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Autore: sbornyXVII    27/04/2011    0 recensioni
Mentre Chris Larabee è alla ricerca di Ella Gaines, mandante dell'omicidio di sua moglie e suo figlio, un misterioso individuo si fa vivo a Four Corners, e inizia a fare domande su Larabee. Di chi si tratterà? Che intenzioni ha? Avrà a che fare con il suo passato? // Seguito ideale della serie.
Genere: Avventura, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - SMELL OF REVENGE

Quando Nathan uscì dall'ambulatorio, ore dopo la sparatoria, aveva un'espressione grave in volto. Era visibilmente stanco. Ezra, che fino ad allora era rimasto seduto fuori ad attendere notizie, scattò in piedi, fissando il guaritore dritto negli occhi, implorante e sgomento. Nathan si passò lo straccio umido che teneva in mano sulla fronte.
«Ho fatto tutto il possibile» disse. «Ora possiamo solo aspettare.»
«Quando potrò vederla?» domandò Ezra senza riuscire a nascondere l'apprensione.
Mary Travis, che aveva assistito Nathan durante l'operazione, uscì in quel momento. Sembrava stravolta.
«Sta dormendo.» mormorò in risposta allo sguardo afflitto di Ezra, forse in un vano tentativo di rincuorarlo, che però fallì.
«Puoi vederla ora, se vuoi.» rispose infine. Ezra abbozzò un gesto di ringraziamento, prima di raggiungere la porta con due falcate e poggiare una mano tremante sulla maniglia.
«Se noti qualche cambiamento corri a chiamarmi,» aggiunse Nathan prima di congedarsi. «Senz'altro.»

Il giocatore d'azzardo oltrepassò la soglia con cautela, evitando di far rumore. Chiuse la porta, e lì rimase, in rispettosa attesa. La luce del tramonto avvolgeva la stanza in una luce ambrata. Dalla finestra aperta entrava un venticello leggero che accarezzava le tende, facendole fluttuare lievemente. Il silenzio era disturbato solo dal battito del cuore di Ezra. Martellava, e martellava...
La fanciulla giaceva nel letto, distesa su un fianco. I capelli castani erano morbidamente posati sul cuscino. Il lenzuolo era scivolato via, rivelando una spalla candida, insieme alle fasciature che avvolgevano il suo busto dal collo in giù, fin dove si poteva vedere.
Ezra fece qualche passo verso il letto, e, cautamente, andò a sedersi su una sedia traballante lì accanto, senza smettere di osservare la ragazza. Il volto cinereo era imperlato di sudore freddo. Le labbra esangui tremavano impercettibilmente. La mano destra, abbandonata sul cuscino, era scossa da spasmi occasionali.
Ezra si sentiva responsabile di quella sofferenza come se lui stesso l'avesse causata. E soprattutto, non riusciva assolutamente a spiegarsi per quale ragione una perfetta sconosciuta avesse potuto fare spontaneamente da scudo umano per salvare lui.
"Se sapesse che razza di uomo sono, non lo avrebbe fatto di certo" si disse; ma sotto sotto, sperava che non fosse affatto così.
Con due dita sfiorò il palmo della mano aperta di lei, teneramente. «Grazie,» mormorò al vento, perchè di lei non sapeva neppure il nome.

Ignaro di tutti gli avvenimenti svoltisi a Four Corners in quella rovente giornata, Chris sedeva in una stanza chiusa illuminata da qualche candela, fumando un sigaro cubano. Stava seduto dietro la porta d'ingresso in una posa apparentemente rilassata, ma la pistola carica che teneva nella mano destra faceva pensare altrimenti.
Era giunto a Purgatoria prima di mezzogiorno, e da allora non era ancora uscito da quella stanza. Aspettava il ritorno di Maria, la prostituta che gli era già stata d'aiuto in passato. Ma stavolta non gli sarebbero bastate informazioni vaghe. Voleva risposte. E, soprattutto, voleva vendetta.
La porta si aprì improvvisamente, cigolando sui cardini divorati dalla ruggine. Il pistolero si alzò guardingo e mise da parte il sigaro, pronto all'azione.
Un uomo corpulento entrò, ridendo e barcollando. Era certamente ubriaco. Una donna decisamente attrente entrò subito dopo di lui. Il viscido energumeno la prese per un braccio prima che lei potesse chiudere la porta, e la spinse verso il letto al centro della stanza.
«E ora ci divertiamo» sghignazzò eccitato.
La porta si chiuse di botto. Il fetido omaccione si voltò, sorpreso, ritrovandosi faccia a faccia con Chris Larabee.
«Oh sì, divertiamoci!» esclamò con furore, prima di colpire violentemente il faccione flaccido dell'uomo con l'impugnatura della sua Colt. Maria si fece prontamente da parte. L'uomo gemeva e si massaggiava la faccia. Di certo non si aspettava uno sconvilgimento simile.
Chris gli fu sopra in un attimo, e lo immobilizzò col proprio peso.
Non fu facile carpire le giuste informazioni, poichè l'uomo era troppo ubriaco per usare quel poco di cervello che si ritrovava. La canna che premeva poco cordialmente contro il suo collo, però, lo persuase, quanto meno, a sforzarsi.
Una volta ottenuto tutto quello che poteva, Chris lo tramortì.
Sospirò, e si passò il dorso della mano sul volto sudato. La donna gli si accostò e gli poggiò amorevolmente le mani sulle spalle.
«Mi dispiace,» mormorò con la sua voce terribilmente sensuale. «Forse, se non lo avessi fatto ubriacare così tanto, ti avrebbe detto qualcosa in più.»
Chris le mise un braccio intorno alla vita, prima di baciarla.
«Non preoccuparti,» la rassicurò. «Mi ha detto abbastanza.»
Nell'angolo dietro la porta recuperò il suo sigaro, che nel frattempo si era spento. Se lo passò tra le dita, pensieroso, poi lo annusò.
"Profuma di vendetta".
Il pistolero rinfoderò la pistola e sparì oltre la soglia, senza dire un'altra parola. E galoppò via, nel crepuscolo.
  
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