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Autore: DaughterOfPollon    01/05/2011    4 recensioni
- Ricordati che ti ho sempre amato Miryam, sempre - disse respirando a fatica.
- Lo so Luke, ti ho sempre amato anche io - si sorrisero entrambi ma uno dei due sorrisi si spense in un secondo.
Caleb Lacroix non è mio mio personaggio ma di Jishiku che mi ha concesso di utilizzarlo per le mie FF, per cui ne detiene ogni diritto.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La storia infinita.'
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Discreta Compagnia.

POV Miryam.
 
Devi scappare Miryam, scappa. Se vuoi salvarti questa è l’unica cosa che devi fare.
Non fidarti assolutamente di Luke, i tuoi amici ti stanno venendo a salvare.
Distogli l’attenzione da chi ti sta vicino, nel futuro sarà con te.
 
Aprii gli occhi immediatamente, avrei voluto ritrovarmi nel letto di casa mia… ma non fu così.
I miei amici mi stavano vendendo a salvare. Distogli l’attenzione? Con me?.
Cosa significavano quelle parole?
Mi guardai intorno poi posai lo sguardo sulle corde che mi tenevano legata. Sbuffai.
- Hei, bella addormentata – parlò una voce nell’oscurità, mi parve di vedere un sorriso comparire nell’ombra.
- Luke, chiudi il becco – replicai.
Quell’ombra oscura si alzò e si avvicinò a me, iniziai a riconoscerlo in tutti i suoi dettagli. La sua cicatrice sembrava scottare sulla sua guancia, i suoi occhi color cielo anche nell’oscurità erano splendenti.
- Ci siamo svegliati dalla parte sbagliata del letto, eh piccola Miryam? –
- Oh si, mi piace molto questa suite, soprattutto il letto. E non chiamarmi piccola! –
La sua risata riempì la stanza. Non so esattamente dov’ero, ma metteva i brividi.
- La tua compagnia mi fa ridere, sai? – e si sedette su una sedia malconcia.
- Mi hai preso per il tuo clown personale? Se è così vorrei essere pagata –
- Sei in vita… Quale paga migliore, non pensi? – mi guardò alzando un sopracciglio.
- Penso che la paga migliore sia la libertà, Luke –
Di nuovo rise. – Visto? Sei uno spasso –
- Potresti allentare la presa? Le corde mi fanno male – sbuffai e lui fece lo stesso.
Si avvicinò a me e mi levo per un attimo la fune, in quel preciso istante un calcio gli arrivò in faccia. Dovevo scappare.
Presi la spada e gliela puntai al petto, la testa mi girava. Non mi muovevo da mesi e ora mi sentivo come una malata.
Luke fece un sorrisino. – Cara, piccola, Miryam. Sai.. quella spada è appuntita, potresti farti male –
Anche se ero senza forze, il coraggio non mi mancava. Con un colpo di spada gli graffiai il petto. Sembravo Zorro.
Resistette, con un colpo mi sbatté al muro e a sua volta mi puntò la spada al collo.
L’adrenalina in quel momento era a mille, i nostri respiri andavano come fossero coordinati e tutti e due ci guardavamo negl’occhi.
Lui posò la spada e si avvicinò a me, ero come incantata da lui. Il suo naso sfiorava il mio, eravamo un tutt’uno.
Scossi la testa e lo spinsi via, mi misi seduta senza scappare.
- Brava piccola… - e si sedette anche lui pulendosi le scarpe con un coltellino.
Ringhiai ma non feci nulla.
- Perché non mi prendi una coca? –
- Non sono una cameriera Luke, hai le mani e gambe, prendila –
- Troppa fatica – e continuò a giocherellare con le sue scarpe.
Guardai in basso poi alzai lo sguardo. - …Ehm…Dove siamo? –
- In un’isola…- rispose sarcastico come se lo sapessi già.
- Divertente. Già… C’è una coperta? – chiesi guardandomi intorno.
- Si tieni – e mi passò una piumone.
Me lo misi intorno mentre congelavo, l’umidità era troppa in quella specie di grotta e i miei capelli stavano soffrendo.
Si era estate, ma li il freddo faceva parte della mia vita quotidiana.
Luke mi fissava, era stanco ma continuava a fissarmi.
- Che cosa vuoi? –
- Hai freddo…vuoi…un abbraccio? –
- Da Winnie The Pooh? Oh si, mi piacerebbe molto –
Luke alzò gli occhi al cielo e si avvicinò a me, mi accarezzò i capelli come fossero soffici fili d’erba ma gli scansai la mano e mi girai stendendomi sul mio “letto” e mi addormentai di nuovo.
Luke mentre dormivo mi legò le mani per accertarsi che non sarei scappata, e preso dal sonno si addormentò anche lui sulla sua sedia.
 
Non ti libererai mai di me mia cara Miryam, muhahaha!
 
Intanto nel campo mezzosangue.
 
- Percy, smettila dai! – urlò Alexis ridendo mentre il ragazzo la prendeva in braccio minacciandola scherzando di buttarla in acqua.
- Nono, se tu non dici quella frase finisci in mezzo ai pesci –
- Quindi, in mezzo ai tuoi fratelli e sorelle – rispose ridendo.
- Scema! – e sorrise dolcemente.
- Pesce – e ricambiò il sorriso.
Caleb da lontano li guardava con un pizzico di gelosia, ma ripeteva a se stesso che quella era solo un’amicizia e niente di più.
Ritornò ad allenarsi con la spada come se non avesse visto nulla.

DaughterOfPollonSays: Ok, scusatemi questo ENORME ritardo e mi dispiace che questo capitolo è corto çç 
Vi ho delusi, lo so. Mi farò perdonare con il prossimo.
Sinceramente, non sapevo proprio cosa scriverci qui, allora ho iniziato a scrivere le prime cose che mi sono venute in mente. 
Spero vi piaccia. 
Baci.
DOP. :3
   
 
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