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Autore: DreamSeeker    28/04/2011    4 recensioni
«Perciò era una donna. E dimmi, chi tormenta i tuoi pensieri?»
«Non sono affari tuoi!» «Non sarà mica...“proibita”?» «Che diavolo intendi per proibita, si può sapere?» «Beh, che so...non pensavi, ad esempio, a una sottospecie di ragazza che è entrata in questo scompartimento questa mattina, vero?» «E anche se fosse?» «Blaise...dimmi che stai scherzando. Ho assoluta urgenza di sentire queste parole! Dimmi, per favore, che non stavi pensando alla Granger!» «Perché dovrei mentirti Draco? Sì, stavo pensando alla Granger! E a come può stare insieme a uno sfigato come Weasley» «Oh, andiamo Blaise! Perché dovresti sprecare il tuo tempo con quella Mezzosangue? E poi non ti starebbe neanche a guardare! Voglio dire, è così...disgustosamente pura e innocente...l’unica vergine di Hogwarts, che diamine! E non distoglierà mai le sue attenzioni dalla Donnola, non per un Serpente!» scoppiò il biondino alzando gli occhi al cielo.
«È una scommessa Malfoy?»
«Facciamo così. Dato che secondo te non potrei neanche riuscire a toccarla dato che è...zona proibita diciamo...scommettiamo qualcosa, qualsiasi cosa che riuscirò a farla capitolare entro fine anno! Che dite?»
questa storia è dedicata al pairing BLAISE/HERMIONE...avevo già in mente di scrivere qualcosa, poi su FB il roleplayer che intepreta Blaise (XD lo so sono pazza, ma adoro queste cose!!) mi ha proposto di scrivere una storia perchè effettivamente su Draco e Hermione ce ne sono tantissime (io le amo alla follia!) ma di Blaise...beh la maggior parte delle volte è solo un personaggio secondario! quindi è una specie di sfida! un bacio a tutti...e se vi piace non chiedo altro che recensioni! ciaoooo!! ^__^
[CAPITOLO 9 REVISIONATO, INSERITE IMMAGINI]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Vi chiedo immensamente scusa per il ritardo ragazze! Davvero! Ma l’ispirazione era andata in vacanza e non mi ha portato con sé, perciò ho dovuto aspettare che tornasse per poter concludere questo benedetto capitolo -.- Ora vi lascio subito alla lettura che spero sia all’altezza delle vostre aspettative! A dopo! :)
 
 
 
 
 
 
 

VI CAPITOLO
 

 

La Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era buia e silenziosa, e nei corridoi si potevano sentire solo le voci sussurranti dei pochi quadri che ancora non dormivano e il lieve russare di coloro che invece erano già da un po’ tra le braccia di Morfeo. Nessuno studente era fuori dal proprio letto e sia Gazza che Mrs. Purr si erano coricati tranquilli, sicuri che il Barone Sanguinario avrebbe tenuto Pix a bada per il resto della notte.
Il corridoio del Settimo piano era deserto e tranquillo quando una porta in legno massiccio comparve sulla parete dinanzi al quadro di Barnaba il Babbeo e si schiuse senza nemmeno un cigolio. Ne uscì una figura alta che si avvolse velocemente nel classico mantello della divisa maschile della Scuola. Le lunghe dita eleganti si mossero per allacciare con facilità gli alamari appena sotto il collo, poi una mano raggiunse la tasca anteriore dei pantaloni e ne estrasse un portasigarette in argento che scintillò prezioso alla luce di un candelabro ancora acceso nel corridoio. Il ragazzo lo aprì e ne tirò fuori una sigaretta, che accese con un colpo di bacchetta, e aspirò profondamente per poi far uscire lentamente il fumo dalle labbra mentre si appoggiava indolente al muro. L’odore intenso del tabacco babbano riempì l’aria intorno a lui e il giovane sospirò, passandosi una mano tra i disordinati capelli scuri. Un rumore di passi e una voce strascicata lo risvegliarono dalle sue riflessioni e gli fecero aprire lentamente gli occhi cobalto sul nuovo arrivato che si era fermato a poco più di un metro da lui.
«Che ci fai qui?» chiese inspirando una seconda volta e soffiandogli il fumo contro.
«Potrei farti la stessa domanda» ribatté lapidario l’altro, indifferente alla nuvola di tabacco che ora lo circondava.
Il moro riprese il portasigarette dalla tasca e glielo lanciò facendo scattare i suoi istinti da Cercatore. Le dita pallide si richiusero velocemente sull’oggetto d’argento e un ghigno comparì sul volto del biondo davanti a lui. Senza nemmeno ringraziarlo, prese una sigaretta e se l’accese aspirando intensamente e soffiando fuori il fumo, poi si spostò alla sua sinistra e si addossò con la schiena alla parete, restituendogli il manufatto con un irriconoscibile cenno del capo e piegando distrattamente una gamba poggiando la scarpa al muro.
«Hai firmato?»
«Sì, ma devi farlo anche tu... Piume anti Copiatura o qualcosa del genere, non permettono di fare firme false»
«Ora vado»
I due giovani sospirarono in sincrono, ben sapendo di non aver fatto nessun controllo per il castello al loro turno di ronda ma fregandosene altamente.
«Brava?» cambiò discorso il nuovo arrivato.
«Ce ne sono di migliori» il ragazzo scrollò le spalle.
«Purosangue?»
«Mezzosangue»
«Ti stai allenando per la Granger?» ridacchiò il biondo.
«Non Nata Babbana, Draco. Mezzosangue» precisò il moro rimettendosi la sigaretta tra le labbra e inspirando lentamente.
«Tutte uguali a mio parere» rispose Malfoy con una scrollata di spalle.
«Basta che si lascino portare a letto da te e poi certo che sono tutte uguali. Come ti pare, confesso di essere un po' più selettivo»
«Non vado certo con la prima che passa, preferisco di gran lunga una bella ragazza Purosangue»
«Difatti ti vuoi fare una Nata Babbana. Oh, tu sì che sei coerente con te stesso Draco!» sbuffò il ragazzo in tono ironico.
«Blaise, vorrei ricordarti che la Lair ha origini Purosangue. In ogni caso è una scommessa...e voglio vincerla»
«Te la saresti fatta anche se non ci fosse stata in ballo la scommessa, ammettilo» ghignò Zabini dando un altro tiro.
«Forse» dichiarò vago il biondo guardando in tralice l’amico «Dici che resiste a un altro round?» chiese indicando brevemente con il mento la porta davanti al quadro con i Troll in tutù.
«Basta che la svegli dolcemente, poi credo riesca a fare tutti i round che desideri. Pansy non ti ha soddisfatto questa volta?» rise piano Blaise.
«Una sveltina in uno sgabuzzino non soddisfa mai pienamente» rispose Draco in tono saputo, lasciando cadere sulla pietra la sigaretta fumata a metà e schiacciandola col tacco della scarpa elegante per poi farla evanescere con uno schiocco di dita.
«Casa? Anno?» riprese.
«Corvonero, sesto. Non avrei mai detto che quelle secchione sapessero fare del sano sesso»
«Meno male che hai detto che ce ne sono di migliori» gli ricordò il bel biondo con una mezza risata, per poi aprire la porta e sparire nella Stanza delle Necessità senza neanche salutarlo.
«Perché sono sicuro che con la Granger sarebbe migliore» mormorò Blaise al legno massiccio che svaniva nella parete.
Poi, stupito dalle sue stesse parole, sbuffò infastidito e girò sui tacchi, incamminandosi lentamente verso le scale, il mantello ondeggiante attorno alle gambe fasciate da pantaloni eleganti.
Arrivò alla saletta dei Caposcuola, al secondo piano del castello, mentre il grande orologio, dalla sua torre, batteva le due. Stava per aprire la porta quando udì due voci provenire dall’interno della stanza; incuriosito dal fatto che due Caposcuola potessero essere ancora in giro a quell’ora tarda, si accostò all’uscio per poter capire chi stava parlando.
«Tesoro, non mi puoi dire “Non ho nessuna intenzione di baciarlo” per poi fare esattamente il contrario e dopo due secondi giurare “Ha fatto tutto lui”! Perché ti assicuro: sembravi tutto fuorché passiva in quel momento!»
Blaise Zabini, riconoscendo la voce che aveva pronunciato quelle parole, sgranò gli occhi cobalto e sulle sue labbra si dipinse un sorriso malizioso. Poi si mise comodo contro il muro per poter ascoltare il discorso che la sua Mezzosangue stava facendo.
«Insomma» continuò Hermione Granger, rivolgendosi alla ragazza che occupava la poltroncina davanti a lei «Com’è stato?»
La giovane alzò il viso dalle mani in cui l’aveva nascosto fino a quel momento e guardò l’amica come se si fosse appena accorta che era lì anche lei.
«Come dici?» chiese Hilary Lair, facendo a malapena uscire la voce roca.
La riccia sbuffò spazientita alzando gli occhi al cielo.
«Oh Hilary...il bacio! Il bacio con Fred!» il moro dietro la porta fu scosso da un attacco di risa silenziosamente controllate «Com’è stato il bacio con Fred?»
A quella domanda le gote dell’italiana si imporporarono di un rosso acceso e la ragazza riabbassò la testa, nascondendola tra le ginocchia che si era stretta al petto.
La Caposcuola la guardò con tanto d’occhi per poi riprendersi e sorridere dolcemente.
«Hilary» mormorò piano sedendosi sul bracciolo della poltrona e accarezzandole i capelli «Sei stata zitta per tutto il tempo del ritorno, cos’hai? Non ti è piaciuto forse?»
La ragazza scosse la testa con forza ed Hermione assunse un’espressione assolutamente stupita.
«No?!»
«Non “no” che non mi è piaciuto, “no” mi è piaciuto! Cioè...» cominciò alzando il viso, incerta sull’aver formulato la frase corretta, poi sbuffò «Mi è piaciuto, certo! Il “no” era per dire “non è che non mi è piaciuto”! Hai capito?» la guardò speranzosa.
«Sinceramente no» la riccia rise divertita «Facciamola semplice: il bacio ti è piaciuto, sì o no?»
«Sì» rispose imbarazzata Hilary dopo un momento.
«Hai dovuto pensarci?!»
«No, è che...mi sembra così sbagliato! Insomma...oh, nulla dai!» esclamò l’italiana alzandosi in piedi di scatto e percorrendo a grandi falcate la stanza.
«Perché sbagliato?» domandò Hermione dopo qualche secondo.
«Ma perché lo conosco da una settimana, noi...voglio dire...non lo so nemmeno io, mi sa»
«Ne sono sicura. Ma non c’è un tempo preciso per l’amore! Arriva e lo devi cogliere al volo»
«Disse quella che è indecisa tra due ragazzi!» ribatté sarcastica Hilary.
Fuori dalla sala, Blaise deglutì lentamente e cominciò a sudare freddo.
«Io non sono indecisa tra...»
«Hermione! Io non ho baciato Zabini ma voglio comunque stare con Ron, come una certa persona!»
Il moro per poco non si strozzò con la saliva.
«E io non penso di aver sbagliato a baciare qualcuno, come una certa persona!» la riccia si tappò subito la bocca con entrambe le mani e sgranò gli occhi.
La mascella del Serpeverde, invece, si sfracellò sul pavimento.
«Quindi...non sei pentita di averlo baciato?»
«Non ho detto questo, io...!»
«Oh, piantala, dillo su! Ti è piaciuto e questo l’avevamo appurato, ora dimmi; preferiresti passare il tuo tempo a baciare Ron o Zabini?» la incalzò Hilary, piazzandosi davanti a lei con le braccia conserte, mentre una parte di lei saltellava contenta per il provvidenziale cambio di argomento.
La riccia abbassò gli occhi e si tormentò le dita, indecisa se rispondere o meno.
«Da questo punto di vista sarebbe una risposta basata semplicemente sulla volontà fisica»  provò a dire.
«Herm, non mi inganni, fa il favore di dirmi esattamente quello che stai pensando e non iniziare con discorsi filosofici e astratti, so no non ti sto dietro!»
Blaise annuì con fermezza alle parole della Grifondoro e fissò la porta come se volesse guardarci attraverso per vedere l’espressione della Granger, passandosi nervoso una mano tra i capelli scuri già disordinati.
«Beh...dal punto di vista...fisico...»
«Hermione Jean Granger, sei gentilmente pregata di non farmi arrabbiare questa notte!» esclamò Hilary perdendo la pazienza e zittendo l’amica.
«Okay, okay» borbottò la Caposcuola dopo un momento, facendo saltare il cuore in gola al Serpeverde che scosse la testa, infastidito dalla propria reazione.
«Chi preferisci?» domandò a bruciapelo l’italiana con cipiglio severo.
«Non lo so! La verità è che proprio non lo so...io amo Ron, mi è sempre piaciuto, ho sempre sperato di stare con lui e ora ce l’ho fatta. Lasciarlo andare tra le grinfie di Lavanda non è giusto, non voglio! Zabini mi ha preso alla sprovvista e ammetto che mi è piaciuto ma...siamo sempre stati nemici sin dal primo anno, lui è...Santo  Godric, è il miglior amico di Malfoy! Come posso pensare di fare questo torto a Harry?!»
«È l’amico di Malfoy, non è Malfoy» puntualizzò Hilary.
«Sì ma...»
«Ti ho chiesto se ti piacerebbe stare con Zabini, non con Malfoy»
«Non lo so!» scoppiò Hermione, sostenendosi la testa con le mani e scuotendola stancamente.
«Tesoro, so che sei un po' scombussolata...e che è tardi. Ma devi capire cosa vuoi e parlarne a Ron. È il minimo che tu possa fare. È difficile e lo so, ma non puoi nascondergli un tradimento. La prossima volta che vi bacerete, tu e Ron, cosa proverai se non glielo dici?»
La ragazza stette in silenzio e strinse gli occhi per non far scorrere le lacrime amare che pungevano le palpebre.
«Penserai semplicemente a Ron o la mente ti ritornerà a Zabini e desidererai che sia lui a baciarti? E quando vedrai Zabini passeggiare mano nella mano con un’altra non lo noterai nemmeno o ti rinchiuderai in camera piangendo perché non sei tu quella con lui?»
«Chi dice che lui mi voglia come ragazza fissa? È un dongiovanni, si porta a letto le ragazze e le abbandona la mattina dopo!» singhiozzò la giovane.
Il moro strinse i pugni e si costrinse a rimanere fermo ad ascoltare; sapeva di essere così, ciò che aveva appena finito di fare con la Corvonero nella Stanza delle Necessità confermava il discorso della Granger, ma essere descritto in quel modo da lei fu la parte peggiore della serata. Non voleva che lo giudicasse in quel modo, non voleva che lo vedesse sotto quel punto di vista. Ma non ne poteva fare a meno, era un bastardo e di questo ne era consapevole. Lui era un Serpeverde, usava le persone, era il bellissimo ragazzo stronzo che aveva fatto perdere la testa a centinaia di ragazze in quella scuola e che ancora si batteva contro Draco per il titolo di sex symboldi Hogwarts. Era nella sua natura essere un’opportunista e non si piegava alla volontà di nessuno; non l’aveva fatto con il padre che lo voleva Mangiamorte, non l’avrebbe di certo fatto per i capricci di qualcuno che non fosse lui stesso. Ma forse quella situazione ora gli andava un po' stretta.
Blaise scosse la testa, cacciando quei pensieri inadeguati. Voleva capire se la Grifondoro era pronta a essere sedotta. Voleva – doveva – capire se lo desiderava. Appoggiò la fronte alla parete di pietra fredda e rimase ad ascoltare.
«Allora lascialo perdere» il Serpeverde si sentì contrarre inspiegabilmente lo stomaco e si rimangiò arrabbiato tutto quello che aveva pensato di buono sulla Lair «Se non sei sicura di essere felice con lui, allora non vederlo più»
«Hilary, frequentiamo la stessa scuola!»
«Per l’ultimo anno, poi ci saranno i M.A.G.O. e chi si è visto si è visto!»
Hermione si morse il labbro e allontanò gli occhi da quello sguardo che le sondava l’anima.
«È proprio quest’ultimo anno il problema» sussurrò.
«Se non riesci a togliertelo dalla mente significa che non ami Ron così intensamente come credevi» ribatté piano l’italiana appoggiando i fianchi al tavolo della Saletta.
«Io amo Ron. È che Zabini mi...destabilizza, diciamo» tentò di spiegare la Caposcuola, lasciandosi andare contro la spalliera della poltrona.
«Ti attrae...effettivamente è come una lampada per le falene, è molto bello» la riccia le lanciò un’occhiata al cianuro e lei soffocò una risatina «È bello, che ti devo dire?! È stata solo una constatazione, è inutile che mi guardi così. Ma non ho intenzione di toccartelo, è tutto tuo se lo vuoi»
«Io non lo voglio, è solo che...»
«Ti piace»
«Non è che mi piace!»
Le sopracciglia di Hilary si alzarono pericolosamente facendole assumere un’espressione fortemente sarcastica che fece deglutire l’amica.
«Cioè, sul fatto che sia un bel ragazzo non ci sono dubbi» tossicchiò imbarazzata.
«È ambito da più o meno tutte le ragazze. Sono qui da due settimane e già mi sono stufata: nei bagni non si fa altro che parlare di lui o di Malfoy, a turno, quindi fai te!» disse la Grifondoro in tono ironico e alzando gli occhi al cielo.
Blaise rise lieve da dietro la porta.
«Sì, sì, va beh...» la ragazza liquidò l’ultima frase con un gesto infastidito della mano e guardò l’amica con occhi limpidi «Sarò sincera, Hilary, Ron non mi fa eccitare con un bacio, non mi ha mai baciata come ha fatto Blaise questa mattina, no, ieri mattina ormai. Ma forse perché io non gliel’ho mai permesso. Zabini è...beh, ha dalla sua il fattore “bello e dannato” e se fosse solo bello mi farebbe anche piacere, ma il fatto che usi le ragazze solo per...il suo piacere personale insomma...non me lo rende granché simpatico. Soprattutto perché ha detto esplicitamente che vuole portarmi a letto!» disse piccata e indignata.
L’italiana annuì sorridendo all’ultima frase e le fece segno di continuare mentre faceva leva sulle braccia per mettersi comoda seduta sul tavolo.
«Una sedia no?» chiese sarcastica Hermione.
«Sono comoda qui, mi siederei a terra ma non mi pare il caso! E non criticare, sai bene come mi metto per studiare»
«Sì, sì, stai sempre sul pavimento. Ma ora non stai studiando»
«Sto studiando le tue parole e le tue espressioni mentre parli di Zabini, vuoi continuare per favore?»
«Perché devi sempre fare la psicologa mi chiedo» borbottò a mezza voce la Caposcuola.
«Ti prego, sono le due e mezza, abbiamo camminato tutta la sera, ci siamo perse e io ho sonno, senza contare che, con i tuoi maledetti piani omicidi, l’altra notte mi hai fatto dormire sì e no due ore. Quindi ti vuoi sbrigare a parlare?» disse stancamente Hilary, quasi sdraiandosi sul tavolo in legno.
«Non erano mica piani omicidi!»
«Hai ragione, la soluzione che alla fine hai trovato era un semplice Avada Kedavra in mezzo agli occhi di Zabini che poi, ti ricordo, hai baciato!»
Blaise deglutì terrorizzato: si era rinchiuso nella Torre di Astronomia con la ragazza che voleva ucciderlo?! Oh, fantastico davvero! Da quando aveva fatto quella stupida scommessa si era trovato davanti la Signora Morte più spesso di quanto avesse voluto.
Va proprio alla grande...pensò con acredine.
«Dettagli!» ribatté Hermione arrossendo.
«In ogni caso...Ron non ti eccita con un bacio, invece Zabini sì?» le chiese con un sorrisetto malizioso.
«Non è che mi eccita, è più...travolgente. Passionale. Mentre bacia sa come...usare le mani, diciamo» il suo volto poteva ormai fare concorrenza ai capelli dei Weasley.
Il Serpeverde ghignò e si rimirò compiaciuto le mani dalle dita lunghe ed eleganti.
Mezzosangue, non sai ancora quanto so usarle bene!pensò soddisfatto mentre la sua mente già immaginava la Granger vinta sotto il tocco leggero delle sue dita sulla pelle e il suo corpo reagiva a quella fantasia.
Okay Blaise. Hai appena finito di sfogarti con una ragazza, quindi ora NON devi entrare in quella stanza, stai buono buono qui FUORI!disse una vocina nel suo cervello e lui si sforzò di stare a sentire quella invece del proprio corpo.
«E...?» la incalzò Hilary.
«E niente. Per poter fare un paragone devo aspettare che Ron mi baci con passione ma...»
«Ma?» sospirò l’altra, che ne aveva piene le scatole della sua indecisione nel dire le cose.
«Ma non...non c’è...voglio dire, nemmeno le prime volte mi baciava così e io...non sono una bambola di porcellana, per Godric! Lui non...voglio dire, i nostri baci sono sempre stati...dolci...forse è per questo che Zabini mi ha spiazzato. Non dico che non c’è passione ma...non mi ha mai sbattuta al muro, per dire» farfugliò Hermione distogliendo lo sguardo imbarazzata.
«Effettivamente siete sempre molto cauti nel baciarvi, sembra che non vogliate farvi vedere» ricordò Hilary.
«Sono io che non voglio dare nell’occhio. Quello che voglio dire è che Ron non mi bacia come baciava...Lavanda» il nome le uscì come un ringhio dalle labbra soffici e Blaise si ricordò di avere un alleato in più per prendersi la Granger «Non credo che l’avrei permesso all’inizio ma pensavo che...almeno le prime volte lo facesse...invece non è nemmeno stato necessario dirgli di no perché mi ha sempre trattata con i guanti» concluse mesta.
L’italiana scese lentamente dal tavolo e si abbassò alla sua altezza per abbracciarla stretta.
«Forse perché ci tiene davvero a te e non vuole fare scene stile polipi e sanguisughe...e poi l’ho capito anche io che Lavanda è una stupida oca bionda senza cervello!» esclamò tentando di risollevarle il morale.
«Credo sia solo innamorata»
«Aspetta un attimo, ora la stai difendendo?!» domandò incredula.
«No, non in questo frangente. Ma sono un po' gelosa credo. Non che voglia passare tutto il mio tempo a baciare Ronald, devo studiare ovviamente. Ma mi piacerebbe passare del tempo sola con lui, fare le cose che fanno i fidanzati...e invece siamo sempre insieme agli altri, poi lui ha gli allenamenti per il Quidditch, e io odio il Quidditch, e poi c’è Harry e lui dice che deve anche controllare Ginny, e poi...»
«Mione, calmati!»
Hilary la prese per le spalle e la scosse piano, preoccupata, vedendo che l’amica stava andando in iperventilazione. La riccia prese a singhiozzare e cercò inutilmente di riprendere fiato, perciò l’italiana si accomodò sul bracciolo della poltrona e le circondò le spalle con le braccia, attirandola a sé per farle versare tutte le lacrime che voleva.
«Lo voglio per me! È da egoisti, ma lo voglio solo per me! Voglio che lasci perdere Harry per almeno due ore al giorno, voglio che quando siamo insieme la sua attenzione sia verso di me e non su altri, voglio che mi baci con passione, voglio che non pensi che sono delicata! Voglio...voglio fare l’amore con lui» sussurrò infine nascondendo il volto sulle gambe di Hilary che le accarezzò la testa con fare materno.
Blaise si irrigidì e una voglia matta di prendersi a schiaffi e fare lo stesso con Draco si impossessò di lui. Era ovvio che la Mezzosangue volesse avere la prima volta con Weasley, ma sentirlo dire dalla diretta interessata faceva male a un muscolo che il moro non credeva di avere e di cui rifiutava di accettare l’esistenza. Ebbe l’impulso irrefrenabile di entrare, caricarsi la Grifondoro sulle spalle e portarla in camera per farla impazzire dal piacere e così averla, ma non sarebbe stato corretto. Né per lei...né per lui, rifletté stizzito. Voleva prenderla quando lei sarebbe stata assolutamente convinta e consapevole di quello che stava facendo.
«Tesoro, so come ti senti. Gli uomini pensano sempre che siamo come fiori quando si tratta di amarci e come rocce quando si parla di sentimenti. E non pensano che siamo più sensibili di loro su alcuni punti» disse Hilary, accarezzando dolcemente i capelli dell’amica.
«Ho paura» mormorò ad un certo punto Hermione.
«Di cosa?»
«Di dirgli che ho baciato Zabini. Ho paura della sua reazione, ho paura...no, sono terrorizzata dal fatto che non mi voglia più!»
«Hermione, è stato solo un bacio...so che non è una cosa leggera, io per prima ti ho detto che è un tradimento, ma non ci sei andata a letto»
A seguire quelle parole ci fu un gemito sommesso da parte della riccia.
«In quel caso ti avrei già uccisa» ribatté dura.
«Questo non mi consola!» pigolò la Caposcuola «E tu sei sua complice perché mi hai lasciata da sola con lui. Dopo aver Schiantato Malfoy te ne sei andata!»
«Ora sarebbe colpa mia?!» chiese interdetta Hilary scansandola di un poco da sé.
«No, scusami. Sono un po' nervosa» rispose l’amica accoccolandosi di nuovo vicino a lei.
«Solo un po'» sbuffò piano Hilary facendola sorridere.
Zabini, da dietro la porta, decise che era giunto il momento di finirla con quella tragedia e spalancò la porta della saletta dei Caposcuola, entrando con arroganza e facendo finta di non averle notate. Hermione si irrigidì all’istante al vedere il Serpeverde e lo seguì con lo sguardo mentre Hilary roteava gli occhi esasperata.
Il moro aprì l’albo dei Caposcuola sul tavolo e intinse la punta della piuma nella boccetta d’inchiostro per firmare. Dopodiché alzò il viso e ghignò vedendo le due Grifondoro che lo fissavano con ostilità palpabile.
«Buonasera»
«’Sera»
Hermione rimase zitta e lo guardò con disprezzo raddrizzando la schiena.
«Andiamo Hilary. Questa sala non è abbastanza grande per tutti quanti» disse rivolgendosi a Hilary che represse un sorriso e la seguì fuori nel corridoio.
Blaise sospirò teatralmente per farsi sentire e si affacciò alla porta parlando al buio.
«Non si può scappare per sempre dai propri desideri, Granger!»
Il suo ghigno soddisfatto si allargò quando sentì i passi regolari velocizzarsi fino a prendere il ritmo di una corsa affrettata. E, tornando nella sua Sala Comune, non poté fare a meno di sperare che quella notte la Mezzosangue sognasse lui.
 

 

*********

 
«Lavanda, vuoi del succo di zucca?»
«No, grazie Hilary, l’ho già bevuto»
«Del caffè?»
«Non bevo caffè»
«Che strano, ma scommetto che non hai mai provato quello italiano»
«No e non mi interessa, grazie»
Hilary trattenne uno sbuffo infastidito e tornò a rivolgere la propria attenzione alla Caposcuola, facendole intendere che dovevano trovare un altro metodo. La ragazza scrollò le spalle e sogghignò malevola e l’italiana quasi si spaventò quando il suo sguardo scattò verso il tavolo delle Serpi.
«Hermione!»
«Ronald?»
La riccia si voltò all’istante verso il ragazzo e la sua espressione si raddolcì non poco osservandolo venire verso di lei con un sorriso tutto Weasley dipinto sulle labbra. Si alzò dalla panca dov’era seduta e lo accolse a braccia aperte nascondendo subito il volto nell’incavo del suo collo.
«Com’è andata la ronda ieri sera?»
«Bene, Hilary mi ha aiutato»
Il rosso girò il capo verso l’italiana che fece un sorriso di scuse e salutò timida con la mano.
«Ehm...ciao Ron»
«Ciao Hilary. Poi ti ringrazierò per avermi evitato un giro per i corridoi freddi e umidi!» rispose il ragazzo facendole l’occhiolino.
La giovane scoppiò a ridere di gusto e scosse la testa.
«Lo dicevo che gli stavo facendo solo un favore» ghignò all’indirizzo di Hermione che le lanciò un’occhiataccia.
«Dillo che anche tu lo ringrazi parecchio!» l’italiana arrossì all’istante e spalancò gli occhi implorandole di fermarsi, ma la Caposcuola aveva già cambiato discorso «La prossima volta che giochi a Quidditch sei pregato di fare attenzione anche ai Bolidi o quella che ti romperà le costole sarò io!» disse rivolta al suo ragazzo, tirandogli un piccolo pugno sulla spalla.
«Prometto che starò attento!» ribatté Ron alzando gli occhi al cielo e sorridendo prima di baciarla lievemente.
Hermione si costrinse a chiudere gli occhi mentre il suo corpo e il suo cervello lottavano al contatto delle loro labbra.
diceva il suo cervello.
No!urlava il suo corpo.
Quest’ultimo ebbe la meglio quando Ron volle approfondire il bacio. Appena sentì le sue labbra socchiudersi, la riccia si staccò e aprì gli occhi, sforzandosi in un sorriso tranquillo.
Sentì due lame cobalto che le perforavano la schiena e si trattenne a stento dal posare lo sguardo sul responsabile di quei pugnali: sapeva che se l’avesse fatto si sarebbe tradita da sola. E, a proposito di tradimento, Hilary la stava guardando attentamente, come a ricordarle il discorso della notte precedente. Stirò il sorriso rivolto a Ronald e si sedette nuovamente al suo posto, puntando gli occhi sulla tazza di tè che si era versata da poco. Ma le era passata la fame, perciò la allontanò da sé con stizza e tirò fuori il libro di pozioni dalla borsa per tentare di ripassare la lezione di quel pomeriggio. Dopo un momento d’incertezza, anche per quel bacio quasi mancato, Ronald prese posto come al solito accanto a lei e cominciò a racimolare ogni sorta di cibo e bevanda presente sulla tavolata, abbuffandosi di tutto ciò che aveva a portata di mano.
Se lo avvelenassero non se ne accorgerebbe nemmeno!pensò con ribrezzo il proprietario delle lame che ora erano posate sulla testa di Weasley come se volessero tagliargliela. Ma se la tocca ancora giuro che lo avveleno io!
Si ridestò dolorosamente dai suoi pensieri quando una gomitata molto poco signorile e delicata gli raggiunse le costole. Soffocò un’imprecazione e si girò verso il biondo al suo fianco.
«Che cazzo fai?!» sibilò infuriato.
«Non pensare a quello che stai pensando, anche se ti aiuterei volentieri nel piano» disse Draco semplicemente, non degnandolo nemmeno di un’occhiata.
«E a cosa starei...non devi usare la Legilmanzia su di me, Malfoy!» ribatté indignato quando si accorse del ghigno dipinto sulle labbra dell’amico.
«Blaise, io uso la Legilmanzia su tutti, perché non la dovrei usare su di te?» rispose candidamente il biondo.
«Forse perché sono il tuo migliore amico?!» replicò lui scocciato.
«Ma questo rende il tutto ancora più divertente!» ghignò il Principe delle Serpi portandosi alle labbra sottili la tazzina di caffè.
«Questo dovrebbe invece impedirti di ficcare il naso nei miei affari» borbottò Blaise tornando a fissare il tavolo dei Grifondoro.
Draco scrollò elegantemente le spalle e seguì lo sguardo dell’amico.
«Non struggerti per lei, Blaise. Non ne vale la pena»
«Non mi struggo per nessuno»
«Certo. Intanto vuoi ammazzare lentamente Weasel per aver osato baciare quella che poi sarebbe la sua ragazza»
«È solo che non mi piace quando le mie prede non sono totalmente mie»
«Sicuro»
«E comunque hai visto anche tu che la Granger si è staccata subito, quindi significa che la scommessa potrei vincerla io»
«Ovviamente»
«E poi ieri sera ho sentito lei e la Lair parlare a proposito di una loro escursione a Hogsmeade»
«Quando?»
La voce di Draco trasudava indifferenza ma il suo corpo traditore si era irrigidito fiutando il pericolo insito nella frase.
«Ieri notte»
«Che diavolo ci facevano a Hogsmeade di notte?» il suo tono, ora, era colmo di sdegno e impazienza, gli occhi che scrutavano torvi l’espressione dell’amico.
«A quanto pare si sono perse durante la ronda...non chiedermi come si sono ritrovate al villaggio, sta di fatto che ho ragione di credere che abbiano incontrato i gemelli Weasley»
«Hai. Ragione. Di. Credere?» ripeté Malfoy, sputando una ad una le parole come fossero veleno e stringendo gli occhi grigio piombo.
«Sono piuttosto sicuro in effetti. In ogni caso ho sentito alcune parole e penso che ci sia stato qualcosa tra la Lair e uno dei due fratelli» svelò Blaise con un ghigno soddisfatto sulle labbra, incrociando lo sguardo divertito di Theodore che soffocò una risata nel caffè.
«Pensi?» ringhiò il biondo, ormai al limite della pazienza.
«Hai ragione: è cosa certa che si siano baciati e che lei fosse anche parecchio coinvolta» sghignazzò il Serpeverde, godendosi l’occhiata truce che Daco gli rivolse.
I suoi occhi d’acciaio si puntarono sulla figura di Hilary che, sentendosi osservata, fece vagare lo sguardo sulla Sala Grande fino ad incontrare di fronte a sé lo sguardo penetrante di Malfoy. Lo fissò stupita e poi sempre più indispettita finché, girando lo sguardo su Zabini che le sorrideva senza un motivo valido, un lampo di comprensione le illuminò il viso. Alzò gli occhi al cielo e, inaspettatamente, sorrise al Serpeverde.
«Che hai da sorridere?»
«Malfoy mi sta uccidendo con lo sguardo, o qualcosa del genere» rise la ragazza.
«E tu gli sorridi?!» chiese stralunata Hermione, voltandosi di scatto per fissare con astio il biondino.
«Stava parlando con Zabini un attimo fa e...»
La giovane si bloccò quando l’amica si girò di nuovo verso di lei, un’espressione terrorizzata dipinta in viso. Roteò gli occhi esasperata.
«Dovresti dirglielo» sillabò a fior di labbra per poi riprendere ad alta voce «..e credo che gli stesse dicendo di ieri sera»
Hermione si batté una mano sulla fronte e chinò la testa sul tavolo emettendo un gemito.
«Mione, tutto bene?» chiese Ron, distogliendo l’attenzione dal cibo per dedicare uno sguardo preoccupato alla sua ragazza.
«Non...non hai sentito nulla?» domandò titubante la Caposcuola rivolgendogli un’occhiata carica di suppliche.
Fu la volta di Hilary di sprofondare il viso tra le mani e scuotere le testa.
«Mione» esalò in un lamento che sapeva tanto di rimprovero.
«Ehm... perché? Hai detto qualcosa?» il tono mesto che aveva usato addolcì l’espressione di Hermione che gli posò una mano sul braccio.
«Nulla di cui ti debba preoccupare» sorrise rassicurante.
L’italiana sbuffò sarcastica ricevendo un’occhiataccia ammonitrice della riccia, poi tornò al suo succo di zucca.
«Ma cosa c’entrerebbe Malfoy con ieri sera?» riprese la Caposcuola dopo che Ron ebbe annuito e si fu rimesso a mangiare.
«Herm, non dirmi che non ti sei accorta che Zabini aveva ascoltato tutto!»
«Zabini che cos...oh» la ragazza sgranò gli occhi e il suo sguardo vacillò per un momento. Poi riprese lucidità e ricostruì i tasselli del puzzle.
«Oh Santo Merlino!» esclamò, facendo girare molte teste al tavolo di Grifondoro.
Hilary chiuse gli occhi come per calmarsi e sospirò. Eppure la sua amica era brava in tutto, perché non capiva cose semplici come quelle?
«Vuoi dire che» disse la riccia abbassando la voce e sporgendosi verso la compagna dopo essersi accorta della figuraccia «ha sentito tutto...tutto?» sbottò costernata.
«Non so quando è arrivato ma credo non molto tempo dopo che siamo arrivate noi»
Un lamento soffocato le fece capire che non erano quelle le parole che Hermione avrebbe voluto sentire.
«E ho come l’impressione che abbia raccontato a Malfoy della nostra conversazione iniziale perché stavano fissando entrambi me, non te, e Zabini sorrideva» la rincuorò.
«Iniziale?» domandò l’altra confusa, riscuotendosi un poco dallo sconforto.
«Sì, sai...Hogsmeade» rispose Hilary arrossendo un poco.
«Hogsmeade?» si intromise Ginny curiosa «Cos’è successo a Hogsmeade, siete state sempre con noi!»
«Abbiamo fatto una piccola incursione che è piaciuta parecchio a Hilary!» sogghignò Hermione notando il rossore sulle sue guance aumentare.
«Quando?» volle sapere Harry inserendosi nella conversazione e passando un braccio attorno alla vita di Ginevra tirandosela addosso.
«Ieri sera! Ah, Harry c’è un passaggio segreto che nella Mappa non è segnato! Porta dritto a casa di Fred e George, l’hanno scovato loro!»
«E come facevate a saperlo voi?» chiese Ron, deluso ancora una volta dai fratelli che non lo mettevano al corrente delle loro scoperte.
«Qualcuno qui intrattiene una fitta corrispondenza con...AHIA!» protestò la Caposcuola quando venne raggiunta da un calcio sotto la tavolata.
La Lair le sorrise falsa e le inviò un bacio.
«Giuda!»
«No tesoro, mi chiamo Hilary, piacere!» ribatté sarcastica la ragazza.
«Con chi è che tieni corrispondenza, Hilary?» domandò un sorridente Harry indovinando il gioco.
«Assolutamente con nessuno! Io...»
Non fece in tempo a finire la frase che, ironia della sorte, uno stormo di gufi entrò nella Sala Grande per la posta del mattino; la ragazza pregò con tutto il cuore che gli eventi della sera prima avessero fatto desistere un certo giovane dallo scriverle, ma quando vide un noto barbagianni marrone a macchie bianche divenne più rossa dei capelli del mittente della lettera che le volò tra le mani senza che lei potesse far finta di nulla.
«Dicevi?» rise Hermione, mangiandosi la lettera con gli occhi.
«Mio padre» mentì subito l’italiana mordendosi il labbro.
«Però quel barbagianni assomiglia a quello di Fred e George! Tuo padre l’ha identico?» le chiese Ron.
«Err...sì. Strano eh?»
«Quindi sai che Fred ha un barbagianni così?» la incalzò Ginny ammiccando agli altri.
«L-l’ha appena detto Ron...» tentò di difendersi Hilary.
«Ma potrebbe anche non ricordarsi bene, non mandano lettere a lui!» rincarò Harry.
«M-ma comunque io...»
«Io sono sicura che quello era di Fred»
«A-ah sì? E come?» mormorò mesta la giovane.
«Aveva il collarino dei Tiri Vispi Weasley!» ghignò Hermione.
Hilary arrossì furiosamente sentendosi con le spalle al muro e stropicciò la lettera tra le dita nervose.
«Io...io devo proprio andare!» deglutì per poi alzarsi di scatto e uscire dalla Sala quasi correndo.
«L’avete fatta scappare!» esclamò Seamus mezzo sconvolto dopo aver assistito alla scena come spettatore divertito. Poi scoppiò a ridere con gli altri che quasi si stavano rotolando sulle panche.
Uno sguardo disgustato e uno ilare, uniti da una punta di curiosità, erano posati sulla tavolata rosso-oro.
«Che avranno da ridere tanto?» domandò con interesse Blaise, che guardava ammirato il viso della Granger aperto in un sorriso contagioso.
«Perché diavolo se n’è andata la Lair?!» sbottò Draco scocciato.
«Dovrà leggere una certa lettera» esordì Theodore scambiandosi uno sguardo di intesa con Zabini.
«Oh sì...hai visto che bel barbagianni con il collarino dei Weasley? Si trattano bene i due gemelli!» disse quest’ultimo capendo al volo le intenzioni dell’amico.
«Beh, con quello che guadagnano con il negozio saranno molto più ricchi di tutti i loro famigliari messi insieme!»
«Di certo non avranno problemi con le ragazze»
«Anche se credo che le rispettino, più che altro»
«Già, un ragazzo che riempie di lettere la donna che ha baciato non è da buttare via»
«Blaise, tu non hai mai scritto lettere a quelle che ti sei portato a letto» intervenne Draco guardandoli trucemente.
«Perché ero io a lasciarle perdere, ovviamente! E poi una volta ho scritto un biglietto a una ragazza»
«Certo, a Daphne quando avete provato ad avere quella mezza relazione in cui scrivevi molto finemente solo il luogo in cui incontrarvi per...» sbuffò il biondo.
«No, intendo recentemente» lo interruppe Zabini, agitando la mano con noncuranza.
Theodore e Draco si voltarono verso di lui, entrambi con un sopracciglio elegantemente inarcato.
«Prego?» chiese Nott, riprendendosi per primo.
«Sabato sera»
«Ma sabato non ti sei fatto nessuna!» ribatté Malfoy ancora mezzo sconvolto.
«No, lei non me la sono ancora fatta» Blaise scrollò le spalle in un gesto indifferente, poi tornò a guardare la tavolata dei Grifoni con il sorriso sulle labbra.
Gli altri due giovani seguirono il suo sguardo e Draco si ritrasse indispettito.
«Hai mandato una lettera alla Granger?!» domandò schifato.
«Non era una lettera, era un mazzo di fiori con un biglietto galante. Era il suo compleanno, volevo essere gentile!» ci tenne a precisare il moro.
«Un...mazzo...di fiori?!» balbettò Theodore, voltandosi a guardare preoccupato il biondo davanti a sé.
Per tutta risposta vide i suoi occhi grigi sgranarsi per lo stupore e la mascella sfracellarsi sul tavolo, ma il ragazzo si ricompose immediatamente com’era nella sua natura.
«Sì, un mazzo di fiori. È forse vietato?» si spazientì Zabini facendo per alzarsi.
«Non è che mi stai diventando sentimentale, Blaise? Non ricordi che noi non ci innamoriamo?» tentò Draco prendendolo per il gomito e guadagnandosi un’occhiata scettica da parte di Nott.
«Non mi sto innamorando, devo solo conquistarla» si giustificò il giovane mentre lo sguardo di Theodore girava su di lui, acceso da una luce derisoria.
«Perché diavolo ci guardi così?!» chiesero in coro, infastiditi.
«Siete due idioti» rispose il Serpeverde scuotendo la testa, alzandosi per primo e dirigendosi verso il portone.
«È diventato scemo tutto ad un tratto?» esordì Draco seguendolo con lo sguardo, un sopracciglio pericolosamente inarcato.
«Credo non abbia molta fiducia nelle nostre convinzioni» rispose Blaise dopo averci riflettuto un paio di secondi.
Il biondo lo guardò interrogativo.
«Sul fatto del non innamorarci, eccetera» spiegò l’altro.
«Ma è vero che non ci innamoriamo!» si scandalizzò il biondino.
«Be’, penso non ci creda molto. Insomma gli ho parlato l’altro giorno e dice che non è possibile non innamorarsi mai nella vita e continuare a vivere come noi... che prima o poi arriverà quella che ci rifiuterà e noi saremo fregati perché ci ritroveremo cotti di lei senza nemmeno accorgercene, o qualcosa del genere!»
«Non credo ci sia ragazza che possa resistermi quindi il problema non si pone»
«Certo...ma la Lair non è una ragazza? E allora perché ti avrebbe rifiutato?» sghignazzò Zabini.
«Perché vuole fare la preziosa»
«Non pare abbia fatto molto la preziosa con Weasley»
«Perché vuole me e ha giocato la carta del “scelgo un altro”»
«Non conoscevo questa tecnica» ribatté Blaise, nascondendo un ghigno saputo.
«Vuole farmi ingelosire ma non sa che con me non funziona»
«Infatti, tu non sei geloso, vuoi solamente uccidere Weasley» il moro soffocò una risata.
«Io vorrei che tutti i Weasley fossero fatti fuori perché sono traditori del loro sangue, ma come vorrei che Potter fosse morto e la Mezzosangue rimessa al posto che merita!» si difese Draco.
«Sai che tentare ancora di fare il Purosangue arrogante non ti porterà da nessuna parte ora?» disse Blaise dopo qualche secondo di silenzio, guardandolo attentamente.
«Okay, va bene, i Weasley e la Mezzosangue possono anche vivere, ma Potter poteva rimanere ucciso, o paralizzato, o perdere la memoria, o rimanere in coma per il resto della vita...»
«Draco!» lo rimproverò divertito il moro, mentre l’amico guardava pieno di speranza Harry, come aspettandosi di vederlo cadere stecchito dalla panca da un momento all’altro.
«Tutto questo tuo odio verso Potter...»
«No! Non insinuare niente di stupido Blaise! Ti prego! Comunque non posso mica lasciare a te tutte le giovani donne che aspettano di essere iniziate al vero piacere! Ma per Salazar, come puoi anche solo pensarlo?! E poi... che schifo!» esclamò il biondo ritraendosi dall’amico.
L’espressione assolutamente schifata di Draco, come se stesse guardando una qualche sorta di animale o insetto disgustoso, fu troppo per Zabini che non riuscì più a trattenere una sonora risata guadagnandosi parecchi sguardi adoranti delle ragazze di tutte le case. Persino le Grifondoro, che non avrebbero mai ammesso di trovare attraente il Serpeverde, sospirarono piano sentendolo ridere.
E la Regina dei Grifoni s’impietrì al suo posto, sbiancando vistosamente e respirando a fatica.
Anche quella volta stava ridendo. Ha una così bella risata!pensò, ricordandosi la passeggiata dopo l’uscita a Hogsmeade della settimana precedente. Ma si rese conto del pensiero nella sua mente solo dopo averlo formulato e sussultò lievemente.
«Mione...»
Ron, preoccupato al suo fianco, la scosse piano notando che qualcosa non andava.
«Scusa Ron... vado... vado da Hilary, mi sono...ricordata che devo chiederle una cosa» balbettò la riccia alzandosi lentamente dalla panca e camminando piano fuori dalla Sala Grande.
Occhi azzurri preoccupati e occhi cobalto curiosi la seguirono finché non sparì oltre il portone di quercia.
«Cos’ha Herm, che le è successo? È così strana oggi! Ginny, sai qualcosa?»
«No, Ron. Ora parla di più con Hilary, insomma... è normale»
«Ti ha lasciato indietro? Non è da lei, non per una persona che conosce da poco!»
«Harry...»
«No Ginny, non è normale, Hermione ha passato sei anni a parlare con te poi fa altre amicizie e ti lascia perdere?»
«Harry, è perché...»
«Effettivamente non è normale! Harry, che ne pensi? Di Hilary intendo» disse Ron, ignorando la sorella.
«Non lo so Ron... c’è da dire che non sappiamo molto su di lei se non quello che ci ha detto»
«Ragazzi...»
«Forse le ha lanciato un incantesimo, anche con me è strana!»
«Ron!»
«Hai ragione, non è più la nostra Hermione. Non sarebbe mai entrata in un passaggio segreto di sua spontanea volontà, lei odia non seguire le regole!»
«Harry...»
«Quindi pensi che non sia così buona come fa credere?»
«Hei, sto cercando di...»
«Be’, diciamo pure che i suoi poteri hanno qualcosa di strano...di sinistro. Ti ricordi con Malfoy? Cioè, è stata fantastica, non lo metto in dubbio, ma anche un po' inquietante!»
«HARRY POTTER!» lo richiamò scocciata Ginny, con un cipiglio da far invidia alla signora Weasley.
I due giovani si voltarono verso di lei sbattendo le palpebre, come se si fossero accorti solo in quel momento di essere ancora in sua compagnia.
«Razza di idioti, volete smetterla di blaterare e ascoltarmi per un minuto? Che diavolo vi dice la testa?! Hilary è la ragazza più buona del mondo, non farebbe del male a una mosca, men che meno ad Hermione! E solo perché ora non ci parliamo tutti i giorni a tutte le ore non significa che non siamo più amiche! Per la verità, non abbiamo mai parlato moltissimo, lei stava sempre con voi e io sono di un anno più piccola, non abbiamo nemmeno condiviso la stanza se escludiamo alla Tana e a Grimmauld Place, ma quello è scontato. E vi dirò una cosa: meno male che ha trovato un’amica con cui parlare di tutto e con cui passare il tempo e studiare, dato che voi due imbecilli non avete mai pensato che le avrebbe fatto piacere la vostra compagnia, anche se lo studio per voi è un optional! Oltretutto con Hilary può sentirsi libera di parlare di ogni singola cosa, anche di quelle di cui sarebbe strano e imbarazzante parlare con me, perché sono tua sorella. E...»
«Di cosa non può parlare con mia sorella?»
«Del vostro rapporto, ad esempio» rispose Ginny con ovvietà.
«E perché mai dovrebbe parlare a qualcuno di noi due?!» esclamò scandalizzato Ron mentre le sue orecchie si coloravano di un rosso acceso.
La ragazza sospirò e chiuse gli occhi, appoggiandosi con i gomiti al tavolo e posando le dita sulle tempie.
«Perché è normale per...»
«Come è normale?! Saranno affari nostri, no?»
«Ronald, noi ragazze parliamo di tutto!»
«Ma non di tutto...insomma...anche di...voglio dire...non di quello, vero?» balbettò il giovane, il viso che ormai poteva far concorrenza agli stendardi della sua Casa.
«Sì, Ron, anche di quello!»
Ginny lo fissò divertita e il fratello tossicchiò imbarazzato.
«Vi siete già dati da fare?» rise lei.
«Io...cosa...noi...GINNY!» ribatté Ron, scattando in piedi, rosso in volto.
«Era solo una domanda di pura curiosità» la rossa sorrise «Tratta bene Hermione, Ron, non vorrei che ti ritrovassi Trasfigurato in qualcosa di orribile. Pensa a Mione e Hilary che ti maledicono simultaneamente» suggerì trasformando il sorriso in un ghigno per il quale Salazar Serpeverde avrebbe pianto dalla gioia.
Weasley la fissò agghiacciato e deglutì faticosamente rimettendosi seduto ed Harry si tuffò sotto il tavolo per prendere la borsa dei libri per soffocare meglio una risata.
«I-io l-l’ho d-detto c-che qu-quella  r-ragazza è malvagia!»
«Ronnie caro, quella ragazza diventa aggressiva solo per un buon motivo. E dovresti saperlo meglio tu, ci passi ore e ore insieme!»
«Certo, perché è sempre tra i piedi quando sono con Hermione!» esclamò il ragazzo infervorandosi.
«Errore: tu sei sempre con Hermione quando lei sta parlando con Hilary!»
«È la mia ragazza!»
«Ed è amica di Hilary, che c’entra? Non sai che bisogna sempre trovare il tempo per le amiche oltre che per il proprio ragazzo? Ah, e giusto per chiarire: tu trova più tempo da dedicare alla tua ragazza e non trovare scuse tipo il Quidditch e le partite a Scacchi Magici!»
«Anche tu, Harry e Hilary giocate a Quidditch!» si difese il Caposcuola.
«Ma Harry trova un po' di tempo per stare con me e Hilary lo trova per studiare con Hermione e per parlarci! E ho comunque l’impressione che la dovrai, la dovrete» guardò attentamente Harry «accettare in ogni caso se tra lei e Fred c’è del tenero. Fred ti ucciderà se dirai qualcosa di male su Hilary!» disse poi, tornando a fissare il fratello
«Oh, cavolo! Mi ero dimenticato di Fred. Harry, dici che ha fatto un incantesimo anche a lui? Per averlo fatto invaghire così presto di lei, voglio dir...»
«Silencio!» esclamò Ginny spazientita.
«Giuro che ti scaglio direttamente una Fattura Orcovolante se osi ancora dire che Hilary utilizza i suoi poteri in modo improprio!» la sua voce era un sibilo infuriato.
Ron aprì la bocca per cercare inutilmente di protestare ma la sorella alzò minacciosamente la bacchetta e lui la richiuse prontamente, scambiando un’occhiata preoccupata con l’amico.
«Posso farti parlare senza doverti lanciare altri incantesimi?» chiese Ginny lanciandogli un’occhiataccia.
Il rosso annuì, ansioso di riprendere possesso della propria voce, e con un veloce movimento della bacchetta la ragazza lo liberò dal silenzio costretto.
«Grazie» soffiò iroso Ron.
Poi si alzò borbottando qualcosa su Hermione e la lezione di Incantesimi e salutò gli altri due, dirigendosi a grandi passi fuori dalla Sala.
Harry e Ginny si guardarono interrogativi e la giovane scosse la testa alzando gli occhi al cielo esasperata. Si chinò verso il suo ragazzo e lo baciò lieve sulle labbra.
«Ora devo andare a lezione, ci vediamo dopo, ricordati che la Fattura Orcovolante vale anche per te» disse con un sorriso.
«È solo che Hilary è potente, Ginny... e non sarebbe la prima persona a farsi prendere la mano dal troppo potere» cercò di spiegarsi il Ragazzo Sopravvissuto.
«Pensaci Harry: Voldemort era un Serpeverde! Non credi che il Cappello se ne sarebbe accorto se Hilary avesse anche solo una punta di malvagità?»
«Ma...»
«Pensaci» scandì Ginny, poi sorrise dolcemente, si alzò dalla panca e, passandogli dietro, gli sfiorò la spalla in una carezza leggera, incamminandosi fuori.
Rimasto solo, Harry fissò lo sguardo sul tavolo di Serpeverde, turbato.
Il Cappello capisce le inclinazioni di tutti... forse ha ragione Ginny, forse Hilary ha solo qualche potere in più ed è totalmente innocua. Anche se è strano che li abbia scoperti comunque più tardi! Voldemort li ha sempre usati e solo per fare del male, anche ai bambini dell’orfanotrofio. Hilary...sì, deve aver ragione Ginny: li ha usati male solo con Malfoy perché l’aveva scocciata, cioè... proprio “male” non direi, ha fatto benerettificò con un sorrisetto, girando gli occhi su Draco, ancora seduto alla tavolata intento a parlare con Blaise. E poi solo per divertimento con noi, anche se poteva evitare... rabbrividì ricordando distintamente il vento gelido che la Grifondoro aveva portato nella loro camera una settimana prima e per fare quel compito di Erbologia. Contò mentalmente e sorrise sincero tra sé.
Decisamente il piatto della bilancia pende dalla sua parte...e come sempre Ginny aveva ragione, dovrebbero farle una statua. A lei e ad Hermione. Sempre così... vere, sincere! E Hilary, lo ammetto, ha tutte le carte in regola per aggiungersi al gruppo delle menti.
Il ragazzo sospirò brevemente e si chinò a raccogliere la tracolla ma notò sul pavimento di pietra una busta straordinariamente piena.
La guardò curioso, poi la raccolse e se la rigirò tra le mani per cercarvi un nome o un qualche indizio per riportarla al proprietario. Ma la busta era pulita, non una macchia d’inchiostro disturbava il colore della pergamena.
Sperando di non trovare niente di sospetto, pericoloso o letale (dubbio instillato in lui fin da quando aveva compreso di essere il nemico mortale del più malvagio mago di tutti i tempi) la aprì molto cautamente e rimase spiazzato. Sfilò lento tutte le pergamene riposte all’interno e slegò il laccio che le legava ordinatamente insieme, poi ne aprì una e lesse velocemente le frasi scritte fittamente in una scrittura familiare. Le sopracciglia si alzarono sempre di più mentre continuava a scorrere le righe e un sorriso divertito si distese sulle sue labbra; ad un certo punto sgranò gli occhi e poi, inaspettatamente, scoppiò a ridere.
Seamus, oltre i posti lasciati vuoti dai suoi amici, lo guardò brevemente per poi scambiarsi un’occhiata attonita con Dean che alzò le spalle, scioccato.
«Harry, stai...bene?» domandò, preoccupato per la sua salute mentale.
«Sì, sì! Niente di preoccupante, o meglio...» rise più forte «È una cosa che potrebbe preoccupare, ma solo se si guarda il mittente...»
Poi, lasciandoli nel dubbio e sempre ridendo, raccolse tutte le sue cose, ripose le lettere nella busta richiudendola accuratamente e uscì allegro, dirigendosi alla lezione di Incantesimi.
 

 

*********

 
Harry Potter rideva ancora quando giunse nel corridoio dell’aula del professor Vitious, e nel momento in cui vide la causa di tutto quel divertimento quasi dovette appoggiarsi al muro per non cadere a terra. Ron, Hermione e Hilary lo guardarono interrogativi e il giovane si fece avanti per poterlo aiutare.
«Sembri ubriaco Harry, che ti è successo?» domandò.
«Niente...alcol...è solo...molto...divertente» incespicò lui ridendo ad ogni parola e guardando fisso Hilary.
«Harry, si può sapere cos’è successo?» chiese Hermione accostandosi ai due ragazzi.
«Hilary» Harry parlava a fatica per quanto rideva «Queste dovrebbero... essere tue» e scoppiò nuovamente in una sonora risata mentre le porgeva la busta incriminata.
L’italiana lo guardò dubbiosa e spostò la sua attenzione sull’oggetto tra le sue dita... e sbiancò vistosamente. Veloce, come se da quei gesti dipendesse la sua stessa vita, aprì la borsa a tracolla che portava sul fianco destro e vi rovistò dentro con crescente ansia.
«Non c’è, non...» sussurrò piano, presa dal panico.
Poi tornò a fissare preoccupata la busta, sapendo esattamente cosa conteneva e la sua inquietudine crebbe.
«Come fai a...dire che...è mia?» balbettò cercando di mantenere un aspetto disinteressato.
Hermione la guardò attentamente.
«“Cara Hilary, dovresti saperlo che ormai sei la benvenuta qui, e oltretutto George vuole renderti partecipe di una nuova invenzione. Vorrei poterti vedere tutti i giorni, peccato tu sia arrivata a Hogwarts solo quest’anno...”» recitò Harry raddrizzando la schiena, le mani strette sul cuore e lo sguardo sognante rivolto verso Hilary che boccheggiò, ora diventata più rossa del maglione che indossava.
«Harry... ti prego...rendimi quelle lettere o giuro che...che ti lancio un incantesimo, ecco!» attaccò la ragazza, presa dal panico.
«Ma le ultime sono così romantiche!» cinguettò il Ragazzo – per ora – Sopravvissuto stringendo la busta tra le dita e girandosi di lato, come per proteggere con il suo corpo le lettere.
«Sono affari miei!!» ringhiò Hilary che aveva ripreso velocemente il suo solito controllo.
«Di chi sono Harry?» si intromise Ron con un sorriso divertito.
«Oh, non lo indovineresti mai!» sogghignò Harry facendo per porgere la busta all’amico.
«Accio lettere» pronunciò velocemente Hilary, sfilando la bacchetta dalla divisa in un gesto preciso e rapido e puntandola contro Harry che si ritrovò a stringere l’aria mentre la pergamena arrivava morbidamente nella mano tesa della giovane.
Hermione sorrise e si avvicinò all’amica, voltandosi poi verso i ragazzi con cipiglio minaccioso.
«Harry, perché hai letto la posta di Hilary?» lo accusò.
«Erano sotto al tavolo in Sala Grande, volevo solo capire di chi era la busta ma non c’era destinatario. Perciò l’ho aperta e ho letto...ma solo un po', lo giuro!» si difese lui.
«Questo non è che mi porti a perdonarti, lo sai?» soffiò l’italiana abbassando tuttavia la bacchetta.
«Ero curioso, va bene?» replicò imbronciato il moro.
«Io non ho ancora capito chi le ha scritto» sbuffò Ron, attirando l’attenzione su di sé.
«Fred, tuo...» disse svelto Potter.
«Harry!» esclamò la ragazza, scocciata.
«Scusa, mi è scappato» il giovane alzò le mani con i palmi rivolti verso di lei in segno di resa, ma il sorriso sul suo volto era nettamente in contrasto con quel patetico tentativo di scuse.
«Fred? Fred che scrive lettere?»
«Oh santo Godric, ma l’avete persino detto voi in Sala Grande! Sì Ronald, Fred scrive delle lettere!» confessò esasperata Hilary, sventolandogli la busta davanti agli occhi «Queste lettere!» precisò con enfasi.
«E se fossero altre lettere? Ad altre persone?» sussurrò divertita Hermione, facendosi sentire solo da lei.
L’italiana la guardò brevemente e ci pensò su, poi sorrise.
«Semplice: lo uccido» disse con espressione angelica.
La Caposcuola scoppiò a ridere seguita a ruota dall’amica e Harry e Ron smisero di confabulare tra loro e le guardarono sconcertati.
«Che avete detto?» chiese curioso Ronald.
«Hilary è parecchio possessiva» rise la riccia.
Ma allo sguardo interrogativo dei due compagni, le due ragazze scrollarono le spalle e, sempre ridendo, entrarono nell’aula appena aperta dal piccolo professore dirigendosi ai loro posti.
Potter e Weasley tennero loro dietro, subissandole di domande sul loro divertente discorso. Quando la loro pazienza fu al limite fu Hilary, scocciata, a far capire ai due di non fare domande sciocche e seguire la lezione.
«Ma noi vogliamo saperlo!» si lamentò Harry, punzecchiandola con la punta della piuma.
«Già, inoltre è da maleducati parlare all’orecchio della gente!» rincarò Ronald, imbronciato facendo sorridere la sua ragazza.
«Da quando sei attento alle azioni maleducate?»
«Da quando sto con te» disse semplicemente, lanciandole una profonda occhiata che la fece arrossire.
«Oh...be’, stavamo parlando di Fred» non poté fare a meno di rivelare lei, colpita dalla dichiarazione.
Hilary alzò gli occhi al cielo e le piantò poco gentilmente il gomito tra le costole.
«Ahia!» protestò la riccia massaggiandosi la parte offesa.
«Ti sta bene, così impari!»
«Scusa, è che se mi guarda così non riesco a dirgli una bugia» bisbigliò piano girandosi verso di lei per non farsi sentire dagli altri due.
«Allora potevi anche dirgli la verità su di te invece che su di me, ti pare?» le fece notare piccata l’italiana.
«Oh...ehm, sì certo...dopo magari, eh?» tentò la riccia abbozzando un sorriso.
«Come volevasi dimostrare, stai rimandando tutto. Dovevi parlargli stanotte quando siamo tornate e invece non l’hai fatto! Quanto tempo pensi di poter resistere?»
«E se semplicemente non glielo dicessi?»
«Allora ti pongo di nuovo la domanda: quando lo bacerai farai ancora come stamattina e ti scosterai o lo bacerai come mi hai detto che vorresti fare?» disse Hilary fissandola negli occhi.
Hermione si morse il labbro inferiore, nervosa.
«Non lo so» soffiò piano dopo una manciata di secondi.
«Bene, quando lo dovrai baciare saprai la risposta» concluse l’amica distogliendo lo sguardo e aprendo il libro di Incantesimi.
La riccia la guardò costernata, poi la imitò lentamente tirando fuori dalla divisa la bacchetta e appoggiandola sul banco davanti a sé.
«Sei arrabbiata ora?» sussurrò triste per la reazione dell’amica, guardando il manuale.
«No» rispose l’altra dopo un momento con un sorriso lieve «Ma ripeto la mia posizione: devi parlargli il prima possibile»
«Ragazzi, mano alle bacchette» Vitious incoraggiò gli studenti ad eseguire l’indicazione con un breve cenno delle braccia corte dall’alto dell’enorme pila di libroni che gli facevano da scranno.
L’attenzione delle due diligenti amiche si puntò immediatamente sul piccolo professore e presero entrambe le proprie bacchette in un identico movimento repentino.
«Oggi impareremo gli incantesimi principali per dominare, per quanto ci è possibile, l’elemento terra» annunciò l’insegnante attirando l’attenzione di tutti.
Hilary sbuffò piano, annoiata.
«Come vi potrà spiegare anche la signorina Lair, persino un mago non può pretendere di controllare pienamente gli elementi. Possiamo generare un getto d’acqua, un manto erboso, una lingua di fuoco e uno folata di vento, ma non avremo mai il pieno possesso dell’acqua, della terra, del fuoco o dell’aria stessi. Gli elementi sono incontrollabili per chiunque non abbia un potere sopito in sé» volse lo sguardo sull’italiana «E questi sono chiamati Detentori degli Elementi, Protettori o Guardiani»
Gli occhi di tutti si puntarono increduli sull’italiana che arrossì lievemente, imbarazzata per essere al centro dell’attenzione. Hermione le sorrise incoraggiante e prese la piuma intingendone la punta nella boccetta di inchiostro; poi prese un foglio di pergamena e scrisse velocemente.

 

La Detentrice degli Elementi...che cosa seria!
 

L’amica lesse e sbuffò brevemente scuotendo la testa.

Non è mica così figo come si può credere sai?
 

Per poco la Caposcuola non scoppiò a ridere.

Scherzi vero? Io darei non so che cosa per poter bruciare chi voglio!
 

Hilary alzò gli occhi al cielo divertita.

Ancora con quella storia?! Mi stava dando fastidio e le regole parlano chiaro: non duellare nei corridoi. Noi non stavamo duellando, le bacchette erano in tasca! Ma ciò non toglie che ho rischiato!
 

La Granger lanciò un’occhiata al professore che stava spiegando il corretto movimento del polso per l’incantesimo, lo memorizzò e poi riportò l’attenzione al foglio.

Però non vale: tu non hai bisogno della bacchetta!
 

L’italiana accennò un sorriso.

La bacchetta è semplicemente un pezzo di legno, Herm! È solo lo strumento in cui incanaliamo il potere, potresti riuscire a fare gli incantesimi anche senza di essa esercitandoti e con il metodo adatto. E comunque è una cosa diversa controllare gli elementi perché è come se li custodissi tutti nel sangue...mentre gli incantesimi si imparano e sono nella mente. Capito?
 

La Caposcuola aggrottò le sopracciglia e poi annuì brevemente, accennando un sorriso e l’amica rialzò lo sguardo sul professore, soddisfatta.

«L’incantesimo Dominusterra, se usato correttamente, fa sì che la terra sotto i piedi dell’avversario tremi come se ci fosse un leggero terremoto. Questo per far perdere l’equilibrio all’altro. È un incantesimo semplice e sono certo che ognuno di voi saprà destreggiarsi a meraviglia con esso. Ora muovete la bacchetta nel modo in cui vi ho insegnato poco fa e pronunciate Dominusterra contro il pavimento sotto i piedi del compagno di banco»
Le pietre dell’aula cominciarono a tremare lievemente sotto gli incantesimi ancora incerti dei Grifondoro e dei Corvonero, ma l’attenzione dell’insegnante era puntata sulla sua migliore allieva che tentava di contrastare il movimento del terreno sotto i propri piedi provocato da una sghignazzante Guardiana. Vitious sorrise divertito e si voltò dall’altra parte, certo che la signorina Granger sarebbe stata in grado di reagire più che prontamente.
«Tu...sei...davvero...crudele!» disse Hermione trattenendo un gridolino quando Hilary fece muovere un po' più forte il pavimento sotto di lei.
«Hai finito?!» quasi le sbraitò addosso.
«Ma è così divertente!» Hilary si stava per rotolare dalle risate ma interruppe l’incantesimo per far riprendere una posizione stabile all’amica che le lanciò un’occhiataccia.
«Questa me la paghi, sai?» ribatté la riccia puntando immediatamente la bacchetta ai piedi dell’italiana e pronunciando veloce la formula.
Hilary si mosse per stare in equilibrio e le fece un largo sorriso.
«Non ce la fai!» la sfidò divertita.
«Voglio proprio vedere, Guardiana dei miei stivali! Dominusterra!» gridò la Caposcuola, agitando più forte la bacchetta e provocando uno scossone a tutto il pavimento dell’aula.
Ma Hilary fece un piccolo salto e rimase sospesa a mezz’aria a ridere, sotto gli occhi stupiti della classe.
«Non vale!» si lamentò Hermione, fissandola truce per poi incrociare strettamente le braccia al petto.
«Ma certo che vale, tu vuoi farmi sprofondare nella Terra» cominciò la ragazza guardando sotto di sé il buco provocato dall’incantesimo «e io utilizzo l’Aria! Semplice e lineare!» ghignò vittoriosa tornando a guardare l’amica.
«Non vale comunque, io non ho usato un Ascendio per evitare il terremoto!» protestò piccata l’altra.
«Potevi pensarci» rispose Hilary sempre con il sorriso sulle labbra.
Hermione sbuffò scocciata e si rimise tutta impettita sulla sua sedia mentre Harry e Ron, dietro di lei, soffocavano le risate. Hilary la guardò, il sorriso che le scivolava via dal volto, rimise le pietre del pavimento al loro posto poi si sedette di fianco a lei.
«Ti prego, dimmi che non te la sei presa» le chiese mesta.
«Non ce l’ho con te, è che...io non so volare, nessuno sa alzarsi in aria con la tua facilità, quindi nessuno riuscirebbe ad evitare un incantesimo come quello di oggi. E non vale che tu lo sappia fare» tentò di spiegarle.
«Sei gelosa dei miei poteri?» l’italiana la guardò con tanto d’occhi e per poco non scoppiò a ridere.
«Non è che sono gelosa, è che...»
«Hermione, tu sei la strega migliore che Hogwarts abbia mai avuto negli ultimi anni o sbaglio? E sei gelosa di me che ho scoperto di avere i poteri magici solo da due anni e so la metà delle cose che sai tu?!»
La riccia si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore e si voltò verso di lei.
«Scusa...sono un po’...»
«Nervosa?» replicò con un sorriso Hilary.
Hermione fece una smorfia e annuì debolmente per poi guardare con la coda dell’occhio Ron, ancora intento a far tremare il pavimento sotto i piedi di Harry.
«Sembra che si divertano» mormorò l’italiana seguendo la direzione del suo sguardo e osservando il rosso con attenzione.
Poi riportò l’attenzione sull’amica.
«Devi dirglielo, o te lo porterai dietro sempre come un fantasma»
«Non è per quello» saltò su la Caposcuola.
«E allora perché sei nervosa? Perché c’è qualcuno più bravo di te negli incantesimi degli elementi?» sbuffò Hilary scettica.
Hermione si zittì per un attimo di troppo.
È anche per questo vero? Herm, non puoi essere davvero invidiosa di me, io non ho imparato nessun incantesimo, muovo un dito e la terra si scuote, non ci posso fare nulla! Invece non c’è incantesimo che tu non sappia fare, direi che questo è un tuo vantaggio no? Io vorrei avere il tuo cervello, ma non puoi dirmi che tu vorresti essere al mio posto»
«Perché no scusa?!»
«Santo Godric, Hermione! Perché per ogni volta che richiamo il potere degli elementi perdo un po' di sangue. E te lo dico, non è che sia così tanto piacevole perdere un litro di sangue ogni volta che si evoca il Fuoco per riscaldarsi!» sbottò spazientita l’italiana, curandosi però di non essere sentita da altri se non da lei.
«Perdi...sangue? come perdi sangue?!» esclamò la riccia dopo essersi ripresa dalla notizia.
L’altra le lanciò un’occhiata al vetriolo e si mise l’indice sulle labbra per intimarle il silenzio, guardandosi poi intorno per essere certa che nessuno avesse capito.
«Te lo spiego bene stasera, okay? Non è il momento né il luogo adatto»
«Ma ora hai evocato un terremoto. Quanto...quanto sangue hai perso?» domandò Hermione preoccupata portandosi sull’orlo della sedia per appoggiare una mano su quelle che l’amica aveva raccolto sulle ginocchia.
«Tranquilla, non era un vero e proprio terremoto. Ne sarei in grado, certo, però questo era un semplice e minuscolo movimento del terreno, niente di importante»
«Ma poi hai utilizzato l’Aria, per quello quanto ne hai perso?!»
«Hermione, non ti devi preoccupare, sto bene!» sorrise Hilary, rassicurante.
La riccia la osservò per bene, come se in quel modo potesse calcolare quanto sangue restava ancora nel suo corpo. Poi il professor Vitious decretò la fine dell’ora con il compito di esercitarsi con l’incantesimo nel parco del castello e l’orologio nella torre batté le dieci. Il pavimento dell’aula finì di tremare e gli studenti sfilarono fuori dall’aula in ordine, pronti per andare alle rispettive lezioni successive.
Dopo Storia della Magia con Tassorosso ci sarebbe stata Aritmanzia di nuovo con Corvonero e nel pomeriggio per i grifoni sarebbe stato un tormento: doppie pozioni con Serpeverde. Gli studenti rosso-oro sospirarono in sincrono; forse era meglio affrontare un’ora alla volta sperando che il capocasa delle serpi avesse un incidente o qualsiasi cosa che gli impedisse di tenere lezione quel giorno.
Ovviamente nulla va mai come vorrebbero gli studenti.
 

 

*********

 
La porta sbatté con violenza alle spalle del professor Piton che avanzò scivolando nell’aula buia, facendo calare all’istante, sugli studenti Grifondoro e Serpeverde dell’ultimo anno, una cappa di silenzio teso per i primi e rilassato per i secondi.
Con un sinistro ondeggiare del mantello, l’insegnante prese posto dietro la cattedra, rimanendo in piedi a fissare disgustato i suoi alunni, le lunghe dita lievemente appoggiate al legno, i capelli neri che gli incorniciavano il volto pallido e il lungo naso che sembrava puntare ognuno di loro; gli occhi di onice si puntarono in quelli verdi di Harry il quale, però, sostenne fermezza lo sguardo. Un ghigno malevolo passò fugace sul viso del professore che distolse lo sguardo, portandolo sul resto della classe.
«Oggi è un grande giorno» annunciò con voce fintamente carezzevole «Oggi potremo appurare quanto, in alcuni casi, il sangue non è acqua e quanto, in altri, avere dei parenti abili nella sottile arte delle Pozioni non sia necessariamente sinonimo di bravura» il suo sguardo si posò nuovamente su Harry e un lampo di tristezza lo attraversò per un breve istante, ma la solita luce d’odio tornò subito a brillargli negli occhi.
Solo il Ragazzo Sopravvissuto notò il cambiamento ma optò per riservargli un’espressione impassibile: dopotutto era più facile che chiudere la mente.
«Oggi è giorno di interrogazioni» dichiarò infine l’insegnante, sedendosi sulla rigida sedia dietro la cattedra.
I volti dei suoi studenti, le loro espressioni terrorizzate, gli occhi sgranati dallo stupore, il fruscio dei libri che venivano sfogliati febbrilmente per un ripasso dell’ultimo minuto furono una vista impagabile per Piton, che si limitò a mettersi comodo e a fissarli con cupa soddisfazione.
I Serpeverde, non più così tranquilli come quando il loro Responsabile di Casa era entrato in aula, si scambiarono un’occhiata significativa e Draco Malfoy, affilando lo sguardo, prese la parola.
«Professore, oggi non era giorno di lezione teorica?» chiese sondando il terreno.
Tutte le teste presenti nella classe si voltarono all’unisono verso di lui e gli studenti rosso-oro, per la prima volta in assoluto, ringraziarono mentalmente un Malfoy.
«Ma certo, signor Malfoy. E quale modo migliore per imparare la teoria se non quello di sentire la lezione da qualcuno che non sia io? Sarà un ripasso per tutti, non trova?»
Il biondo lo guardò scettico ma Piton accennò un quasi invisibile sorriso nella sua direzione, volgendo poi lo sguardo sulla metà dell’aula occupata dai Grifondoro, che ormai stavano perdendo tutte le speranze e sudavano freddo.
«Vediamo...chi si offre volontario?» domandò mellifluo.
Nessuno della classe osava alzare lo sguardo dal tomo di Pozioni. Solo Hermione e Hilary si scambiarono un’occhiata obliqua prima che la Caposcuola alzasse la mano, movimento seguito attentamente dagli occhi cobalto di Zabini.
«Proprio nessuno?» esclamò il professore, ignorandola deliberatamente.
Hermione sbuffò piano e riabbassò il braccio, mentre Blaise sorrideva al suo tentativo, peraltro inutile, di salvare i suoi compagni. Quando si avvidero che il loro ultimo baluardo di salvezza da interrogazioni a tappeto, e relativa perdita dei punti rossi-oro, era stato distrutto, i Grifondoro cominciarono a sfogliare ancor più velocemente le pagine del libro, cercando di immagazzinare il maggior numero di informazioni possibili.
Harry alzò gli occhi al cielo vedendo che Piton si era girato per fissare lui, come a volerlo invitare al patibolo. Stava per alzarsi in piedi e sacrificarsi ancora una volta, ma in modo ben più temibile della morte, per i suoi amici quando lo sguardo dell’insegnante fu attirato da una mano nuova, sollevata sfrontatamente in aria.
Severus Piton si voltò ad affrontare colui, o colei, che voleva interrompere il suo gioco preferito (“Tormentiamo Potter e facciamo perdere punti a quegli stupidi Grifondoro”) e si ritrovò a guardare Hilary; la ragazza sorrise intimamente divertita quando vide l’uomo lanciare uno sguardo malinconico e dispiaciuto a Harry per poi raddrizzarsi sulla sedia ed indicarle il calderone accanto alla cattedra.
«Signorina Lair...vediamo cosa sa fare» sospirò.
L’italiana ammiccò soddisfatta a Harry, si girò verso Hermione che la incoraggiò alzando i pollici in su da sotto il tavolo e prese un respiro profondo prima di alzarsi e dirigersi a passo sicuro verso il tavolo.
Guarda cosa mi tocca fare...e aveva ragione Hermione, ovviamente: «Per quanto riguarda me non mi considererà, i Serpeverde sono salvi e protetti, Harry è quello che rischia di più perché Piton lo vuole bocciare su tutta la linea e ovviamente non ha studiato nulla per domani...come sempre! Se ti offri tu non può rifiutarsi perché sarebbe la tua prima interrogazione e prima o poi dovrà pur sentirti, quindi preferirà farlo subito per tornare a tormentare Harry dalla prossima lezione» E dice di odiare Divinazione, ma se lei potrebbe insegnarla!pensò.
«Signorina Lair, partiamo dalle Pozioni di base. La materia era applicata nella scuola che frequentava in Italia, dico bene?» chiese il professore, senza celare la propria noia.
«Sì» annuì la giovane prendendo posto sulla sedia che Piton le aveva appena Materializzato accanto.
«Allora saprai dirmi come si crea il Distillato della Pace»
«Pietra di Luna in polvere e sciroppo di Elleboro, signore»
«Quali sono i suoi effetti?»
«Può calmare l’ansia e alleviare l’agitazione»
«Pozione dell’Ingegno»
«Tecnicamente è bandita negli esami e nelle prove in generale, come la Felix Felicis, ma a differenza di questa ha solo il potere di aguzzare temporaneamente l’ingegno di chi la beve, non c’entra nulla la fortuna. Gli ingredienti sono Scarabei, radici di Zenzero tagliuzzate e bile di Armadillo»
«Come si può simulare la morte?» chiese l’insegnante calcando il tono sull’ultima parola e il suo sguardo scivolò su Harry che divenne un po' più pallido e deglutì vistosamente.
Con un ghigno appena accennato sul volto, Piton tornò a rivolgere l’attenzione a Hilary.
«Be’, è come in Romeo e Giulietta: esiste la Pozione della Morte Vivente che permette di far cadere in un sonno profondo e simile alla morte colui che ne fa uso. Agisce subito e per circa venti ore l’aspetto esteriore della persona è simile a quello di un defunto, insomma...il cuore si ferma, la pelle è cinerea, il corpo diventa rigido. Sembra una morte a tutti gli effetti» spiegò la ragazza, mordendosi il labbro inferiore.
«Bene. La Pozione Polisucco?»
Harry e Ron sorrisero brevemente ricordando le loro avventure al secondo anno e concessero uno sguardo divertito ai Serpeverde, ai quali avevano fatto visita come Tiger e Goyle per strappare informazioni a Malfoy sulla Camera dei Segreti. Hermione aggrottò le sopracciglia e incrociò strettamente le braccia al petto: ancora rammentava le palle di pelo che aveva sputato per una settimana grazie a quel dannato pelo di gatto della Bulstrode. Ed Hilary quasi scoppiò a ridere, perché gli amici le avevano raccontato l’episodio e anche lei aveva preso in giro la Caposcuola per la sua svista clamorosa. Perciò rispose prontamente, rievocando tutte le nozioni apprese grazie a loro.
«È una pozione abbastanza complicata e bisogna stare attenti a dosare le giuste quantità di ingredienti, altrimenti l’effetto è estremamente spiacevole. Serve a trasformarsi per circa un’ora in un’altra persona. Bisogna raccogliere l’Erba Fondente nel periodo di luna piena e stufare le Mosche Crisopa ventuno giorni prima della preparazione, poi aggiungere Corna di Bicorno, Centinodia, Sanguisughe, Pelle di Girilacco e, infine, qualcosa della persona in cui ci si desidera trasformare, in genere un capello» l’italiana lanciò un’occhiata divertita a Hermione che strinse gli occhi e alzò il mento in aria, in un atteggiamento di superiorità «La pozione è densa e vischiosa e, quando si aggiunge il pezzetto dell’altra persona, comincia a fischiare e fumare, assumendo colori e sapori differenti a seconda del pezzetto stesso. Durante la trasformazione le interiora sembrano contorcersi, si avverte un bruciore allo stomaco e la pelle si modifica come se fosse fatta di cera calda»
Nello sguardo astioso del professore passò un lampo di meraviglia ma egli si ricompose subito celando abilmente i suoi pensieri.
«Bene. Un Accettabile può andare per essere la prima volta, signorina Lair, ma mi aspetto maggior impegno per la prossima» la liquidò in fretta, ignorando i borbottii scontenti dei Grifondoro.
Hilary si alzò e si voltò con un mezzo sorriso verso i compagni e si diresse al posto vicino a Hermione, sedendosi con un sospiro di sollievo.
«Almeno non mi ha dato Desolante» sussurrò.
«È stato comunque ingiusto, poteva benissimo metterti un Oltre Ogni Previsione» protestò Hermione, visibilmente contrariata.
«Non credi che avrebbe potuto interrogare Harry e farci perdere punti a volontà?»
«Sì, certo che sì, però...»
«Allora non preoccuparti, con le pozioni non ho problemi e non può evitare di essere imparziale in quelle» concluse l’italiana soddisfatta.
La Caposcuola fece per protestare ma la voce di Piton la interruppe.
«Per molti di voi insulsi sventolatori di bacchette che non riuscite a capire l’arte delle pozioni questa lezione vi sembrerà incomprensibile» guardò con disprezzo i Grifondoro «perciò siete pregati di portarmi per venerdì due rotoli di pergamena sul possibile utilizzo delle parti del corpo dell’unicorno nelle arti magiche e le conseguenze che questo comporta» i suoi occhi freddi sorvolarono l’aula.
«Nell’ora che rimane preparerete quel che sarà la prima parte dell’Infuso della Giovinezza che vi impegnerà per due settimane circa. Gli ingredienti sono alla lavagna» con un movimento secco della bacchetta fece apparire le scritte «Al lavoro!» ordinò brusco.
Il solito tramestio di sedie spostate riempì il sotterraneo mentre gli alunni andavano diligentemente all’armadio delle scorte.
«Non è così difficile dopotutto. Mi aspettavo di peggio, ad esempio la Polisucco o la Felix Felicis» disse Hilary osservando la lavagna con occhio critico mentre era in coda con gli altri.
«Mi sarei divertito vedendo la faccia di Piton quando gliel’avrei data pronta e perfetta» sghignazzò Harry.
«Peccato che al secondo anno non l’hai preparata tu» lo rimbeccò Hermione.
«Ma almeno lui ha preso il capello giusto» rise Hilary.
«Grazie tante» soffiò la riccia.
«Dai Mione, tu sei stata bravissima a creare la pozione per noi» la calmò Ron dietro di loro con un caldo sorriso.
La ragazza arrossì compiaciuta per il complimento implicito e si chinò a prendere gli ingredienti con il viso luminoso di gioia. Poi tornò al proprio posto con Hilary ed entrambe si dedicarono con scrupolosità alla realizzazione di quella prima parte dell’Infuso, inconsapevolmente seguite dagli occhi attenti di due Serpeverde.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
SPAZIETTO PER L’AUTRICE
Buongiorno ragazze! Allora, “un paio” di annotazioni:

  • La lotta tra corpo e cervello in Hermione (seconda scena – martedì mattina in Sala Grande) è un’allusione a Succo di Zucca, una delle mie fan fiction preferite, e quindi a Mirya (grande autrice! *-*) anche se è al contrario perché...beh insomma, leggete Succo di Zucca per capirlo ma vi prego non confrontate le due storie! Per chi non ha voglia o non ha tempo (intanto io faccio comunque pubblicità occulta e vi dico di leggerlo  u.u ) lo spiegherò in risposta alle recensioni nel prossimo capitolo.
  • Quando Hilary tira un calcio sotto il tavolo a Hermione e poi le invia un bacio Hermione la definisce “Giuda”: riferimento biblico al bacio di Giuda, il discepolo traditore di Gesù. Personalmente ogni volta che qualcuno mi fa un torto, ma anche solo per scherzare, e poi mi manda un bacio lo chiamo Giuda. Ormai credo sia diventato un must.
  • La spiegazione di Hilary sugli elementi e la loro differenza con gli incantesimi l’ho inventato di sana pianta. Ma non mi ricordo dove avevo letto che comunque la magia scorre nel sangue del maghi, quindi non hanno necessariamente bisogno della bacchetta. Silente e Voldemort in alcune occasioni mi sembra che facciano magie senza bacchetta.
  • I poteri di Hilary: lo ammetto, mi sono stati molto d’aiuto i fumetti delle W.I.T.C.H. che leggevo da piccola, se no non mi sarebbe mai venuto in mente il nome con cui definire Hilary. Difatti loro sono le Guardiane di Kandrakar e degli elementi, ma questo è un ripasso generale. La differenza è che Hilary ha tutti gli elementi racchiusi in sé (una vera e propria forza della natura, se mi passate la pessima battuta ^^ ), mentre le W.I.T.C.H. ne hanno uno per ciascuna.
  • “Non esiste incantesimo che la nostra Hermione non sa fare”: è una frase di Hagrid al secondo anno, quando Draco aveva definito Hermione “Mezzosangue” e il Guardiacaccia la consola dicendo che non c’è strega migliore di lei. La frase l’ho rispolverata un poco ma, insomma, l’idea è quella.
  • Lo scambio che intercorre tra Hilary e la natura ogni volta che lei usa il potere degli elementi deriva dal libro “La figlia della luna” di Margareth May. Sorrow, il co-protagonista, è una “strega” (è un maschio ma non sto qui a descrivervi tutta la storia del perché è definito strega) e spiega a Laura, la protagonista, che ogni incantesimo ha un prezzo di sangue. Nel libro dice che per evocare un uccello deve pagare in tributo un litro di sangue e la scena descrive il ragazzo affaticato dopo averne evocato uno. Ovviamente perdere un litro di sangue in una volta sola non è un piacere! Qui ho cambiato la spiegazione mettendo al posto dell’uccello il fuoco perché Hilary si occupa degli elementi.
  • La Pozione della Morte Vivente io la vedo esattamente come quella che Friar Laurence dà a Juliet per ingannare i genitori e Paris e permetterle quindi di preservare il suo matrimonio con Romeo senza sposare un altro uomo. Per un ripasso generale di letteratura inglese shakespeariana, il filtro è la causa della morte tragica dei due giovani. La mia vena letteraria e studentesca sta avendo la meglio, ora mi blocco se no vi spiego tutto lo stile creativo di Shakespeare e non mi pare il caso! XD
  • “Non ci saranno sventolii di bacchetta in questo corso” lo dice il professor Piton alla prima lezione di Pozioni del primo anno (nel film, non ricordo se anche nel libro). È una ripresa di quella frase il suo definire gli studenti “sventolatori di bacchette”.
  • Non credo sia stato ancora inventato l’Infuso della Giovinezza (nel mondo della Rowling non credo, in quello delle fan fiction non mi risulta, ma correggetemi se sbaglio) quindi sopra c’è una sottospecie di Copyright mio. L’ingrediente principale sono le lacrime di unicorno (secondo la mia modesta fantasia), per questo Piton fa fare il tema sugli usi dell’unicorno nelle arti magiche. Vi ricordo il primo libro in cui Voldemort, parassita di Raptor, beveva sangue di unicorno per poter sopravvivere...ma è una vita a metà quindi il sangue di unicorno ha questa terribile conseguenza. Il pelo di unicorno è usato nella fabbricazione di bacchette, il corno è molto prezioso...be’ chi più ne ha più ne metta insomma! :)
  • Le frasi tra questi segni «...» sono i dialoghi e le frasi in corsivo sono i pensieri e quando la vocina della coscienza/il cervello/qualsiasi altra vocina esistente in noi parla (i dialoghi da fuori di testa che facciamo con noi stessi, avete presente? Ecco!)
  • Le risposte alle recensioni le do direttamente nella pagina dedicata anche perché faccio più in fretta e, cosa ancora più importante, non dimentico nessuno! :)
  • Ringrazio anticipatamente chi recensirà la storia, ma anche solo chi legge e la apprezza così com’è! Le critiche sono accettate, vi ricordo, almeno anche io so cosa sbaglio e posso migliorare :)

 
 

Kiss kiss... Alla prossima!
Anna

 

 

   
 
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