Capitolo 2: Pain
Non ce la faccio
più. Basta. Non voglio più continuare
così! Amo essere la sua ancora di
salvezza in quei momenti.. anche se non lo ammetterebbe mai, io so che
lo
faccio stare bene.. non posso continuare così.. potrebbe
funzionare, no? Se
funziona un paio di notti al mese.. perché non potrebbe
durare per tutte
quante? Eppure Remus sembra non capirlo.. non capire che è
la stessa cosa, non
capire che per me i soldi non sono mai stati un problema, né
l’età. Ecco su
questo potrei avere qualcosa da ridire: deve smetterla di fare la
vittima, e
deve iniziare ad ascoltarmi seriamente.
La realtà
è che ho
sempre sognato di avere una casa, una famiglia, dei figli.. ma ogni
volta che
me lo immaginavo, non ero costretto a scappare di casa le notti di luna
piena
per non metterli in pericolo, e soprattutto non temevo che i miei figli
avrebbero potuto avere qualcosa del lupo che porto dentro.. non
sopporterei mai
di tramandare ai miei figli la mia.. maledizione. E ora lei mi chiede
ciò che
ho sempre sperato, ma che non riuscirò mai a darle: un
matrimonio felice, una
vita normale e dei figli sani.. “ma, per le
mutande di Merlino, Remus! Non esiste un matrimonio felice, ce lo
costruiamo
noi, con i mezzi che abbiamo a disposizione! non voglio assolutamente
una vita
normale.. e soprattutto.. credi che un figlio possa mai crescere sano
con una
madre come me?” ripete ogni volta.
Ultimamente lo
vedo raramente, inizialmente pensavo che mi stesse evitando, ma
parlando con
altri membri dell’Ordine ho capito che era in missione, una
missione orribile,
che Silente gli aveva proposto a cui Remus aveva insistito per mettere
in atto,
adesso passava quasi tutto il suo tempo insieme ad altri lupi mannari,
nel vero
senso della parola: sanguinari, assetati di sangue, e soprattutto
odiano gli
altri umani, rinnegano la loro parte umana per mantenere viva il lupo
che si
nasconde dentro di loro, esattamente il contrario di quello che Remus
aveva
sempre cercato di fare, sono terrorizzata, ogni volta che mi vede non
mi parla
nemmeno, a mala pena mi guarda e io mi sento sempre più
inutile.
Quando Silente mi
chiese se avessi mai pensato di poter avvicinare dei miei simili per
cercare di
scoprire qualcosa di più dei piani di Voldemort pensai che
forse sarei stato
utile a qualcosa nella mia vita: non avrei mai potuto avere un lavoro
normale
nella vita, quindi tanto valeva dare il meglio per la riuscita di
questa battaglia,
e con tutto quello che ho visto in questi mesi a contatto con i miei
simili, e
dovuto fare per integrarmi credo che qualcosa si sia spezzato dentro di
me,
credevo di aver già superato il limite, e invece ho dovuto
ancora vedermela con
i miei fantasmi e i miei mostri.. me stesso insomma, e vedere Dora in
questi
momenti fa più male che mai, perché lei
rappresenta la mia normalità, il porto
sicuro dove la mia maledizione sembra meno dura.
Voglia il cielo
che finalmente si sia ricreduto: che finalmente abbia capito che tutte
le sue
scuse erano solamente vane arrampicate sugli specchi. Poco dopo la
morte di
Silente e le ferite di Bill sembra aver colto un barlume di speranza
anche
dentro di sé. Stiamo in silenzio, ma entrambi andiamo verso
I Tre Manici di
Scopa, dove abbiamo le nostre stanze, non dice nulla ed entra risoluto
nella
sua stanza, mi mordo a sangue il labbro inferiore pur di non
ricominciare a
supplicarlo e vado diretta nella mia stanza, cercando di non rompere
nulla, mi
butto sul letto ancora vestita. Tutto quello che è successo
dalla morte di
Sirius in poi mi ha sfiancata a livello psicologico ed emotivo..
soprattutto
emotivo, l’unico motivo che potrei avere per alzarmi dal
letto sarebbe, oltre a
Remus, una bella porzione di pastiglie per il mal di testa.
Mi sfilo la
camicia rapidamente e mi lascio cadere sul letto a peso morto, mi sento
distrutto, non per aver combattuto per quasi tutta la sera, ma per
quello che è
successo dopo; la morte di Silente e le ferite di Bill, non riesco a
pensare ad
altro, eppure ci si è messa pure Dora, e Molly.. perfino la
McGranitt! Soffoco
un grido nel cuscino, perché non si mettono nei miei panni?
Come faccio a
costringere Dora a stare con un lupo mannaro? Ho un mal di testa
insopportabile, allungo una mano sul comodino scassato e aprendo a
tentoni il
cassetto e prendo un pezzo di cioccolata, mordendone avidamente un
pezzo,
cercando di calmarmi e non pensare a niente, inutilmente. Getto via il
cioccolato e mi volto a fissare il soffitto.. l’unico motivo
che potrei avere
per alzarmi dal letto sarebbe, oltre a Dora – lo ammetto
sì – una bella
porzione di pastiglie per il mal di testa.
Remus ha
ricominciato a parlarmi, non che avesse mai smesso, era solo apatico
per
essersi preso parole da tutti quanti e per aver capito che forse aveva
torto.
Mi ha cercato il giorno prima del funerale di Silente e con quegli
occhi
ambrati mi ha solo fissata, mi ha passato un braccio attorno alle
spalle e mi
ha stretta forte. Mi sono sentita in paradiso, ma credevo sarebbe stata
solo
questione di minuti, invece mi ha sorpresa invitandomi a mangiare
qualcosa, ha
stretto la mia mano e ha lasciato un ruvido bacio sulla fronte. Credevo
che
questo momento sarebbe stato qualcosa di incredibilmente romantico e
invece è
stato semplicemente un punto e a capo, lui ha semplicemente deciso
– no, capito
- che sarebbe stato giusto così, che era giusto
così.
Passai una notte
quasi insonne a lambicarmi il cervello su tutto quello che era
successo, e alla
fine ero arrivato a due soluzioni: o me ne andavo, così da
allontanarmi e
lasciarla in pace, oppure.. stare con lei. E alla fine il solo pensiero
di
allontanarmi da lei mi faceva sentire solo, ancora più di
quello che ero: come
avrei superato le notti di luna piena? Come avrei continuato la mia
vita? Sarei
morto, lentamente e dolorosamente come durante la mia permanenza con
gli altri
lupi. Eppure, in fondo, sapevo che una fine del genere mi la sarei
meritata...
Ma perché poi? Nella mia vita non avevo forse sofferto
innumerevoli volte? Non
era forse arrivato il momento di trovare la pace? Assieme a Dora.
Era stato
l’impulso di una notte di follie. Una proposta che ancora
Remus non era pronto
ad accettare, ma incredibilmente aveva detto di sì, quindi
mi ritrovo qui come
un idiota con l’abito bianco da sposa di mia madre, i miei
capelli sono
faticosamente mantenuti costanti su un castano così simile a
quello di Remus,
ma so che non dureranno ancora per molto, l’agitazione che ho
in corpo
esploderà appena vedrò Remus e torneranno corti e
rossi.. mamma mi ucciderà.
Praticamente non è stato molto organizzato, oltre a chi
celebrerà il matrimonio
e a noi due, ci saranno solo i miei genitori e un paio di amici di
Remus.
L’abito mi sta largo, ma con un po’ di magia
è stato sistemato, ci sposiamo in
una piccola chiesetta del paese dove abitano i miei, dove io e Remus
andremo ad
abitare nel mio appartamento.
Quanto lei entra
nella chiesa io ero completamente marinato nel mio stesso panico, avevo
paura
di quello che stavamo facendo perché sarebbe diventato
ufficiale, non sarei più
scappato, o almeno in teoria, la osservai e per la prima volta la vidi
aggrappata al braccio di Ted Tonks, la donna che stavo sposando, un
lieve
sorriso sul volto arrossito a dismisura e un abito leggermente
sformato, Dora
mi fissa incredibilmente timorosa e io, senza rendermene conto, sorrido
e le
porgo la mano per stringerla forte a me, quando il matrimonio finisce e
ci
invitano a baciarci, i capelli di Dora iniziano a diventare rossastri e
sento
il sospiro di Andromeda e sorridendo le prendo il viso tra le mani e ci
scambiamo un rapido bacio. La funzione è rapida e non
è stato organizzato
nessun rinfresco, non è esattamente il momento migliore per
fare una festa in
grande, e io non sono il tipo.
Già dopo i
primi
giorni riesco a leggere il rimorso nei suoi occhi mentre fissa
distrattamente
la fede al dito, in quei momenti cerco di distrarlo in diversi modi,
chiacchierando, coccolandolo, o almeno ci provo, e ogni tanto ci riesco
e lui
sembra stare tranquillo, ma so che non dura a lungo, durante la
missione per
portare Harry al sicuro mi è sembrato ancora più
rigido del solito, come sempre
dopo la luna piena.. è esasperante.. i giorni prima della
luna piana e durante,
è praticamente irremovibile dal letto, e io con lui,
perché non mi lascia
assolutamente lasciare la camera da letto, mentre i giorni subito dopo
quasi
non mi vuole vedere. Era logico che prima o poi...
Non ci credo. No.
Il mio più grande incubo e il mio più grande
sogno.. Dora è incinta, diventerò
padre.. darò a mio figlio la mia maledizione, gli sto
solamente rovinando la
vita, al bimbo e chissà che ripercussioni potrebbe avere su
Dora portare una
creatura come me nel grembo per nove mesi. Mi alzo di scatto e esco
rapidamente
dall’appartamento, Dora dorme beata, e io esco risoluto con
una copia della
gazzetta del profeta del giorno in mano, ho un’idea malsana
in testa, un’idea
che però sembra sempre più allettante, mi
smaterializzo a grimmould place e
quando riesco sono ancora più arrabbiato.. no non sono
arrabbiato.. sono innervosito,
incredulo. Che cosa devo fare? Non torno all’appartamento e
me ne vado a zonzo
per Londra Babbana fino
a quando non mi
perdo nella periferia un Patrono argentato dalla forma indefinita mi
gironzola
addosso, non dice nulla, ma so che è il Patrono di Dora,
così annuisco e mi
smaterializzo a casa.
Cielo, non credevo
che essere incinte fosse così complicato, ho dolore a tutta
la schiena,
perennemente, e non ho niente da fare tutto il giorno, Remus continua
ad essere
estenuante tra la sua idea che sto sbagliando a tenere il piccolo, e
l’essere
iperprotettivo con entrambi, sia me che il piccolo, soprattutto per il
piccolo\a. Ormai la pancia inizia ad essere abbastanza grande e
scomoda, già
sono goffa di mio, nel pomeriggio ho la visita dall’ecografo
al San Mungo, ma
Remus non mi accompagnerà, troppo rischioso, e nemmeno mia
madre può venire,
mio padre poi è in fuga e la cosa non fa che preoccupare da
morire mia madre e
me. Così ci vado da sola, col Nottetempo, non potevo di
certo smaterializzarmi,
col rischio di far del male al bimbo.
Dora oggi ha una
visita dall’ecografo – ok, ammetto di essere un
filino geloso dell’ecografo –
quindi per passare il tempo, cercando di non pensare alle conseguenze
negative,
vado a fare un salto a casa dei suoi di Dora, sua madre mi ha chiesto
di
andarla a trovare perché mi doveva parlare di una cosa
importante e di tacere
con Dora. Non nascondo che sono abbastanza preoccupato, ma appena Dora
esce di
casa, mi smaterializzo da Andromeda: era un pezzo che non la vedevo, e
la trovo
molto più magra e trascurata dell’ultima volta, la
somiglianza con sua sorella
adesso è incredibile, mi viene incontro e mi fa sedere
vicino a lei, su una
panchina vicino all’entrata, quando le chiedo
cos’è successo, scoppia a
piangere, e forse non serve altro, l’abbraccio forte
sentendomi per la prima
volta molto più vicino a lei di quando non fossi mai stato.
________
Ehi
Son tornata!
spero che questo nuovo capitoletto vi sia piaciuto^^
a presto con il prossimo e ultimo :D
un bacio,
MissD ^-^