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Autore: sayuri_88    30/04/2011    7 recensioni
C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Hola! non mi piace scrivere su Edward e Bella non perchè non mi piacciono, anzi.... ma sono una coppia così bella così come sono che non voglio storpiarli, ma questa storia mi è venuta così, ho letto l'annuncio di un contest dove si doveva basare la storia su un colore e mi è venuta in mente questa cosa.... spero che non faccia schifo, nel caso vi ricordo che non si gioca con il cibo e che quindi evitate di lanciarmi pomodori o uova o quello che vi viene in mente... ihihihi. Ora vi lascio alla storia, spero di ricevere qualche vostro commento.
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" C’era una volta una bambina tanto vivace quanto sbadata, correva sempre anche per andare da una stanza all’altra, i genitori non sapevano come farla stare ferma soprattutto perché aveva la tendenza a sbattere contro oggetti fermi e inciampare sui suoi stessi piedini ed erano preoccupati che potesse farsi molto male, ma la amavano tanto e quando la vedevano a terra a piangere per l’ennesima caduta la rassicuravano e le davano un bacino sulla bua per fargliela passare e la piccolina rassicurata tornava felice a saltellare per la casa o il giardino mentre i genitori amorevoli, aspettavano la successiva caduta.
In un girono di fine giugno correva nei campi col suo fratellone, quando….

 
 
 
 
 
 
- forza Bella corri! -
- arrivo! - e Bella corre ma è così piccola, poco più di 7 anni e si perde in mezzo a quel campo dove l’erba è poco alta di lei.
- Emmet dove sei? - urla al vento sperando di veder comparire il suo compagno di giochi
- sono qui! - e il vento trasporta la flebile voce infantile di un bambino, spensierato come la sua risata cristallina che risuona nel grande campo, che per Bella sembra infinito.
 
Il cielo si sta tingendo di arancione e rosso, i contorni delle colline si stagliano netti all’orizzonte. La piccola Bella si ferma a osservare il magnifico spettacolo che si sta svolgendo davanti ai suoi occhi.
Ha sempre adorato i tramonti, le trasmettono qualcosa di magico, la fanno sentire come in una favola, dove tutto può succedere.
Immagina di incontrare il suo principe che su un cavallo bianco arriva a soccorrerla ed insieme cavalcano verso l’orizzonte dove ad accoglierli trovano quei colori dolci e caldi, fatine e folletti e il loro castello in cui vivranno felici e contenti .
 
Il rosso è sempre stato il suo colore preferito, è il colore delle fragole di cui va tanto  ghiotta, è il colore del fuoco acceso nel camino, è il colore di quella coperta che tanto ama e con cui senza non può dormire.
E’ calore, è affetto, è protezione.
 
Bella ama il rosso, non manca mai di indossare qualcosa di quel colore, che sia una forcina, che siano le calze o il vestitino con gli stivaletti come quelli che indossa oggi.
 
Un urlo lontano la distoglie dai suoi pensieri, si deve sbrigare o la mamma si preoccuperà.
Un ultimo sguardo allo spettacolo di quel magnifico tramonto e corre verso la stradina che passa in mezzo ai campi.
I suoi piedini scalpitano sul sentiero ma un sasso traditore che spunta dal terreno la fa cadere rovinosamente a terra.
Il vestito si è riempito di polvere e quel rosso tanto acceso che ama è coperto da macchie marroni e verdastre, come il suo musetto e le manine che riportano piccoli graffietti segno della caduta. La piccola Bella cerca di alzarsi ma un dolore al ginocchio destro le provoca un lamento di dolore, facendola ricadere a terra, e quindi si siede e finalmente può vedere la sbucciatura che le fa tanto male. E’ rossa, come il colore che tanto ama, ma quel rosso non le piace.
 
Gli occhi iniziano a diventare lucidi e presto grossi goccioloni salati scendono sulle sue gote solitamente pallide ma ora rosse per l’emozione appena provata, lasciando scie evidenti sulla pelle sporca di terra e piange, prima piccoli singhiozzi trattenuti poi sempre più forti e sono proprio questi ad attirare l’attenzione di un piccolo bambino su una bicicletta bianca che come Bella si sta avviando sulla strada di ritorno per tornare a casa.
 
Il bambino come Bella ha poco più di 7 anni e guardava il tramonto con tristezza, il tramonto voleva dire che un’altra giornata è finita e il tempo dei giochi è passato, sarebbe tornato solo il giorno dopo. Se fosse per lui, toglierebbe la notte per giocare tutto il giorno ininterrottamente.
Ha appena lasciato la sua cuginetta Alice e i due gemelli Rose e Jazz e in sella alla sua bici bianca, che i genitori gli avevano preso per il compleanno, pedala a tutta velocità, immaginando di essere un pilota di moto del gran premio, verso casa.
Ha da poco superato una casa bianca, dove un bambino sta aiutando la mamma a sistemare i piatti per la cena all’aperto e dove un uomo sta preparando della carne su una griglia. Il piccolo annusa l’aria, un profumo buonissimo entra dalle narici e il suo stomaco brontola, protestando per avere un po' anche lui.
Chissà la mamma che ha preparato?
Ed è ancora perso nei suoi pensieri, occupati da torte giganti ricoperte di cioccolato, tanto gelato, sempre al cioccolato, pasticcini e altri dolci, quando un pianto disperato attira la sua attenzione.
 
Una bambina è seduta in mezzo a strada con le mani chiuse a pugnetto davanti agli occhi e piange.
Preoccupato si avvicina lascia la bici a terra e le si avvicina inginocchiandosi di fronte a lei. La piccola indossa un vestitino rosso come gli stivaletti, è tutta piena di terra, le spalle si alzano e si abbassano a ritmo dei suoi singhiozzi. Al bambino si stringe il cuore a quella scena, sembra la sua cuginetta quando le ruba le bambole.
 
- tutto bene? - sussurra alla bambina che appena sente la voce alza il capo e toglie i pugnetti per vedere che c’è. Il bimbo rimane incantato a vedere la bambina, forse della sua stessa età, che lo guarda con due occhioni sbarrati marroni, come il cioccolato fondente che gli piace tanto.
 
La bambina rimane a fissare il bimbo inginocchiato di fronte a lei, con addosso una sgualcita salopette di jeans, e la prima cosa che la colpisce sono i capelli senza un ordine preciso, rossi quasi bronzei, non aveva mai visto un bambino con i capelli rossi, e poi quegli occhi verdi come il campo in cui è appena stata, e le piccole lentiggini sulle guance.
 
Sembra un tramonto.
 
- tutto bene? Ti sei fatta male? - chiede ancora il bambino, sempre più preoccupato dal silenzio della bambina.
- m...mi sono f…fatta la bua - mugugna la piccola e il bambino le sorride e le accarezza i soffici capelli marroni, come i suoi occhi, dolcemente per  rassicurarla.
- dove ti sei fatta la bua? - e la piccola scota leggermente il vestitino per farle vedere il ginocchio sbucciato.
- oh ma non è niente passerà presto - cerca di calmarla ma la bimba non vuole smettere di singhiozzare.
- ma fa male - dice imbronciata e il bimbo intenerito cerca di trovare una soluzione, non vuole vedere quella bimba triste. Un pensiero gli illumina il viso.
- sai la mia mamma ha un metodo infallibile per far passare la bua - e le bacia il ginocchio ferito e dopo aver preso un foulard dalla tasca, glielo lega sopra.
- ecco fatto, ora vedrai che la bua passa -
Soddisfatto del suo lavoro le labbra del piccolo si aprono in un grande sorriso che  mette in mostra la mancanza di uno dei denti davanti.
Quando sorride, la piccola arrossisce, facendo sembrare le sue guance due piccole ciliegie.
 
Il bambino la afferra per mano per aiutarla ad alzarsi e lei fissa il suo sguardo in quello di lui.
 
- sei rosso - esordisce dopo alcuni minuti di silenzio la bimba, certo lei non voleva offenderlo, la sua era solo una piccola constatazione e poi lei amava il rosso.
Il piccolo però non sembra prenderla bene e s’imbroncia.
 
- che c’è? Stai bene? - chiede la bimba preoccupata per il suo cambio d’umore.
- niente… è che… beh prendimi pure in giro - borbotta sconsolato.
 
Bella non sa che dire, perché dovrebbe prenderlo in giro?
- perché? - chiede con voce ingenua, il ragazzo la guarda di sottecchi, l’espressione spaesata e interrogativa.
 
- beh per i capelli e le lentiggini - si giustifica, tranne sua cugina e i suoi due amici tutti lo prendono in giro per le sue caratteristiche.
La piccola sorride e alza una mano verso il volto di lui, la fa passare tra i suoi capelli sbarazzini, sono soffici e bellissimi sotto i riflessi del tramonto.
 
- a me piace il rosso, è il mio colore preferito - il piccolo a quelle parole si apre in un sorriso ancora più grande di quello di prima, felice per la rivelazione della bambina, mentre le guance di Bella tornano a imporporarsi.
 
- vieni ti accompagno a casa i tuoi saranno preoccupati - esordisce il bambino continuando a tenerla per mano, quel contatto gli piace, anche se è diverso da quello con Alice o i gemelli, è ancora più bello.
Alza la bici da terra e sale invitando la piccola a imitarlo. Bella, non può non notare il colore della bici, bianca come il colore del cavallo bianco del suo principe. Ha sempre sognato che il principe sarebbe arrivato nel momento del bisogno, fino a quel momento pensava fosse il suo fratellone, il suo principe ma questo bambino è apparso come dal nulla proprio quando ne aveva bisogno e su una bici bianca.
 
- forza sali - la esorta lui sorridente.
 
Dopo avergli indicato la direzione, si siede sul seggiolino aggrappandosi con le manine alla maglietta di lui, mentre il bimbo inizia a pedalare rimanendo in piedi, in equilibrio.
Arrivati, il bimbo la aiuta a scendere.
 
- Tieni - dice porgendoli un elastico, immancabilmente rosso - grazie per avermi aiutato… - la mamma gli ha sempre detto che bisogna ringraziare quando qualcuno ti aiuta e lei è una brava bimba, ha sempre seguito i suoi insegnamenti.
- di niente - Edward lo prende e la ringrazia felice di avere qualcosa di suo.
 
Ma la mamma, le aveva anche insegnano che bisogna presentarsi e loro non lo avevano ancora fatto - comunque io sono Isabella, ma è troppo lungo e tutti i bimbi sbagliano a dirlo, quindi chiamami Bella -
- io sono Edward - era un nome da vecchi, il nonno di Bella si chiamava Edward.
- posso chiamarti Eddy? - il bimbo al nomignolo storse il naso, la sua cucinetta lo chiamava sempre così e a lui non piaceva, per questo le rubava sempre le bambole. Ma senza capire il perché e forse contagiato dal sorriso di Bella, si ritrova a rispondere con un sì.
Con quel sorriso potrebbe convincerlo a fare di tutto.
 
- Bella, tesoro! - una voce femminile attira la loro attenzione.
- devo andare - dice Bella con voce bassa e triste, non vuole separarsi da suo nuovo amico, forse ha trovato il suo principe.
- beh ci vediamo domani ti va? Ti presento i miei amici e la mia cuginetta Alice, è un tornado! - dice Edward sorridente, anche a lui dispiace di doverla lasciare.
- che cos’è un tornado? - chiede Bella non conoscendo la parola. Edward aggrotta la fronte spiazzato dalla domanda.
- beh non lo so ma la zia lo dice sempre - sviando il discorso con un’alzata di spalle.
 
Dopo un secondo richiamo della donna Edward sale sulla sua bici e salutando la sua nuova amica riprende la strada di casa, felice. Adesso può dire che i tramonti gli piacciono, non sono solo la fine di una giornata, ma possono nascondere nuove scoperte.
Bella lo guarda allontanarsi triste di averlo dovuto salutare così presto ma felice per la giornata di domani, potrà rivederlo e conoscere i suoi amici, potrebbe dirlo anche a Emmet, sarebbero grandi amici.
Con questi pensieri apre il cancello e corre verso la sua mamma che l’attende a braccia aperte e dopo un’immancabile caduta si butta tra le sue braccia.
- tesoro che hai fatto al ginocchio? - chiede la madre preoccupata.
- nulla mamma, sono caduta ma il mio principe mi ha salvato - la mamma la guarda sorpresa per poi sorriderle materna.
La sua piccola è così romantica.
- ma non ero io il tuo principe? - esordisce un Emmet imbronciato provocando l’ilarità della sorellina e della mamma.
- mi spiace ma tu eri il laccetto, il vero principe ha il cavallo bianco e quello che mi ha aiutato aveva una bici bianca - dice Bella tutta convinta mentre un Emmet imbronciato si allontana raggiungendo il padre.
 
- laccetto? - chiede la madre non capendo.
- si quello che aiuta il principe - esclama una Bella offesa perché la madre non capisce, visto che era stata lei a spiegarglielo. 
- ah il paggetto! - dice ridacchiando la madre
- e io che ho detto! - sbuffa la piccola prima di scendere dalle braccia della madre e raggiungere il papa.
E la serata passa così tra risate e giochi.
 
 
 
 
Entrambi i bambini poco prima di addormentasi, ripensano ancora una volta al loro incontro addormentandosi con i doni dell’altro stretti al petto e dormono sognando il loro prossimo incontro.
 
 
 
Quel giorno successe qualcosa che segno la loro esistenza , ma questo loro non lo sapevano. Quando la mattina la piccola Bella si svegliò, ebbe una brutta sorpresa. Edward non si fece vedere, né quel giorno, né i successivi e solo la presenza del suo fratellone riuscì a risollevarle il morale. Bella non dimenticò mai quell’incontro e ancora adesso, dopo otto anni spera ancora di rivederlo...




Chissà se il destino ha in serbo per loro un nuovo incontro.





   
 
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