-Chi è lei? Perché questi uomini girano armati in un edificio federale?- Chiese Gibbs, più irritato che agitato. Evidentemente quel giorno avevano tutti deciso di farlo uscire dai gangheri.
-Come potrà facilmente intuire dal fatto che siamo entrati senza problemi, abbiamo tutte le autorizzazioni necessarie ad entrare armati in un edificio federale.- Il tono della donna era quasi canzonatorio.
-In ogni caso, se le armi la disturbano…- Fece un gesto con la mano e le armi furono depositate sul pavimento. Poi gli uomini si misero in posizione di riposo.
-Meglio così?-
-No! Niente affatto. Voglio sapere chi siete e cosa volete!-
La donna sorrise, con uno di quei sorrisi a cui un uomo difficilmente sa resistere.
Era molto bella, alta, dal portamento eretto e dal fisico piacevolmente armonico. Indossava un semplice tauiller nero, con la gonna al ginocchio. Eppure, nonostante il vestito castigato, trasudava femminilità. Si avvicinò a Gibbs fino a quando non si trovarono l’uno di fronte all’altro. E lui non poté fare a meno di notare il colore dei suoi occhi. D’un verde sconcertante.
-Sarò lieta di spiegarle tutto, e di rispondere a tutte le sue domande, Agente Speciale Gibbs. Ma prima deve mostrarmi l’obitorio.-
Gibbs non era dell’umore adatto a cedere neanche un centimetro. Nemmeno di fronte ad una bella donna.
-Io non le mostro un bel niente,- le ringhiò in faccia, -a parte l’uscita. Risponda alla mia domanda. CHI siete? -
La donna parve valutarlo per qualche istante. Poi sorrise di nuovo. -Credo che lei mi piaccia, Agente Speciale Gibbs. E’ un uomo di grande spirito e tempra morale. Lo vedo dai suoi occhi- Gli porse la mano, ma Gibbs la ignorò.
-Può chiamarmi Kira. Comandante in capo della Squadra Operativa Fantasma.-
-Mai sentito parlare di un’agenzia federale che abbia squadre con questo nome. A chi appartenete?-
-Non siamo federali Agente Gibbs, e nemmeno militari. Non siamo agenti... convenzionali, per così dire. Ma serviamo l’America. Di questo può essere certo.–
Kira vide che Gibbs non cedeva.
-Lei è un osso duro, vero? E va bene, senta: perché non va a fare una chiacchierata con il suo Direttore, prima. Credo che ascoltare il suo parere sulla questione potrebbe illuminarla. Io la aspetterò qui con i miei uomini. Le assicuro che non andrò da nessuna parte.- Si produsse in un sorriso disarmante.
In quel momento Jen Shepard si affacciò dalla ringhiera del piano superiore, facendo cenno a Jethro di raggiungerla. A malincuore Gibbs dovette abbandonare momentaneamente il campo di battaglia.
Vide che la donna lo seguiva con lo sguardo. Sempre con quel sorriso strano stampato sulla faccia.
Mentre Gibbs si allontanava, le porte dell’ascensore si aprirono di nuovo, e Tony ne uscì con un bicchiere di caffè fumante tra le mani.
Appena ebbe messo piede fuori dalle porte, il ragazzo di immobilizzò. Il caffè gli cadde dalle mani, schizzando dovunque. Ma lui parve non accorgersene.
La faccia gli divenne pallida, e dovette appoggiarsi al muro per evitare di cadere. L’oggetto di tutto il suo sconcerto, era proprio la donna di fronte a lui.
Lei gli sorrise con tristezza -Ciao Tony, come stai?-
Tony cadde in ginocchio.
CONTINUA...