Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: Pinca    29/04/2011    2 recensioni
lo so, il titolo fa caga... comunque, è una raccolta di eventi molto romanzati che partono dall'unità d'italia alla fine della seconda guerra mondiale per poi cimentarsi in una costruzione assurda di un futuro prossimo. insomma, se vi va entrate, il prologo è due righe.
Genere: Guerra, Mistero, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Nuovo personaggio, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1618
 
 
 
Salve! Ecco un nuovo capito. Ci vediamo alla fine. Grazie mille a tutti, spero anche qui di essere stata abbastanza chiara. Queste parti forse le sto facendo velocemente, ma spero che il messaggio passi lo stesso.
 
 
 
 
1916
 
La pioggia batteva sul terreno impastato di sangue e umidità.
L’orgoglio dell’Inghilterra vi annaspava ferito e umiliato. Cercava di tirarsi su facendosi forza sulle braccia, ma senza successo. Più faceva pressione e più le sue mani affondavano miseramente nella fanghiglia che mai gli era stata tanto avverta.
Degli stivali neri si fermarono di fronte al suo campo visivo e la voce altisonante del suo avversario, il suo acerrimo nemico, risuonò oltre il grondare della pioggia.
-Allora Inghilterra. Accetti la pace?-
Provò ancora a tirarsi su, di alzare la testa e guardare dritto in faccia quello che era oramai il conclamato padrone dell’Heartland, ma non riusciva ad alzare lo sguardo più su delle sue ginocchia.
Bagnato e sudicio ai piedi della Germania. Troppo umiliante.
-Status quo ante. Voglio solo che mi rispetti in quanto nuova potenza.-
Lo Status quo ante. Gli stava proponendo di riportare tutto come era all’inizio, prima di quel putiferio. Una proposta allettante per un perdente… inaccettabile!  
-Mai!-
La voce gli uscì debole e graffiata. Non avrebbe mai accettato, mai avrebbe ammesso la sua sconfitta, e mai avrebbe dato conferma di una possibile superiorità della Germania. A costo di continuare a combattere, a mandare uomini al fronte, non avrebbe mai ammesso un abominio del genere.
-Bene…- Germania fece un passo indietro per poi voltarsi, senza il minimo timore di poter essere colpito alle spalle. Oramai Inghilterra non era più una minaccia per nessuno. –Se cambi idea….-
Arthur crollò sul terriccio affondando col viso nel fango. I capelli biondi bagnati e imbrattati e dal cielo la pioggia continuava a scendere sul suo corpo, mentre i passi della forte e giovane Germania si allontanavano per sparire.
Eppure quella proposta continuava a risuonare nelle sua mente e a bruciare e a tentarlo, e ciò lo umiliava ancora di più. Una parte di lui si voleva arrendere, ma non poteva, ci doveva essere una soluzione, per forza. Non poteva essere arrivata veramente la sua fine!
Dei passi attirarono nuovamente la sua attenzione. Questi però erano diversi, più leggeri.
Alzò la testa quanto bastava per rendersi conto di non avere Germania di fronte, ma qualcuno di più piccolo, smilzo. Le scarpe affondavano nel fango davanti ai suoi occhi. Con un ulteriore sforzo alzò lo sguardo verso l’alto.
Era una figura confusa, dai contorni indefiniti, forse a causa della nebbia o della pioggia fitta, forse della sua debolezza, non riusciva ad esserne certo, ma distinse la mano che gli stava porgendo.
-Puoi ancora vincere la guerra…-
Disse attraverso quella coltre che lo avvolgeva.
Arthur fece forza sulle braccia. Come? E chi era a dire questo?
-Non hai bisogno di cedere. Io posso convincere l’America ad entrare in guerra al tuo fianco…-
Continuò.
Arthur sgranò gli occhi incredulo, sforzandosi di mettere a fuoco la persona che aveva davanti. Alfred? Quel tizio sarebbe stato capace di far venire fin lì Alfred in suo soccorso? Lo stesso che gli aveva voltato le spalle anni prima, che non aveva fatto una piega e che parteggiava allegramente per la Germania? Lo stesso Alfred che lo odiava tanto fino ad arrivare a tanto?
Non era possibile, nessuno poteva.
Arrancò nel fango disperatamente. Eppure quella poteva essere la sua unica speranza.
-Chi sei? Perché… perché lo fai? Perché mi vuoi aiutare? Cosa vuoi in cambio, dannazione!
Non gliene importava più niente. Voleva battere la Germania, umiliarla, distruggerla, ad ogni costo!
-La Terra Promessa.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo continente
 
-Ma veramente?- Alfred sgranò gli occhi scandalizzato dai racconti di David.
-Si, è cattivissimo! Taglia le mani ai bambini, uccide le crocerossine! Non hai idea di quanto sia sleale!-
-Germania fa queste cose?- chiese ancora sporgendosi verso di lui.
-È il male assoluto e tu dei aiutare Inghilterra, non puoi lasciarlo in balia di quel barbaro!-
America si alzò di scatto dalla sedia stringendo i pugni agguerrito. –Lo so, mi ero ripromesso che non mi sarei mai immischiato negli affari di quei signorotti europei, ma io sono un eroe e non posso fare finta di niente! Io devo salvare l’Europa da quel pazzo!-
Afferrò Matthew per il braccio e senza pensarci due volte lo trascinò con se fuori di casa. –Andiamo, Inghilterra e Francia hanno bisogno del nostro super supporto contro quel cattivone!-
Era stato più facile di quanto pensava.
 
 
 
 
Londra
 
-Come fai a fidarti di un tizio di cui non riesci neanche a distinguere in contorni e che sta chiaramente pugnalando alle spalle un suo amico!? Mon Dieu, Arthur, come puoi fidarti di un diavolo del genere?-
-Francis, non avevo scelta….-
-E se facesse la stessa cosa anche con te?-
-Non lo farà!-
-E chi te lo assicura!? E poi promettergli la Palestina, dopo tutto quello che stiamo facendo per fare insorgere gli arabi contro Sadik!-
-Non posso permettere che la Germania mi spodesti!-
-Gli arabi devono formare una propria nazione libera e indipendente, bla bla…. Tutte parole al vento secondo te? Guarda che quelli ci stanno credendo veramente Arthur, non possiamo adesso andare da loro e ritagliare Gerusalemme e….-
-Lo so, dannazione!- urlò Arthur esasperato dalle chiacchiere futili di Francis. Lo sapeva, lo sapeva benissimo, cosa credeva? Si voltò e si appoggiò al davanzale del caminetto stancamente, e chiuse gli occhi contro il braccio. Il bicchiere di scotch nella mano sinistra rifletteva le guizzanti fiamme nel suo colore ambrato.
-Ma che altra scelta avevamo?- sussurrò infine.
Francia sospirò preoccupato. Quel tipo non gli era mai piaciuto.
-Troverò un modo… risolverò la situazione. Limiterò lo stanziamento di David, in qualche modo farò….- continuò sollevando la testa. –Vedrai, nel giro di pochi anni la risolveremo. Non è poi così catastrofica come la dipingi tu.-
Francis si avvicinò a lui e gli poggio una mano sulla spalla.
-Sì, forse hai ragione, forse sono io troppo esagerato.-
 
 
 
 
 

 
 
1918
  
Germania guardò incredulo il suo avversario, giovane, forte e vigoroso quanto lui. Ma lui era finito in ginocchio, Austria e Ungheria si erano sciolti, L’impero Ottomano era collassato.
Eppure prima erano Francia, Inghilterra e Russia quelli in ginocchio.
-Ahahaha! Adesso non fai più il gradasso!-
America scoppiò nuovamente a ridere. Dietro di lui Inghilterra tronfio e soddisfatto lo guardava dall’alto. 
Gilbert al suo fianco teneva lo sguardo basso, tremava di rabbia, di dolore. Era stremato.
Tornò a guardare Inghilterra e America e sospirò pronto ad affrontare il suo destino.
Non sapeva, ne immaginava che non gli avrebbero dimostrato la stessa cortesia che lui aveva riservato loro quando la situazione era inversa. Non credeva che la disfatta sarebbe stata mirata ad umiliarlo, schiacciarlo e azzopparlo.
Ma Inghilterra non era lui. Francia non si sarebbe mai fidato avendolo accanto.
Quella era la guerra, lo imparò solo in quel momento, a Versailles, quando gli tolsero quasi tutto, quando lo caricarono di debiti, di risarcimenti. E con amarezza si rese conto di essere stato troppo ingenuo e troppo buono. Che chi vince non deve avere pietà, neanche per un attimo, che gli avversari non si risparmiano. Non esiste la possibilità di uno status quo ante, glielo stavano insegnando loro. Il suo sogno di essere una potenza cozzava con la volontà degli altri e comprese che solo a scapito di un’altra sarebbe potuto diventarlo, solo così. Non bastava farsi semplicemente spazio, avrebbe dovuto soppiantarsi, prenderne completamente il posto. Adesso lo capiva, solo adesso, troppo tardi.
Italia poco più in là si guardava in torno deluso. Nessuno gli stava dando conto, nessuno lo considerava minimamente. Doveva essere frustrante per lui parlare e sentire a malapena lui la sua voce, ritrovarsi a fronteggiare la dura realtà del non essere all’altezza dei propri sogni senza riuscire a comprenderne il perché. 
Ingenuo, erano entrambi due ingenui.
E poi dal fondo del tavolo una mano si alzò per prendere la parola, sventolando un pezzo di carta scarabocchiato.
Ludwig fu colpito dalla presenza di David a quel tavolo.
Il ragazzo si alzò in piedi per prendere la parola e fare valere quella che Arthur gli aveva dato. Sul quel foglio c’era il loro accordo, c’era la sua promessa.
-Allora, adesso mi devi Israele!-
-Cosa?- Ludwig sussultò. Mi devi Israele? -Cosa significava?-
Gilbert al suo fianco strinse i pugni. –Che ci ha venduti!- rispose in un sussurrò strozzato.
Ludwig guardò incredulo il fratello mentre si alzava e senza dire una parola, per l’indignazione, usciva dalla sala.
Erano stati venduti? Gli occhi tornarono autonomamente sui lineamenti del ragazzo in fondo alla sala che discuteva con un Arthur imbarazzato e in difficoltà. Mai gli parvero così estranei come in quel momento.
Si sentì svuotato, qualcosa peggiore dell’umiliazione. Vuoto e rotto come un giocattolo usato e buttato via. Era un ragazzo di vent’anni oramai, ma ricordava perfettamente cosa provava da bambino quando guardava con rimorso e rimpianto un giocattolo che lui stesso aveva rotto.
Era stato troppo morbido, così morbido da permettere che giocassero con lui senza che si facessero scrupolo di romperlo.
E mentre le sanzioni venivano elencate senza il suo intervento, le spalle si fecero pesanti e il legno lucido del tavolo era l’unica cosa davanti ai suoi occhi sbarrati.
Ma lui era un uomo, non era un bambino ne un giocattolo. Si sarebbe comportato da uomo.
-Germania…- Italia lo chiamò con tono gentile. –Tutto bene?-
Lui annui, e dopo aver passato in rassegna tutti i presenti, fece santa quella lezione che quel giorno gli avevano impartito e raggiunse suo fratello.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quello che sventola allegramente David è la dichiarazione di Balfour, siglata nel 1917, il gorverno britannico si dichiarava favorevole all’insediamento di un focolare ebraico in Palestina, terra che nel 1920 passerà sotto il controllo inglese, con la conseguente sconfitta dell’impero Ottomano.
Nella discussione tra Arthur e Francis emerge l’ostilità che nutre Francis nei confronti di David. Inoltre i due parlando dei paesi arabi e del fatto che li abbiano messi contro L’impero Ottomano, cioè Sadiq. Infatti inglesi e francesi alimentarono dall’interno il nazionalismo arabo per far crollare il controllo e il potere di Sadiq su quei territori di passaggio tra la Inghilterra e India, e che rappresentavano la possibilità di avere nuove terre da colonizzare con tutti i benefici che seguivano. Ed eco spiegata in brevissimo e in maniera semplicissima (forse troppo) l’origine dei cronici conflitti di cui sentiamo continuamente parlare in tv, tra israeliani e arabi, che si sono visti fregare
alla grande. Insomma, non so se mi spiego, è come se ti facessero laureare in medicina con il massimo dei voti per poi mandarti a fare l’infermiere e dare il posto ad un pinco pallino qualsiasi. Che esempio sconclusionato, ma lasciamo perdere e sorvoliamo XD!
Poi, come riesce David a convincere Alfred che Ludwig sia un super cattivo? A parte il fatto che il nostro Alfred è molto credulone… dai scherzo ;P. Possiede i mezzi di comunicazione, sia in Germania che in America, quindi è bastato cambiare i titoli dei giornali da “Germania buona batte quella checca di Inghilterra” a “Germania è un mostro assetato di sangue”.
Credo che sia tutto, spero. Per qualche chiarimento, o se ho sbagliato qualcosa ditemelo, anche perché non sono tanto sicura di Canada, mi pare che stesse già aiutando in qualche modo l’Inghilterra ma sinceramente non ricordo.
Grazie mille a tutti, spero di non avervi annoiati. Alla prossima. ps: per chi domani sarà al comicon a napoli, alla fiera d'oltre mare, ^^ io ci sarò, e sarò quella matta sui trampoli vestita da femromano. spero di incontrare qualcuno di efp! bacio!
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Pinca