Serie TV > Gossip Girl
Segui la storia  |       
Autore: The Lady Vanished    02/05/2011    3 recensioni
Dan esita all'ingresso, tanto lo sapeva che il suo sarebbe stato un tentativo a vuoto. "Fa' nulla...l'aspetto" Blair è molto seccata della cosa - Dan Humphrey almeno due ore seduto sul divano del suo salotto? - ma poi è mossa a compassione. "Vado a prenderti qualcosa da leggere".
La mia prima ff, sono curiosa di ricevere le vostre impressioni.
E' ambientata in un ipotetico inizio della quarta stagione, al ritorno di Blair e Serena da Parigi, e racconta l'evoluzione del rapporto Dan & Blair.
Buona lettura!
xoxo
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Escono dal negozio che fuori fa buio, la via illuminata dalle prime luci di Natale - a metà novembre – e dalle vetrine dei negozi più costosi di Manhattan, le macchine che sfrecciano tra una corsia e l’altra insieme ai taxi gialli. Allacciandosi i bottoni del suo montgomery verde bosco, Dan fa per avviarsi verso la fermata della metro. “Sei folle, Humphrey? Io là sotto non ci metto piede!”. Il ragazzo si ferma, fissandola con un’espressione tra il seccato e il divertito: si era dimenticato della leggera forma di avversione di Blair per la metropolita. Decide che non è il caso di tirare la corda, già si sta chiedendo per quale strana congiunzione astrale Queen Bee abbia accettato di metter piede nel suo loft… No, farle pure prendere la metro sarebbe decisamente troppo. “Scherzavo, chiamo un taxi”.
“Lascia stare, faccio io. Se aspetto che tu riesca a fermare un taxi…”.
In effetti non aveva tutti i torti. La osserva, mentre si mette all’opera. Difficile per un tassista non notarla, con quel cappottino rosso e quella testa di boccoli che ricadono morbidi sulla sciarpa in cachemire, mentre agita il braccio destro con sicurezza. In fondo, considera, da abitante dell’UES qual è, avrà imparato a fermare taxi ancor prima che a camminare. E quando il primo taxi si ferma e salgono, sorride nel sentire il tono disgustato di lei mentre scandisce la parola Brooklyn al tassista, neanche stessero andando nelle favelas. Dan glielo fa presente e lei sbuffa sonoramente, alzando gli occhi al cielo, e dando nuovamente inizio al loro gioco di frecciatine e risposte piccate. Intanto il taxi arranca nel traffico dell’ora di punta e lui non può fare a meno di farle notare che con la metro sarebbero arrivati a destinazione da un pezzo.
Sono già quasi le sette quando mettono piede nel loft, con Blair che scruta l’ambiente, quasi fosse un insoddisfatto possibile acquirente e lui un agente immobiliare che non sa che pesci pigliare. “Se non altro è pulito”. Di più non avrebbe potuto pretendere. Dan cerca di essere un buon padrone di casa: l’aiuta a sfilarsi sciarpa e cappotto (Humphrey, non pensare nemmeno di appenderlo nel guardaroba che poi prende l’ odore di chiuso!), la fa accomodare sul divano azzurro (Mio Dio, ho capito essere amanti del vintage, Humphrey, ma questo è davvero troppo) e le offre qualcosa da bere (Coca cola? Sei pazzo? Troppi zuccheri. Succo? Ti pare che siamo ad una festa delle elementari? Un caffè? Vuoi farmi stare in piedi tutta la notte?! ... Senti, ce l’avete l’acqua potabile qui?). Un po’ le risponde a tono, un po’ semplicemente sorride, stando zitto. Si accomoda goffamente sul divano, cercando di capire qual è la giusta distanza da frapporre tra loro, non sa bene come comportarsi, è il contesto più intimo in cui si siano mai incontrati e la cosa un po’ lo spaventa e un po’ lo affascina. Poi inizia il documentario, la sua mente e il suo sguardo si concentrano sullo schermo. Blair non ricorda molto dell’apartheid, anche se non è affatto una persona ignorante. Lui ogni tanto le rinfresca la memoria, con date e avvenimenti, discorsi di politici di cui il ricordo si è perso nei tempi. Ecco cosa faceva mentre non era invitato alle feste, pensa lei. Ma mentre lui le spiega, pende dalle sua labbra, se non altro è un ragazzo di cultura e questo non è un fatto da disprezzare. Ogni tanto stoppano, commentano gli eventi e lei ha sempre qualcosa di intelligente e puntuale da dire, opinioni ben argomentate e non banali. Capita anche che il discorso cada sugli scenari attuali e lui si stupisce nello scoprire che Blair legge il giornale più o meno ogni mattina, accompagnandolo con un caffé di Starbucks. E’ uno scambio di opinioni vivace e mai sterile: lui, democratico nel cuore, e lei, nostalgica delle antiche monarchie. Quando sullo schermo scorrono i titoli di coda e i ringraziamenti, l’orologio segna le dieci: la serata ormai è andata. Vista la qualità della loro vita sociale dell’ultimo periodo, nessuno dei due aveva in realtà altri programmi, ma si impegnano a fingere che non sia così. “Persa per persa, almeno ordiniamo qualcosa da mangiare” propone lui. Blair fa un po’ di rimostranze: la pizza ha troppi carboidrati, il cibo cinese troppo olio, il sushi l’ha mangiato ieri sera… Infine optano per non ordinare nulla: Dan si mette all’opera per preparare una caprese con la mozzarella di bufala, la convince a mangiarla facendo leva sul fatto che il latte di bufale è meno grasso. Mentre lo osserva tagliare i pomodori, Blair cerca di ricordare quando è stata l’ultima volta in cui qualcuno, diverso da Dorota o da qualche altro domestico, si sia messo ai fornelli per lei, anche per un piatto semplice, come degli spaghetti o un’insalata. Ma non le viene in mente nulla.
 
NOTA DELL’AUTRICE:
Playing the Enemy (tradotto in Italia come Ama il tuo nemico), è un libro di John Carlin del 2008, che racconta la storia di come Mandela abbia utilizzato il rugby per unire una nazione. Da esso è stato tratto il film Invictus (2009).
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gossip Girl / Vai alla pagina dell'autore: The Lady Vanished