La sveglia suonò come ogni mattina. La spensi e mi alzai dal letto.
Avevo tutti i capelli in disordine, una faccia cadaverica e mi facevano male
tutte le ossa. Non sarei dovuta andare a letto così tardi ieri sera, ma dovevo per
forza finire quella ricerca. Andai in bagno e mi detti una sistemata, feci
colazione e accesi il computer. Come ogni mattina ormai io e le altre ci
mandavamo il messaggio del buon giorno via posta elettronica. Vidi anche un
altro messaggio. Era di Naruto.
“ Sunshine! Ce
l’ho fatta! Mi hanno dato il locale! Adesso potrò aprire il ristorante!”
Sorrisi. Naruto era riuscito a farsi dare in affitto un locale dove
avrebbe aperto un ristorante. Era il suo sogno, fin da bambino, e poi cucina
molto bene l’amore mio. Arrossii per il fatto di averlo chiamato amore mio.
“ Honey sono
contenta per te! Non vedo l’ora di venire a mangiare nel tuo ristorante.
Comportati bene e guai a te se vengo a scoprire che qualche gatta morta ti fa
la corte. Tu sei solo mio. Ci sentiamo stasera.. Ti amo!”
Presi i libri, le chiavi e tutto quello che mi serviva e uscii di casa.
New York era affollata come ogni mattina e come ogni mattina passai inosservata
e riuscii a raggiungere il college senza incidenti di varia natura, o quasi.
Davanti a me c’era Karin che cercava di convincere Itachi Uchiha a farsi
ammettere nella confraternita di cui lui faceva parte, ovvero l’Akatsuki.
“ Quella ragazza per avere un minimo di popolarità è disposta a tutto”
pensai sorpassandoli. Itachi appena mi vide mandò letteralmente a quel paese
Karin e venne da me.
“ Buon giorno mia cara, passato una buona nottata?” mi chiese Itachi.
“ Si Itachi l’ho passata a fare una ricerca” dissi cercando di non
essere troppo ironica.
“ Ti ho sempre detto, dal primo momento che ti ho vista, che se hai
bisogno io sono sempre a tua disposizione, per qualunque cosa” disse
Itachi sorridendomi.
“ E io ti ho sempre detto che non ho bisogno di aiuto, che voglio
farcela con le mie forze e soprattutto sono fidanzata” dissi per la centesima
volta a Itachi, senza contare tutte le volte che lo dissi agli altri membri
dell’Akatsuki. Dal primo momento che ero entrata nel college divenni la meta
ambita di quella confraternita o per lo meno di quattro di loro. Roba assurda,
mi facevano una corte spietata e litigavano fra loro per conquistarmi! Ma che
ho fatto di male nella mia vita? Deidara e Sasori erano arrivati anche alle
mani, senza contare di quella volta che ero andata in piscina e mi ritrovai Kisame
che mi guardava. Me ne scappai e non misi più piede in piscina. Entrai in aula
e posai le mie cose, Karin era poco distante da me. Mi fulminò con uno sguardo,
ma io cosa ci potevo fare? Di certo non volevo io questa situazione. Il
professore passò fra i banchi e prese le ricerche e cominciò a spiegare
biologia marina. Assorta nei miei pensieri non mi resi conto che la lezione era
appena finita. Posai le mie cose e mi stavo apprestando ad uscire, quando il
professore mi chiamò.
“ Signorina Hyuga le dovrei parlare.”
Mi avvicinai e aspettai.
“ Le volevo dire che il suo lavoro è ottimo, non mi sarei mai aspettato
che una studentessa del primo anno potesse fare un lavoro simile. Le vorrei
proporre una cosa. Sto formando un gruppo di studenti che voglio portare con me
in Australia per delle ricerche. Lei ne vorrebbe far parte?”
Lo guardai con tanto d’occhi. Lui continuò a parlare.
“ Ovviamente non mi aspetto una risposta subito, la gradirei a metà
ottobre.”
“ Va bene professore, le farò sapere” detto questo uscii dall’aula.
Australia.. Il paese dove in questo momento si stavano svolgendo le migliori
ricerche di biologia marina. Era un sogno, non poteva essere vero. Mi diedi un
pizzicotto e potei constatare che era tutto vero.
“ Venere perché ti dai un pizzicotto? Non dovresti far diventare la tua
pelle nivea tutta rossa” disse Sasori avvicinandosi e sfiorandomi una guancia.
Mi allontanai e sospirando me ne andai. Che dovevo fare? Abbandonai questo
pensiero e mi diressi in cortile, peccato che andai a sbattere contro Karin.
“ Hey tu sgualdrina evita di venirmi addosso, mi sciupi la divisa”
disse Karin fulminandomi con lo sguardo.
“ Oh scusa non ti avevo vista, e comunque la tua divisa non ha niente
di più della mia quindi cerca di moderare i toni. Io lo so perché mi tratti
così, perché vuoi entrare nella confraternita dell’Akatsuki ma non ci riesci”
dissi. La gente si fermava a guardare la scena. “ Se volevi stare al centro
dell’attenzione ci sei riuscita” dissi andandomene. Karin era furente.
“ Non finisce qui, troverò il modo per fartela pagare” disse Karin
andandosene pure lei, ma dalla parte opposta. La giornata passò troppo in
fretta, come se qualcuno avesse accelerato il tempo. Tornai a casa e buttai la
borsa sul divano. Ormai tutte le giornate si svolgevano in quel modo, i membri
dell’Akatsuki che mi facevano la corte, i litigi con Karin, ma oggi c’era
qualcosa di diverso. La proposta che mi aveva fatto il professore mi aveva
spiazzata. Avrei dovuto dare una risposta a metà ottobre e solo in quel momento
mi ricordai che a metà ottobre c’era il compleanno di Naruto. Presi il
calendario e scrissi “ Dare risposta al professore” sul 14 ottobre. In quel
momento mi venne in mente che cosa regalare a Naruto. Gli avrei fatto un
peluche raffigurante me stessa. L’idea me la diede qualche giorno fa Temari,
parlavamo di cosa fare come regalo ai nostri rispettivi ragazzi. La cosa
all’inizio mi imbarazzava parecchio, ma poi concordai con Temari che Naruto in
mia assenza avrebbe coccolato il peluche con le mie sembianze, come se fossi
stata io. Uscii subito e andai a comprare il materiale. Dieci minuti dopo ero
già a casa. Sistemai il materiale sul tavolo e pensai che da quella sera avrei
cominciato a farlo, per ora avevo cose più urgenti da fare: studiare per la materia
che mi sarei dovuta dare dopo poche settimane. Erano le nove quando decisi di
chiudere il libro. Mi preparai qualcosa da mangiare e cinque minuti dopo, anche
se stanca, ero già pronta per iniziare il peluche, ma prima avevo urgente
bisogno di farmi una doccia e di rilassarmi. Solo quando uscii dal bagno vidi
su skype che Naruto mi stava chiamando. Accettai la chiamata e cinque secondi
dopo mi ricordai che avevo i capelli legati e indossavo solo un asciugamano.
Cinque secondi erano troppi, Naruto mi vide e sorrise maliziosamente, era a petto
nudo.
“ Sunshine e questo tuo abbigliamento?” mi chiese Naruto sorridendo.
“ Ho appena finito di farmi la doccia, e tu perché sei a petto nudo?”
chiesi diventando leggermente rossa.
“ Guarda caso ho appena finito di farmi la doccia pure io” mi rispose
guardandomi intensamente.
“ Qualcosa non va?” chiesi.
“ Ho solo una voglia matta di sentire il profumo della tua pelle e
vedere il tuo corpo completamente nudo” disse sorridendomi.
Diventai un fuoco e sentii Naruto ridere. Nella mia testa in quel momento
si formarono svariati pensieri su cosa avrei fatto a Naruto in quel momento se
fosse stato qui con me.
“ Vado a mettermi qualcosa aspetta” disse alzandosi. Portava un
asciugamano stretto in vita.
Se solo fosse
stato qui con me..
Ne approfittai e mi misi di fretta e furia il pigiama. Arrivammo in
contemporanea.
“ Dimmi di oggi” gli chiesi e lui cominciò a spiegarmi nei minimi
particolari la sua giornata, di come avesse avuto in affitto il locale e che di
li a qualche mese l’avrebbe aperto. Vederlo così felice rendeva a mia volta
felice me. La sua felicità era anche la mia.
“ E a te come è andata?” mi chiese.
Come dirgli che avevo di nuovo subito delle avances da parte dei membri
dell’Akatsuki? Questa era la volta buona che veniva di fretta e furia qui a New
York e scatenava la sua gelosia su di loro.
“ Tutto bene, solite cose, niente di particolare.” Questa era la prima
volta che gli mentii. Omisi dei membri dell’Akatsuki, omisi della litigata con
Karin e omisi forse la cosa più importante della giornata: la proposta del
professore di andare in Australia. In cuor mio lo feci perché non volevo
rovinare quel giorno a Naruto. Continuammo a parlare, ma nella mia testa
continuava a ronzarmi un pensiero.
Avevo fatto bene a mentire a Naruto?