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Autore: KikiWhiteFly    03/05/2011    5 recensioni
[AkitoSana; Sana centric principalmente]
«Ricordati che... Los Angeles è vicina. Vicina... vicina.»
Mi costrinsi a non piangere, strizzai gli occhi con tutta la forza che possedevo. L'aveva detto in modo incerto, trapelava un po' di insicurezza nella sua voce. Più ripeteva quella supplica sottovoce, tanto più sembrava crederci, così decisi di adottare quel metodo anch'io. E ci ritrovammo a parlare sottovoce, per infinitesimali secondi, forse quella era l'unica parola sensata da dire in quel momento.
«Se lo ripeto, funziona davvero.»
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più questa storia va avanti, tanto più diventa complicata XD.

Ormai credo sia, in tutto e per tutto, un'introspezione psicologica di Sana. Sarà che sono legata a questo personaggio in modo speciale – forse alcune volte mi sento come lei, fragile e al tempo stesso forte – ma sta diventando davvero più che una “fan fiction” per me :).

Ecco perché, stavolta lascerò che a parlare sia la coscienza di Sana (dal prossimo capitolo a parlare sarà nuovamente Sana, in prima persona).

Buona lettura.








VI.



«L'universo vive per te.»


[Coscienza POV]












Tu non te ne rendi conto, ti sembra soltanto di stare meglio.

«Ne prendo una...», la guardi per un attimo; è così piccola, non può procurarti grandi danni, «... Ne prendo due per sicurezza.»

Per sicurezza, sì.

E, invece, ti sei appena messa in pericolo.

Alzarsi la mattina senza aver fatto brutti sogni la notte, senza nessun Hayama dispettoso che si insinua nei tuoi pensieri; anzi, non sentirlo da quasi una settimana non sembra pesarti affatto. Tutto sembra andare meglio, persino le sedute con il dottor Iwasaki sono piacevoli; puoi uscire con i tuoi amici senza il disagio di sentirti “un terzo incomodo” ed ultimamente hai ripreso a sperimentare la cucina francese, pur con qualche fallimento.

Vivi in un mondo dove Hayama non esiste, non è mai esistito.





La realtà è tutta apparenza, però; da un lato il tuo umore potrebbe sembrare decisamente migliorato, i tuoi occhi ridenti non desterebbero mai sospetti, dall'altro stai recitando una parte.

Una parte che ti sta a pennello, l'illusa.

Credi che il dolore si possa resettare, come in un computer?

Affronta la realtà, Sana, sbatti contro di essa: non siamo automi, non siamo macchine... Vorremmo esserlo, ma ci è stata donata un'anima, un destino, un'unica possibilità di vita.

E davvero – starai scherzando, mi auguro – vuoi censurare il tuo stesso cuore?

Io sono la tua coscienza, Sana, la stessa che ti penetra ogni giorno nel cervello e continuerà a farlo finché la mente ed il cuore avranno vita; io sono te, Sana, tu sei me. Siamo parte dello stesso ingarbugliato universo, del medesimo infinito... E tutto ciò che provi tu, da qualche parte del tuo essere, lo sento anche io.

Non puoi fingere con me, non puoi barricarmi o sopprimermi – forse, sono l'unica a cui puoi dire tutta la verità.




Dimmi...

cosa si prova quando l'intero universo vive, obbedisce alle leggi del mondo, lotta per la sopravvivenza e tu lo rifiuti?

L'universo vive per te, Sana.

Tu non devi vivere per lui, non necessariamente; l'universo, però, vive per te.

Ricordalo nelle notti più buie, quando ti sentirai quasi soffocare o, peggio, inghiottita dalla sofferenza. Sai, io e te non siamo certi che esista un “Creatore” che ha generato queste infinite meraviglie eppure se ti ha chiesto di essere messa al mondo un motivo ci dovrà pur essere: forse per scoprire quanto possa far male un bacio mai dato oppure una cicatrice mai rimarginata o, addirittura, una ferita ancora sanguinante.

E tu, come minimo, non dovresti dimostrarti riconoscente?

Basterebbe accettare, un sì a bassa voce, più soffrirai e più ti renderai conto fino a che punto può arrivare la tua forza.

Ma, per ora, dimmi... sei pronta a risvegliarti?

E no, non aver paura: nessuno ti minaccerà, né ti rimprovererà, al tuo risveglio vedrai solamente una serie di sguardi commossi e carezze materne.

Ti basterà ammettere di aver sfiorato la disperazione ma di esser intenzionata a risalire a galla: Hayama non vorrebbe mai ritrovarti così, si sentirebbe in colpa e tutti i tuoi sforzi per convincerlo che tutto va a gonfie vele sarebbero stati vani.

Hayama, sì, cosa direbbe in questo momento?

Rinnegalo, dimenticalo, odialo... Eppure, sei sicura che lui ti terrebbe la mano, ti starebbe accanto, sarebbe addirittura capace di prendere il primo volo Los Angeles – Tokyo, senza preavviso.

Lotta per lui, Sana, per voi... Vedrai, ti sentirai più leggera – davvero, senza nessun inganno – quando il cuore e la mente accetteranno cosa significa vivere un amore a distanza.


Fa male, ogni momento.

Fa male quando lo senti e quando non lo senti.

Fa male a scuola, a casa, ai giardini, con gli amici, senza amici, con i suoi conoscenti e senza i suoi conoscenti.

Fa male sentirsi dire: “Hayama, il tuo 'fidanzato' a distanza”, apostrofando quelle parole con un ché di saccente; fanno male le accuse degli altri e la compassione.

Ecco, quella è la cosa che fa più male in assoluto.

Poverina, costretta ad aspettarlo... Chissà se Hayama-kun avrà conosciuto una bella americana.”, dicono.

Ma a quel punto...”

E le loro espressioni fintamente dispiaciute, il loro tono compassionevole – male, male, male.

Devi imparare che Akito Hayama aspetta per te come tu stai attendendo fervidamente per lui; non esiste una forza che può dominare il tempo, siamo noi a dover imparare ad impiegarlo.


Akito Hayama è il tuo universo, va da sé che tu sei il suo macrocosmo... e, indovina?

L'universo vive per te, Sana.

Vive per te.

Quelle parole ti sollazzano la mente per diversi istanti, finché non riesci a schiudere gli occhi: come ti avevo detto, una serie di persone accanto a te attendevano il tuo risveglio e ti stanno osservando con un moto di commozione.

Ti senti leggermente indebolita, ma è tutto normale: è l'effetto delle flebo, presto svanirà questa sensazione di spossatezza; osservi per un momento lo scenario di fronte a te, osservi fino a che punto le persone che ti sono più care possano aver sofferto a causa della tua presunzione.

Sì, la presunzione di voler essere invincibile: un'eroina, in parole povere.

Sei già un'eroina, sciocca... puoi essere tutto quello che vuoi, se lo desideri.




«Mamm... mammina?»

Misako Kurata si precipita verso di te, ti stringe forte la mano ed avverti un calore che ti arriva fin dentro il cuore.

«Per favore, non dire nulla di tutto questo ad Hayama.»

Non vorresti mai che lui soffrisse a causa tua, conoscendolo si prenderebbe tutta la colpa.

«No, non ti preoccupare.»

Ti sfiora il naso in maniera birichina, sorridi senza motivo.

Fuka è a qualche metro di distanza, sembra ancora scossa, agitata... devi averla proprio fatta preoccupare.

«Ehi!», tendi il braccio, desideri la sua mano, «Non ti preoccupare, Fuka, non lo farò più.»

Lei abbassa le spalle, persino i lineamenti del suo viso non sembrano più essere così contratti.

«Bene, Sana, perché mi hai spaventata. Alla faccia del nostro “tranquillo pomeriggio”.»

Ridacchiate insieme, dopodiché la tua espressione si fa seria, imperiosa: «Fuka, sai una cosa?», riesci a calamitare la sua attenzione, «L'universo vive per noi.»







   
 
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