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Autore: loonaty    02/05/2011    3 recensioni
Com'è fuggire da ciò che più si ama?
Com'è avere tutto e subito dopo ritrovarsi con nulla fra le dita?
Un chakra dalla potenza sconfinata, inferiore solo a quello della volpe.
Un carattere combattivo e ribelle.
Un'indole autodistruttiva.
Un membro in più nel clan Uchiha.
Cosa si prova ad essere un mostro?
Non ci si aspetta che qualcuno capisca.
Non ci si aspetta che qualcuno compatisca.
Perché niente di ciò è davvero rilevante.
Kioko è Kioko, e questo, che voi lo vogliate o no, non cambierà.
"Queste rose.
Sono come me. Lentamente sfioriscono, i loro bei petali hanno ingannato per tutta l’estate gli ingenui che nel coglierle si erano feriti con le spine. Quando però avranno perso ogni petalo le persone temeranno quei rovi spinosi, si terranno alla larga. Così era successo con lei." (capitolo 12 "Queste rose")
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Rin, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Più contesti
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29 -  QUESTO MONDO NON E’ FATTO PER LE PRINCIPESSE

 
Questo mondo non è fatto per le principesse.
Le creature fragili ed efebiche si spezzano al soffiare della bora.
La gente non le riconoscerebbe come tali. Perché riconoscere una principessa è difficile. Si può presentare come una delicata fanciulla di biancovestita e dalla bionda chioma.
Così come può apparire sotto la veste di una zingara che balla a lato della strada.
La tua vicina di casa, quella con le occhiaie e qualche chilo di troppo potrebbe essere una principessa.
Oppure la ragazza dai capelli cioccolato che poggia la testa sulla tua spalla sciogliendosi in lacrime ed impiastrandosi la faccia di muco. Gli occhi gonfi e le labbra secche e tremanti, così piene di spacchi da sanguinare.
Ne sei sempre più convinto. Il mondo, così com’è, non è fatto per le principesse.
 
 
Non sarà mai una principessa.
Incespica, inciampa, cade.  Con le lacrime agli occhi si stringe il braccio mentre sfiata ed una pioggia di sangue cola dalle sue labbra. Lava incandescente sulla pelle fredda.
Le principesse sono piccole e fragili. Piangono sempre.
Le lacrime non sgorgano, inumidiscono le ciglia, si seccano e si sedimentano in fondo allo stomaco.  Un pianto in più da versare quando tutto sarà finito. In questo momento non può essere una principessa.
Non sa perché sta pensando alle favole. Forse perché è in un bosco ferita e senza forze.
Forse perché nel bosco l’aspetta il lupo. Le principesse devono scappare dal lupo. Non devono correre nella foresta. Una cosa in comune con i falchi.
Un falco non si getterebbe mai tra le fauci del lupo.
(Serpente)
 
 
Piega delicatamente di lato la testa lasciando che una morbida ciocca pronunci il disegno pallido del suo zigomo alto. Le labbra si tendono in una smorfia che dovrebbe assoggettare la gente. Un sorriso di benvenuto. Almeno così sarebbe da interpretare secondo l’uomo che con una spalla si puntellava contro il tronco marcio e coperto di muschio (come il suo odore). Secondo l’ingenua (sicuro?) fanciulla che stava arrancando in quella direzione la piega tirata sul suo volto era un po’ come il ghigno sadico del macellaio pazzo. (sei sulla buona strada).
Le iridi si assottigliano mettendola a fuoco quando gli è davanti. Alza il mento e stringe le labbra. Anche i suoi occhi brillano d’oro. Un falco ed un serpente. Chi poteva immaginarlo? (i falchi mangiano i serpenti)
 
-Potevi evitare di chiudermi in una scatola ed abbandonarmi in un buco umido-
Il ghigno si allarga, le pupille tremano, un esitazione appena percettibile.
-Lo richiedeva la trasformazione-
-Quanti sono morti?-
Stavolta le pupille si dilatano. La lingua saetta ad inumidire le labbra cadaveriche.
-Non avevo dubbi sulla tua sopravvivenza- Ah, è chiaro, sibila solo quando è arrabbiato o particolarmente attratto da qualcosa.
Comunque ha glissato la domanda.
-Quanti ci hanno lasciato la pelle, stronzo?!- Il suo piede scatta verso i suoi stinchi. Si sente piena di forza nonostante il dolore tremendo. Forse è una contraddizione.  (no, no, che non lo è mia cara)
-Modera i termini mocciosa- Il sorriso si pietrifica le sue mani fredde le stringono le spalle il segno maledetto brucia un urlo le scortica la gola.
 
No, assolutamente non può essere una principessa.
 
Tutto questo è solo per te Itachi. Tutto questo è solo per te fratellino. Sappi che se finisce tutto bene te le farò scontare tutte!
-Mia sorella è una principessa!-
 
Orochimaru se la carica in spalla come un sacco di patate. –Cosa vuoi fare eh?!? Cosa vuoi fare?! Cosa … COSA?!?- Continua a scalciare e a sferrargli pugni sulla schiena mentre il sigillo sul suo braccio si espande e un complicato disegno nero si attorciglia sulla sua pelle olivastra. Ricorda i rovi delle rose che si intrecciano e si attorcigliano sulle spalle e sul collo, sul ventre nudo, sulle tempie, sulle caviglie e all’interno dei gomiti si possono scorgere distintamente i contorni ben delineati di rose e boccioli dai petali neri. (è il rosso il tuo colore)
-Lasciami! So camminare!- L’uomo la scruta con la coda dell’occhio. Serio, senza il ghigno perverso a deformargli il viso delicatamente effemminato. Saranno i capelli lunghi o la pelle liscia. Forse gli occhi allungati. E poi il trucco fa miracoli. Ne avrà quasi due chili in volto.
Con cautela la rimette a terra. La ragazza ha il broncio. Quella smorfia graziosa che arriccia le labbra delle bimbe boccolute e fa gonfiare le guancie a palloncino. Sul viso di Kioko quell’espressione fa tutt’un altro effetto. I suoi occhi d’oro sono contornati da una sclera nera quando si volta a fulminare il nuovo sensei.
-Solo perché ho deciso di seguirti non vuol dire che puoi fare di me ciò che vuoi-
(non dovresti esserne così convinta)
Stavolta Ororchimaru mostra i denti in un sorriso sardonico. Si inchina con reverenza mentre i capelli lisci sfiorano il terreno. Ogni suo poro da rettile trasuda un sarcasmo tanto pesante da insozzare l’aria rendendola irrespirabile.
-Come ordina, mia principessa-
Questo mondo non è fatto per me.
 
No, quella era una verità inespugnabile, inattaccabile, più salda delle fondamenta del palazzo degli hokage.
 
Minato passò una mano fra i capelli biondi, il gesto che seguì fu un pugno contro la parete. Si porta le nocche scorticate alle labbra lappando via il sangue come un cucciolo ferito. Ferito nell’orgoglio. Si era fidato di lei. E il maestro Sarutobi si era fidato di lui. Così anche Jiraiya ed il villaggio della foglia.
Li aveva traditi tutti dannazione.
Non avrebbe dovuto lasciare che quella ragazza restasse, era stata solo fonte di guai e di dolore.
E Kakashi e Rin? Per loro non era già troppo aver perso Obito?
No. La rabbia era troppa persino per urlare.
 
 
Quella era una verità che nessuno avrebbe osato contraddire.
 
 
Rin piangeva sulla sua spalla ed ogni singhiozzo era un replay della loro sconfitta.
Le ferite facevano male.
Non quanto la frustrazione.
Kioko. Kioko Uchiha Hayabusa Gin al momento della sua fuga con il sennin delle serpi era stata dichiarata nemico ufficiale di Konoha. Chiunque l’avesse vista era pregato di darsela cortesemente a gambe o, altrettanto cortesemente di abbatterla.
L’unico a cui spettava quel compito però era lui.
Lui e Rin l’avrebbero uccisa …
-Kakashi …- La mano di Rin stringe il suo giubbotto color verde bosco mentre lui abbassa lo sguardo nei suoi occhi castani che sfumano impercettibilmente ad un viola corposo che sa di cannella. –Kioko tornerà al villaggio, non è vero?- Biascica portando una mano lì dove le bende stringono troppo. Non ha cuore ne, probabilmente, coraggio per risponderle che no, Kioko sarà ammazzata il prima possibile. Prova disgusto per il dolore che gli afferra il patto al solo pensiero.
- E saremo di nuovo una squadra vero?- I suoi occhi accalappiarono i suoi. Speranzosi. Riponeva tutta la sua speranza in lui. Si fidava ancora di lei. Si fidava troppo di Kioko. Annuisce flebilmente. Senza convinzione.
-Promettimi che la porterai in dietro!- La sua voce si alza di un’ottava il suo volto si avvicina pericolosamente e vi riconosce la testardaggine e gli occhi di cerbiatto tipici di qualunque ragazza. Tranne Kioko. –Promettimelo Kakashi!- Strilla stavolta e poi tossisce accasciandosi e poggiando la testa sulle sue ginocchia. –Promettimi che non le farai del male. E’ buona, è buonissima Kakashi! Uccidendola ucciderai di nuovo Obito!- Scoppia a piangere di nuovo e sommessamente. E non può fare a meno di stringere i pugni e sollevarle la testa con una mano e fissarla negli occhi.
-Prometto-
Non puoi fare a meno di dirlo.
Pensi che è colpa sua.
Che è stata lei a costringerti e che ora ti toccherà mantenere la promessa.
In fondo però sei sollevato.
Allora Rin esulta e i suoi occhi sorridono e brillano dall’interno, in un modo dolce in cui gli occhi di Kioko non brillavano mai. E le sue labbra si scontrano quasi casualmente con quelle del compagno. Assapora la sua bocca attraverso il tessuto elastico della maschera lasciandolo sbigottito. Poi risistema la schiena sul guanciale e rossa in volto chiude gli occhi.
-Grazie Kakashi –
C’è una verità intangibile ed intoccabile.
Kioko Uchiha è una principessa.
Ed è rinchiusa in una torre con un drago a sorvegliarla.
Ed il principe deve ora andare a salvarla.
Però …
 
-Chi ti dice che io voglia essere salvata?-
   
 
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