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Autore: Nate__    03/05/2011    5 recensioni
N. B : Questa storia è di un sacco di tempo fa, l'amministrazione m'ha detto di dover mettere un' introduzione più lunga, perciò saltatemi, lo faccio per rispetto verso le altre storie che necessitano di recensioni. --- Ecco, la mia prima storia.
" Era abituata ad essere l'ultima arrivata.
Quell'anno era stata trasferita in circa quattro orfanotrofi. Ma lei non sapeva che il luogo in cui stava per alloggiare, era un posto davvero speciale. La Wammy's House. "
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Era il sei settembre.
Tsunami aveva già compiuto i diciotto anni, ed andava per i diciannove.
Certo che volava davvero, il tempo.
Ricordava come se fosse il giorno precedente il suo passato alla Wammy's. I sorrisi, le sfide, gli origami, i guai.
Le mancavano davvero quei giorni.
Con i ragazzi non si era più vista. Nemmeno con Lihào.
Le mancavano tutti terribilmente. Anche le sfuriate di Roger, che non erano veri e propri rimproveri. Sebbene abbia trascorso pochi giorni, in quell'orfanotrofio, là, in quel posto magico aveva vissuto esperienze stupende e terribili.
Che posto meraviglioso.
Tsumi, in quanto spia, era al corrente che Near era a capo e stava lavorando per una sua organizzazione. Ma di Mello e Matt non conosceva altro che i loro nomi.
O meglio: i nomi che alla Wammy's House, avevano attribuito loro.
E anche se si fossero incrociati, non si sarebbero riconosciuti.
Dovevano essere tutti, inevitabilmente.. Invecchiati.
Anche la stessa Tsunami, era cambiata. E parecchio anche: portava i capelli un pò più corti di come li aveva precedentemente, anche se il più delle volte li legava, era più alta, aveva un velo di trucco sul viso.
Effettivamente, era una giovane donna.
Aveva anche un piercing, nella parte destra, inferiore del labbro. Era uno di quelli a cerchio.
Ma portava ancora quegli occhialoni neri; forse per nostalgia.
Si era fatta anche un tatuaggio, nel polso: un drago.
Nel corso degli anni, non aveva perso però, l'abitudine di svegliarsi alle cinque del mattino.
Circa alle otto, doveva recarsi alla CIA.
Erano già le nove e mezzo, quando il Direttore, convocò Tsunami.
Tsumi si alzò dalla sua scrivania e si avviò nell'ufficio del suo principale.
<< Prego, Tsunami, siediti. >>
La ragazza si sedette.
<< Mi dica, Signore. >>
<< Bene. Tu sei una delle migliori spie che ci siano mai state alla CIA. >>
<< La ringrazio. >>
<< Andrò subito al punto: devi trasferirti. Lavorerai per l'SPK. In questa organizzazione, lavorano solo le migliori spie, sia della CIA che dell'FBI. >>
<< Dove si trova? >>
<< E' in America. >>

<< Un'altro viaggio enorme no.. >> pensò Tsunami.
<< Ti troverai benissimo. Il tuo volo parte oggi, alle undici e mezzo. >>
<< Ok. >>

Tsunami prese il biglietto aereo, e lo scrutò.
<< Vai a fare le valigie. >>
<< Uhm, va bene. Arrivederci. >>

No, un altro viaggio no. Non può essere.
Appena arrivò nella stanza d'albergo in cui alloggiava, afferrò la valigia e vi infilò tutti i suoi vestiti e i suoi effetti personali.
Una volta pronta si recò all'aereoporto. Aveva da poco preso la patente.
Imbarcò la valigia.
<< Che palle, non può essere vero. >> pensò, seccata.
Salì sull'aereo.
                                                                                                          ***
<< Finalmente sono arrivata, merda. >>
Scese dall'aereo e, dopo avere preso la valigia, fece per uscire dall'aereoporto, quando qualcuno la fermò:
<< Ti chiami Tsunami, per caso? >> disse un signore bassino.
<< Sì. Sono io. >>
<< Faccio parte dell'SPK. Vieni con me. >>

La ragazza posò nel bagagliaio della macchina la valigia, poi si accomodò in essa.
<< E' davvero un bel posto. Ti ambienterai subito. >>
<< Ah-ah. >>
<< So che sei molto brava. >>
<< Se non lo fossi, non sarei qui. >>
rispose Tsumi.
Ma dove diavolo stavano andando? La base dell'SPK era davvero nascosta.
<< Saprebbe dirmi quanto manca all'arrivo? >>
<< Non molto. >>
<< Quanto precisamente? La prego di essere il più preciso possibile. >>

La ragazza ebbe un flash-back: quell'istante era davvero identico a quando stava per arrivare all'orfanotrofio.
<< Sono troppo nostalgica. Basta. >> pensò Tsunami.
Ecco.
Erano arrivati.
<< Sappi che il principale non riceve nessuno. >>
<< Io non ho detto neanche una parola, fino a poco fa. >>

Entrò nella struttura. Era molto maestosa, decisamente maestosa.
<< Ovviamente non alloggerai qua, ma in un hotel che si trova a pochi passi da qui. >>
<< Questo l'avevo capito. >>
<< Porterò io la valigia all'hotel. Tu vai nel tuo ufficio. Sesto piano. Seconda porta a sinistra. >>

Sesto piano, seconda porta a sinistra. Era la camera in cui alloggiava all'orfanotrofio.
Ma che diamine, ce l'avevano con lei, tutti quanti?
<< Cazzo. >>
Prese l'ascensore e salì al sesto piano. Aprì la seconda porta a sinistra.
<< Wow. Un ufficio ordinario. >> sussurrò.
Si sedette sulla sedia dietro la scrivania.
Davanti a essa vi era uno schermo. Uno schermo enorme.
<< Però.. >>
La schermata si illuminò: vi era una N, come immagine.
<< Benvenuta nell'SPK. So che sei molto agile, e veloce. Per questo ho voluto selezionarti. Come avrai potuto capire, sono il principale. >>
<< Sì, l'avevo capito. Ma, ho una domanda. Perchè lei può vedermi ed io non posso vederla? Questo è ingiusto, non pensa? >>
<< Certamente, ma è anche alla base della mia incolumità. Altrimenti, Kira avrebbe già preso il sopravvento in quest'organizzazione e mi avrebbe già fatto fuori. >>
<< Comprendo. >>

<< Ti chiami Tsunami, no? >> rispose la voce metallica.
<< Sì. >>
<< Bene. Con te siete in due a chiamarvi in quel modo.. >>
<< Wow. Insolito. >>
<< Ti lascio al tuo ufficio. Ancora benvenuta. Arrivederci. >>
<< Arrivederci. >>

La stanza da cui proveniva la voce era all'ultimo piano.
<< Near, conosci per caso quella ragazza? >> esclamò un uomo, rivolto ad un ragazzo albino, dai capelli color platino, e gli occhi grigi.
Era piuttosto basso.
<< Mi era parso di conoscerla, ma era senz'altro un'altra persona. >> disse il ragazzo. << La Tsunami che conosco io, abitava alla Wammy's House e non può aver fatto tanta strada in un solo anno e mezzo. >>
Il ragazzo cominciò a maneggiare dei pupazzetti.
<< Ora che ci penso, ho una missione da affidarle. >>
Nell'ufficio di Tsumi, riapparse, nello schermo la N.
<< Ho già una missione da darti. Devi scovare una organizzazione mafiosa. Sappiamo che si trova in Wall Street, ma non siamo mai riusciti a trovarla. Spero tu ci riuscirai. >>
<< Farò il possibile. >>

Lo schermo si spense.
Tsunami si alzò dalla sedia, ed uscì dall'ufficio.
Dopo essere uscita anche dall'edificio, chiamò un Taxi e si diresse verso Wall Street.
Una volta arrivata, pagò l'autista e scese dalla macchina.
Cominciò a osservare la via dall'inizio alla fine, ed in effetti di organizzazioni mafiose, non vi era traccia.
Scorse una botola.
<< E se..? No, non può essere. Ma io provo lo stesso. >>
La aprì. Vi erano delle scale. Le scese.
Sentì delle voci.
Cercò di avvicinarsi, quando qualcuno le rivolse la parola.
<< Tu non dovresti essere qui. Ora sono costretto a doverti consegnare. >>
Che voce familiare. No non poteva essere lui. Aveva soltanto troppa nostalgia, ecco.
Si girò.
Davanti a sè vide un ragazzo abbastanza alto, con i capelli piuttosto lunghi, e rossi. Decisamente rossi. Aveva un videogioco in mano, e tra le labbra teneva una sigaretta.
<< Tsunami, non può essere lui, non indossa nemmeno i googles. >> cercò di convincersi, Tsumi.
Aveva dei folgoranti occhi verdi, che ti lasciavano meravigliata: erano stupendi.
<< Peccato che io me la cavi sempre, anche quando sono spacciata. >> disse la ragazza.
<< Davvero? >>
<< Davvero. >>
<< Ok. Vedremo. >>
disse il ragazzo, prendendola per un braccio e portandola nella sala da cui provenivano le voci.
<< Cosa ci hai portato, Matt? >> esclamò un uomo, seduto su una sedia al centro di un cerchio formato da molte persone.
<< Questa ragazza stava ascoltando le vostre conversazioni. >>
Matt? No, quell'uomo non aveva detto realmente Matt, Tsunami aveva certamente capito male.
<< Bene, bene. Mello, occupatene tu. >>
<< Tsunami, stai diventando troppo nostalgica, merda. >>
pensò, la ragazza.
Davanti a lei vi era un ragazzo biondo, occhi azzurri, con una enorme cicatrice, che gli partiva dall'occhio sinistro e finiva nella mandibola.
<< Non ti conviene metterti contro di me. biondino. >>
<< Sì, certo. >>

Il ragazzo si avvicinò.
<< L'hai voluto tu. >>
Tsunami gli diede un calcio nelle parti intime.
<< AHI! >> gridò Mello, cadendo a terra.
<< E voi state bene attenti, perchè potreste fare la stessa fine! >>
<< Ragazzi, sistematela. >>
<< Ma allora, non avete ascoltato una minima parola di quello che ho detto! >>

In cinque minuti netti, sistemò tutti quelli che si scagliavano contro di lei.
<< Ora io andrei. Arrivederci. >>
Uscì.
Se l'erano cercata.
Attraversò la strada.
Una macchina che arrivava a cento all'ora.
Ma poi il nulla.
Il buio totale.
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Ma che cosa? Non è possibile: era in una barella, in una stanza di un ospedale.
Aveva dei tubi attaccati nelle braccia.
<< Ora ricordo: la macchina che correva verso di me. Un.. Incidente. >>
Accanto a lei vi erano quattro figure, ben delineate: una figura albina, una bionda, una rossa ed una caratterizzata dai capelli: una ciocca tinta di un colore diverso. Sembrava proprio Lihào..
<< Si è ripresa.. >> intervenne la figura albina.
<< Tsumi? Tsumi! >> disse la figura rossa.
<< Sai che mi hai fatto male, quando mi hai dato il calcio? >> disse la persona bionda.
<< Grazie al cielo! >> esclamò, l'unica ragazza presente nella stanza, oltre ovviamente a Tsunami.
<< Ragazzi.. Siete proprio voi? >> disse Tsumi, incredula.
<< Sei appena uscita da un brutto coma.. >> disse Near. Ormai era evidente che era lui.
<< Brutta scema! Non ti avevo riconosciuto all'inizio! >> disse Matt.
<< Evita di colpirmi là sotto la prossima volta! >> esclamò Mello.
<< Come ti senti? >> disse Lihào, incurante degli altri.
<< Indolenzita. Ancora un pò e avrei potuto pensare: " Ci sono anch'io, tra le stelle. " >>


Non condivido la tua idea, ma darei la vita perché tu la possa esprimere.

- Voltaire.



Note.

Vi è piaciuto quest'ultimo capitolo? RECENSITEEE!
Grazie a Claudia e Martina. Grazie, davvero.
Vi voglio bene. "Sofiuccia" te lo chiedo per l'ultima volta: PUOI TOGLIERE IL MIO PEZZO DI STORIA DALLA TUA DESCRIZIONE? GRAZIE!
   
 
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