Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: crazyhorse    26/04/2011    0 recensioni
La storia è molto semplice: la Colt è in pericolo e Sam la deve salvare. Per farlo però ha bisogno di aiuto, e le persone che glielo daranno saranno molto speciali.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
WITHOUT YOU I'M NOTHING 3 WITHOUT YOU I'M NOTHING (1)


Quando Sam riprese conoscenza il sole era già sorto, tuttavia faceva molto freddo e lui era completamente ricoperto di rugiada, senza considerare il fatto che era tutto intirizzito e dolorante; insomma stava uno schifo. Appoggiando una mano al muro accanto a sè, perchè il mondo aveva cominciato a girare ad una velocità vorticosa, si alzò faticosamente in piedi. Gli ci vollero diversi secondi per capire dove si trovasse, a causa di un lancinante mal di testa che gli martellava insistentemente il cervello. Pensò: "Beh, i sedili dell'Impala non saranno il massimo, ma la fredda terra...".
Si guardò attorno e, quando il suo sguardo entrò, attraverso la finestra che aveva di fronte, nella stanza dove la sera prima aveva visto Bela che si preparava, i ricordi gli piombarono addosso come un meteorite infuocato attraverso l'atmosfera terrestre.  
Richiamando agli ordini tutti i suoi muscoli ghiacciati, si avviò più veloce che potè verso l'ingresso principale dell'albergo; i cacciatori di guardia erano, per ora, l'ultimo dei suoi problemi, quindi ignorò un tizio afroamericano dall'aria ostile che si trovava in cima alla scalinata. Stava per mettere il piede sul primo scalino all'entrata quando: 
-Dovresti essere nella tua stanza, come mai ti fai una passeggiata appena dopo l'alba?- la voce di una ragazza alle sue spalle accompagnò la sensazione di avere una canna di fucile puntata contro la schiena. Lentamente, molto lentamente, Sam alzò le mani, si girò e si trovò di fronte una Jo fredda come il ghiaccio e per niente sciupata dopo una notte insonne: "Ok, non è solo una sensazione, ho davvero un fucile puntato addosso" pensò Sam.  Durante tutti gli anni di caccia con suo padre e suo fratello aveva imparato ad affrontare situazioni di questo tipo, e in condizioni normali, avrebbe provato a ragionare con chi lo minacciava cercando contemporaneamente un modo per disarmarlo. Ma in quel momento aveva un solo pensiero per la testa: Rachel e la Colt. Per cui decise di non andare per il sottile:
-Senti, non è di me che ti dovresti preoccupare, io sto dalla vostra parte! Dobbiamo andare immediatamente a svegliare All...Rachel e De....Samuel, potrebbero essere in pericolo!-
Ma lei non fece una piega; ridendo divertita disse:
-Sì, certo, come no!-
In quel momento la conversazione, che per Sam non prometteva niente di positivo, fu interrotta da un urlo agghiacciante proveniente  dalle stanze al secondo piano. Per la seconda volta durante quello strano viaggio il sangue di Sam si gelò nelle sue vene: quella era senza ombra di dubbio la voce di Allison...cioè...Rachel.
Incurante del fucile che aveva puntato contro di sè e di Jo che ci stava dietro, Sam si precipitò dentro l'albergo e immediatamente su per le scale verso la stanza dei Colt. La cacciatrice lo seguì a ruota.
Anche se lui non sapeva quale fosse esattamente la stanza di Rachel e Samuel, non gli fu difficile individuarla: un capanello di uomini armati ed allarmati era radunato fuori dalla porta, mentre all'interno Samuel stava dispensando insulti e proteste a tutti quanti:
-Siete degli incompetenti! Dei cialtroni! Avete una pallida idea di ciò che significa aver perso l'arma?!- era talmente infuriato che aveva perso qualuqnue pudore dettato dalla prudenza e stava sbandierando ai quattro venti lo scopo del loro viaggio. 
-Samuel, per favore, non gridare!- Rachel stava cercando, invano, di evitare che tutti gli altri ospiti venissero a conoscenza della loro presenza e di quello che stavano facendo.
Quando Colt vide apparire Sam sulla porta della camera divenne incontenibile:
-E' stato lui! Sono sicuro!- urlò cominciando a  dirigersi verso Sam con un'atteggiamento particolarmente minaccioso, tutto rosso in volto e con gli occhi iniettati di sangue. Per un istante Sam ebbe paura (e registrò in un piccolo cassetto in fondo al suo cervello, che in futuro sarebbe stato meglio per lui non far infuriare così tanto suo fratello), ed era convinto che, se provvidenzialmente ed intelligentemente non fosse intervenuta Rachel a trattenere con forza suo marito per un braccio, lui lo avrebbe sicuramente ridotto ad una poltiglia informe. Ok, trascurando questo insignificante pericolo scampato, se non altro Abby non aveva fatto loro del male, e questo era già di per sè un successo, visto il grilletto facile di Bela nel ventunesimo secolo (mentre pensava questo Sam si portò una mano sulla spalla sinistra).
In quell'attimo di tensione palpabile, fra Rachel e Sam bastò un furtivo scambio di sguardi per capirsi ed esprimere il proprio stato d'animo, e cioè un'urgente richiesta d'aiuto da parte di Rachel e un'immediata risposta affermativa da parte del giovane cacciatore. Forte di quella conferma, lei si rivolse al marito:
-Aspetta! Lui non c'entra!- disse fermamente. In quel momento sapeva che doveva fare appello a tutta la sua forza di carattere per sovrastare la furia di suo marito. Poi disse al resto del gruppo:
-Potete lasciarci per favore? Tu no Sam!-
Mentre, ubbidienti e scoraggiati  tutti i cacciatori si allontanavano con la coda fra le gambe, Sam ebbe modo di esaminare meglio lo stato in cui si trovava la camera dei Colt: era rivoltata come un calzino, tutti i cassetti e l'armadio erano aperti, il tavolo e la sedia ribaltati, le borse da viaggio completamente svuotate e i vestiti di Samuel e Rachel sparsi sul pavimento, addirittura una tenda era stata divelta dal suo binario. Ma soprattutto la valigetta nella quale era custodita la Colt era aperta e vuota.
Nel frattempo Rachel stava cercando di convincere suo marito che Sam non c'entrava nulla:
-Samuel, smettila, Sam non è coinvolto in questo furto!-
-SAM!!?? Come fai a sapere il suo nome??- tuonò Colt furente.
Rachel rispose mantenendo una calma che, Sam pensò, avrebbe perso nella sue vite future, mentre immaginava il pugno di Allison stamparsi sulla faccia di chiunque avesse osato accusarla gratuitamente come stava facendo Colt con la moglie: -L'ho visitato ieri sera! Samuel calmati per favore!!-
A quel punto Sam lasciò che fosse lei a sbrigare i suoi problemi coniugali e cominciò a perlustrare la stanza palmo a palmo per cercare qualche indizio. La sua attenzione fu attratta immediatamente da una specie di piccola lanterna, parzialmente coperata da un lembo della tenda danneggiata. Dove aveva già visto quello strano oggetto? Poi improvvisamente ricordò di averlo visto fra le mani di Bela, appena prima che qualcuno lo atterrasse con un colpo alle spalle. Si chinò per esaminarla meglio.
-Ma Rachel, ragiona, l'abbiamo tirato su dalla strada! Non sappiamo neanche chi è! Fino a prima che questo qui si buttasse sotto la nostra carrozza tutto è filato liscio! Poi la pistola viene rubata? Non può essere una coincidenza!-
-Samuel, ho ragionato anche troppo su di lui e...- la frase di lei fu interrotta da Sam che la chiamava:
-All...ehm Rachel!- come aveva pensato la sera prima ancora non si era abituato a chiamarla Rachel, e per inciso sperava di poter fare ritorno nel suo secolo prima che questo avvenisse.
Lei gli si avvicinò e lui le mostrò la lanterna che era sul pavimento.
-Ma cos'è?- chiese lei mentre raggiungeva Sam sul pavimento e sollevava lo strano oggetto avvicinandolo al proprio viso per annusarlo....
-Accidenti che odore...aspetta ma questo è etere! Allora siamo stati sedati mentre dormivamo!-
A quel punto Rachel capì che doveva essere lei a prendere in mano la situazione. Si alzò e con un tono di voce che non avrebbe ammesso repliche disse a Samuel:
-Adesso mi ascolterai attentamente, e farai esattamente come dico! Sam non c'entra con il furto, ma può aiutarci a riprendere la pistola! Samuel, devi fidarti di lui! Io l'ho fatto e questo potrebbe aver salvato il nostro piano! Ti prego tesoro, non abbiamo alternative. Lui sa chi è stato e sa cosa occorre fare adesso ed io sono d'accordo!  Ora devo andare, devo sistemare una questione...vitale per il successo della consegna! Samuel ti prego, fidati di me, per una volta...solo questa, ti chiedo di fidarti di me e di Sam! So perfettamente quello che faccio! Possiamo acora riuscire a finire quello che abbiamo cominciato!- non voleva lasciare al marito la possibilità di replicare o protestare, per cui pronunciando queste ultime parole, raccolse i suoi vestiti, prese la sua borsa, con enorme sconforto di Sam diede velocemente al marito un bacio sulle labbra, e corse fuori dalla stanza, lasciando Samuel Colt e Sam da soli. I due uomini udirono la voce di Rachel nel corridoio che diceva:
-Jo, prendo il tuo cavallo!-
Samuel era impressionato, non aveva mai visto sua moglie tanto  risoluta, sicura e determinata sia nella voce che nello sguardo.
Si voltò di scatto e gridò:
-DANNAZIONE!- tirando un pugno sul muro che aveva di fronte talmente forte da far tremare anche il vetro della finestra.
Samuel rimase così, faccia al muro, per quella che a Sam parve un 'eternità e lui pensò bene di non dire nulla per non scatenare ancora la sua ira. Finalmente Colt si girò, era evidentemente meno infuriato, ma ancora tremava dalla rabbia quando, occhi negli occhi di Sam, disse:
-Ok, se Rachel si fida di te, immagino di non avere altra alternativa se non quella di fare altrettanto. Allora adesso mi dici immediatamente chi è stato a rubarci la pistola!- il tono della sua voce era grave e concitato allo stesso tempo.
-Abby. A rubarvi la pistola è stata Abby. Da quello che ho capito si è introdotta nella vostra stanza e vi ha sedato con questa.- ed indicò la piccola lanterna sul pavimento. Poi continuò subito per non lasciare il tempo a Samuel di ribattere:
-Se quello che penso è giusto lei è ancora qui e possiamo ancora fermarla!- con esitazione finì la frase: -...senti ho bisogno del tuo aiuto per prenderla.-
Mentre ascolatava le parole di quel ragazzo vestito in modo così bizzarro, Samuel aveva l'impressione di trovarsi in un sogno...anzi un incubo! Aveva costruito quell'arma sapendo che sarebbe stata ambita non solo da molti cacciatori, ma soprattutto da coloro che essa era destinata a sterminare: cioè le forze del male. Con il volto contratto dalla disperazione e le mani fra i capelli disse con rassegnazione:
-Una donna? Mi ha derubato una qualunque donna? Oh, dannazione, potrei affrontare eserciti di demoni senza problemi...ma con gli esseri umani, non so da che parte cominciare!- e fissò ancora quel ragazzo, negli occhi. Sam lo stava guardando con un'espressione che avrebbe potuto essere definita "speranzosa". Una strana sensazione attraversò il corpo di Samuel in quel momento. Cos'era? Gli sembrò quasi di sapere esattamente cosa Sam avrebbe fatto o detto di lì a poco, quasi quasi gli sembrava di conoscerlo, e non da poco, ma praticamente da sempre. Per la miseria, Rachel aveva ragione! Ci si poteva fidare di lui! Si sentì in colpa per aver aggredito così violentemente la moglie, sia quel giorno sia nelle settimane precedenti, quando la tensione ed il nervosismo per la consegna della pistola non facevano altro che crescere e crescere e crescere ancora. La presenza di Sam lo tranquillizzò un po', anzi, gli diede proprio una scarica di adrenalina che si  unì al suo sangue provocandogli  una specie di scossa elettrica per tutto il corpo: era pronto all'azione.
-Ti assicuro che non è una qualunque! Muoviamoci!- disse Sam quando vide brillare gli occhi di Colt, come gli era capitato di vedere diverse volte anche quelli di Dean. Risoluto uscì dalla camera. Colt dietro di lui.
Raggiunsero il salone d'ingresso ma si resero subito conto che la loro preda lì non c'era. Decisero che sarebbe stato meglio cercare nei locali destinati al personale, nella parte posteriore della villa, quindi imboccarono un lungo corridoio che si apriva dietro il bancone della reception.
-Allora, Sam, se dobbiamo lavorare insieme, tanto vale che tu mi dica da dove vieni!-
A Sam venne un infarto; non poteva certo rispondergli, come aveva fatto con Rachel "Vengo dal futuro"....qualcosa (cioè l'espressione inferocita e gli occhi iniettati di sangue di qualche minuto prima per la precisione) gli diceva che lui non l'avrebbe presa altrettanto bene, per cui adottò la tattica conosciuta come "sorvolare rapidamente sull'argomento":
-Ehm, magari te lo dirò più tardi...- qualche secondo, poi: -Aspetta ieri sera l'ho vista in una stanza qui, da qualche parte...- disse pensieroso mentre cercava di orientarsi tra i frammentari ricordi della notte, poco prima che svenisse: -Dunque era la terza finestra da destra, quindi ora che siamo all'interno direi che la camera è questa.- concluse, infine, sottovoce fermadosi sul lato sinistro di una porta chiusa esattamente sul fondo della villa. 
Come se quel gesto gli venisse automatico Samuel si appostò sul lato destro della stessa porta estraendo la sua revolver (che per inciso all'epoca era un'arma davvero rivoluzionaria) e con un gesto invitò Sam e sfondarla. Quest'ultimo, un po' riluttante, afferrò la sua semiautomatica con impugnatura in madreperla dalla cintura dei pantaloni, ed ubbidì: con una spallata energica abbattè la porta. Entrambi si fiondarono all'interno della stanza dove Bela stava frettolosamente riempiendo una borsa.
-Ferma!- le intimò Colt deciso, poi quasi sorridendo: -Non devi essere un genio! Io al tu posto sarei scappato subito dopo aver preso la pistola! Puttana!- le disse Samuel strappandole di mano la borsa e cominciando a frugarla per cercare la pistola. Nel frattempo Sam, pensando che più di un secolo ed altre vite non avevano cambiato più di tanto l'ironia e le abitudini verbali di Dean, cominciò a mettere sotto sopra la stanza cercando in cassetti, armadi, sotto il letto...dapertutto. Ma Bela li interruppe:
-Beh, qui non troverete quello che state cercando!-
-Dipende da quello che sto cercando!- rispose Samuel estraendo dalla borsa il suo portafoglio scomparso. Poi, sempre tenendo sotto tiro la donna,  si avvicinò a Sam e gli sussurrò in un'orecchio:
-Ha ragione nella borsa non c'è!-
-E neanche nella stanza, merda!- imprecò lanciando a terra il tavolo in segno di stizza. Poi si rivolse a Bela:
-Oh, magari qui non c'è, ma sono sicuro che tra poco ci dirai dov'è la pistola!- disse mentre la tratteneva saldamente per le braccia e la legava ad una sedia.
-Ehi, ma tu chi sei! Non mi sembri di queste parti!- disse lei con il suo tipico tono di voce sensuale.
Sam, che avrebbe voluto farle pagare tutti i guai che lui e suo fratello avevano avuto per colpa sua; le rispose bisbigliando e strattonandola per bene con la corda, mentre la legava:
-Come non ti ricordi di me? Mi hai anche sparato una volta! Ah, no che stupido non puoi ricordartelo perchè...in effetti deve ancora succedere! Comunque, lascia che ti dica una cosa...Abby...certe cose è meglio farle con le proprie mani! Quindi pensaci bene prima di far sterminare la tua intera famiglia da qualcuno che vuole un po' troppo in cambio...- Sam avrebbe voluto essere un po' meno criptico, ma pensò che per farla innervosire la soluzione migliore sarebbe stata non farle capire.
-Cosa significa!?- chiese lei evidentemente irrequieta e agitandosi sulla sedia.
-Oh, non ti preoccupare, quando verrà il momento ti auguro di ricordarti il mio consiglio!- le sussurrò Sam in un'orecchio.
Mentre Sam cercava, con successo, di  innervosire Bela, Samuel si sentiva come un leone in gabbia, camminava senza sosta avanti e indietro per la stanza, lo stomaco attorcigliato per la furia che gli ribolliva nel sangue. In quel momento avrebbe voluto volentieri saltare alla gola di quella maledetta e spezzarle il collo, il tutto senza un minimo di esitazione o rimorso, ma non era del tutto sicuro di essere in grado di farlo. Tuttavia era perfettamente consapevole che avevano bisogno di lei per ritrovare la pistola:
-Adesso basta con le smacierie!- disse quasi gridando, poi ancora: -Voglio sapere dove hai nascosto la mia pistola!- le si fece vicino e mise il suo viso a due centrimetri misurati da quello di lei.
Per niente intimidita Bela rispose:
-Voglio sapere? Tesoro, non lo saprai mai! Almeno non da me!- 
Quella risposta fece imbestialire Samuel a tal punto che non fu in grado fermare la sua mano mentre si stampava sulla faccia di quella donna facendole scendere un rivolo di sangue dal labbro superiore.
-Maledizione!- urlò. Samuel si trovava in difficoltà: non voleva picchiare una donna mortale fino a farle confessare dove aveva nascosto la sua arma. Continuava a pensare che se lei fosse stata posseduta non avrebbe avuto nessuna difficoltà nel torturarla per ore, ma quella che aveva di fronte  era una donna in carne e ossa e questo per lui era totalmente nuovo.
Sam, che aveva assistito alla scena in silenzio, capì immediatamente che Colt non si sarebbe spinto oltre, per cui sicuro come un pompiere estrasse nuovamente la sua semiautomatica dalla cintura dei pantaloni e la puntò dritta alla testa della ladra:
-Vediamo se questa riesce a farti cambiare idea!- disse tirando indietro l'astina per inserire, con fare minaccioso, un colpo in canna.
Samuel rimase a bocca aperta: aveva già notato la strana arma del ragazzo prima e non aveva la più pallida idea da dove potesse venire una cosa come quella...cosa diavolo era quell'arma? In effetti sembrava una pistola, ma senza tamburo e  molto più compatta di ogni altra arma che lui avesse mai visto....e lui ne aveva viste parecchie di pistole! Bela ebbe la stessa reazione: stava fissando Sam a bocca aperta, scioccata.
Sam cercò di nascondere dietro una maschera intimidatoria e disinvolta il reale imbarazzo che provava in quel momento: cosa avrebbe detto quando Samuel (perchè sarebbe stata solo una questione di tempo prima che lo facesse) gli avesse chiesto dove aveva preso quella strana arma? 
Pistole futurstiche a parte, il fattore sorpresa evidentemente giocò in Bela un ruolo molto negativo perchè lei cercò malissimo di mascherare un'espressione di puro terrore. Forse  per la prima volta in quella vita e nelle successive, la ladra disse la verità:
-Io...non..ce...l'ho.- 
Quella risposta proprio non se l'aspettavano: nè Sam nè Samuel. I due si scambiarono uno sguardo e capirono di pensare la stessa cosa: "E adesso?"
Quell'attimo di distrazione fu sufficiente a Bela per reagire: con un movimento forte e fulmineo si ribaltò indietro provocando la rottura dello schienale della sedia e, di conseguenza, le corde che le stringevano il torace si sciolsero. In un secondo saltò sul davanzale della finestra e, schivando il proiettile che Sam le aveva sparato, si lanciò fuori veloce e agile come un gatto.
-Merda! Ci ha presi in giro!-  imprecò Sam mentre sia lui che Colt si accingevano a saltare fuori dalla stessa finestra alle calcagna di Bela.


(1) "Without You I'm Nothing - Placebo - 1998
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: crazyhorse