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Autore: stellabrilla    01/05/2011    1 recensioni
Versione riveduta e corretta di una mia vecchia FF, ambientata all'inizio della IV serie.
Gibbs/Tony centrica.
Una missione sotto copertura coinvolgerà i nostri due agenti, e li vedrà protagonisti di un'avventura dai risvolti inaspettati. Assieme a personaggi inediti e misteriosi saranno catapultati in un intrigo internazionale. Donne bellissime e crudeli. Spie senza scrupoli. Un pericolo mortale che minaccia il mondo. Questo e molto altro ancora...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Notte fonda, e luna nuova.
Gli uomini erano appostati. Il piano era stato definito nei minimi particolari. Le condizioni ottimali. Ognuno sapeva esattamente cosa fare.
Non c’era nulla che potesse andare storto... Nulla oltre, ovviamente, qualche imprevisto.
Perché la natura umana è imprevedibile, si sa. Eppure a volte è imprevedibile al di la di ciò che si riterrebbe lecito. E questo fu ciò che scoprì a sue spese l’Agente Speciale Dinozzo, quella notte.

Erano nascosti da quasi tre ore in un vecchio stabile abbandonato. Tony rabbrividì e sbadigliò. L’adrenalina che all’inizio lo aveva tenuto sveglio si stava esaurendo. Erano le due del mattino e aveva una fame terribile.
Al suo fianco Ziva era immobile e tranquilla. Come faceva poi... con quel freddo e l’umidità che penetrava fin nelle ossa.
Avevano ricevuto una soffiata tre giorni prima: dei trafficanti di armi avrebbero dovuto incontrarsi lì, quella notte. Una partita sostanziosa. Armi di grosso calibro che lasciavano il paese per finire negli stati Arabi.
Tony si guardò attorno per l’ennesima volta. Niente di anormale, nessuno in vista, neanche il più piccolo movimento. Già da un po’ si stava convincendo che la soffiata era stata uno scherzo di qualcuno con un pessimo senso dell’umorismo. Eppure... Gibbs ci aveva creduto. E il fiuto di Gibbs non sbagliava mai (a meno che non si parlasse di donne, ovviamente).
-Che ore sono?- chiese per l’ennesima volta a Ziva. E per l’ennesima volta lei guardò l’orologio.
-Sono passati dieci minuti esatti da quando me lo hai chiesto l’ultima volta- rispose lei spazientita.
Lui sospirò. -Secondo quello che ha detto l’informatore la consegna avrebbe dovuto avere luogo almeno un’ora fa. E’ ovvio che ormai non si faranno più vivi.-
Ziva si mosse debolmente al suo fianco, era appena una forma nell’oscurità.
-Se ti sei bollito chiedi il permesso a Gibbs di tornare a casa- e gli allungò un walki-talki.
A Tony non sfiorò nemmeno l’idea di prenderlo. -Sì, bell’idea. Così prima mi spara, e poi mi licenzia. E comunque si dice “stufato”, non “bollito”.-
Tornò a scrutare il piazzale sotto l'edificio abbandonato -Mi sto congelando.-
Ziva prese un termos che aveva vicino a se e gli versò un bicchiere di liquido scuro. Tony lo prese e ne bevve un sorso, ma ormai il caffè era quasi freddo.
Passò un’altra mezz’ora e ancora non si vedeva nessuno. Ad un tratto la voce di Gibbs risuonò nei loro auricolari.
-C’è movimento.-
-Si, lo vediamo- rispore Ziva.
Un grosso camion scuro era appena entrato dal cancello dello stabilimento abbandonato. Dietro di esso due macchine e una moto.
Dalla loro postazione, dietro un mucchio di barili metallici, i due agenti dell’Ncis si tesero e impugnarono i fucili. C’erano tre squadre di federali sparpagliate in tutta la zona, per un totale di dodici elementi. Ma Tony si rese conto che sarebbero bastati appena.
Guardò gli uomini scendere dai veicoli. Tre dal camion, sei dalle macchine più il motociclista. Dieci. Tutti pesantemente armati.
Tre degli uomini scesi dalle macchine rimasero in disparte, gli altri tre si avvicinarono a quelli scesi dal camion. Il motociclista si guardava attorno, imbracciando un fucile di grosso calibro, un M16 probabilmente. Tony notò che non si era levato il casco.
Lui e Ziva erano in una posizione sopraelevata rispetto al piazzale dove si stava svolgendo lo scambio. Avevano una visuale ampia e libera per diverse centinaia di metri tutt’intorno.
La voce di Gibbs tornò a risuonare nelle loro teste. -A tutti gli agenti, iniziare la manovra di avvicinamento. Dinozzo, David, voi mantenete la posizione fino al segnale. Ricordate che è essenziale prenderli vivi.-
Appena Gibbs ebbe terminato la frase accaddero molte cose.
Il motociclista mandò un grido di allarme. Gli uomini del camion imbracciarono le armi, quelli delle macchine fecero lo stesso. Solo che cominciarono a sparasi tra di loro! Evidentemente credettero di essere caduti gli uni nella trappola degli altri. In men che non si dica tutti i trafficanti erano a terra. Solo il motociclista non era stato colpito e si mise a correre verso il suo mezzo, che aveva lasciato a una ventina di metri di distanza.
-Capo!- gridò Tony -Il motociclista scappa, ce l’ho sotto tiro.-
-Negativo Tony. Le uscite sono bloccate, non può scappare.- Gli rispose Gibbs.
Ma il motociclista non si dirigeva verso l’uscita. Forse aveva una via di fuga a loro ignota? Non potevano assolutamente permettersi di lasciarlo scappare.
-Non va verso le uscite, Capo. Credo che stia per sfuggirci. Gli sparo alle gomme!-
-Negativo Dinozzo. Troppo rischioso. Ci serve vivo.-
Ancora cinque secondi e sarebbe uscito dalla sua visuale.
-Sta scappando!-
-No, Tony!-
Ma a Tony l’istinto diceva SÌ.
Sparò.
Il colpo centrò in pieno la ruota posteriore della moto facendola sbandare e cadere. Il motociclista fu sbalzato via, ma si alzò in un paio di secondi, tenendosi un braccio.
Un sorrisò si stampò sul viso dell’Agente Speciale Dinozzo, grande da un orecchio all’altro. Stava per dire qualcosa a Ziva quando...
La testa del motociclista esplose.
Volò per aria con tutto il casco, staccandosi dal corpo che stramazzò a terra, esanime.

CONTINUA...
   
 
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