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Autore: castilla    30/04/2011    1 recensioni
un incontro casuale, iniziato nel modo meno ortodosso possibile, che cambia la tranquillità di una vita. si è disposti a cambiare tutto ciò di cui si è certi per questo o è meglio scappare, vivere un altro amore, certi di conservare il proprio io?
Proprio questo è il dubbio che nessuno mai vorrebbe affrontare, ma succede, a volte capita...e, quindi, in questo caso: cosa fareste?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sfiorai l'ampio torace sotto le mie dita: era caldo, morbido, sconosciuto in ogni sua forma.

 Mi rannicchiai con insistenza sotto le lenzuola, al fianco di chi mi stava accanto come i pulcini al riparo, nascosti nel fianco materno.

Il braccio che scivolava sotto il mio collo e proseguiva giù verso la schiena, mi stringeva al petto altrui con la volontà di proteggermi.

Pian piano stavo svegliandomi, riacquistando così tutta la razionalità e la logica che mi avrebbero riportato sulla terra. Ovviamente, credevo di vivere un sogno: molto spesso, mi sono ritrovata in vari generi di avventure, dove i sensi erano così coinvolti, da sembrare realtà.

Sapevo per certo, ora sveglia, che non potevo abbracciare qualcuno in un letto, o almeno, non allo stato attuale delle cose.

Qualche settimana prima, avevo chiuso la mia stabile relazione di oltre due anni con un uomo che erroneamente ritenevo degno di fiducia, solo per il fatto che era un insegnante e che amava profondamente il suo lavoro.

Per colmare il vuoto lasciato e sancire un nuovo inizio della mia vita sentimentale, le mie colleghe avevano organizzato una serata a base di alcohol.

Non ero dell'avviso che abbandonarmi all'alcolismo avrebbe rimediato al dolore, però non mi sentivo di deludere tanta compassione.

Il mio ultimo, lucido, ricordo erano due colleghe scalze che ballavano su un tavolino sporco di liquori rovesciati, mentre altre, sedute, le incitavano battendo il tempo con i bicchieri.

Mi sollevai a sedere.

La testa pulsava maledettamente, come se un martello mi stesse colpendo, ed ogni minimo suono era assordante.

Osservai chi dormiva ancora al mio fianco: la porzione nuda di corpo era quella superiore, mentre dal lenzuolo spuntava solo un piede, in fondo al letto.

Aveva un corpo ben proporzionato e scolpito, non troppo abbronzato e completamente indifeso nel suo sonno: le braccia erano aperte, una volta a stringermi a sé, mentre l'altra si abbandonava mollemente penzolare dal letto. Il petto si alzava ed abbassava lento e regolare, il mio risveglio non aveva affatto disturbato il suo riposo.

Il volto era girato dalla mia parte opposta, così da nascondermi ogni altro dettaglio, ma i capelli erano visibilmente corvini e arruffati.  Quei capelli che, solo dalla vista, sai essere soffici al tatto.

Mi passai una mano stancamente sulla faccia sospirando, non era possibile ... non a me, almeno.

Cercai di non fare il minimo rumore mentre mi alzavo, o meglio gattonavo, verso il bordo del letto;  spostai la sua mano sinistra quando la sfiorai con la punta del mio piede.

Attesi un attimo, sperando di non averlo svegliato, poi continuai a retrocedere.

Solo quando raggiunsi la porta, mi abbandonai ad un sospiro di sollievo.

Nella hall squadrai la reception, mi diressi al bancone e pagai il conto della stanza; se non lo avessi fatto, mi sarei sentita in colpa a vita.

Non avevo tempo di passare a casa a cambiarmi, quindi mi diressi direttamente al mio ufficio. Lavoravo da due anni come critico per un quotidiano: il mio sogno era quello di diventare critico militante, per ora ero una “tuttofare” del settore recensioni; insomma, sebbene fosse il mio lavoro, era ancora un gradino sotto alla rispettabilità di un militante.

Mentre stavo per entrare nell'edificio, stringendo un fumante bicchiere di caffè, Cara, reporter, mi prese sottobraccio.

"Allora, come s'è conclusa la serata? Spero molto molto bene." Ricordai che la sera prima si era incaricata di riportare a casa tutte, quindi non aveva bevuto.

"Non ricordo nulla ... "

"Come non ti ricordi? Sembravi molto lucida, invece … "

"Potresti farmi un riassunto?"

"Vediamo, dopo il ridicolo balletto sul tavolo, un karaoke senza prendere una nota e aver cercato di volare, Hanna ha rimorchiato al bar un tizio, l'ha invitato ad unirsi a noi. Era palesemente interessato a te, così quando ho deciso di mettere fine alla serata, dopo che siete finite a terra come sacchi, s'è offerto di riaccompagnarti a casa. Io avevo già il mio bel da fare con Kate e Hanna, e l'ho lasciato fare ... "

"Poteva essere uno psicopatico, un killer, uno stupratore ... "

" ... Ma non lo era, tutto a posto, allora!"

Cara la faceva facile, ma avevo rischiato la pelle: mai più sbronza o, eventualmente, solo a casa!

  
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