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Autore: Yoshiko    08/02/2006    1 recensioni
+++++ Storia aggiornata +++++
Durante il rigido inverno dell'Hokkaido, quando la temperatura scende di almeno un paio di decine di gradi sotto lo zero, alcuni giocatori della Nazionale giovanile giapponese sono stati invitati (o piuttosto minacciati da Gabriel Gamo) ad andare in ritiro in una località tranquilla, per cercare di appianare certe incomprensioni interne che rischiano di compromettere l'affiatamento della squadra, nonché per fortificarsi con un sano ed efficace allenamento sulla neve. Ma cosa succede se a questo ritiro prendono parte anche quattro ospiti inattese?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Hikaru Matsuyama/Philip Callaghan, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Ryo Ishizaki/Bruce Arper, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly, Yayoi Aoba/Amy, Yoshiko Fujisawa/Jenny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Time' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Fine dei giochi
 Seconda parte


Patty spense di colpo la tv. Nel silenzio della stanza lei ed Evelyn udirono chiaramente un vociare sempre più distinto oltre i vetri ben serrati delle finestre. Gli amici erano di ritorno.
-Prima o dopo, Eve?-
Si guardarono determinate.
-Subito, direi. Il tempo stringe.-
-Speriamo che funzioni!-
-Speriamo che Jenny collabori!-
-Collaborerà, è curiosa tanto quanto noi.-
Una curiosità comune che sarebbe stata finalmente soddisfatta grazie al piano vincente escogitato insieme nelle ore trascorse ad aspettare il ritorno degli altri. Il piano che avrebbe funzionato al cento percento.
Patty si alzò per accostare un orecchio alla porta chiusa.
-Sono entrati.-
-Allora vai. Se Holly ti vede non ti molla più e non possiamo perdere neppure un istante.-
Patty sgusciò silenziosissima nel corridoio e si rifugiò nei bagni. Evelyn uscì poco dopo di lei e, come aveva immaginato, si imbatté nel capitano. Impaziente di incontrare la fidanzata e assicurarsi che non avesse avuto una ricaduta in sua assenza, aveva affrontato le scale di corsa  lasciando indietro gli altri.
-Dov’è Patty?-
-In bagno.-
-Ha la febbre?-
-No.-
La risposta fu telegrafica e risuonò secca alle orecchie del ragazzo. Restò lì, Holly, al centro del corridoio mentre Evelyn raggiungeva Patty in bagno e la trovava appoggiata al lavandino, rivolta verso di lei, in attesa.
-Ho incrociato Holly, come volevasi dimostrare. Stanno salendo anche gli altri, tra poco sarà qui.-
Fece appena in tempo a finire la frase che Jenny varcò la porta del bagno e le trovò in attesa proprio di lei.  
-Patty, come stai? La febbre è scesa?-
-Niente febbre. Dov’è Amy?-
-Con Julian. Tornano più tardi.-
Le due si scambiarono un’occhiata perplessa. Nel loro piano il ruolo di Amy era fondamentale. Avevano bisogno anche del suo aiuto. L’inaspettata assenza dell’amica avrebbe mandato tutto a monte? Guardarono Jenny che si chiudeva nella toilette con così tante cose da dire che iniziò a raccontarle attraverso la porta.
-Non immaginereste mai cos’è successo! Purtroppo io non ho visto nulla perché non ero presente ma mentre rientravamo Philip me lo ha raccontato…  Lui ha assistito a tutta la scena, quasi fin dall’inizio!-
-Quale scena?-
-Di cosa stai parlando, Jenny?-
-Sto parlando di Amy e Benji! Se sapeste! Hanno avuto un piccolo incidente. Praticamente uno scontro!- la sentirono ridacchiare in sordina -Sembra che lei, mentre pattinava, sia inciampata e gli sia caduta addosso. E poi sono rimasti così, bloccati in quella posizione per un sacco di tempo! Finché Mark non li ha trovati!-
La curiosità scaturita dalle sue parole fece loro dimenticare il piano vincente su cui si erano tanto arrovellate fino a pochi minuti prima.
-E Julian?- domandò Amy.
-Julian era altrove con tutti gli altri ma alla fine ha assistito anche lui all’intera scena perché li ha trovati! Solo che non gli hanno permesso di aiutarli.-
-Jenny, non ci sto capendo niente. Vai con ordine.-
-Ti pare facile, Patty? Mentre tornavamo Benji non ha detto una parola, chiaramente non ne voleva parlare, ma Philip mi ha raccontato che sono rimasti distesi l’una sull’altro, incastrati tra i rami di un albero caduto, completamente bloccati…- Jenny fece scorrere l’acqua della toilette, uscì e si lavò le mani mentre Patty e Amy l’ascoltavano -L’albero, quello grande che è sulla riva del laghetto, avete presente?-
Annuirono all’unisono.
-E poi?- la esortò Patty.
-E poi ad un certo punto è arrivato il bello. Si sono baciati!-
Evelyn cacciò un urlo di sgomento.
-Si sono baciati? Si sono baciati? Amy e Benji si sono baciati?- chiese a ripetizione mentre Jenny guardava verso la porta e le faceva cenno di abbassare la voce.
-Non gridare! Per carità, non gridare. Benji è di malumore tanto quanto Julian!-
-Non capisco...- rifletté Patty -Perché si sono baciati?
-Non ci posso credere! Non posso credere di aver perso una scena simile! Accidenti! Non è possibile! Che sfiga stratosferica! Avrei voluto vederli! Dovevo vederli, maledizione!-
-Eve, piantala, ti sentiranno!-
-Non riesco neppure a immaginarli, loro due che si baciano! Tu ci riesci, Patty? Ma come è successo?-
-Philip mi ha detto che mentre si contorcevano per cercare di liberarsi, Amy gli è caduta sopra, precisa sulle sue labbra.-
-Ma quindi è stato un incidente!- Evelyn ne fu quasi delusa.
-Certo, te l’ho detto!-
-Peccato non esserci stata...-
Nella pausa che seguì, a Patty tornò di nuovo in mente il famoso piano vincente.
-Sì, peccato. Però adesso dobbiamo risolvere la questione delle foto.-
-Hai ragione! Penserò dopo al bacio di Amy e Benji.-
-A cosa devi pensare, Eve? È finito ormai.-
L’altra sembrò non ascoltare le sue parole, la fissò negli occhi risoluta e parlò.
-Dobbiamo convincere Danny a scoprire qualcosa sulle foto di Bruce. Patty e io avevamo un piano ma senza Amy dovremo cambiarlo. Il tuo ruolo comunque è sempre lo stesso: devi semplicemente lasciarti fotografare.-
-Philip non vuole, ve l’ho detto anche ieri.-
-Philip esagera.-
-Lo so, ma se scopre che Danny mi ha fotografata si arrabbierà con lui. Pensi che Danny voglia rischiare?-
-Dipende da quali sono la posta in gioco e l’alternativa.- Evelyn non si lasciò convincere -Magari Danny preferisce mettersi contro Philip piuttosto che mio cugino. Ti posso assicurare che Clifford è molto meglio averlo come amico.-
-E poi la foto che gli offriremo sarà davvero bella.- Patty le strizzò un occhio e Jenny indietreggiò sospettosa fino alla porta socchiusa sul più sicuro corridoio.
-Che significa “davvero bella”?-
Le due si scambiarono un’occhiata birichina.
-Per esempio un po’… discinta.-
-Con pochi vestiti.-
-Quasi nuda.-
-Provocante e sensuale.-
L’amica incrociò le braccia al petto, quasi a coprirsi.
-Scordatevelo!-
-Dai, Jenny… Non si vedrà nulla.- tentò di convincerla Patty -Evelyn ed io abbiamo fatto le prove. In camera è già tutto pronto.-
-Pronto cosa?-
-Quello che dovrai indossare!-
-Praticamente niente.- ridacchiò Evelyn.
-Assolutamente no! E poi, se Philip vedrà una foto simile, finirà per uccidere Danny davvero!-
Patty la guardò seria.
-È un rischio che siamo pronte a correre. Troveranno sicuramente qualcuno per sostituirlo in campo. La nazionale giapponese è piena di valide riserve. Andiamo!-
Riuscirono a trascinarla fuori nonostante le proteste. Il trambusto nel corridoio e poi in camera incuriosì i ragazzi, allarmando al tempo stesso Holly. Il capitano si accostò al fusuma e bussò, prima piano e poi più forte perché le loro voci coprivano il suo tentativo di attirare l’attenzione.
-Patty?-
-Abbiamo da fare, Holly!-
La risposta brusca lo fece tornare a sedersi con la coda tra le gambe.
-Questioni da donne, sicuramente.- borbottò Bruce, riprendendo poi il filo del discorso, appena interrotto dalla preoccupazione del capitano -Voglio dire, non è perché io sto con Evelyn che certe cose a me non debbano capitare. Purtroppo però la fortuna agisce con la rapidità di un battito di ciglia. Basta che uno, invece di parlare di calcio, si apparti su un angolo del lago che gli piove addosso una bella ragazza e lo bacia. La vita è così ingiusta! E comunque trovo del tutto inutile che Julian ci abbia mollati per starsene con Amy! Mica gliel’hai sciupata!- ridendo della sua stessa battuta indicò le tracce del bernoccolo che Benji si ostinava a nascondere con la visiera del cappellino -Semmai il contrario! Un bel colpo di testa!-
Altre risatine si levarono nella stanza mentre l’oggetto di tanto divertimento taceva ribollendo tra sé e sé come una pentola a pressione. Continuando a cianciare, Bruce si alzò e senza un motivo apparente si mise frugare tra gli scaffali dell’armadio a muro.
Ed si grattò una guancia pensieroso, poi posò il cellulare sul tavolino. Benji smise di ascoltare il fastidioso chiacchiericcio di Harper che lo riguardavano e seguì i movimenti del portiere rivale con invidia, perché lui il cellulare non aveva potuto portarlo.
-Bel ritiro, mi piace. Ognuno fa come vuole.-
-Cos’hai detto, Ed?- lo fulminò Holly.
-Per carità, hai appena toccato un tasto dolente.- sospirò Philip -Magari si fa, ma assolutamente non si dice.-
Mark seguì con lo sguardo Bruce che tornava verso di loro. Si sedette a terra proprio accanto a lui, tenendo tra le mani un oggetto che non riuscì a identificare finché Harper non lo posò sul tavolo: si trattava di una macchinetta fotografica, un modello vecchio che doveva risalire almeno a cinquant’anni prima.
-Dove hai preso quel rudere?-
-Non capisci niente di antiquariato, Landers. È quasi un cimelio… Aspetta un’altra decina d’anni e diventerà una rarità.-
-Se non si autodistrugge prima.-
-Funziona?- Tom la tolse con precauzione dalle mani del compagno. La girò e rigirò per osservarla, poi l’accostò al viso e studiò la stanza attraverso l’obiettivo. Provò a scattare e incredibilmente la macchinetta ubbidì con un sonoro click -C’è anche il rullino! Funziona davvero.- scattò un’altra foto ai compagni, poi la restituì a Bruce.
-Dove l’hai trovata?- domandò Philip.
-Nel mobile dell’ingresso. Quello del telefono.-
-Hai frugato tra le cose dei nonni?-
-Ho solo aperto per dare un’occhiata.-
-E ci hai rimediato una macchinetta fotografica.-
-L’ho presa solo per provarla, Mark! Dopo la rimetto a posto!-
-Vorrei vedere!- s’inalberò Philip.
-Ma per chi mi avete preso? Non sono mica un ladro!-
Nel clou della discussione la porta si aprì e Julian e Amy misero piede nella stanza, entrambi le guance arrossate dallo sbalzo di temperatura tra il gelido esterno e il confortevole interno. Mentre la ragazza sembrava serena, lo sguardo di Ross era adombrato esattamente nello stesso modo in cui lo avevano visto l’ultima volta al laghetto.
-Già finita la fuga d’amore?-
-Rimandata, Callaghan. Solo rimandata.-
Il fatto che lo avesse chiamato per cognome, fece capire a Philip che Julian non li aveva ancora perdonati per ciò che era successo al laghetto. Preferirono allora tutti evitare di rivolgergli la parola tanto più che, senza curarsi di nessuno, Ross recuperò dall’armadio un paio di jeans e uscì, per andare a cambiarsi in bagno dei pantaloni zuppi di neve.
-È di cattivo umore perché gli abbiamo impedito di raggiungervi o perché Benji ti ha baciata?- chiese Bruce a Amy che era rimasta purtroppo alla mercé dei ragazzi.
Benji saltò come una molla.
-Mettiamo le cose in chiaro, TESTA DI RAPA! PRIMO: io non ho baciato Amy. Se proprio vogliamo essere precisi, è stata lei a baciare me. SECONDO: si è trattato di un incidente. IN-CI-DEN-TE. Se Ross ce l’ha con qualcuno quello non sono certo io.-
Mentre il portiere continuava a chiarire l’accaduto secondo il suo punto di vista, Amy preferì darsela a gambe. Ma quando cercò di aprire il pannello scorrevole per sparire nella stanza accanto, non ci riuscì perché lo trovò bloccato.
-Si sono chiuse dentro.- spiegò Ed.
La giovane allora bussò.
-Abbiamo da fare!- rispose secca la voce di Evelyn.
-Sono Amy!-
Il fusuma venne spalancato di botto, due mani la afferrarono e la trascinarono dentro. Dopodiché il pannello fu chiuso e bloccato di nuovo. I ragazzi si scambiarono un’occhiata incuriosita.
-Non ho capito cosa stanno combinando.-
-Cose loro. Facciamo un giro a carte.- propose Benji mescolando il mazzo.
-Con te non voglio giocare.- protestò Bruce -Vinci sempre.-
-Sono troppo bravo e voi non sapete perdere.-
-Tu bari!-
-Prova a ripeterlo, Harper!-
-Bari!-
Holly si intromise.
-Ma è mai possibile?-
Il portiere abbandonò il mazzo sul tavolo e si alzò.
-Allora giocate voi, razza di principianti!-
-E tu dove vai?-
Benji non si degnò di rispondere. Recuperò una rivista a caso tra quelle ammucchiate nell’armadio, prese una penna e si sedette in un angolo, accanto alla lampada. Con le spalle appoggiate al muro e le gambe piegate cominciò a compilare un sudoku.
-Julian, perché non giochi tu?- propose Ed vedendolo rientrare.
-Veramente… Amy?-
-Di là con le altre.-
L’esitazione di Julian durò un attimo. Tutto sommato era meglio restare nel più caldo ryokan piuttosto che affrontare di nuovo il gelo esterno insieme alla fidanzata, lui che, sdraiato sul ghiaccio, di freddo ne aveva già preso abbastanza.
-Su, dai. Non farti pregare.- Bruce finì di mescolare le carte, poi le distribuì -Cosa scommettiamo questo giro?-
-Niente scommesse, Bruce.-
-Ma Holly! Senza Benji è più divertente!-
Nella stanza accanto Jenny si teneva ben stretti i vestiti che le amiche stavano cercando di toglierle a forza dopo averla spinta distesa sui tatami. Evelyn sulla schiena, rivolta verso i piedi, la bloccava a terra. Patty e Amy erano riuscite a slacciarle i pantaloni e cercavano di tirarli via.
-Perché fai tutte queste storie? In fondo si tratta solo di un paio di foto!-
-Non voglio, Eve! Smettetela!-
-Se continui a gridare così finirai per far accorrere Philip!- la rimproverò Patty.
-Invece tu se tu continui ad agitarti in questo modo, ti farai salire la febbre a quaranta!- Jenny puntellò i gomiti a terra e tentò di scrollarsi Evelyn di dosso -Sei pesante! Scendi immediatamente!-
-No!-
-Ti ho detto di scendere!-
Evelyn ignorò le proteste di Jenny, strinse l’orlo dei pantaloni e li abbassò fin sotto le natiche, mettendo alla luce un paio di slip azzurri. Lei riprese a gridare.
-No! No! Evelyn! Smettila, accidenti a te!-
Qualcuno bussò al pannello scorrevole.
-Jenny?-
Era l’inconfondibile apprensione di Philip. Nella stanza calò il silenzio, le ragazze si guardarono.
-Jenny? Tutto bene?-
-Per niente!- gridò al fidanzato, poi si volse per lanciare un ultimatum alle amiche -Basta! Lasciatemi!-
Vedendo però che ciò non accadeva, mentre si contorceva per tenersi addosso i jeans che avevano raggiunto le ginocchia, tornò a gridare verso il pannello.
-Philip, aiutami! Philip!-
Il giovane reagì all’istante e diede uno strattone all’anta.
-Non ti conviene aprire, Philip.- gridò Amy per fermarlo -Jenny è nuda.-
Lui s’impietrì. Non udì nessuna smentita da parte della fidanzata, ma solo le risate delle amiche. Il suo silenzio gli fece temere il peggio, l’intenzione di forzare il pannello si dissolse immediatamente. Non solo. Holly e Julian, che si erano avvicinati, vennero redarguiti in malo modo.
-Guai a voi!- Philip si assicurò che i compagni restassero lontani -Jenny, che faccio? Entro?-
-No!-
Il ripensamento della ragazza poteva significare molte cose e adesso lui non si azzardava più neppure ad avvicinarsi al fusuma, determinato però a tenere anche tutti gli altri alla larga da lì. Le proteste della fidanzata nella stanza confinante continuavano, ma a un volume molto più basso. Tanto che lui riusciva a distinguerne a mala pena le parole.  
-Insomma, basta! Vi ho detto di no! Smettetela!-
-Jenny, tra amiche ci vuole collaborazione.-
-Sappiamo che sei curiosa anche tu!-
-No, no, no e no!-
-Stai un po’ ferma!-
-Basta! Bastaaaaa!
Nell’altra camera Bruce fremeva. Si capiva lontano un miglio che la curiosità lo stava divorando.
-Cosa stanno facendo? Voglio saperlo!-
Anche Philip, naturalmente. Ma restava di guardia al pannello.
-Non provare ad avvicinarti, maniaco guardone!-
-Ricordati che io l’ho già vista quasi nuda, la tua Jenny!-
-È  molto meglio per te se invece lo dimentico!-
-Cerca di collaborare, Jenny!- Amy gettò da parte i pantaloni che erano riuscite a sfilarle -Voglio le foto che ci ha scattato Bruce! Ci siamo tutte e siamo nude! Devo vederle a ogni costo o non avrò più il coraggio di guardare in faccia nessuno di loro!-
Jenny smise all’istante di agitarsi e di protestare. Si rivolse all’amica a bassa voce, e non per intimarle di smettere.
-Chi te lo ha detto, Amy? Chi ti ha detto che in quelle foto siamo nude?-
-Benji poco fa! Bruce ci ha fotografate tutte e quattro nello spogliatoio delle terme mentre ci stiamo rivestendo.-
Patty non credette alle proprie orecchie.
-Evelyn! Perché gli hai permesso di fare una cosa simile?-
-Cosa c’entro io? Ero con voi!- si difese lei, adesso ancor più determinata -Jenny, dobbiamo vedere quelle foto! È davvero questione di vita o di morte. Dobbiamo convincere Mellow e lui vuole una tua foto.-
Ma Jenny aveva capito che ormai non c’era più niente da fare.  
-Se Danny riuscirà a procurarsi le foto che ci ha fatto Bruce, non avrà più bisogno di quella che volete dargli voi! O non ci avete pensato?-
Le sue parole sembrarono fermare il tempo. Un silenzio di tomba riempì la stanza mentre le ragazze prendevano consapevolezza della nuova realtà e reagivano di conseguenza, perché tutto era perduto. Patty le lasciò immediatamente la caviglia, Evelyn si tolse dalla sua schiena e si sedette attonita mentre Jenny recuperava e indossava di nuovo i pantaloni.
-E allora che facciamo?-
Si guardarono.
-Probabilmente Danny non riuscirà mai a ottenere quelle foto.- disse Amy -Julian le ha cancellate dal cellulare di Bruce e non sono certa che qualcun altro le abbia. O forse soltanto Benji. Lui ha negato ma non sono sicura di credergli.-
-Perché Benji dovrebbe averle tenute?-
-Non lo so. La mia è un’impressione, ma potrei sbagliarmi.-
-Se le ha davvero solo lui, allora ce le possiamo scordare.- sospirò Patty affranta.
-E invece no.- si intestardì Evelyn rivolgendosi ad Amy -Jenny ci ha appena raccontato che oggi siete entrati in confidenza, con quella storia del bacio. Perché non cerchi di fartele dare?-
L’amica si schermì, arrossendo.
-Tra noi non c’è nessuna confidenza! E soprattutto nessun bacio, ci siamo solo scontrati! E poi ci ho già provato. Lui dice di non averle.-
-Riprovaci, insisti… Forse la tua impressione è giusta e lui le ha davvero!-
-Io invece penso che un tentativo con Danny valga la pena farlo.- Patty le guardò -Potrebbe riuscire a sapere almeno se Benji ha le foto, o se le ha anche qualcun altro.-
Evelyn annuì.
-Amy, Jenny! Contiamo su di voi!-
Fu con malcelata apprensione che Philip accolse la fidanzata quando lei, insieme alle amiche, fece il suo ingresso nella stanza. La seguì con gli occhi mentre prendeva posto al suo fianco. Aveva il volto arrossato e i capelli appena un poco fuori posto, segno inequivocabile che qualcosa di là era accaduto davvero.
Holly appoggiò le carte sul tavolo, sfilò il cuscino su cui era seduto e lo posò accanto a sé, facendo cenno a Patty di sedersi.
-Hai la febbre?-
-Penso di no.-
-Non l’hai misurata?-
-Abbiamo avuto da fare.-
-Lo abbiamo sentito.- commentò Benji dal suo angolo.
Sentendolo parlare, Amy lo individuò un attimo prima di prendere posto vicino al fidanzato. Pensò che fosse una fortuna trovarlo di nuovo in disparte e così, invece di sedersi accanto a Julian come lui si aspettava che facesse, raggiunse il portiere e si accucciò al suo fianco.
-Cosa stai facendo, Benji?-
-Non lo vedi?-
-Posso aiutarti?-
-No, grazie. Ce la faccio da solo.-
-Dici?- rispose lei, ferma a guardare.
-Perché non giochi a carte anche tu?-
-Ti do fastidio?-
-A me no.-
La ragazza colse il sottinteso ma non diede importanza alle parole del portiere, decidendo di sedersi ugualmente al suo fianco. Julian doveva aver pazienza, lei voleva le foto!
Da parte sua, Benji capì che era più semplice accettare la sua presenza piuttosto che contrastarla, così appoggiò la rivista ben aperta sui tatami e le mise in mano la matita.
-Almeno scrivi tu.-
Amy accolse immediatamente l’invito.
-Julian, tocca a te.- lo chiamò Philip.
Ross annuì distratto, rendendosi conto di non riuscire più a concentrarsi sul gioco. Guardava Amy e Benji e non vedeva le carte che teneva in mano, li osservava e cercava ostinatamente di capire cosa bollisse in pentola.
-Amy?- la chiamò -Non vuoi giocare?-
-Non mi va.-
-Cosa stai facendo?-
Lei gli indicò la pagina.
-Un sudoku.-
Infastidito dalle continue interruzioni, Benji le sfilò la matita di mano e inserì un paio numeri nelle caselle vuote.
-Non andare avanti da solo!- protestò lei.
Holly li guardò e pensò che l’aria che tirava da quella parte della stanza cominciava a non piacergli. Aveva il brutto presentimento che il seme di un problema fosse stato appena piantato nella terra dei loro rapporti, ma non riusciva a identificare con precisione la natura del grattacapo che stava mettendo radici.
-Julian, lasciali stare.- lo richiamò.
Le parole del capitano lo fecero sentire ridicolo. Come se non bastasse, ci si mise anche Mark.
-Non sarai geloso!-
Julian non replicò mentre guardava con un misto di stupore e contrarietà Amy che, in ginocchio, posava una mano sulla spalla di Benji e con l’altra cercava di recuperare la matita che il portiere teneva in alto, fuori dalla sua portata.
-Spiegami cosa cambia se scrivo io.-
-Non mi dai il tempo di pensare.-
Amy si sporse troppo e gli cadde addosso.
-Maledizione, Price!- esplose Julian -Restituiscile immediatamente quella matita!-
Benji si voltò pronto a rispondere a tono, ma lo sdegno gli morì in gola quando si trovò puntato da undici paia d’occhi che esprimevano emozioni diverse. Riconobbe il divertimento di Philip, di Bruce ed Evelyn, la condiscendenza di Tom, la contrarietà di Holly, la preoccupazione di Jenny e di Patty, l’ironia di Ed e Mark, l’ingenua sorpresa di Danny.
La matita tornò immediatamente tra le dita di Amy, che riprese felice a compilare il sudoku.
-Forse Julian dovrebbe cominciare a preoccuparsi.- borbottò Bruce.
-L’ho già vista questa scena… o una molto simile.- annuì Philip guardando Mark.
-Cosa intendi dire?-
-Quello che hai capito perfettamente.-
Bruce sbuffò impaziente.
-Cioè? Che cosa? Lo dite anche a noi?-
-Se è una cosa che riguarda Amy pretendo di saperla!-
-Amy non c’entra niente, Julian!- si difese Philip.
-Non ricordi, Ross?- spiegò Benji dal suo angolo -Sulla seggiovia Landers ci ha provato con Jenny e  ora Callaghan sta mescolando le situazioni senza un briciolo di criterio. Quello di oggi è stato un incidente.-
-IO NON CI HO PROVATO CON JENNY! Maledetto Price!- urlò Mark esasperato. Si accorse che Ed e Danny lo guardavano sgomenti e la cosa lo mandò su tutte le furie -BASTA CON QUESTA STORIA!-
-Sulla seggiovia nessuno ci ha provato con nessuno!- lo spalleggiò anche lei.
-A me lo ha riferito Ross.- li mise al corrente il portiere.
-Lo ha detto Holly!-
-Io non ho visto niente.- si tirò indietro il capitano.
-Evelyn ci ha gridato che…-
-Io non c’entro, Patty. Non mi sono neanche voltata. La colpa è di Philip che ha cominciato ad agitarsi e a urlare.-
La catena del sentito dire finì, tornando ai sospettati.
-Questo significa che hai fatto tutto da solo, Philip?- lo assalì Jenny incredula.
-Da solo? Landers ti stava addosso!-
-Io non le stavo addosso! È stata lei ad appiccicarsi!-
Le sue proteste vennero interrotte dal colpo ben assestato di un cuscino. Jenny, il braccio ancora alzato per il lancio, si protese sul ripiano per fissare negli occhi Mark, il volto vicinissimo a quello di lui.
-Cos’è che ho fatto? Ripetilo se hai il coraggio!-
-Esattamente quello che stai facendo ora. Ti stai appiccicando!-
Philip tirò indietro la fidanzata.
-Lascialo perdere, basta con questa storia!-
Landers fu d’accordo ma non poteva lasciare impunita la causa di tutto. Il cuscino attraversò volando la stanza e atterrò precisamente sulla testa del portiere.  
-È sempre colpa tua!-
-Concordo.- intervenne Julian -È colpa di Price.-
La presa di posizione del fidanzato fece reagire Amy che fino a quel momento si era sforzata di tacere.
-Colpa di cosa? Benji ha soltanto ripetuto quello che tu gli hai riferito!-
-E adesso perché lo difendi?-
-Non lo sto difendendo! Ti sto ricordando quello che è successo, visto che tu sembri averlo dimenticato!-
Benji si chiese se la giornata della coppia sarebbe finita con un litigio. Lui comunque non voleva entrarci, così si alzò, pensando che fosse molto meglio scendere nelle terme. Anche Amy si mise in piedi, inaspettatamente e inspiegabilmente, insieme a lui.
-Non fate altro che rimbeccarvi, a volte siete davvero insopportabili!- li rimproverò la ragazza senza escludere nessuno. Dopodiché prese il portiere per un braccio e lo spinse oltre il pannello divisorio nella stanza accanto senza che lui avesse il tempo di impedirglielo.
Amy richiuse bruscamente il fusuma e cacciò un sospiro profondo. Dopodiché ridacchiò, apparentemente soddisfatta di se stessa, facendo venire a Benji il sospetto che la sua fosse tutta una messinscena per dileguarsi. Ma, insieme a lui? Non ci vide chiaro.
-Cos’hai in mente?-
-Di finire il sudoku.-
La osservò sospettoso mentre si sedeva a terra intenzionata a continuare il gioco, facendogli cenno di mettersi accanto a lei.
L’uscita di scena di Amy e di Benji lasciò Julian senza parole. Non se lo era aspettato e adesso non sapeva cosa fare. Se fosse corso a recuperare la fidanzata avrebbe stracciato il proprio orgoglio, ritrovandosi suo malgrado in un ruolo che non gli apparteneva, quello del Philip geloso. Nello stesso tempo però non sopportava che Amy e il portiere rimanessero soli nell’altra stanza, senza poter sapere cosa stessero combinando. Che fare?
Al contrario di lui, Jenny cosa fare lo sapeva perfettamente così si alzò.
-Dove vai?- domandò Philip.
-In bagno, non posso?-
Mentre lei usciva, Callaghan balzò in piedi e la raggiunse fuori, sulle scale. Come aveva sospettato, la ragazza si stava dirigendo nella direzione opposta rispetto al bagno, confermando il suo vero e proprio tentativo di fuga. Doveva essere parecchio contrariata.
Tom non si lasciò turbare dal tifone che aveva travolto la camera disperdendo il gruppo. Recuperò le carte sparpagliate sul tavolo e riprese a mescolarle.
-Visto che sono andati via tutti, è meglio ricominciare la partita.-
Philip agguantò Jenny per un braccio e la fermò a metà rampa.
-Smettila di pensare che Mark sia interessato a me!- lo aggredì lei -Non è assolutamente così!-
-E tu cosa ne sai? Se anche lo fosse, te lo direbbe?-
-Magari sì.- Jenny lo vide esitare e le sembrò di intuire esserci dell’altro -Avete già parlato di me, non è vero?-
-Sì, abbiamo parlato di te! Perché il suo attaccamento non...-
-Quale attaccamento?-
-Quello che prova nei tuoi confronti! Tu probabilmente non te ne rendi conto perché sei direttamente coinvolta, ma con te non si comporta come con le altre!-
-E allora? Anche Tom non si comporta con Patty come con le altre!-
-Ma loro si conoscono da una vita, mentre tu e Mark da appena una manciata di giorni!-
Se Jenny si fosse fermata a riflettere sulle parole del fidanzato, si sarebbe certamente resa conto che il ragionamento di Philip non faceva una piega.
-E quindi? Gli hai detto di starmi lontano? O qualcosa di simile?-
-Qualcosa di simile.-
Attonita lei tacque, mentre Philip decideva che non voleva più litigare.
-Jenny, ascolta. Se ho sbagliato mi dispiace. Pensavo di far bene, ma forse non è stato così.- lanciò l’esca -A dimostrazione che non sono perfetto come vorresti.-
-Non ti voglio perfetto! Solo che non sopporto quando ti comporti in modo così infantile!-
-Ho soltanto detto a Mark cosa mi dava fastidio. Mi sembra un comportamento maturo, questo! Non sarei stato maturo se lo avessi preso a pugni!- come in effetti era stato tentato di fare un’infinità di volte.
Jenny sospirò.
-Perché finisce sempre che hai ragione?-
Philip sorrise. Le cinse i fianchi e la trasse a sé con aria saputa.
-Se ho ragione alla fine, significa che l’avevo anche all’inizio.-
-Ecco, appunto.- Jenny rise della sua logica e quando lui si accostò per baciarla, gli andò incontro.
Un po’ più su e un po’ più a sinistra rispetto al bacio di Jenny e Philip, nel cervello di Bruce si affacciò un’idea così fantastica che si alzò di colpo prima ancora di finire di formularla. Probabilmente era stata la potenza della gelosia di Julian, che gli sedeva vicino, ad aver messo in moto gli ingranaggi della sua mente.
-E adesso? Neanche tu giochi più?- domandò Ed snervato, perché l’andirivieni dei compagni impediva loro da più di mezz’ora di chiudere un giro.
-Sì che gioco. Dai le carte anche per me.- lo rassicurò Harper.
Prese dal tavolino la vetusta macchina fotografica e proseguì verso il pannello divisorio, accostandovi un orecchio.
Amy e Benji stavano parlando, udiva le loro voci ma non riusciva a distinguere l’argomento di conversazione. Ma tanto… Scostò piano il fusuma e gettò una rapida occhiata all’interno della camera. Non vide nulla, lo spiraglio aperto era troppo sottile.
Dietro di lui si fece silenzio, un silenzio che consentì a tutti di udire la risata di Amy. Julian si irrigidì tutto ma non si azzardò a muoversi, nonostante la forte tentazione di correre accanto al compagno impiccione per dare anche lui un’occhiata di là. Cosa che, sapeva bene, gli avrebbe fatto perdere definitivamente la faccia tra i compagni.
Il tempo sembrò fermarsi mentre Bruce, silenziosissimo, scostava ancora un po’ il pannello con la stessa tecnica – ma gli amici non potevano saperlo – utilizzata giorni prima per introdurre il cellulare all’interno dello spogliatoio femminile e rubare alle ragazze ignare quella decina di foto discinte.
Mentre lui agiva, il desiderio di Julian di raggiungere la fidanzata divenne ingestibile. Si mosse per alzarsi ma proprio in quell’attimo la macchinetta fotografica scattò, abbagliando entrambe le camere con il flash. Compiuto il misfatto, Bruce si ritrasse veloce chiudendo il pannello e Benji di là prese a sbraitare, metà in giapponese, metà in tedesco.
-È una bomba! Persino il flash ha funzionato!-
Correndo verso di loro per mettersi al riparo dall’ira funesta del portiere, lanciò la macchinetta a Mark che ebbe la prontezza di afferrarla al volo e poi nasconderla sotto al tavolo nel momento in cui il fusuma si spalancava risuonando di uno schiocco secco.
Naturalmente comparve Benji, fumante d’ira.
-Chi è stato?-
Nessuno rispose ma Bruce, purtroppo per lui, era ancora in piedi.
-Harper! Chi altri?-
Amy arrivò al suo fianco, altrettanto contrariata.
-Perché hai fatto una cosa così sciocca? Dov’è? Dove l’hai messa?-
Bruce alzò le mani.
-Dov’è cosa? Non ho niente.-
Accanto a lui Mark si mosse appena per nascondere il cimelio sotto la felpa.
-Harper, tira immediatamente fuori la macchina fotografica!- insistette Benji categorico -Subito!-
Julian non riuscì a capacitarsi di ciò che stava accadendo. Si alzò per fronteggiare entrambi.
-Perché vi agitate tanto? Si tratta di una semplice foto! O volete nasconderci ciò che stavate facendo?-  
-Complimenti, Ross! Mi sembra proprio di sentir parlare Callaghan! Adesso hai iniziato a inventarti le cose anche tu? Non stavamo facendo niente, a parte compilare un sudoku! Ma poi! Perché sto qui a giustificarmi?-
-Appunto, Price. Se non hai niente da nascondere la macchina fotografica non ti serve!-
Mentre cominciavano a volare parole pesanti, Bruce sgattaiolò via raggiungendo la porta e la salvezza.

Gabriel Gamo scese dal taxi e si strinse addosso il cappotto rabbrividendo al freddo intenso che gli sbatté dritto in faccia non appena mise piede fuori dell’abitacolo. Osservò pensieroso il vecchio e massiccio ryokan che lo sovrastava con la sua imponenza, stagliandosi scuro sullo sfondo del cielo notturno, e prima di cominciare a gelare con la valigia in mano, s’incamminò verso l’entrata facendo attenzione a non scivolare sul ghiaccio dei gradini dell’ingresso. Non aveva mai visto tanta neve tutta insieme. Erano ore che non vedeva altro che neve, da quando l’aereo si era lasciato Tokyo alle spalle volando a est, sul mare, e poi tornando a nord verso l’isola di Hokkaido. Oltre l’oblò, il blu dell’oceano aveva lasciato il posto al bianco. Solo bianco ovunque, screziato dai colori scuri delle città e dei piccoli centri abitati. E adesso non soltanto tutt’intorno a lui ogni cosa era ricoperta di neve e di ghiaccio, ma faceva anche un freddo bestiale. Come i ragazzi fossero riusciti in un simile assoluto deserto a creare una condizione tale da far preoccupare persino Marshall, era illogico e inspiegabile. Aprì piano la porta a vetri ed entrò, godendo del tepore dell’edificio. La campanella appesa sulla porta d’ingresso tintinnò appena. Gamo posò la valigia a terra e rimase in attesa che qualcuno venisse ad accoglierlo, certo che il suo arrivo in taxi non fosse passato inosservato ai gestori dell’hotel. Quando ebbe aspettato un tempo sufficiente a rendersi conto che in giro non c’era nessuno, si sfilò le scarpe e si guardò intorno. Avanzò sul parquet, molto più caldo dei suoi piedi, e solo allora scorse un cartello attaccato alla scarpiera: “Torniamo subito”.
-Bruce! Consegnami la macchinetta fotografica!-
La richiesta perentoria di una voce femminile da qualche parte al piano di sopra arrivò a Gamo forte e chiara. Una ragazza! Si irrigidì di colpo perché la sua mente non fu pronta ad accettare una simile verità. C’era una ragazza al ritiro! Una cameriera? Un’impiegata dell’hotel? Avanzò ancora e dietro al muro scorse i primi gradini di una scala di legno che spariva dietro l’angolo. Si sfilò la giacca, l’appese all’attaccapanni e procedette verso la rampa. Oltrepassato l’angolo della parete si arrestò incredulo. Proprio lì, sulle scale, qualche gradino più su, c’era Callaghan. E non era solo. Un gomito appoggiato contro il muro, stava baciando una ragazza con tale trasporto che non solo non lo aveva udito arrivare, ma neppure lo vide far capolino dall’ingresso. Un’ira devastante e distruttiva tinse tutto di nero. Evidentemente a quel ritiro era presente più di una ragazza. Inaudito e inconcepibile! Mentre la pressione arteriosa si alzava di colpo facendogli arrivare i battiti del cuore nelle orecchie, altre grida provennero dal primo piano. Riconobbe la voce di Harper sulle altre, poi dei passi si precipitarono lungo il corridoio proprio sopra la sua testa. Qualcuno imboccò le scale e venne giù volando sui gradini. Era proprio Bruce. Si guardava alle spalle ridendo e non si accorse di Philip. Finì su di lui e lo travolse, schiantandolo sulla ragazza e poi contro la parete. Callaghan perse l’equilibrio, scivolò giù per qualche scalino ma non cadde. La giovane invece restò impalata contro il muro, bloccata da Bruce che aveva praticamente preso il posto del vicecapitano.
La bocca di Philip vomitò una valanga di insulti ma Harper non li udì, non poté farlo. La sua corsa si era interrotta bruscamente, teneva una mano sulla spalla di Jenny e gli occhi spalancati sull’uomo che aveva davanti. Mentre Philip continuava a insultarlo, lo sguardo di Harper passò dal divertimento allo shock.
-Ga… Ga… Ga…-
-Harper! Accidenti a te, non ti sopporto più! Da quando siamo qui quante volte mi sei caduto addosso? Così tante che ho perso il conto!-
Ma Bruce non replicava perché fissava qualcosa alle sue spalle. La sua mimica facciale si era azzerata, mutando in una maschera di cera. E quando finalmente Philip lo capì si volse e l’invettiva che aveva pronta per lui si dissolse, trasformandosi in un rantolo.  
-Gamo.- prese atto.
-Holly! Holly!- invocò Bruce.  
-Non strillare, imbecille.- lo mise a tacere l’allenatore.
Lui deglutì.
-Bu… buongiorno mi…ster…-
-Buona sera, semmai.-
Philip tacque e basta. Gamo li aveva beccati, non poteva accadere nulla di peggio.
-Ma non è una buona sera, sapete?- attaccò l’uomo polemico -O forse lo è soltanto per te e per la tua amichetta, Callaghan.-
-Holly!- Bruce chiamò di nuovo, il panico nella voce e la confusione nella testa.
Il suo tono acuto preoccupò Evelyn, che arrivò ancor prima del capitano. Si sporse sulle scale in cerca del fidanzato, scorse l’allenatore e si tirò indietro prima che lui riuscisse a mettere a fuoco il suo volto. Quasi si scontrò con Amy che le arrivava alle spalle.
-Cosa succ...-
Evelyn le chiuse prontamente la bocca con una mano e la trascinò con sé, per rientrare di corsa nella stanza dei ragazzi.
-Holly! Siamo nei guai! C’è Gamo!-
Il capitano scattò come una molla.
-No! Gamo! Stai scherzando?-
-Ti pare che possa scherzare su una cosa simile?- Evelyn li fissò terrorizzata -È appena arrivato e sta parlando con Philip, Bruce e Jenny.-
-Ha visto Jenny?-
-Forse ha visto anche me!-
A Benji sfuggì un sorriso.
-Adesso Callaghan è veramente nei casini.-
-Nei casini ci siamo tutti! E smettila di ridere, maledizione!-
-Gridarmi addosso non lo farà sparire.-
Holly uscì nel corridoio e si affacciò sulle scale. L’allenatore era davvero lì. Scendendo qualche gradino i loro occhi si incontrarono e il capitano pronunciò le uniche parole che fu in grado di dire.
-Buona sera, mister.-
-Ciao Oliver.- non c’era traccia di cordialità nella sua voce -E Benjamin…- aggiunse vedendo il portiere spuntare alle sue spalle.
-Buona sera, mister.- gli rispose quello gelido udendolo pronunciare il suo nome per intero, cosa che detestava -Come mai qui?-
L’uomo si eresse in tutta la sua non indifferente statura.
-Un’improvvisata per controllare che fosse tutto a posto. Marshall era preoccupato, così sono venuto a vedere cosa diavolo stavate combinando.- sibilò furente -O meglio, ho già visto cosa state combinando!- fissò Philip con gli occhi lampeggianti -Quando la finirete di rimorchiare le cameriere di tutti gli hotel?-
Un gemito soffocato venne su dalla gola di Jenny. Si volse sconvolta verso Philip che la guardò ancor più sbalordito.
-Co… cosa?- trasecolò -No, non…-
-Non è una cameriera.- Benji trovò giusto e opportuno mettere i puntini sulle i -È la sua fidanzata.-
-E cosa diamine ci fa qui la tua ragazza, Callaghan? Dovevate essere in ritiro e invece arrivo e cosa trovo? Che pomiciate sulle scale!-
Il vicecapitano divenne viola e non riuscì a guardare Jenny. Dopo l’infelice uscita del mister era sicuro che fosse furiosa. Avrebbero litigato di nuovo.
-Mica tutti.- precisò Mark in cima alla rampa, con una strafottenza che fece sussultare persino Julian.
Il mister non perse un colpo e fulminò Landers con un’occhiata carica di collera.
-C’è chi lo fa sulle scale e chi in un ristorante italiano!-
Nessuno di loro riuscì a dare un senso alle accuse mentre il suo sguardo indugiava su Benji per un istante di troppo.
Holly deglutì. Erano nella merda, ma non per la presenza di Gamo che in qualche modo era sicuro di placare. Sarebbe bastato vincere la prossima partita. Lo erano per la storia delle cameriere, che il mister aveva inopportunamente tirato fuori per l’ennesima volta. Patty era in cima alle scale con le amiche, ferma dove l’uomo non poteva scorgerla ma dove poteva ascoltare tutto. Era spacciato… Anzi erano spacciati lui, Philip, Julian e Bruce.
Jenny strinse le dita a pugno, affondando le unghie nel palmo. E così il traditore durante i ritiri davvero si svagava rimorchiando le cameriere di tutti gli hotel! Scese i gradini uno alla volta fino a raggiungere e superare il mister. Gamo la ignorò del tutto ma Philip si mosse, con l’evidente intenzione suicida di seguirla. Holly lo capì e lo bloccò con una presa così salda che l’amico non poté spostarsi.
Jenny percorse il corridoio dell’ingresso fino alla stanza da tè della nonna. Varcandone la soglia udì dietro di sé le voci dell’allenatore e dei ragazzi che riprendevano a parlare ma non riuscì a capire nulla. La sua testa si ostinava a ripetere all’infinito la frase di Gamo come fosse un ritornello. Fece uno sforzo e la scacciò per concentrarsi sul modo migliore di accogliere l’inatteso e sgradito ospite. Perché, per una volta che servivano, i nonni non c’erano?
Sistemò i cuscini sui tatami intorno al tavolo, poi accese il climatizzatore per riscaldare l’ambiente. Si lanciò un’occhiata intorno, dall’armadio a muro afferrò qualche altro cuscino. Poi raggiunse la cucina attraverso la veranda e riempì d’acqua il bollitore. Lo mise sul fuoco, recuperò un vassoio e le tazze. Scelse il tè, ne estrasse un paio di bustine e rimase impalata davanti al fornello, gli occhi sulla fiamma azzurra, ad aspettare che l’acqua bollisse. E così era questo che facevano durante i ritiri. Seducevano le cameriere degli hotel… i fedifraghi. Altro che stupidi scherzi e innocenti scommesse… Si riscosse, recuperò la scatola di latta dei biscotti della nonna e la posò sul vassoio. Poco prima che l’acqua iniziasse a bollire, la versò nella teiera e tornò sul corridoio, il vassoio tra le mani. Gamo la scorse e si volse.
-Ho preparato il tè. Accomodatevi in questa stanza, nessuno vi disturberà.-
Dapprincipio lui non si mosse, limitandosi a osservarla. La valutò con occhio critico e soltanto perché capì di trovarsi di fronte alla fantomatica fidanzata di Philip. Si trattò di un attimo fugace, poi la collera tornò a soppiantare sorpresa e curiosità. Avanzò a testa alta verso la porta che lei aveva aperto e nella stanza in cui lo invitava a entrare.
I ragazzi si scambiarono un’occhiata e lo seguirono in un corteo funebre.
-Dovrai chiedere scusa in ginocchio, Philip.- mormorò Bruce -Forse solo così riuscirai a farti perdonare.-
-Da Gamo?-
-No, da Jenny.-
In cima alle scale, Patty fremeva come una canna in balia del vento e non appena sparirono tutti nella stanza da tè della nonna, sbottò.
-Passano il tempo a sedurre le cameriere degli hotel! Ma vi rendete conto?-
-Mi rendo conto sì, maledetti! Stavolta Bruce me la paga! Giuro che me la paga!-
Amy cercò di mostrarsi ragionevole.
-Adesso il problema da risolvere non è questo. Il mister è qui e loro sono finiti nei guai per colpa nostra.-
Videro Jenny tornare nel corridoio, imboccare torva le scale e fermarsi sull’ultimo scalino.
-Sono tutti nella stanza da tè della nonna. E non vedo l’ora che Philip esca da lì per ucciderlo.-
-A chi lo dici.- fremette Evelyn.
Appoggiata alla balaustra, Amy si affacciò sul corridoio vuoto.
-Possiamo scendere?-
-Per fare cosa?-
-Per sentire cosa succede!-
-Se vuoi, Amy…- Jenny tese un braccio, invitandola a farlo.
-Perché non sei arrabbiata?- le chiese Patty -Non ti importa se Julian adesca le cameriere degli hotel?-
-Lui ha detto che non lo fa. La parola del mister infuriato contro la sua…- fissò le ragazze -Voi a chi credereste? Io a Julian.- volse loro le spalle e scese le scale a testa alta, pienamente sicura di sé.
Evelyn, Patty e Jenny si guardarono.
-Che abbia ragione lei?-

Benji ripose la tazza del tè sul ripiano del prezioso tavolo di ciliegio con una tranquillità che Holly gli invidiò con tutto il cuore. Gamo sbraitava da meno di cinque minuti e il portiere era già stanco di ascoltarlo. Soprattutto perché, se si trovavano in quella situazione, la colpa non era davvero la sua. Del resto era proprio Callaghan che il mister stava mettendo sotto torchio.
-NON HO MAI VISTO ORGANIZZARE UN RITIRO IN QUESTO MODO!- continuò a ruggire rivolto a Philip -MI FIDAVO CIECAMENTE DI TE! Pensavo che avresti preso la cosa sul serio! PENSAVO CHE AVRESTI PRESO LA NAZIONALE SUL SERIO! Ti avevamo addirittura confermato capitano in assenza di Holly!- recuperò fiato mentre il vicecapitano, forse ormai soltanto ex, abbassava mortificato gli occhi sul tavolo -Ma a questo punto sai cosa? PUOI SCORDARTI LA FASCIA! Troveremo qualcun altro! Qualsiasi altro…- li fulminò tutti -ALL’INFUORI DI VOI SETTE!-
-Mi dica chi rimane.- ribatté Benji polemico -Chi ha intenzione di candidare?-
-Price, la tua arroganza un giorno o l’altro ti metterà nei guai!-
-O ci metterà noi.- borbottò Bruce.
-Noi ci siamo già.- sospirò Tom, versandosi altro tè. Poi si accorse che anche la tazza di Gamo era vuota e si affrettò a servirlo.
Julian intervenne.
-Lei sapeva che eravamo qui? A Shintoku, intendo.-
-Conoscevo il nome della località, quello del ryokan e il numero di telefono. MI SONO FIDATO!-
-Si è fidato?- Benji si intromise di nuovo -Non si è preoccupato di informarsi in che posto avremmo alloggiato?-
-CERTO CHE NO!-
-Non ha neppure controllato su internet?-
-Questo hotel non ha un sito internet!-
-Mi sarei meravigliato del contrario! E comunque ero sicuro di sì! Pensavo che lei fosse d’accordo! Se avessi saputo che non lo era, se avessi solo immaginato in che posto saremmo finiti, sarei rimasto a casa! Si è accorto che siamo in Siberia… no! In Alaska? Fa un freddo micidiale, ci sono persino i lupi! E LEI NON CONTROLLA! SI FIDA!-
Gli amici ascoltavano sgomenti, persino Gamo si trovò impreparato ad affrontare lo sfogo.
-Certo che mi fido! Callaghan mi aveva assicurato di aver organizzato tutto nei minimi dettagli… E lo vedo, infatti!-
-QUESTO NON LA ESONERA DAL CONTROLLARE!-
Holly cercò di rimediare.
-Qui non è tanto male! Infatti sei rimasto, Benji.-
Gamo riprese la parola.
-Certo che non è male! Ho visto, prima… Vero Callaghan?-
Le guance di Philip si chiazzarono di rosso.
-Ma siamo stati tranquilli, lontano dal caos e…-
-LONTANO DALLA CIVILTA’!-
-BENJI!- lo richiamò Tom, infilandogli un gomito tra le costole -Mister, deve sapere che l’hotel è rimasto aperto per noi! Non ci sono altri ospiti, abbiamo avuto l’intero edificio a disposizione, senza fastidiosi giornalisti in giro a ficcare il naso nella nostra privacy…-
-La tua fidanzata era compresa nel servizio, Callaghan?-
Philip non riuscì a credere di aver appena udito parole simili. Ogni volta che cominciava a sperare che l’allenatore si fosse dimenticato di lui, quello tornava a tormentarlo con le sue maledette e scomode domande. Che razza di risposta si aspettava? E perché Benji non faceva altro che rigirare il dito nella piaga?
-Sì, e non solo lei. Ci sono tutte.-
Appunto.
Il mister socchiuse gli occhi.
-TUTTE?-
-Sì, tutte. Ci sono anche Amy, Evelyn e Patty.-
-CALLAGHAN! COMPLIMENTI! SONO DAVVERO SENZA PAROLE!-
Mark tirò un respiro e parlò per la prima volta.
-Fanno parte del pacchetto “sistemazione economica”. Abbiamo chiesto il solo pernottamento. Con la cucina a disposizione, loro si sono occupate dei pasti, della biancheria e di tutto quello di cui potevamo aver bisogno.-
Gamo rivolse a Philip un sorrisetto ironico.
-Ho visto quando sono entrato. Non vi hanno fatto mancare proprio nulla.-
Mark ignorò il sarcasmo dell’allenatore e proseguì con maggiore cautela.
-Questa sistemazione è stata un bel risparmio per la Federazione, dovrebbero ringraziarci.-
-E cosa te ne importa se la Federazione risparmia? Dimmelo Landers perché non arrivo a capirlo.-
-Si tratta infatti soltanto di coerenza alla sua insita spilorceria.-
-TACI UNA BUONA VOLTA, PRICE!- cercò di zittirlo anche Mark.
La fortuna volle che proprio in quel momento qualcuno bussasse. Un istante dopo la porta si aprì e Jenny si affacciò nella stanza, tutti gli occhi su di lei.   
-Chiedo scusa per l’interruzione.- mormorò a disagio -Danny, puoi venire? C’è tuo padre al telefono.-
Mellow spostò gli occhi sul mister, che gli fece cenno di andare.
Mentre si alzava si chiese per quale motivo suo padre lo cercasse al telefono del ryokan che lui non gli aveva dato. Perché non lo aveva chiamato al cellulare? O forse lo aveva fatto ma lui non se ne era accorto perché lo aveva lasciato di sopra, in camera. Quindi suo padre, per un’emergenza, poteva aver chiamato il signor Marshall per farselo dare. Le sue riflessioni si interruppero quando, dopo essersi chiuso la porta alle spalle, si ritrovò circondato dalle amiche senza via di scampo.  
-Cosa sta succedendo lì dentro?- lo incalzò Evelyn.
Lui si ritrasse.
-Devo parlare con mio padre. Se...-
-Era una balla, non ti ha telefonato nessuno.-
-Il mister si è arrabbiato?- insistette Jenny.
-Vieni. Raccontaci.- Patty lo precedette verso la cucina e lui, fiancheggiato da Amy ed Evelyn e seguito da Jenny, praticamente circondato, fu costretto ad andare con loro. Una volta dentro, la porta venne richiusa.
Al ragazzo la cosa non piacque.
-Clifford pretende da te una foto di Jenny, vero?- domandò Evelyn cambiando di colpo argomento -E Jenny è disposta a farsi fotografare.-
-Ma Philip non…-
-Philip non c’entra nulla.- lo interruppe la ragazza in questione -Se ti scopre puoi dirgli che la foto te l’ho data io. Non importa.-
Evelyn si appoggiò al tavolo.
-In cambio però ci serve il tuo aiuto.-
Danny deglutì. Voleva quella foto a tutti i costi, avrebbe fatto qualsiasi cosa per ottenerla, perché se non l’avesse portata con sé Clifford e Peterson, e anche i gemelli Derrick, lo avrebbero martirizzato fino al giorno della partita. E forse anche dopo.
-Il mio aiuto per cosa?-
-Non ti chiederemo nulla di impossibile, Danny. Vogliamo solo che tu risponda sinceramente a qualche domanda.-
Vedendolo teso e preoccupato, Amy cercò di rassicurarlo.
-Niente di personale, qualcosa che riguarda noi.-
-In questi giorni hai per caso sentito parlare di alcune foto che Bruce ci ha fatto poco prima che arrivassi?-
Il ragazzo scosse la testa e Amy si lasciò sfuggire un’esclamazione di disappunto.
-Ve l’avevo detto, non sa nulla.-
Evelyn sbuffò.
-Sei sicuro?-
-Sì.-
-Non riusciremo mai a vederle.- si lamentò Patty.
Nel momento in cui Mellow cominciava a pensare di averla scampata, Jenny tornò a rivolgersi a lui.
-E cosa ci sai dire sulle cameriere degli hotel e dei centri sportivi in cui la nazionale ha fatto il ritiro?-
Lui la guardò confuso.
-Quali cameriere?-
-Devi essere più precisa, Jenny.- Patty incrociò lo sguardo dell’amico -Chi di voi della nazionale passa i tempi morti dei ritiri a sedurre le ragazze che vi capitano sottomano?-
Danny cominciò a capire.
-Mi state chiedendo se Philip, Julian, Bruce e Holly lo hanno mai fatto?-
-Sei perspicace.-
Lui si concesse un istante per riflettere e si sforzò di mostrarsi il più possibile convincente e sincero.
-Loro non lo fanno. E poi non è un passatempo così diffuso. Dopo gli allenamenti siamo stanchi e la maggior parte di noi ha poca voglia di impegnarsi in altre cose.-
Pensò di aver dato la risposta migliore ma le ragazze non sembrarono comunque soddisfatte. Si scambiarono un’occhiata dubbiosa e scettica. Adesso era la parola di Gamo contro quella di Danny. Jenny sospirò.
-Ci possiamo fidare?-
-Ci rimane altro?-
Amy rise.
-Perché non dovreste credergli?-
La campanella d’ingresso tintinnò allegra, dando il bentornato ai padroni dell’edificio.  
-Ecco i nonni, finalmente!-
Mentre Jenny andava loro incontro, Evelyn si affrettò a finire il discorso.
-Un’ultima cosa, Danny. Riguardo le foto di Bruce di cui parlavamo prima.-
Il ragazzo annuì.
-Devi recuperarle.-
-E come?-
-Come meglio credi.-
-Mi state proponendo uno scambio, giusto? Se non recupero le foto che vi interessano, voi non mi darete quella di Jenny.-
-Infatti.-
Amy si dispiacque per lui. Era sicura non soltanto che non sarebbe riuscito a trovare le foto fatte da Bruce, ma sarebbe stato tormentato da Clifford e chissà chi altri per non aver portato loro quella di Jenny. E le amiche, accecate dalla vergogna, si erano comportate esattamente come quei prepotenti.
-Tesoro, di chi è questa valigia?- domandò la nonna indicando il trolley blu parcheggiato davanti all’ingresso. C’erano anche un paio di scarpe da uomo che non conosceva e, appesa all’appendiabiti, una giacca che non era la loro.
-È arrivato l’allenatore. Siamo nei guai.-
La vecchina si tolse i guanti, il berretto, la sciarpa e la giacca a vento con calma, senza mostrare la minima preoccupazione. Dietro di lei nonno Ernest riuscì e rientrò un paio di volte per finire di scaricare il bagagliaio degli acquisti fatti in paese.
-Perché sareste nei guai, tesoro?-
-Il mister è furioso perché ci ha trovate qui e non avremmo dovuto esserci!-
-Era una vacanza per soli maschi?-
Jenny annuì.
-Non vedevo Philip da quasi un mese, ci è sembrata una buona idea incontrarci qui.-
La nonna rise.
-Beata gioventù… Dov’è ora l’allenatore?-
-Sono tutti nella stanza da tè a farsi rimproverare da lui.-
-Oh, poveri cari.-
Gamo recuperò dalla tasca dei pantaloni un foglio ripiegato e tutto sgualcito. Lo aprì, lo lisciò e poi lo allungò sul tavolo.
-Adesso dimmi, Benjamin…- iniziò mettendogli la pagina davanti agli occhi -Chi è lei?-
La foto in bianco e nero lo ritraeva con Nancy, nel momento in cui le posava una mano sul fianco.
-Lei? L’ex ragazza di Callaghan.-
Philip trasecolò.
-LA MIA EX RAGAZZA? IO NON HO NESSUNA EX!-
-E TE NE VANTI?-
-CERTO! SIGNIFICA CHE SONO COERENTE E FEDELE!-
-SIGNIFICA SOLTANTO CHE SEI UN INCAPACE.-
Holly non credette alle proprie orecchie.
-Vi sembra il momento?-
Il mister di fronte a loro fumava.
-Siamo alle solite, il ritiro non vi ha cambiati. Siete sempre pronti a discutere e litigare. Cosa devo fare con voi?-
-Con noi nulla.- Mark alzò le spalle -Ma può agire su se stesso mettendosi l’anima in pace. Ne guadagnerebbe di salute perché per quanto ci riguarda, neppure con dieci ritiri, fasulli o veri che siano, riuscirà a farci andare d’accordo.-
Era esattamente ciò di cui Gamo era convinto. Ma Freddie Marshall aveva sperato il contrario e aveva insistito così tanto che avevano deciso di fare un tentativo. Non era servito a niente.
La nonna bussò discretamente alla porta, poi entrò.
-Buona sera. Sono la padrona del ryokan. È un piacere averla qui.-
-Lo pensa soltanto lei.-
Gamo si alzò per presentarsi e rispondere al saluto. Mentre la vecchina monopolizzava la conversazione e lo intontiva di belle parole e buone intenzioni, Jenny sgusciò alle sue spalle e raggiunse il tavolo, recuperando la teiera ed evitando accuratamente di guardare il fidanzato. Nonostante le ragionevoli parole di Amy, non era sicura di non essere arrabbiata. Subito dopo di lei anche Danny sgattaiolò nella stanza, pensando che tutto sommato erano meglio le urla di Gamo delle scomode richieste delle amiche.
-Come sta andando?-
-Poteva mettersi peggio.- rispose Julian porgendole la tazza affinché la riempisse di tè.
-Il peggio arriverà quando saremo a destinazione.- profetizzò Bruce con un sospiro.
Mentre serviva i compagni, Jenny notò il foglio sul tavolo. Benji e Nancy in primo piano, fotografati in inequivocabile atteggiamento intimo.
-Che cosa...- cominciò a dire, ma la nonna la chiamò con perfetto tempismo. Allora posò la teiera sul tavolo e tornò al suo fianco.
-Jenny, vai a prendere gli asciugamani e mostra al nostro ospite dove sono le terme.- ordinò la vecchina senza neppure interpellarlo.
-No, aspetti… Devo finire di…-
-Può finire dopo, ha tutta la sera a disposizione. E adesso sarà sicuramente stanco e infreddolito. Per esperienza so che gli abitanti del Sud hanno una bassissima tolleranza all’inverno dell’Hokkaido. Dopo un bel bagno si sentirà sicuramente meglio e di nuovo in piena forma.-
Gamo non riuscì ad evitare che l’anziana padrona del ryokan gli organizzasse la serata. Così liquidò i ragazzi pregustando già l’acqua e il vapore che lo avrebbero accolto con un caldo abbraccio, liberandolo della stanchezza e del freddo patiti durante il giorno.
-Ne parliamo dopo.- li avvertì prima di seguire Jenny e la nonna fuori dalla stanza.
-Prepariamoci al secondo round.- sospirò Mark, poi prese la foto -Cos’è questa?-
-È lo scherzo di qualche curioso.-
-Che stavi facendo?- domandò anche Philip.
-Lo sai, Tom te lo ha raccontato. La stavo mandando via, dava fastidio a Jenny. Sei geloso?-
-Idiota.-
Mark depose il foglio sul tavolo.
-Chissà dove accidenti l’ha presa.-
-Di sicuro su internet. Sulla rete gira di tutto.-
Evelyn e Patty comparvero dalla porta rimasta aperta. Mentre loro entravano Amy, ancora intimorita da tutto quel trambusto, preferì restare sulla soglia.
-Si è arrabbiato molto?- domandò preoccupata.
-Come al solito.-
Jenny tornò un istante dopo.
-Gamo è nelle terme e la sua stanza è pronta. Al resto penserà la nonna.-
-Perfetto, allora possiamo cenare.- decise Bruce.
Tom si lasciò sfuggire un gemito.
-La cena! Diamine! Abbiamo un problema enorme!-
Holly non riuscì a credere che ci fosse ancora qualcosa di cui preoccuparsi.
-Cioè?-
-Ricordate cosa prevedeva la dieta di Gamo per la cena di oggi?-
-Cazzo, no!- esclamò Mark.
   
 
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