Capitolo 9
-E adesso torniamo a casa?- chiedo a Edward quando usciamo dal negozio, attenta a non muovere troppo lo scatolone che ho tra le braccia. Lui ne regge altri due.
A quanto pare gli invitati al matrimonio sono circa duecento. Duecento! Non riesco ancora a crederci. Rosalie mi ha spiegato che sarebbero dovuti essere molti di più.
Stamattina mentre Edward ed io ci allontanavamo dalla villa abbiamo scorto un sacco di uomini indaffarati a montare un gigantesco gazebo.
-Mi stupisco che abbiano cominciato solo oggi- aveva sorriso lui quando gliel’avevo fatto notare. –Di solito ci vuole molto più tempo, ma loro sono bravissimi in queste cose-.
Ci dirigiamo all’auto e, con molta attenzione, depositiamo gli scatoloni contenenti le bomboniere nel portabagagli.
-Torniamo solo se non sei affamata come lo sono io-
-In effetti…- ammetto.
Chiude il cofano e mi sorride. –Allora andiamo a mangiare qualcosa-
-Non avranno bisogno di noi?-
-Nah. Anzi, più stiamo lontani dalla villa, meglio è. Rosalie tra poco sono certo che avrà una crisi isterica, Susan le fa un sacco di pressioni-. Mi prende la mano, e insieme ci incamminiamo per il Lincoln boulevard.
Aggrotto la fronte. –E come mai?-
-Vuole che il suo matrimonio sia perfetto. È da quando Emmett a chiesto a Rose di sposarlo che la tormenta-
Troviamo un accogliente ristorantino e ci entriamo senza esitare. Ci sono solo un paio di coppie e due ragazzine sui quattordici anni, le quali, appena ci accomodiamo a un tavolo poco lontano dal loro, guardano Edward sognanti e ridacchiano.
-Povera Rosalie… ma non può fare qualcosa?-
Scuote la testa. –Con Susan è una battaglia persa in partenza-. Sospira.
-Odio le persone come lei-. Apro di scatto il menù. –La sua vita l’ha già vissuta, e ora deve permettere alla figlia di fare lo stesso. Non può dirigere quella di Rosalie!-
Mi osserva curioso e apre il menù con molta calma.
-A queste cose ci tengo parecchio- mi giustifico avvampando. Scorro la lista dei piatti, indecisa. La maggior parte sono di mare, ma ci sono anche roast beef, bistecche, hot dog, e cucina messicana.
-La penso come te. Ogni persona intelligente ti darebbe ragione-. Ennesimo sorriso. –Stamattina hai fatto qualche scatto?-
Annuisco. –Mi sono alzata all’alba, ne ho fatti un paio e sono tornata a dormire. Oggi e domani conto di farne tantissimi-
-Ed io ti darò una mano- dice ammiccando. –Ricorda che devi farmi vedere le foto che hai fatto a Londra-
La mia grande passione, se escludiamo dormire, è la fotografia. L’ho scoperta quando ero piccola e non ho mai smesso di scattare foto a tutto ciò che mi circonda. Emmett, uno dei pochi a sapere di questo mio hobby, due anni fa mi ha regalato una macchina fotografica professionale; da quel giorno la porto sempre con me. E, la sera scorsa, ne ho parlato anche a Edward.
-Non me ne sono dimenticata. Alla prima occasione…-
-… cioè quando torniamo a casa…-
-… te le mostrerò- concludo ridendo.
Si avvicina un cameriere. –Desiderate ordinare?-
-Ehm, sì…-. Do un’occhiata veloce al menù. –Per me una seafood-
È un secolo che non mangio del pesce.
-Anche per me- soggiunge Edward.
Il cameriere si allontata con un sorriso cortese ed io incrocio lo sguardo di una delle ragazzine. Entrambe sono pesantemente truccate e indossano mini abiti decorati con paillettes dalla generosa scollatura, la quale sfoggiano con evidente soddisfazione.
Punto gli occhi su Edward. –Quindi questa notte non dormirai alla villa-
-No, raggiungo Emmett e Jasper-
Prendo un grissino dal cestino e comincio a sgranocchiarlo, pensierosa.
-Com’è il tuo vestito per il matrimonio?-
Lo fisso sorpresa, e lui fa spallucce.
-In realtà domani mi presenterò in jeans e top-
Scoppia a ridere proprio mentre il cameriere arriva e ci serve i piatti.
-Saresti perfetta lo stesso. Ora me lo dici?-
Sospiro. –Abito rosso. Lungo. Semplice-
-Rosso?- ripete con un sorriso.
-Ho una specie di fissazione per gli abiti rossi-. Apro il guscio di un’ostrica e con la forchettina la compatto. Non le ho mai assaggiate, ma Alice dice che sono molto buone e mi ha insegnato il giusto modo per mangiarle. Porto l’ostrica alla bocca e la ingoio, bevendo un sorso di champagne che il cameriere ha portato senza che lo ordinassimo.
-Scollato?-. La voce di Edward mi riporta alla realtà.
-Quanto basta-. Ridacchio a causa del suo sguardo truce.
-Mmm. Questo vuol dire che dovrò starti attaccato per tutta la giornata…-. Sorride ed io ricambio tranquilla.
-Non mi dispiacerebbe-
-Lo so. Per questo lo farò davvero-
E, con eleganza, porta alla bocca la forchetta, l’espressione estremamente soddisfatta.
-Oh mio Dio- mormora Edward per l’ennesima volta. –Oh mio Dio-
-Edward- bisbiglio imbarazzata.
Siamo in spiaggia, seduti sullo stesso telo, un vento leggero che mi scompiglia i capelli. Il mare, a poca distanza, è più azzurro che mai.
-Bella… Bella, tu hai talento. Un talento enorme-
-Sono solo scatti così, tanto per passare il tempo- cerco di minimizzare.
-Non minimizzare- mi riprende infatti –sono foto magnifiche. Questa dov’è?-. Indica un’immagine.
Mi ha raccontato di non aver mai visitato Londra, e ciò è assurdo! Come si fa a vivere in una città del genere e non averla mai visitata?! Londra è… semplicemente Londra.
-Portobello Road-. Volto la pagina dell’album. –Westminster… il London Eye… Trafalgar Square… King’s Road… Covent Garden… Notting Hill… Knightsbridge… oh, e questa è la sede della Twinings*!... Oxford Street… e Primrose Hill-. Mi illumino quando vedo la fotografia dello skyline di Londra.
-Questa è splendida- commenta Edward.
-E’ una delle mie preferite-
Ormai è il tramonto, e io ne ho approfittato per scattare decine e decine di fotografie. Ne ho fatta qualcuna anche a Edward, ma non credo se ne sia accorto.
-Anche questa è bellissima- sussurra, fissando l’immagine dell’Hyde Park la mattina, quando l’aria di Londra è fresca e pulita. È un parco vastissimo, quieto, rilassante. E con un sacco di scoiattoli, una volte me n’è caduto uno tra le braccia!
-E questa…- Mi mostra la foto di Piccadilly Circus di sera. -Potresti fare la fotografa senza sforzo-
-Edward…- dico con un sospiro.
Si stende accanto a me, su un fianco, e il suo naso sfiora il mio a causa della vicinanza dei nostri volti. –Sto parlando sul serio, Bella-. Con il pollice mi sfiora la guancia.
Scuoto la testa e mi avvicino a lui, abbracciandolo, seppellendo il viso nel suo collo.
Mi lascia un bacio sulla guancia, stringendomi a sé, e appena alzo la testa si appropria con dolcezza delle mie labbra.
-Scusate se vi interrompo- tuona una voce sopra di noi.
Sobbalziamo e solleviamo lo sguardo, trovando Rosalie a pochi passi. Sembra distrutta, ha gli occhi spiritati.
-Ho appena subito la tortura della ceretta su ogni mio lembo di pelle, e, per quanto mi piaccia vedervi sbaciucchiare sulla spiaggia al tramonto, credo di aver bisogno di voi a casa-
Dire che è nervosa è poco.
Raccolgo velocemente l’album e scatto in piedi mentre Edward piega il telo su cui eravamo sdraiati. Insieme, la seguiamo nella villa.
Di certo non ci spetta una serata tranquilla.
*La Twinings è un’azienda inglese produttrice di the. Nel 1706 è stata una delle prime società ad aver introdotto in Gran Bretagna questa bevanda.
I luoghi che Bella mostra a Edward attraverso le fotografie ovviamente sono veri posti di Londra, i quali, se avete in programma di andarci (io proprio adesso sto tornando in Italia) vi consiglio di visitare. Londra è… semplicemente Londra xD