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Autore: Lue    02/05/2011    4 recensioni
Andromeda sospira e si passa una mano sugli occhi, stanca.
-Serve una mano?- chiede una voce dolcemente.
Lei alza lo sguardo e incontra due occhi castani e una zazzera bionda.
Ted Tonks le sorride gentilmente e profuma di buono, mentre l’aiuta a prendere il bagaglio.
-Come sei dimagrita, Andromeda...- mormora con una strana espressione dispiaciuta, sfiorandole la spalla con il dito, appena, quasi temesse di romperla.
Andromeda sussulta al suo tocco, sentendosi arrossire.
Se si innamorasse di un Sanguesporco, specialmente ora che sua madre è morta da un solo anno, sarebbe la fine.
È la fine, dunque.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Regulus Black, Sirius Black, Sorelle Black, Ted Tonks
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Dodicesimo capitolo.



[Casa Tonks, Decimo Anno dalla Nascita di Dora]

Un boato nell’entrata.
Andromeda alza gli occhi al cielo e sbuffa.
Spegne il fuoco del fornello, e poi si dirige fuori dalla cucina con passo elegante ma strascicato per via delle pantofole di pelo.
Arrivata nell’entrata prende un piglio severo e si ferma con le mani sui fianchi.
Sua figlia non si è ancora accorta della sua presenza, e cerca disperatamente di riaggiustare un vaso azzurro, raccogliendone i minuscoli pezzi da terra.
-Ahem- tossicchia Andromeda.
Ninfadora si blocca col braccio a mezz’aria al suono inconfondibile della voce di sua madre.
Scuote la testa sospirando e poi si volta verso di lei.
-Te lo giuro, mamma, non ho fatto apposta!- si appoggia la mano sul cuore, spalancando gli occhi scuri.
Andromeda la fissa per un altro secondo, poi distende il viso in un sorriso.
-E va bene, da’ qua- prende i cocci tra le mani di Ninfadora, e con un fluido gesto della bacchetta li aggiusta.
Poi prende il vaso azzurro e lo rimette sulla mensola, nella sua solita posizione.
-Mami...- Andromeda guarda la figlia –Posso venire a cucinare con te?
-Magari mi stai a guardare, va bene? Così impari come si fa- le tende la mano, e la bambina la afferra ridendo.
Per questa volta la cucina è salva dall’esplosione.
 

[Hogwarts, Sala Grande, Inizio Primo Anno per Dora]

Dora si ripete mentalmente le parole della madre e del padre: “Mi raccomando, sii gentile con tutti”, “Dora, ascolta, al momento del Cappello scegli la Casa che più preferisci, non farti influenzare”, “Ah, sì! E attenta al gradino vicino al Cappello, io ci sono inciampato subito!”, “Tesoro manda almeno una lettera alla settimana”...
-Ohi, Billy!- esclama Dora, stringendosi all’amico –Secondo te in che Casa finisco?
Bill Weasley la guarda attentamente: -Tassorosso!
-Come papà! Tu dove vuoi andare?
-Grifondoro, credo...- ma Bill si blocca a uno sguardo severo della McGranitt, che comincia a leggere i nomi dalla lista.
-Tonks, Ninfadora!- dice, dopo aver chiamato una decina di bambini.
Dora cammina lentamente verso il Capello, inciampando nel gradino ma riuscendo a restare in piedi.
Buonasera, signorina!”.
“Ciao!”.
“Direi che Tassorosso è la Casa che fa per te, sempre che tu non abbia strane scelte come tua madre!”.
“Ah, no! A me Tassorosso sta benissimo, anche il mio papà lo era”.
“Sì, ricordo Ted Tonks, avete la stessa bontà e dolcezza... Ma possiedi anche la forza e la determinazione di tua madre... Quindi è deciso, Tassorosso?”.
“Oh, sì!”.
“E sia...”.
-TASSOROSSO!
Ninfadora scende saltellando gli scalini, senza nemmeno inciampare, poi fa l’occhiolino a Bill, che è verde dall’emozione, e si siede contenta al tavolo dei Tassorosso.
 

[Casa Tonks, Fine Settimo Anno per Dora]

-Ho detto di no- Andromeda sbatte la pentola sul tavolo, evitando di guardare sua figlia.
-Perché no? E poi, scusa, non puoi decidere tu! È la mia vita!
-Hai diciassette anni... Potresti fare un altro lavoro! Spiegami perché l’auror!
Dora gesticola, abbattendo un vaso di plastica che rimbalza per terra: -Perché sì, perché avrei come insegnante Alastor Moody, che è un grande! Hai idea delle cose che potrei imparare? E poi potrei combattere...
Andromeda sbatte la pentola sul tavolo con più forza, voltandosi verso Dora che ammutolisce alla vista dell’espressione preoccupata e seria della madre.
-Non dovresti combattere, Dora. Abbiamo già combattuto noi quando è stato il nostro tempo... Persone sono morte, amici, cugini- l’immagine del piccolo Regulus le sfreccia davanti, vivida come un fotogramma –Li ho visti cadere- mormora con voce rotta –Ed ero terrorizzata, perché sapevo che potevo essere la prossima, che potevi esserlo tu, che poteva esserlo tuo padre... E ora tu scegli questo lavoro...
-Ma mamma- mormora Ninfadora avvicinandosi –Non siamo in guerra...
-Non lo siamo ora!- esclama lei, poggiando le mani sul tavolo –E quanto tempo durerà? Lui è da qualche parte, lui tornerà!
Dora rabbrividisce, udendo il tono disperato della madre. Si avvicina e l’abbraccia.
-Non devi preoccuparti per me, mamma. Io voglio essere una di quelle persone che, quando e se lui tornerà, potranno difendere gli altri. Ma mi devi dare l’opportunità di prepararmi, così che quando questo succederà io sarò pronta.
Andromeda la stringe più forte, mentre le lacrime d’orgoglio per quella ragazza pasticciona le bagnano le guance.
 

[Diagon Alley, Anno della Fuga di Sirius da Azkaban]

Diagon Alley è ricoperta da manifesti; Andromeda non li guarda, non sopporta di vedere il viso di Sirius venduto come quello di un criminale. Se è evaso allora Andromeda è solo contenta per lui: è certa che lui sia innocente.
Un grosso cane nero le si avvicina, scodinzolando.
-Ciao, bello!- sorride Andromeda, inginocchiandosi per accarezzarlo. Quello gli appoggia il muso sulla mano e poi vi depone un foglietto bianco.
Andromeda se lo rigira tra le mani, poi spalanca la bocca, sorpresa.
“Ci credi se ti dico che non sono stato io?”
-Sirius...- mormora Andromeda, guardandosi intorno –Dove sei? Dov’è?- si rivolge sconvolta al cane nero, che però indica il foglietto con un cenno del muso, continuando a scodinzolare.
-Certo che sì, certo che ti credo.
Il cane le si avvicina e le appoggia il muso sul ginocchio, poi punta gli occhi neri su di lei e scappa via.
Andromeda rimane per terra con il foglietto in mano e il cuore che batte di felicità perché Sirius è libero, libero.
 

[Grimmauld Place, Creazione del Nuovo Ordine della Fenice]

Grimmauld Place numero 12, Andromeda se la ricorda bene, sì. Lei e Sirius odiavano quella casa; Regulus invece ci stava bene, c’era quell’elfo domestico, Kreacher, che gli era tanto simpatico, e poi tutte le camere affrescate...
È ai due cugini che va il pensiero di Andromeda mentre cammina per il corridoio impolverato, fino al salotto.
Sirius siede sul divano, accanto all’amico Remus Lupin, e Bill e Dora che ridono a una sua battuta; alza gli occhi e vede Andromeda.
Lei gli sorride, commossa, procedendo a grandi passi verso di lui che si è alzato in piedi.
Si abbracciano stretti, per l’immensa felicità di essersi ritrovati.
-Tu non hai idea di quello che mi hai fatto passare, Sirius- mormora Andromeda asciugandosi una lacrima –Prima il piccolo Regulus, poi tu...
-Beh- obietta Sirius –Non è proprio la stessa cosa.
-Hai ragione, dopotutto lui non c’è più, mentre tu, nonostante tutte le cose che hai dovuto sopportare, sei qui...
-Non intendevo questo- ribatte ancora Sirius mentre Andromeda lo guarda accigliata –Io ero innocente, lui se l’è cercata.
-Se l’è cercata?- ripete Andromeda, che sente la furia crescere dentro di lei.
-Preparati...- sussurra divertita Dora a Remus -È in arrivo una tempesta!
-Come osi parlare così di tuo fratello?!
-Ha smesso di essere mio fratello quando è diventato un Mangiamorte...
-Ma ti senti quando parli?! Bellatrix ha usato le stesse parole con me quando ho sposato Ted!- sibila Andromeda.
-Non intendevo...
-No! Tu lo intendevi! Lui si è pentito...
-Lui ha avuto paura!- esclama Sirius.
-Regulus ha rinnegato Voldemort e i suoi seguaci! È morto per la giustizia, come i tuoi amici, come Dorcas!
I presenti sono ammutoliti; Andromeda non nomina mai la migliore amica scomparsa.
-Quindi non ti permettere mai più di parlare così di Regulus in mia presenza!- sbraita.
Sirius abbassa gli occhi: -Scusa...
-Bene, ora avresti un bicchiere d’acqua?- gli domanda Andromeda, tornando a un tono gentile.
-Mia madre!- mormora Dora con affetto, mentre Andromeda e Sirius si spostano in cucina.





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Scappo a studiare e vi mando un bacio! :*
Lu.
   
 
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