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Autore: crazyhorse    17/04/2011    0 recensioni
La storia è molto semplice: la Colt è in pericolo e Sam la deve salvare. Per farlo però ha bisogno di aiuto, e le persone che glielo daranno saranno molto speciali.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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TRUST NO ONE TRUST NO ONE

Dopo aver realizzato ed accettato il fatto che si trovava nel 1835 seduto su una carrozza insieme a Samuel Colt e sua moglie Rachel che (con grande orrore da parte sua) avevano l'aspetto rispettivamente di Dean e di Allison, Sam decise che era meglio concentrarsi sulla pistola. Ora sapeva che la stavano trasportando per consegnarla a qualcuno a Lawrence che doveva trovarsi a non più di 60 Km da dov'erano loro in quel momento...sempre che il salto indietro nel tempo non fosse avvenuto in contemporanea con un salto nello spazio. Cioè, veramente a quanto aveva capito Sam la Colt non sarebbe stata consegnata a qualcuno a caso, ma ai suoi antenati e a quelli di Allison.
Era completamente assorto nelle sue riflessioni, che quasi non si accorse che la carrozza stava rallentando progressivamente fino a fermarsi di fronte ad una villa di diversi piani appena costruita  in pieno stile tardo georgiano. Guardando fuori dal finestrino Sam notò che era completamente isolata: tutt'intorno c'era un enorme parco fitto di alberi e immerso nel buio più scuro.
Una volta fermi, Colt si rivolse a Pamela:
-Pamela?- chiese semplicemente. Lei per tutta risposta chiuse gli occhi, inspirò profondamente e rimase immobile per alcuni secondi; infine disse tranquillamente:
-Non sento niente. Possiamo andare.-
-Bene!- disse Colt.
Ellen fece loro segno di aspettare, dopo di che scese per prima con il fucile spianato, si guardò intorno e si diresse verso una ragazza bionda a cavallo che si era fermata subito dietro la carrozza.
Sam la riconobbe subito:
"Jo!!"
Le due donne si scambiarono alcune battute, poi Ellen fece ritorno alla carrozza e disse:
-Siamo soli, nessuno ci ha seguiti, potete scendere!-
A quel punto Colt si alzò, prese in mano la valigetta da sotto il sedile e, senza troppe cerimonie, si rivolse a Sam:
-Prima tu, dai muoviti!- e lo spinse leggermente giù dalla carrozza.
-Ehi!- si azzardò a protestare Sam voltandosi indietro e vedendo che anche Allison...cioè Rachel aveva lanciato un'occhiataccia al marito.
Quando tutti furono scesi, la comitiva si diresse verso l'ingresso della villa. Sam, notò che tuttavia tre uomini rimasero fuori, e sembrava che il loro compito fosse quello di fare la guardia alla carrozza e controllare che nessuno si avvicinasse all'edificio.
Una volta entrati, il cacciatore si trovò di fronte al banco di accettazione di un albergo di lusso. Il salone in cui si trovavano era enorme, alto una decina di metri e ben illuminato da lampadari di cristallo, ma la luminosità del salone era ancora maggiore grazie al riverbero prodotto da diversi specchi appesi alle pareti e da un pavimento di marmo candido e lucente. La parete nord, quella dove si trovava l'ingresso dell'albergo, era costituita da una serie di porte finestre enormi, protette da pesanti tende bordò e drappi dorati.
-Buonasera signori, posso aiutarvi?-
Nell'udire quella voce dallo spiccato accento inglese, il sangue nelle vene di Sam si gelò all'istante. Con il viso contratto dall'ira che gli pervadeva le viscere, si voltò ed ebbe la conferma dei suoi sospetti: la voce che aveva dato loro il benvenuto apparteneva a Bela.
Colt si avvicinò a Pamela e la fissò negli occhi intensamente. Lei, come prima, sfruttò le sue capacità da sensitiva per verificare se la costruzione fosse sicura o meno. Dopo pochissimi istanti, annuì lievemente col capo.
Forte di quella conferma, Colt prese accordi con Bela per il pernottamento.
Nel frattempo Sam era in fibrillazione: capì subito che la presenza di Bela e della Colt nello stesso edificio non poteva essere una coincidenza. In quel momento Sam capì perchè Castiel l'aveva spedito indietro nel tempo: quella notte la Colt sarebbe stata rubata e lui doveva a tutti i costi impedirlo. Gli venne in mente solo una cosa, e quella fece. Andò da Rachel e, pregando che lei fosse sufficientemente pazza da credergli, le disse:
-All...ehm...Rachel, scusa ma non possiamo fermarci qui!-
Lei lo guardò stupita e gli disse con tono sarcastico:
-Oh, e perchè no?-
Sam avrebbe voluto spiegarsi meglio, ma non c'era il tempo, Colt si stava già avviando verso le scale:
-Perchè quella donna dietro al bancone questa notte ruberà la pistola che state trasportando!- mentre parlava sperava che il suo cervello non si fosse sbagliato proprio questa volta.
Rachel lò fissò negli occhi, scavò in quegli occhi dallo strano colore verde-nocciola che la fissavano, per cercare di capire come faceva quel ragazzo dall'abbigliamento....stravagante a sapere quello che lei e suo marito avevano pianificato tanto segretamente per mesi. Alla fine si convinse e disse solo:
-Aspetta.-
Si diresse verso suo marito, lo fermò a metà della scalinata e gli sussurrò qualcosa nell'orechio. Per tutta risposta lui alzò gli occhi al cielo e, con un'evidente espressione scocciata sul volto si avvicinò nuovamente a Pamela. Con molta tranquillità lei ripetè per la terza volta la sua scansione sensoriale dell'edificio e, per la terza volta annuì pacificamente. A quel punto Colt, senza dire una parola riprese a salire le scale seguendo Bela che gli faceva strada.
Sam si sentì crollare sopra la testa l'intera villa con tanto di lampadari di cristallo e drappi dorati. Cercò con lo sguardo Allison e vide che lo stava fissando preoccupata.
Mentre altri tre cacciatori rimasero di guardia nel salone, Bela condusse il resto della comitiva al secondo piano dove furono assegnate le stanze a tre dei sei cacciatori rimasti che avevano il compito di proteggere i viaggiatori durante la notte. A questo scopo Ellen, che a quanto capì Sam doveva essere il capo, disse perentoria:
-Rufus e Jo farete il primo turno. Io controllerò la sua stanza.- ed indicò Sam.
A questo punto fu la volta di Sam e di Samul e Rachel Colt ad essere accompagnati nelle rispettive stanze.
-Da questa parte, prego.- disse Bela indicando a destra, ma incamminandosi verso sinistra: il risultato fu che Colt le andò addosso.
-Mi scusi, mi scusi! Volevo dire a sinistra.- si affrettò a giustificarsi Bela, sorridendo maliziosamente.
A Sam venne assegnata la stanza 235. Senza fiatare, siccome Ellen aveva tutta l'intenzione di passare la notte davanti alla porta di quella stanza con il fucile spianato, Sam entrò e si chiuse a chiave. Non appena dentro, cominciò a studiare ogni centimetro di quella stanza in cerca di una via di fuga per impedire a Bela di impadronirsi della pistola.
I coniugi Colt ebbero la numero 256. Rachel era stanchissima e ricoperta di polvere, ma l'unico pensiero che aveva per la testa era il ragazzo che avevano investito con la carrozza poco prima di fermarsi in albergo. Avrebbe voluto visitarlo per accertarsi che stesse bene quando erano ancora in viaggio, ma la discussione con suo marito l'aveva fatta talmente infuriare che aveva deciso di rimandare. Poi quelle strane frasi che le aveva rivolto nel salone prima...fissandolo negli occhi aveva capito subito, con enorrme stupore, che di lui avrebbe potuto fidarsi. Mentre cercava una scusa per uscire dalla camera, fece qualunque cosa potesse sembrare naturale agli occhi di suo marito: aprì il suo bagaglio,si sciaquò il viso con un pò d'acqua, si avvicinò alla valigetta che conteneva la pistola per controllarla e sistemò per bene il cuscino dalla sua parte del letto. Nel frattempo lui stava freneticamente cercando qualcosa nei suoi bagagli:
-Dannazione! Eppure ero convinto di averlo messo in tasca!- disse nervosamente. Poi si accorse che Rachel stava trafficando attorno alla valigetta della pistola:
-Cosa stai facendo! Allontanati subito!- disse rabbiosamente.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso della pazienza di Rachel:
-Ehi, stammi a sentire o cambi atteggiamento oppure me ne vado! Ti faccio presente che quella pistola l'abbiamo costruita insieme! Insieme abbiamo pianificato tutto per la consegna. So perfettamente cosa stai provando in questo momento, ma se devi proprio sfogarti vai a prenderti un whiskey!- era furiosa, ne aveva abbastanza di suo marito e delle sue paranoie per quella dannata pistola!
Dopo che si fu calmata un poco, si rivolse di nuovo a Samuel:
-Cos'è che non trovi?- gli chiese.
-Il portafoglio! Non lo trovo! Devo averlo lasciato in carrozza! Dannazione!- imprecò nuovamente. Poi, mentre si dirigeva verso la porta:
-Vado a vedere se riesco a trovarlo!-
Rachel ebbe un'illuminazione:
-Aspetta! Vado io!- disse velocemente. Poi, con dolcezza, si avvicinò a lui, lo accarezzò dolcemente sul viso e continuò:
-Tu sarai stanco. Stenditi. Vado io a controllare!-
-Oh, piccola! Grazie! Scusa per prima.- e si fece perdonare con un bacio, prima di tornare vicino al letto.
-Scuse accettate! Rilassati un po'. Torno subito.- rispose lei sorridente.
Prese la borsa con dentro l'occorrente per visitare il ragazzo ed uscì, contenta di non aver dovuto inventare una scusa plausibile, cosa che le riusciva sempre malissimo.
Andò immediatamente a controllare nella carrozza, ma del portafoglio di suo marito non c'era neanche l'ombra, così si diresse verso la sua reale meta. Si fermò davanti ad Ellen e le disse:
-Ellen?-
-Sì?-
-Ho visto qualcosa che si muoveva fuori. Puoi controllare per favore?-
Ellen cercò di protestare:
-Signora non so se sia il caso..-
Ma Rachel fu irremovibile:
-Ellen, per favore...-
A quel punto Ellen capì che se la signora voleva fidarsi di uno spiantato come quello che c'era in quella stanza non erano affari suoi: alzando gli occhi al cielo e senza dire una parola si diresse verso le scale e cominciò scendere verso il salone.
Assicuratasi che Ellen fosse ormai lontana, Rachel bussò alla stanza 235.
Prima che il ragazzo venisse ad aprire, lei sentì un forte trambusto ed il rumore della finestra che si chiudeva con un botto.
Quando apparve sulla soglia, l'ultimo arrivato della comitiva sembrava un po' affannato. Rachel fece finta di non accorgersene:
-Senti, scusa. Ma volevo visitarti. Se non ti dispiace.- poi siccome sembrava che lui non afferrasse, precisò:
-Sono un medico, vorrei essere certa che l'impatto con la carrozza non ti abbia procurato lesioni.-
-Oh, beh...grazie, ma sto bene.-
Lei ebbe la netta sensazione che non volesse farla entrare, ma doveva a tutti i costi parlargli:
-E' questione di poco...vorrei stare tranquilla. Per favore...ho bisogno di parlarti!- si convinse infine a confessargli.
-Oh, entra....-
Una volta dentro ebbe un brivido di freddo:
-Ma che freddo qui!- constatò lei
-Oh, beh, io...ehm...ho aperto la finestra per...ehm cambiare un pò l'aria- concluse Sam visibilmente in imbarazzo sorvolando sul fatto che quando lei aveva bussato lui si trovava, in realtà, a cavalcioni della finestra con un piede già sul cornicione.
Quella risposta sembrò convincerla, perchè a quel punto Rachel prese il ragazzo per mano e lo portò vicino alla luce della lanterna, lo fissò bene negli occhi e poi disse:
-Allora sbrighiamo prima le formalità. Mal di testa?-
-No.-
-Dolori particolari mentre ti muovi?-
-Si, un po' dappertutto-
-Quello è normale per l'incidente che hai avuto. Come ti chiami?-
-Sam....-pensò se dirle anche il cognome, poi realizzò che lei non poteva conoscerlo, per cui completò:
-Winchester.-
-In che anno siamo?-
-1835!- rispose mentre pensava "Ti prego non chiedermi anche il giorno!". Fu fortunato:
-Quante sono queste?- e gli mostrò tre dita della mano sinistra.
-Tre...ma senti io sto bene...-
-Lo so...ora. Adesso le cose importanti. Allora, Sam Winchester, chi sei veramente? Come fai a sapere della pistola? Cosa ci fai qui?-
Quelle erano le uniche tre domande alle quali Sam avrebbe voluto non dover rispondere, perchè sapeva che le risposte erano assurde tanto quanto l'avere di fornte Allison che in realtà si chiamava Rachel Colt e che era sposata con suo fratello Dean che però nel 1835 era Samuel Colt.
Attese qualche instante pensando che tuttavia se anche lei sapeva cosa stavano trasportando allora doveva anche conoscere le forze del male e quello che potevano fare, quindi decise di lanciarsi:
-Senti sembra pazzesco, lo so, ma io vengo dal futuro e conosco la vostra pistola, l'ho avuta e so quello che può fare! E so anche che stanotte la donna che ci ha assegnato le stanze proverà a rubarla!-
-Abby?- chiese Rachel incredula.
Sam non ci credeva. Sgranò gli occhi mentre rispondeva:
-Abby, la ragazza che ci ha accolti nel salone si chiama Abby?- una pausa per riordinare le idee poi continuò: -Oh, sì, Abby decisamente cercherà di rubare la pistola!-
A quel punto il lato pratico di Rachel prese il sopravvento:
-Senti..Sam, sì io conosco qualcosa riguardo a demoni, spiriti, vampiri, lupi mannari eccetera eccetera, ma tu mi hai detto che vieni dal futuro. Beh, direi che questo è un po' troppo!- pronunciando quelle parole si avvicinò al giovane e lo fissò nuovamente negli occhi, come aveva fatto prima nel salone, quando le era sembrato che quegli occhi traboccassero di sincerità e reale preoccupazione per quello che stava accadendo. Fu sconvolta nel provare la stessa sensazione anche in quel momento. Si girò di scatto e si mise le mani nei capelli:
-Oddio cosa devo fare?-
Per mesi lei e suo marito avevano pianificato il viaggio per la consegna della pistola. Per mesi avevano pensato a qualunque cosa potesse capitare: demoni, vampiri, shapeshifter, perfino Lucifero in persona. Per mesi avevano cercato i cacciatori più esperti ed agguerriti che avrebbero dovuto proteggere la pistola, ed ora si trovava di fronte una ladra qualunque! Pensò alle parole che suo marito diceva sempre "Oh, i demoni vanno bene, ma gli esseri umani..."
Vedendo che la confusione regnava nella mente di Rachel, Sam le andò in aiuto:
-Senti A...ehm..Rachel, facciamo così, tu tieni d'occhio la pistola in modo che questa notte non la rubino. Non ti costa nulla, no? Se avverti qualcosa urla, io vedo di correre prima che posso!-
Rachel lo fissò un istante, poi acconsentì:
-Ok, in fondo non mi costa nulla!-
Sfinita, stava per avviarsi verso la porta, ma Sam la fermò:
-All...- non avrebbe mai smesso di chiamarla Allison, ne era sicuro -...Rachel, non fidarti di nessuno, capito?-
Lei si girò, lo fissò nuovamente negli occhi, poi rispose sarcastica ed ostentando noncuranza:
-Mh, di mio marito posso fidarmi?- 
Un moto di gelosia contrasse i lineamente del viso di Sam, mentre le rispondeva (compiendo uno sforzo disumano):
-Sì...direi che...- non finì la frase, non ce la face, si sentiva estremamente stupido in quel momento, ma sapeva che lei aveva comunque capito quello che lui voleva dire. Mentre Rachel usciva Sam ricordò dove aveva sentito, già prima di allora, quel tono sarcastico, lapidario e di finta noncuranza con cui la signora Colt gli aveva chiesto se poteva fidarsi di suo marito: Allison. Pensò: "Decisamente quella donna non poteva avere un corpo qualunque!". Si chiese anche come avrebbe fatto a resistere all'impulso di prendere a pugni Colt tutte le volte che lui si avvicinava a Allison/Rachel. Concluse che Castiel doveva essere molto sadico ad averlo messo in quella situazione.
Una volta che Rachel fu uscita, Sam riprese la sua iniziale occupazione serale: fermare Bela. Il suo piano era semplice: trovarla e metterla fuori combattimento almeno fino alla mattina successiva quando loro sarebbero ripartiti. Essenziale, lineare, liscio come l'olio.
Aprì di nuovo la finestra e si sporse per prendere bene le misure fra la sua finestra e l'impalcatura in legno che era stata fissata sul muro della villa per permettere alle piante rampicanti di crescere facilmente e per controllare che non ci fosse qualche cacciatore nei paraggi. Scavalcò il davanzale e, camminando piano sul cornicione, ragggiunse la struttura in legno a pochi metri da lui; per fortuna la terra ferma non fu difficile da conquistare dal momento che la sua stanza era al secondo piano.
Assicuratosi di non essere stato visto, si incamminò verso il retro dell'edificio, spalmandosi il più possibile contro il muro. Ogni volta che incontrava una finestra dava una sbirciatina per controllare chi fosse presente nella stanza: trovò Bela...cioè Abby in un locale nel retro dell'albergo che doveva essere la lavanderia, intenta a riempire una cosa che assomigliava a una piccola lanterna con un liquido trasparente.
Nello stesso instante in cui Sam spostò lo sguardo per cercare un'entrata in quella parte della villa, un colpo fortissimo ed inaspettato si abbattè sulla sua nuca, lasciandolo svenuto a terra.
  
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