porta. “Bunny che succede?” chiese Luna, preoccupata. Senza prestarle attenzione, Bunny riaprì il cassetto, rovesciandolo totalmente a terra finché la pergamena non svolazzò fino ad appoggiarsi dolcemente sul pavimento.

Ancora tremante, si sedette piano a terra con le gambe piegate, raccogliendo quel pezzo di carta, che così tanto le stava per sconvolgere la vita. Di nuovo. Lo strinse forte a se, premendolo contro il petto, li dove batte il cuore. Le lacrime caddero come violente cascate, inumidendole le ginocchia. Respirò profondamente cercando di raccogliere le particelle di aria restanti, cercando di controllarsi.

“Bunny che ti succede? Ti senti male?” insistette Luna. Ma Bunny non rispose, non riusciva a parlare. Asciugandosi il volto col cuscino, si alzò da terra, comprimendo ancora più forte il foglio verso il suo sterno. Con la mano fradicia, mosse di poco la tenda, riportando gli occhi verso il cielo, verso le stelle.

Inspirò nuovamente, per poi prendere coraggio ed aprire le labbra “Seiya”.

 

Avrete sicuramente moltissime domande, moltissimi dubbi. Non posso dirvi niente se non una sola cosa: Sailor Moon Shooting Stars finisce qui…ma non la storia.

Alla prossima serie. Etoiles.

 

 

 

   
 
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