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Autore: RobSten4ever    02/05/2011    3 recensioni
Due protagonisti, due vite che si incrociano.... lui: ventenne simpatico, dolce e amante della fotografia; lei: diciannovenne timida e introversa, dal passato difficile e doloroso, a donato la sua vita alla sua piccolina....
Se volete sapere come andrà a finire, seguitemi.....
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Cap.19
 



Dal matrimonio erano passati due mesi, ed ero entrata al quarto mese di gravidanza, precisamente 16 settimane erano passate dal concepimento, e tutto andava meravigliosamente.. Nausea a parte!
La mattina dopo il matrimonio, Andrea mi fece una bellissima sorpresa: mi fece vestire, mi fece salire in macchina e poi mi bendò… Sapevo che aveva architettato qualcosa e così stetti buona buona per tutto il viaggio, che poi non durò nemmeno cinque minuti.. Alla fine, la sorpresa si rivelò essere una favolosa casa in legno bianco, a due piani, con un bel giardino intorno, contornato da altissimi alberi.. In pratica era il sogno di ogni ragazza!!
Da più di un mese, vivevamo nella nostra casa, arredata tutta da noi tre insieme, solo due camere erano rimaste vuote, ma una stavamo cercando di arredarla..

<< ehi, già sveglia? >> domandò Andrea entrando in cucina, vedendomi seduta al tavolo, in cui stavo dalle 7e30 di quella mattina.. << si.. Non avevo più sonno e poi dovevo preparare la colazione a Bea.. >> mentii in parte.. << già.. Oggi è il suo primo giorno di scuola materna.. Già la vedo tutta eccitata e con lo zaino in spalla che le piace tanto!! >> disse lui ridendo, prendendo il caffè e sedendosi vicino a me.. Appena sentii l’odore del caffè, feci la faccia disgustata, per via della nausea che quella mattina mi aveva svegliata << stai bene? >> mi chiese << sisi è tutto a posto.. >> risposi ma non lo convinsi << e perché la tua faccia dice esattamente l’opposto?? >> esclamò << è per via del caffè.. Il suo odore mi da un fastidio tremendo.. >> risposi e lui capì cosa intendevo, perché si alzò e si allontanò.. << ah, sai ieri sera mi è arrivata una chiamata.. Un bravo fotografo di queste parti sta cercando un assistente, e non so come è riuscito a contattarmi.. Ha chiesto di vedermi per parlare, oggi.. >> mi disse sorridente, ma io sentii un tuffo al cuore << questa mattina? >> chiesi in un sussurro << si, subito dopo che accompagniamo Bea a scuola.. >> rispose e un altro tuffo al cuore.. Se ne era dimenticato! << ah, ok… >> risposi solamente e tremante << non sei contenta? >> disse lui vedendo che non sprizzavo gioia come lui, d’altronde ero sua moglie e dovevo essere felice se riusciva a trovare lavoro nel campo che amava.. << oh, si certo che sono contenta.. È ciò che volevi no? Sono strafelice per te.. Ora però vado a svegliare la piccola sennò si fa tardi >> dissi alzandomi in piedi e prima di andarmene gli lasciai sulla guancia un piccolo bacio..
Non credevo potesse dimenticare quel giorno, era da un po’ che era stata cerchiata sul calendario quella data.. Quel giorno avremmo visto per la prima volta il nostro bambino e lui se ne era completamente dimenticato, come se non fosse importante!
Prima che potessi scoppiare in lacrime, in quel caso gli ormoni non mi aiutavano affatto, svegliai Bea, cercando di distrarmi il più possibile…
<< Bea, amore, miraccomando… fai la brava e ascolta sempre la maestra, ok? >> le dissi, era la prima volta che la lasciavo in mano a degli sconosciuti, ma dovevo farla abituare a stare da sola e sapevo che se la sarebbe cavata alla grande.. Ormai aveva cinque anni e un solo anno la separavano dalle elementari; purtroppo non avendo i soldi e la sicurezza, le avevo insegnato io qualcosina, come scrivere e leggere, ma ora aveva proprio bisogno di una struttura piena di altri bambini per imparare a socializzare..
<< si, mamma.. Non preoccuparti, farò la brava!! >> rispose lei e poi mi abbracciò forte e mi baciò e la stessa cosa fece con il papà, poi scappò nella sua classe dove iniziò a giocare..
<< puoi lasciarmi da tua madre? >> dissi una volta nella sua macchina << oh si certo.. Avete da fare? >> chiese << si, devo aiutarla a sistemare alcune cose.. >> mentii, invece dovevo chiederle se mi accompagnava in ospedale.. << va bene.. >> disse lui e poi calò il silenzio.. Non sapevo perché mi stavo comportando in quel modo, ma mi aveva ferita, dimenticandosi della visita..
<< dopo ti chiamo e ti faccio sapere come è andata con il fotografo.. >> disse una volta davanti casa dei suoi genitori << ok, va bene.. In bocca al lupo, allora! >> risposi e lo salutai con un breve bacio a stampo, poi uscii velocemente dalla macchina e attraversai quasi correndo il vialetto che portava alla porta.. Suonai due volte prima che una Sara stupita mi aprì << Giulia, ma che.. ? >> chiese ma non la feci finire di parlare << posso entrare?? >> domandai << non devi nemmeno chiedere, cara.. >> disse e si mise da un lato per farmi entrare.. Appena chiuse la porta, scoppiai in lacrime.
<< ehi Giulia, cosa è successo? Perché piangi, hai litigato con Andrea? È successo qualcosa a Bea? Al bambino? >> chiese e a tutte le domande risposi con un segno negativo con la testa << e allora, cosa c’è che non va? >> disse e intanto mi fece sedere sul divano, accarezzandomi le braccia per cercare di calmarmi << s-se n’è d-d-dimen-nticato.. >> esclamai tra le lacrime << cosa si è dimenticato? >> chiese capendo a chi mi riferivo.. << l’e-ecograf-fia >> risposi e lei spalancò per mezzo secondo gli occhi. << aspettami qui, ti vado a prendere dell’acqua.. Nel frattempo cerca di fare dei respiri profondi e pensa a calmarti, ok?? >> disse lei alzandosi e io annuii con la testa…
Non riuscivo a capire come aveva potuto dimenticarsi una cosa tanto importante, non era da lui.. << ecco bevi, ti sentirai meglio.. >> disse Sara tornando dalla cucina con un grosso bicchierone in mano << grazie >> sussurrai con voce roca.
<< come va? >> mi chiese dopo che ebbi finito di bere << meglio, grazie.. >> << senti, so che potrà sembrarti una cosa non sensata quella che sto per dirti, ma è normale che la prima ecografia l’uomo se la scordi sempre.. A me è successo per ben due volte, nonostante mio marito sia un pediatra.. È come se fosse nella loro natura dimenticare le cose importanti e poi arrivare sempre poco prima che il piccolo faccia la sua apparizione sul piccolo schermo… ma in quel momento ti scorderai del suo piccolo errore, perché sarai totalmente presa da ciò che hai appena visto… e lo so che tu hai già provato questa sensazione, ma quando ti ritrovi al tuo fianco la persona con cui hai creato quella piccola meraviglia, ti assicuro che è tutto un’altra cosa… quindi, ora basta piangere, ti rovini il viso così.. E andiamo a fare questa visita, che voglio sapere se avrò un altro nipotino o una nipotina… e spero vivamente la seconda!! >> disse lei e le sue parole riuscirono a calmarmi e a farmi trovare un barlume di speranza..
Così una decina di minuti dopo ci ritrovammo nel corridoio del reparto ginecologia dell’ospedale, dove qualche mese prima stavamo aspettando la nascita di Stefano e meno di due mesi prima era nato il mio nipotino << a che ora hai la visita? >> mi domandò mia suocera vedendo che eravamo le uniche nella sala d’attesa << 10.30... Fra cinque minuti credo >> risposi leggermente irrequieta << calma.. Arriverà, te lo assicuro! >> disse lei vedendo che muovevo le gambe agitata e fermandomele con una mano. << la signora Ferrari? >> sentii chiamarmi e mi girai nervosa.. Mi era ancora strano sentirmi chiamare in quel modo, ero signora a soli vent’anni! << eccomi.. >> risposi alzandomi e seguendo l’infermiera, che mi accompagnò nello studio della dottoressa Calvi. << Giulia, accomodati.. >> mi disse appena mi vide, sempre con il suo sorriso gentile << salve dottoressa.. >> dissi cortese chiudendo la porta << oh, no, sai come devi chiamarmi, non farmelo ripetere… >> mi corresse lei.. Infatti la prima visita che avevo fatto qualche giorno dopo il matrimonio, mi aveva severamente proibito darle del lei, perché la faceva sembrare troppo vecchia, dovevo chiamarla semplicemente Anna.. << scusami, mi era sfuggito di mente >> mi scusai e lei mi fece un altro dei suoi sorrisi << non preoccuparti.. Comunque dov’è il tuo dolce maritino? >> mi chiese e a quella domanda mi irrigidii << oh, bhè.. Aveva un impegno di lavoro e mi ha detto che avrebbe fatto un po’ di ritardo >> mentii in parte << ah, ok.. Allora direi che l’ecografia la faremo per ultima così assisterà anche lui >> disse, “sempre se verrà” continuai mentalmente.. Intanto mi fece tutte le analisi di routine.. << per quanto riguarda la nausea, come va?? >> domandò aggiornando il mio fascicolo << oh, devo ammettere che mi da il tormento.. Con Beatrice non lo avuta quasi per niente, tanto che mi accorsi di aspettarla al quinto mese.. Invece sento che adesso è tutto diverso e strano >> risposi e annotò tutto quello che dissi << ogni gravidanza è diversa dalle altre.. E comunque ti prescriverò qualcosa per la nausea di assolutamente naturale, così non avrai più problemi >> disse e continuò a scrivere. Poi posò la penna e si alzò, controllò l'orologio e disse << mi dispiace per Andrea, ma non possiamo più aspettare per fare l’ecografia.. >> io annuii solamente.. Sapevo che alla fine non sarebbe venuto…
<< allora sai già cosa fare, quindi senza che ti ripeto.. Basta che abbassi leggermente i pantaloni e alzi la maglia fin sotto il seno.. Ricordati che il gel è freddo!! >> spiegò Anna e subito dopo una sensazione di gelo si propagò per tutto il mio corpo, non ricordavo fosse così gelido! Intanto la dottoressa aveva acceso il monitor e aveva preso in mano la sonda, quando la porta si aprì rivelando un Andrea sudato e con il fiatone << Andrea! >> sussurrai << perdonami.. Io sono un emerito scemo, mi stavo per dimenticare dell’ecografia.. Spero che abbia fatto in tempo.. Non me lo sarei mai perdonato se non fossi arrivato in tempo >> disse lui avvicinandosi al mio fianco << i-io credevo te ne fossi dimenticato.. Che non ti importasse, che ti fossi già pentito di tutto.. Io avevo pensato che >> dissi, con le lacrime spingevano per uscire, ma lui mi bloccò << nono, non dovevi nemmeno pensare quelle cose.. Si è vero per un momento non ci avevo pensato che oggi era un giorno importante, il nostro giorno importante,ma appena ha iniziato a squillare la sveglia del telefono, non ci ho pensato due volte e ho lasciato il mio colloquio per venire qui.. Mi sono fatto anche una bella corsa visto che ho beccato anche il traffico e ho lasciato la macchina in mezzo alla strada… io ti amo, e non sarei mai potuto mancare.. Stiamo per vedere il nostro bambino >> raccontò e quasi mi fece ridere per quello che aveva raccontato, sembrava tanto una scena di un film.. << non vorrei intromettermi in questa dolcissima scena, ma c’è qualcuno a cui sta battendo forte il cuore in questo momento, e non parlo di Giulia.. >> s’intromise la dottoressa e subito ci girammo verso di lei che ci sorrise, e in quel momento sentimmo un battito, era così strano, sembrava che ci fosse un eco << non è strano? >> chiesi e lessi la mia domanda anche negli occhi di Anna che si girò subito verso il monitor e ingrandì l’immagine nera.. Mosse un po’ la sonda << che succede? >> chiesi preoccupata visto che non parlava, e sentii anche Andrea preoccupato, visto che mi strinse la mano << bhè c’è un bel problema.. Dovreste iniziare a cambiare i vostri programmi, ad allargare la camera del bambino.. >> disse lei trattenendo il sorriso << perché, che vuol dire?? >> sussurrò Andrea togliendomi le parole di bocca << vuol dire che se avete pensato ad un solo nome, non basterà perché da oggi ne dovrete avere almeno tre.. >> disse lei e si aprì in un luminoso sorriso ingrandendo ancora di più l’immagine del monitor.. In quel momento li vidi << non è possibile! >> esclamai << amore, sono tre.. Tre bambini! >> disse Andrea ipnotizzato << oddio, avremo tre bambini, non ci posso credere.. >> continuai e solo allora mi accorsi di star piangendo di gioia..

Tre mesi dopo nella stessa stanza… << ok ragazzi.. Sono passati tre mesi e vediamo come stanno questi bimbi.. Vedo che la pancia è cresciuta abbastanza >> disse la dottoressa Anna.. Eravamo a dicembre e io ero appena entrata al settimo mese e assomigliavo tanto ad una balena!! << abbastanza?!? Io direi molto, se continuano così non riuscirò a camminare neanche più.. Non so quanti chili ho preso ma mi sembrano tantissimi >> dissi io cercando di sistemarmi sul lettino con l’aiuto di Andrea << e si muovono spesso?? >> mi chiese.. Se si muovevano?? Da quando l’avevano iniziato a fare, verso la metà del quinto mese, non avevano mai smesso.. << non smettono mai.. E sempre nei momenti meno opportuni, in pratica non chiudo occhio da mesi se non con le carezze e le coccole di Andrea.. Questi hanno già capito tutto!! >> risposi stringendo la mano di Andrea che rideva e con lui la dottoressa << ok.. Vediamo come stanno.. E comunque avete già pensato a qualche nome?? >> disse mentre si affaccendava con l’ecografo << a dire il vero no.. Volevamo aspettare di sapere i sessi.. >> risposi ma Andrea intervenne << anche se avevamo pensato a qualcosa.. >> disse e io lo guardai << sai che con tre maschi uscirei pazza!! >> esclamai sapendo che Andrea voleva tre maschietti << lo so.. Infatti stavo pensando a Sofia, Thomas ed Aurora.. >> rispose lui e mi girai di scatto, aveva appena detto i nomi che mi sarebbero piaciuti per i bambini, infatti sentivo che erano due bambine e un bambino << hai cambiato idea?? >> chiesi << si, bhè ho pensato che tu più di tutti potevi avere ragione e poi quei tre nomi mi piacciono, suonano bene con Ferrari >> rispose ma prima che potessi dire qualcosa Anna s’intromise << allora credo proprio che a breve avrete in casa Sofia, Thomas e Aurora Ferrari!! >> esclamò e la guardammo sorpresi << di-dici sul serio?? È come pensavo? >> dissi e lei annuì e iniziai a ridere felice, non sapendo neanche il perché..

Da quel giorno iniziammo ad arredare la cameretta, tutti e tre insieme per quello che la pancia mi permetteva.. Bea era la più entusiasta di tutti, visto che avrebbe avuto due sorelline con cui giocare.. << mamma ma come faranno ad uscire dalla tua pancia?? >> mi chiese una sera Bea, mentre eravamo intente a coccolarci sul divano, mentre aspettavamo il papà che tornava da lavoro.. Eh si, alla fine era stato assunto come assistente apprendista di un importante studio fotografico locale. << Bea vedi, è un po’ complicato da spiegare.. >> dissi non sapendo che dire << dai mamy, non sono tanto piccola!! >> esclamò lei << lo so, purtroppo!! >> sussurrai, a volte capiva più lei che non molti degli adulti che conoscevo << allora, vediamo.. Fra un mesetto circa dovrò andare all’ospedale e i dottori mi aiuteranno a far uscire fuori i tuoi fratellini >> le spiegai stando attenta alle parole da usare << e come faranno? >> chiese << eh non lo so piccola, è un segreto che solo i dottori sanno >> mentii senza farmi accorgere, ma proprio in quel momento mi arrivò una grande fitta improvvisa al basso ventre.. Quel giorno era successo già parecchie volte. << ahi! >> esclamai e Bea mi guardò corrugando le sopracciglia << mamma che hai? >> domandò e quando il dolore fu passato risposi << oh, non è niente..qualcuno qui dentro ha scalciato troppo forte >> dissi massaggiandomi la pancia << ehi, voi li dentro.. Non si fa del male alla mamma.. Lei è buona!! >> disse Bea mettendosi di fronte alla mia enorme pancia, e facendomi ridere della sua espressione buffa. << ehi, cosa c’è da ridere? >> sentimmo la voce di Andrea che era appena sbucato in salotto << papà!! >> urlò Bea correndogli incontro e saltandogli in braccio << ridevo per il semplice motivo che Bea ha iniziato a fare la sorella maggiore ammonendo i fratello e dicendogli di fare i bravi >> dissi cercando di alzarmi ma un’altra fitta mi colpì << Giulia, stai bene? >> domandò Andrea cercando di sostenermi, con Bea ancora in braccio << sto.. Sto bene! >> risposi accasciandomi sul divano.. Cavolo quella fitta era stata molto forte << Mamma, perché hai i pantaloni bagnati? >> domandò Beatrice << che?? >> dissi e abbassai la testa e vidi che ero tutta bagnata.. Oh no!! Nononono, era ancora troppo presto.. << Giulia che succede? >> mi domandò Andrea con gli occhi spalancati << i-io cre-credo… credo che mi si siano ro-rotte le acque >> sussurrai e lui mi guardò shockato << cosa? O-ora? Non è troppo presto la dottoressa Anna.. >> iniziò a dire Andrea ma non l’ascoltavo << dobbiamo andare in ospedale, dobbiamo chiamare Anna… e .. >> dissi ma la prima contrazione mi mozzò il respiro << o-ok.. Bea chiama i nonni e di loro che stiamo andando in ospedale e di raggiungerci il prima possibile >> disse posando a terra la piccola che scappò dal telefono eseguendo l’ordine.. Intanto Andrea andò in camera a preparare un borsone con le cose che mi sarebbero potute servire.. << ok.. Bea, amore, vai in macchina e siediti sul seggiolino.. Io aiuto la mamma >> disse Andrea tornando in salotto << come stai? >> mi chiese aiutandomi ad alzarmi << ora meglio.. Le contrazioni sono ancora molto distanti e leggere.. Ho leggermente paura, se qualcosa dovesse andare storto, sono ancora troppo piccoli.. >> dissi già con le lacrime agli occhi << shhhh non dirlo e non pensarlo nemmeno.. Andrà tutto bene, sono forti e tu sei forte e io sarò tutto il tempo al tuo fianco.. Agitarsi non fa bene adesso.. >> mi consolò e nel frattempo mi aiutò a mettermi in macchina. << pronto dottoressa Anna Calvi?? >> sentii Andrea parlare con l’auricolare << salve, si, sono io.. Niente di preoccupante, almeno spero.. Nono, la sto portando in ospedale, le si sono rotte le acque.. Si sappiamo che è troppo presto e che.. Ok ok, ci vediamo li, la ringrazio >> parlò molto velocemente e quando salutò riagganciò << Anna ci aspetterà li.. Ha detto di stare calma e respirare profondamente come ti hanno insegnato ai corsi >> disse lui, ricordandomi dei due corsi che avevo fatto per il parto, poi avevo lasciato visto che mi era molto difficile muovermi naturalmente.. Comunque gli diedi ascolto e iniziai a respirare profondamente; una decina di minuti dopo ci ritrovammo davanti l’ospedale << torno subito… chiamo aiuto! >> disse Andrea prima di uscire dalla macchina e correre verso l’ingresso.. Poi successe tutto velocemente, tanto che non riuscii a capire come mi ritrovai con una lunga camicia da notte e sdraiata su un letto con Anna che monitorava il battito dei bambini e il mio << Bhè i bambini stanno bene.. Non c’è altro che aspettare >> disse alla fine, prima di uscire dalla stanza.. << dov’è Bea?? >> domandai accorgendomi di non vederla nella stanza << sta con i nonni, non preoccuparti.. >> mi rispose lui scostandomi i capelli dal viso << ho paura.. So che non dovrei averla, in fin dei conti l’ho già fatto.. Ma ho paura che qualcosa vada storto.. non me lo perdonerei mai >> dissi realmente preoccupata << ehi, smettila ok.. Non succederà nulla, starete tutti e quattro bene.. Pensa che fra poco potremmo finalmente stringere i nostri bambini.. Pensa solo a quanto saranno belli, immaginati i loro visetti.. Io vedo in loro tutta la loro mamma, vedo in loro i tuoi occhi, il tuo sorriso e il colore dei tuoi capelli.. >> disse lui prendendomi una mano e guardandomi negli occhi << no, non voglio che mi assomiglino.. Li immagino un connubio perfetto di noi due, tutti e tre avranno qualcosa di noi >> dissi prima che un’altra contrazione mi fece stringere i denti.. << respira.. Amore, respira >> mi disse lui prendendomi la mano << scusami se poi dovrai farti guarire la mano.. >> dissi appena riuscii a parlare e lui rise << non mi interessa del dolore alla mano.. Sono sicuro che il tuo e dieci mila volte più forte.. Quante vorrei che non soffrissi così tanto >> rispose lui << è la natura, sono una donna.. E poi il dolore è niente in confronto a quando terremo in braccio i bambini.. Il dolore lo dimenticherò presto non preoccuparti >> dissi e gli sorrisi cercando di convincere anche me stessa..

<< bene ragazzi, credo che sia giunto il momento… chiamo le infermiere che ti porteranno in sala parto.. Andrea entrerai o aspetterai fuori?? >> disse la dottoressa dopo ore di urla trattenute e gemiti.. Alla domanda della ginecologa sbiancai, se in quel momento era possibile, temendo in un cambiamento di Andrea << no no io entro.. Non la lascerei mai sola >> disse prendendomi di nuovo la mano e sorridendomi rassicurante.. Sospirai di sollievo, con lui al mio fianco avrei superato tutto.
<< ok.. Bene, sai già cosa devi fare.. Quando dico spingi tu spingi.. Vedrai che fra poco vedrai finalmente i tuoi bambini >> disse la dottoressa posizionandosi di fronte a me, tra le mie gambe.. << mi viene da vomitare e ho paura.. >> sussurrai guardando Andrea al mio fianco sudato e attento << stai calma.. Sono qui e non vado da nessuna parte! >> mi rispose lui e io gli strinsi la mano..
<< pronta.. Al mio tre.. 1-2-3- SPINGIII!! >> urlò la dottoressa e seguii il suo ordine spingendo più forte che potevo proprio nel momento in cui arrivò una contrazione fortissima…
Alla quarta spinta ancora non succedeva niente, il che mi faceva preoccupare << Andrea, per piacere mettiti dietro la schiena di Giulia così forse sta più comoda e la posizione può aiutare l’uscita >> disse la dottoressa e Andrea turbato seguì la sua richiesta sedendosi dietro di me, facendomi stare più seduta << perché ancora non si vede la testa? >> domandai affannata << non preoccuparti.. Staranno facendo sicuramente a gare per chi essere il primo ad uscire.. >> rispose la dottoressa alleviando la tensione..
Dopo altre due spinte, finalmente la dottoressa disse di vedere la testa e un po’ per la felicità, un po’ per la curiosità e un po’ per l’incoraggiamento di Andrea, finalmente dopo mesi e dopo un travaglio lungo e doloroso, sentimmo il primo vagito << è una bambina! >> esclamò la ginecologa e Andrea vedendola mi sussurrò << Sofia.. >> e sorrisi con i sudore misto a lacrime che mi annebbiavano la vista.. Dopo nemmeno due spinte ecco che uscì << ecco il piccolo Thomas!! >> esclamò Andrea con la voce distorta dall’emozione, ma in quel momento non lo sentii… avvertii solo un fortissimo dolore tra le gambe e qualcosa di liquido uscire, la macchina che monitorava il battito dei bambini, iniziò ad andare veloce, mentre anche il mio battito accelerava e le forze venivano meno.. << che sta succedendo?? Giulia, amore, rispondimi.. >> disse Andrea preoccupato, dandomi dei leggeri schiaffi sul viso << A-Auro-ra.. >> sussurrai.. << Andrea levati da li dietro.. Dobbiamo operarla o la bambina e Giulia moriranno.. La piccola non riesce più a respirare e Giulia ha un emorragia.. >> sentii la dottoressa urlare e Andrea dietro di me svanire.. << come non riesce a respirare?? Cavolo stava andando tutto bene.. Vi prego fate qualcosa!!! >> disse lui sconvolto << A-andr-ea.. >> sussurrai << sono qui amore.. Sono qui vicino a te >> disse stringendomi la mano << pre-ndi-ti cura di lo-ro e di-gli che gli ho sem-pre a-ma-ti! ti amo.. >> dissi, poi sentii gli occhi farsi pesanti e chiudersi, mentre Andrea che disperato mi urlava di combattere, che non dovevo lasciarmi andare e che avrei detto io ai bambini che gli amavo…




 La casetta  La dott.ssa Anna Calvi

 La cameretta dei gemelli
  
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