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Autore: sayuri_88    01/05/2011    5 recensioni
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ciao! Come promesso ho fatto il prima possibile, ci sarà anche un terzo capitolo, l’ultimo, spero che questo vi piaccia, personalmente pensavo sarebbe stato più facile alcune parti le ho trovate difficili da scrivere e quando le leggo mi sembrano suonare male…. Ma lascio al vostro giudizio.
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“ Gli anni passarono per entrambi, come passarono le prime uscite tra amici, le prime cotte, i primi baci, le prime esperienze, le prime vacanze senza genitori…
Otto anni, ed entrambi erano andati avanti con la loro vita, senza però dimenticare quel giorno e quel tramonto.
Bella ancora conservava il foulard di quel bambino, ne aveva scordato il nome e i tratti ma non aveva mai scordato quei suoi capelli rossi e quegli occhi verdi che tanto le ricordavano il tramonto, su un prato,lo indossa durante le gare o lo tiene nella borsa al sicuro,  e anche Edward conservava quel piccolo elastico, è sempre al suo polso, non lo toglie mai è il suo portafortuna, anche lui ha un vago ricordo delle fattezze della bambina, aveva un nome che era troppo lungo e lo abbreviava in qualche modo ma non ha mai dimenticato i suoi occhi, marroni come il cioccolato fondente.
Nessuno dei due, dopo quell’estate, era più tornato là. Ma si sa la vita è imprevedibile, riserva molte sorprese ed è proprio nell’estate dei loro diciassette anni che le loro strade tornano a incrociarsi, lì dove tutto è iniziato….







Bella scende le scale correndo e quando arriva agli ultimi gradini, inciampa e solo grazie al suo adorato fratellone che fortunatamente passava vicino alle scale l’ha presa al volo prima che non finisce con la faccia a terra.
 
- buon giorno sorellina, so di essere irresistibile ma trattieni il tuo entusiasmo - tuona il vocine di Emmet che ancora con la sorella in braccia si dirige verso la cucina dove la madre, Reneè sta preparando la colazione.
 
- certo Emmet il tuo fascino colpisce già di prima mattina che dallo spavento sono rotolata giù come una pera cotta -
Dopo averla fatta sedere su uno sgabello, inizia a farle il solletico - ah si?…. Ripetilo se hai il coraggio mostriciattolo -
- ahio! Basta Emm, tanto non mi rimangio quello che ho detto - prendendolo come un invito a continuare Emmet inizia a farle il solletico, Bella si contorce cercando di sfuggire alla presa del fratello, ma è un vero e proprio colosso è impossibile sfuggirgli.
 
 - ahahah… b…basta, ahhhahaha, ok,ok …. Hai vinto. Sei bellissimo, il tuo fascino è irresistibile - soddisfatto, si siede sullo sgabello di fianco a quello della sorella.
- ora basta bambinoni la colazione è pronta! - una Reneè emozionata sorride ai suoi figli che con malcelata preoccupazione osservano il piatto di pancake che ha in mano.
- beh… che sono quelle facce? -
- oh niente, ma hai cucinato tu? - chiede cauto Emmet, sa molto bene come sono le doti della madre in cucina.
- un po' di fiducia ragazzi! - Reneè sa benissimo di non essere una cuoca da ristorante a cinque stelle, ha dovuto portare più di una volta suo marito Charlie all’ospedale per una lavanda gastrica.
- questa volta ho seguito le indicazioni alla lettera, non un grammo di più né uno di meno. Giuro - conclude portando una mano sul cuore.
- o…ok - dice incerto Emmet guardando la sorella, preoccupata quanto lui.  
Tutta contenta Reneè posiziona il piatto al centro della tavola e aspetta che uno dei suoi figli li dia il piatto.
Bella è nel panico, le vacanze sono appena iniziate e non vuole rovinarle passandone la metà a letto a contorcersi a causa dei crampi allo stomaco.
In cucina regna il silenzio che presto è rotto da Emmet.
 
- forza Bella assaggiane uno - dice facendola sussultare
- ma no, Emmet assaggia tu, avrai sicuramente fame -
- insisto, prima le donne, sbaglio o sei tu quella che si lamenta che più nessuno conosce la cavalleria? - dice Emmet, sperando di salvarsi, Bella è la sua sorellina e le vuole un mondo di bene ma ha troppa paura della cucina di sua madre.
 
- sono io che insisto, sei il fratello maggiore, hai la precedenza - e detto questo Bella porge il piatto del fratello alla madre che tutta sorridente, prende un pancake e lo mette nel piatto, per poi sedersi e guardare con occhi scintillanti il figlio primogenito.
 
Emmet deglutisce a vuoto, guarda alla sua destra, dove la sorella lo guarda divertita e la fulmina con lo sguardo. Gliela avrebbe fatta pagare, poco ma sicuro.
 
Prende la forchetta e coltello e ne inizia a tagliare una piccola porzione, la in forchetta e la alza a livello degli occhi sottoponendolo a un esame dettagliato. Il colore è normale, l’odore sembra buono, non è duro, in definitiva sembra essere mangiabile.
 
Bella a stento riesce a trattenere le risate, vedere un ragazzo di 1,90, tutto muscoli, intimorito da un pezzetto di pancake, è uno spettacolo da non perdere.
 
Porta il pezzetto alla bocca e lentamente lo mastica, la sua espressione da dubbiosa e intimidita diventa sorpresa e un gran sorriso increspa le labbra. Invogliata dalla reazione del figlio Reneè inizia a saltellare sullo sgabello.
 
- allora? - chiede con trepidazione mentre Bella guarda il fratello con attenzione cercando di non perdere nessuna espressione facciale.
- è buono! - dice con espressione sorpresa per poi girarsi verso la sorella che lo guarda scettica - no davvero Bella, assaggia non sembra che l’abbia cucinato lei -
- EHI! - scatta una Reneè indignata
- che c’è? è vero! - dice cercando di giustificarsi
 
Incoraggiata dalla reazione del fratello anche Bella si serve un pancake e dopo un primo momento di incertezza lo assaggia dando subito ragione al giudizio del fratello. Quei pancake sono mangiabili.
 
- buon giorno famiglia! - esordisce Charlie Swan allegro e felice di vedere tutta la sua famiglia la tavolo a mangiare.
- giorno papa! - esclamano Emmet e Bella contemporaneamente.
- Emmet non parlare con la bocca piena! - lo rimprovera Reneè amorevolmente, 18 anni che lo ripete e lui non le ha mai dato retta.
- tesoro assaggia i miei pancake - Charlie sbianca, ricorda bene gli esperimenti culinari della moglie. Bella leggendo la sua preoccupazione lo tranquillizza mostrandogli i loro piatti con i pancake mangiati a metà.
 
Per il resto la colazione passa tranquilla e presto i membri della famiglia si dedicano ai loro impegni personali.
 
 
Dopo otto anni erano tornati a passare le vacanze in quel paesino del Kentucky e niente sembra cambiato, lo stesso bar, lo stesso ristorante, l’unico cambiamento è stato il pub che è stato aperto circa tre anni prima e dove tutti i giovani si ritrovano il venerdì sera a ballare e a divertirsi.
Ed è durante uno di quei venerdì sera che i Emmet e Bella conoscono Alice Cullen e i gemelli Hale, Jasper, il fidanzato di Alice, e Rosalie, che come loro erano soliti passare le loro vacanze proprio qui.
E’ proprio da loro che Bella si sta recando in questo momento, vestita con semplici jeans chiari, stivaletti marroni e una maglietta bianca larga tenuta ferma da una cintura rossa sulla vita. Non ha mai perso l’abitudine di indossare qualcosa di rosso, non sarebbe una bella giornata altrimenti.
Deve trovarsi con Alice che l’aveva chiamata la sera precedente tutta emozionata per comunicarle una notizia strepitosa e che quindi il giorno dopo sarebbe dovuta andare da lei appena sveglia.
 
- BELLA! - è l’urlo dell’amica che la accoglie appena entra dal cancelletto. Alice aspetta la ragazza sull’uscio della porta, è felicissima di rivedere la sua amica, anche se è da poco più di una settimana che si conoscono, si sente molto legata a quella ragazza dolce e gentile, e anche al colosso di suo fratello.
Chissà se è con lui che deve uscire Rose oggi…
 
- ciao Alice! - anche Bella come Alice si sente molto legata a quel tornado formato mignon.
- oh Bella! ho una notizia fantastica, vieni entra - e prendendo per mano Bella corre in salotto dove la dolce signora Cullen sta sistemando alcune cosa.
- buon giorno signora Cullen -
- oh buon giorno cara, ma per favore chiamami Esme, mi fai sentire così vecchia - dice avvicinandosi e lasciandole un affettuoso bacio sulla guancia prima di andare in cucina.
- Bella hai già fatto colazione o vuoi unirti a noi? -
- no grazie Sign…Esme ho già mangiato -
Alice ruba una fetta di pane con burro e marmellata e incitando Bella di seguirla, con le urla di Esme alle spalle, si chiudono in camera di Alice per poi lanciarsi sul letto.
 
- allora qual è questa bella notizia? -
Alice tutta eccitata inizia a saltare sul letto e a lanciare urletti di gioia, finalmente potrà farli incontrare, è da quando conosce Bella che vuole farli mettere insieme, sarebbero perfetti come coppia.
 
- tieniti forte, hai presente il cugino che ho in Michigan? - annuisce, Bella lo sa bene, è dalla sera in cui si sono incontrate che non fa che parlarle di lui, di quanto è carino, simpatico, gentile e romantico, più di una volta le è sorto il dubbio che cercasse di accasarla con lui, ma ora come ora, nella sua mente c’è solo Devon.
 
Poco prima della fine della scuola le aveva chiesto di uscire e lei tutta felice aveva accettato, era da mesi che aveva una cotta per lui e finalmente l’aveva notata! Erano usciti una sera e a quella ne era seguita un’altra e un’altra ancora ora erano ufficialmente insieme da un mese e lei non poteva essere più felice.
Lo sentiva spesso, non tutti i giorni, non voleva essere come quelle coppiette pucci- pucci che tanto odiava.
- arriva lunedì!! E si fermerà per una settimana! - dice Alice esultante
- sono felice per te Alice, da quello che mi ha detto deve essere un tipo simpatico -
- certo vedrai ti piacerà! - e mollerai quel Drevor, Crevor o quello che è pensò Alice, Bella e Edward sarebbero bellissimi insieme.
 
Il resto della mattinata lo passarono a parlare dell’arrivo del fantastico cugino, dell’ambigua situazione creatasi tra Rose ed Emmet e ad aiutare Esme a preparare il pranzo, riducendo la cucina peggio di un campo di battaglia.
 
 
La settimana era passata e ne iniziava una nuova. Lunedì, Bella non ha visto ne sentito Alice, troppo impegnata col cugino e la fissazione di quest’ultima di farli mettere insieme sembra triplicata , la sera ricevette una sua chiamata e, sotto velata minaccia, le ha fatto promettere di andare da loro il mercoledì e di fermarsi a pranzo per conoscere il fantomatico cugino e anche se non l’ha confessato ormai è curiosa di conoscere questo ragazzo di cui Alice gli ha riempito la testa.
 
E’ martedì e Bella durante una delle sue passeggiate per i boschi ripensa alle novità che hanno portato queste vacanze. Emmet ormai si vede ogni giorno con Rose, sono così belli insieme, sono l’esempio che le favole esistono e si possono avverare e spera che la loro storia possa continuare anche dopo la fine di queste vacanze, ancora questa settimana e poi se ne andranno, hanno i loro numeri e tutti i contatti, ma la distanza è tanta.
 
E’ il tramonto quando decide di tornare a casa. Bella è ferma in mezzo a un campo a guardare il tramonto, uno spettacolo stupendo e la sua mente corre a quel giorno di otto anni prima, quando incontrò il suo principe, è passato tanto tempo ma ancora lo considera tale, l’aveva salvata e non era quello che facevano i principi?
 
Il telefono inizia a suonare e appena accetta la chiamata, la voce preoccupata e leggermente arrabbiata della madre, le intima di tornare subito a casa. Bella guarda l’orologio che segna le 18.30, sua madre ha tutte le ragioni per arrabbiarsi è via dalle 8.00 di mattina.
 
 
 Scatta verso casa correndo a rotta di collo e arrivata alla fine del campo, s’immette nel sentiero che riporta a casa sua. La sua risata risuona nell’aria, il vento che le colpisce il volto e fa danzare i suoi capelli in un ballo frenetico, è felice, si sente libera.
 
Ma non può certo smentirsi e, infatti, dopo alcuni metri inciampa su un sasso che sporge da terra e si ritrova con la faccia a terra.
 
- Ahio! Che botta - sussurra con i gomiti e le ginocchia che le fanno male, si mette seduta per esaminare i danni e fortunatamente non è nulla di tanto grave, i gomiti sono un po' sbucciati, ma non esce sangue e anche il ginocchio destro ha qualche piccolo taglio ma almeno la faccia l’ha salvata, pensa Bella, quello si che avrebbe fatto male.
 
Nello stesso momento una moto da cross bianca si sta avvicinando dalla parte opposta. Il conducente ha osservato tutta la scena, la ragazza che esce dal campo, che inizia corre e poi inciampare rovinosamente, preoccupato, accelera per poi rallentare appena è a pochi metri.
L’episodio gli è familiare, ricorda una bambina con un vestito rosso e dagli occhi del cioccolato fondente, seduta a terra che piange per la caduta.
Scende e a passo svelto copre i pochi metri che li dividono per poi inginocchiarsi vicino a lei e ricordatosi che ancora indossa il casco lo toglie e lo poggia a terra.
 
- tutto bene? Ti sei fatta male? - chiede il ragazzo
 
Ed ora senza l’intoppo del casco può osservare meglio la ragazza, che ha un non so che di familiare, sensazione che gli è confermata appena la ragazza alza gli occhi e lui si specchia in due occhi di cioccolato spalancati dallo stupore, quegli occhi che nonostante li avesse visti solo una volta non li ha mai dimenticati.
 

- comunque io sono Isabella, ma è troppo lungo e tutti i bimbi sbagliano a dirlo, quindi chiamami… -

 
- Bella? - anche se n’è certo non può evitare di chiedere una conferma.
 
Un rumore di un motore che rallenta per poi fermarsi attira la sua attenzione ed appena alza gli occhi vede un motociclista avvicinarsi e quando questo si abbassa toglie si il casco rivelando una chioma rossa, con dei riflessi bronzei, e due occhi verdi come un prato, estremamente familiari per Bella.
 

- io sono Edward -

- posso chiamarti … -

 
- Eddy ? - sussurra provocando l’ilarità del ragazzo, ancora adesso Alice lo chiama così e ogni volta si spazientisce ma quello stupido nomignolo detto da lei le piace.
 

- ok… -

 
Con un sorriso sghembo, che mozza il fiato a Bella e le fa accelerare i battiti del cuore Edward la afferra per mano per aiutarla ad alzarsi e lei fissa il suo sguardo in quello di lui ancora stupida ed emozionata di averlo rivisto dopo tutti questi anni.
Sia Bella che Edward si osservano in silenzio, entrambi non possono negare che il tempo ha fatto un ottimo lavoro sull’altro, Edward è diventato un ragazzo alto, ha un fisico slanciato e muscoloso ma non massiccio. Il suo viso ha lineamenti dritti e regolari ed è incorniciato da capelli rossicci mossi e un paio di occhi verdi che farebbero cadere ogni ragazza.
Bella è magra e non molto alta rispetto a lui,ha una carnagione molto chiara, il suo viso è a forma di cuore, ha una fronte ampia, occhi grandi e ben distanziati, zigomi prominenti, naso sottile, le sue labbra sono leggermente sproporzionate, un po' troppo piene per la linea della mascella, ma nonostante questo piccolo difetto, Edward la trova bellissima.
 
- non sei più venuto, perché? - dice con voce flebile Bella a un Edward che inizialmente la guarda interrogativo non capendo la domanda, ma appena capisce sorride dolcemente.
- mio padre aveva ricevuto una chiamata quella mattina e siamo ripartiti nel pomeriggio -
- ah - è l’unica risposta che riesce a dare, il suo cervello non riesce a pensare a nulla. Quanto aveva desiderato rincontrarlo e parlargli ed ora a fatica emetteva un monosillabo.
- stavi tornando a casa? -
- si, mia madre mi ha già minacciato di mille torture se non arrivo entro le sette - dice Bella ridacchiando, seguita da lui.
- allora ti accompagno, con la moto facciamo prima - e solo allora vede il mezzo e non può che rimanere ancora più stupita. La moto è bianca! Come la bici! E come il cavallo bianco del principe!
- forza sali - la esorta lui sorridente.
- grazie - e gli sorride timidamente.
Edward sale sulla moto e la guarda salire e indossare il casco che indossava lui prima.
 

- a me piace il rosso, è il mio colore preferito -

 
- vedo che il rosso ti piace ancora - Bella indossa una maglietta bianca e un paio di pantaloncini rossi, che mostrano le sue gambe sottili ma toniche, un paio di scarponi beige con strisce rosse.
- si - dice ridendo - è ancora il mio colore preferito - Bella non lo può vedere l’enorme sorriso sul volto di Edward.
I due si salutarono davanti alla casa di Bella purtroppo l’indomani mattina non si sarebbero potuti vedere perché avevano entrambi un pranzo a cui partecipare, ma si diedero appuntamento nel pomeriggio,
Entrambi la sera si coricano a letto desiderosi che la notte passi in fretta e che arrivassero presto le tre di pomeriggio del giorno dopo per potersi rivedere.
Bella spera che Alice non se la prenda se non si fermerà a conoscere meglio il suo cugino. Inconsapevolmente Edward nello stesso momento fa il medesimo pensiero, spera che Alice non si arrabbi se scappa subito dopo il pranzo senza conoscere meglio la sua fantomatica amica che ha conosciuto in queste vacanze.
 
Il giorno dopo a mezzogiorno Edward, Alice e i gemelli Hale stanno aspettando l’arrivo dei fratelli Swan che puntuali suonano al cancello a mezzo giorno e mezzo con una torta di mele appena sfornata.
 
Quando Alice presenta Bella a Edward nessuno dei due riesce a credere ai suoi occhi, le persone di cui avevano sentito tanto parlare da Alice erano loro e dopo un primo momento di imbarazzo, non sfuggito all’occhio indagatore di Alice si siedono a tavola e passano il resto del pranzo a ridere e scherzare.
In un momento di pausa Alice e Rose prendono in disparte Bella e le fanno confessare il motivo dell’imbarazzo iniziale. La ragazza non può che confessare tutto, il loro primo incontro da bambini e anche quello del giorno prima e l’incontro che avrebbero dovuto avere nel pomeriggio.
Le due ragazze sono entusiaste sono sempre più convinte che Bella ed Edward farebbero una bella coppia anche se Bella si ostina con Devon.
 
Il pomeriggio aiuta i due ragazzi a conoscersi, s’isolano spesso dalla conversazione principale per parlare tra loro degli anni passati, dei loro amici delle loro vacanze e a Bella non sfugge il lampo di tristezza che passa negli occhi del ragazzo quando gli parla di Devon, ma è solo un attimo tanto che inizia a credere di esserselo sognato.
 
Il resto della settimana Bella e Edward passano molto tempo insieme, ridono , scherzano e grazie  a lui scopre posti nuovi, la loro amicizia stava crescendo e consolidando per la felicità di entrambi. Entrambi traevano piacere nelle loro camminate e nella compagnia dell’altro, si sentivano sereni, al sicuro e felici, momenti che però sembravano infrangersi quando Bella riceveva le chiamate di Devon. Edward non ne capiva il motivo ma quelle chiamate lo infastidivano.
 
Troppo presto arriva la fine della settimana e Alice per salutare la sua nuova amica e suo fratello Emmet, organizza una festa per salutarla come si deve. Il sabato sera si ritrovano tutti a casa Cullen, anche i genitori di Bella vi partecipano, anche loro ormai avevano legato molto con i Cullen e presto anche con i Maser, i genitori di Edward.
 
La sera stava filando liscia, entrambi erano un po' tristi per la separazione, si erano scambiati le mail, i numeri di telefono i diversi contatti con la promessa di sentirsi spesso, ma quando entrambi si ritrovano da soli in giardino a guardare le stelle, Emmet e Rose si erano appartati come anche Alice e Jasper, abbracciati per darsi calore a vicenda, quando il volto di Edward si avvicina pericolosamente a quello di Bella. E’ spaesata dal gesto, sa  quello che sta per succedere, la vuole baciare, Edward lo desiderava fare da tutta la sera, quando l’aveva vista arrivare in quel vestito blu notte senza spalline e il cinturone rosso sotto il seno, evidenziandolo maggiormente, e le ballerine dello stesso colore. Aveva pensato che fosse bellissima e lo pensa anche ora che ha il suo viso a pochi centimetri.
Sa che lei è già impegnata e non è nel suo carattere fare quello che sta facendo, ma Bella è Bella.
Lei si scosta leggermente guardandolo interrogativa.
 
- che stai facendo? -
- io ti sto baciando -
- Edward noi due siamo solo amici - ridacchia nervosamente
- si, era solo un bacio amichevole - Bella non sa che fare, come comportarsi
- credo che tu abbia bevuto troppo a tavola - dice Bella cercando di alleggerire la tensione che si è creata, Edward apre la bocca per rispondere, per dirle che non è vero, che è lucidissimo ma viene interrotto della madre di Bella, l’avvisa che stanno andando.
Lei si alza, aiutando anche l’amico che imbronciato la segue in silenzio.







 
Il giorno dopo Bella partì, l’episodio della sera precedente fu superato, come se non fosse mai successo, e promise a Edward e ad Alice di farsi sentire spesso.
Si sentivano quasi tutti i gironi e nei restanti due mesi di vacanze si videro ancora, Alice venne spesso a trovarla, vivevano anche loro nel Kentucky, ma più a nord rispetto a dove abitava Bella, e lo stesso Edward, quando poteva anche lei cercava di ricambiare le visite, difficile era andare da Edward, viveva in un altro stato e Bella non aveva abbastanza soldi per andarlo a trovare quando voleva. Ed è proprio in una di queste visite che Alice la informò della decisione dei genitori, di accettare la proposta di lavoro nell’ospedale della città di Bella, i Signori Cullen erano, infatti, due dottori.
I mesi passarono e con l’inizio della scuola, Alice si trasferì e insieme a Bella iniziò a frequentare il quarto anno di scuola.
Ma si sa quando un anno finisce ne incomincia uno nuovo e nessuno sa che cosa ci può riservare, neanche Bella lo sapeva, ma lo scopri presto….
 
 



   
 
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