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Autore: telesette    04/05/2011    0 recensioni
Che cosa si nasconde dietro al tempo in cui Zelgadis era ancora "umano" ? Anche lui avrà avuto una casa, una giovinezza e... l'amore ?!? Cosa accadrebbe se, durante un viaggio nei luoghi del suo passato, l'affascinante chimera dovesse affrontare la più difficile delle battaglie ? Tra ricordi dolcissimi e la triste realtà di ciò che era e non tornerà più...
Genere: Avventura, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amelia, Gourry Gabriev, Lina Inverse, Personaggio originale, Zelgadis Greywords
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Amelia x Zelgadis'
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La ragazza della locanda non poté fare a meno di notare con quanta voracità Lina e Gourry si stessero abbuffando.

 

- Poveretti, dev’essere da molto che non mangiate…

- Macché - sospirò Amelia. - In quel caso, adesso si starebbero mangiando anche il tavolo…

- Hm ?!?

 

Entrambi la fissarono storto, allorché per un attimo la ragazza temette il peggio, ma subito continuarono a rimpinzarsi come se niente fosse.

 

- Da quanto tempo siete in viaggio, se posso chiedere ? - domandò loro la locandiera.

- Beh…

 

Amelia fece per rispondere ma, in quel momento, Lina e Gourry poggiarono le posate con aria soddisfatta.

 

- Aaah, che mangiata - esclamò Lina.

- Era tutto buonissimo - fece eco lo spadaccino.

- Bene, mi fa piacere!

 

La locandiera sorrise divertita.

 

- Il vostro amico non scende per colazione ?

- Ah, peggio per lui: se preferisce dormire, farà a meno di mangiare!

- A dire la verità, ho provato a chiamarlo stamattina - esclamò Amelia. - Ma non mi ha risposto…

- Volete che salga a chiamarlo ?

- Un accidente - scattò subito Lina. - Se ha fame scenderà lui, mi sembra ovvio, così impara!

 

In quello stesso momento, qualcuno picchiò alla porta della locanda con pugno abbastanza deciso.

 

- Arrivo - rispose la fanciulla, accingendosi ad aprire.

 

La porta venne spinta verso l’interno, spingendo via la giovane con violenza, e nella locanda entrò un energumeno con i capelli corti e un’espressione arrogante dipinta in volto.

 

- Chi non muore si rivede… Vero, Sheela ?

- Barimore - mormorò la ragazza incredula. - Che ci fai qui ? Dovresti essere ad Atlass…

- Invece sono venuto apposta a cercarti, così finalmente potremo riprendere la nostra discussione dal punto in cui l’abbiamo interrotta!

 

L’uomo fece per accarezzarle la guancia, tuttavia costei scostò via la sua mano con rabbia e gli rivolse uno sguardo colmo di disprezzo.

 

- Non abbiamo niente di cui discutere - esclamò. - La mia risposta è sempre quella di allora… vattene!

- Oh, ne sei proprio sicura ?

 

Barimore sollevò la mano, pronto a sferrare un poderoso manrovescio alla ragazza; tuttavia, proprio mentre stava per colpirla, si accorse con stupore che “qualcuno” gli aveva bloccato il braccio.

 

- Hm ?!?

- Ma cosa…

 

Sia Barimore che Sheela rimasero stupiti, ma anche Lina e gli altri non riuscivano a credere a ciò che era successo: Zelgadis era apparso praticamente dal nulla, giusto in tempo per prendere le difese della giovane locandiera.

 

- Levati dalle scatole, pagliaccio - minacciò il grosso Barimore.

 

Zelgadis tuttavia non si scompose e anzi, senza staccare gli occhi da quelli dell’uomo, rafforzò la sua stretta facendogli scricchiolare letteralmente le ossa. Barimore cacciò un gemito soffocato, ciononostante reagì con rabbia cercando di colpire Zelgadis con l’altra mano.

 

- Aaahiaaa!

 

Non appena le nocche dell’uomo incontrarono la dura pelle di pietra del volto di Zel, la chimera lo lasciò andare con noncuranza. Barimore barcollò pesantemente all’indietro, tenendosi la mano dolorante e imprecando contro tutto e tutti.

 

- Brutto figlio di… ti ammazzo!

- Signore, stia attento…

 

L’avvertimento di Sheela fu inutile: Zelgadis parò il goffo attacco di Barimore e spedì all’indietro l’energumeno con un pugno micidiale; Barimore si ritrovò scaraventato all’esterno, con la schiena nella polvere, senza neppure il tempo di capire cosa fosse realmente successo.

 

- Ma tu… chi accidenti sei ? - mormorò il bestione, cercando di rialzarsi.

- Questo non ti riguarda - rispose Zelgadis, avvicinandosi a lui minacciosamente. - Adesso vedi di sparire da qui, e alla svelta, prima che mi arrabbi sul serio!

- Sei mortooo!

 

Offeso, ammaccato e umiliato, Barimore tentò per l’ennesima volta di colpire Zelgadis con l’aiuto di un bastone. Il legno andò in pezzi, tuttavia Zelgadis non fece una piega e, afferrando l’avversario per il bavero, lo sollevò da terra con decisione.

 

- Puoi scegliere - esclamò la chimera. - O te ne vai sulle tue gambe, o “striscerai” sulla pancia con le ossa rotte… A te la scelta!

 

Barimore sgranò gli occhi stupito.

 

- Ma… Ma tu chi sei… un mostro, forse ?!?

- Ti ho già detto che non ti riguarda - rispose secco Zelgadis, lasciandolo andare. - Ora fila!

 

Barimore si rialzò in piedi, senza nemmeno scrollarsi la polvere di dosso, ma prima di andarsene lanciò a Sheela una specie di avvertimento.

 

- Non finisce qui - gridò. - Ci rivedremo ad Atlass, ricordalo!

 

Così dicendo, scappò via senza pensarci due volte. Zelgadis lo osservò allontanarsi, dopodiché rientrò nella locanda come se niente fosse accaduto.

 

- Io… io non so cosa dire - farfugliò la ragazza. - La ringrazio…

- Non ce n’è bisogno - rispose in fretta Zelgadis.

- Accidenti - esclamò Lina, alzandosi dal tavolo e raggiungendo l’amico per dargli un leggero colpetto sulla schiena. - Chi l’avrebbe detto che ti saresti scaldato così per un simile imbecille ?

- A proposito - intervenne Gourry. - Chi era quel tizio ?

- Non credo che siano affari nostri - tagliò corto Zelgadis. - Ora, se avete finito di rifocillarvi, prendiamo le nostre cose e togliamo il disturbo…

- Perché tanta fretta ? - domandò Lina perplessa. - Non ci corre dietro nessuno, in fondo!

- E poi non possiamo andarcene così - osservò Amelia. - Avete visto cos’è successo, no ? Quel tipo potrebbe tornare… Come paladini della giustizia, è nostro dovere assicurarci che quel brutto ceffo non possa più minacciare questa povera ragazza!

- Amelia, non cominciare…

 

Tuttavia, prima che Zelgadis potesse impedirglielo, la principessa si era già avvicinata alla giovane di nome Sheela per saperne di più sulla faccenda.

 

- Coraggio, raccontaci tutto - esclamò lei. - Chi era quel tizio e perché ti ha minacciata ?

- Ecco, io…

 

Il pugno della chimera si abbatté violentemente su Amelia, facendola scoppiare in lacrime.

 

- Ahiooo… Perché mi hai colpita ? Mi hai fatto male… Buaaahhh!

- Così impari a impicciarti in faccende che non ti riguardano!

- Certo che sei un bel tipo - sbuffò Lina. - Prima hai letteralmente sfasciato quel tizio di botte, e ora hai la faccia tosta di dire a noi di non impicciarci…

 

Zelgadis era chiaramente infastidito.

 

- Fate come vi pare - concluse. - Per quanto mi riguarda, io non voglio avere nulla a che fare con questa storia!

 

Così dicendo, tirò su il cappuccio sopra la testa e uscì dalla locanda senza voltarsi.

 

- Cafone - mormorò Lina. - Oh beh, vorrà dire che proseguiremo senza di lui… non morirà mica nessuno!

 

La maga si avvicinò alla locandiera, guardandola negli occhi.

 

- Ora veniamo a noi - esclamò. - Perché non ci racconti come stanno le cose ? Sono proprio curiosa!

- Ecco, a dire il vero…

- Tranquilla - fece eco Gourry. - Lina è una maga in gamba, anche se un tantino suscettibile, e poi…

 

Prima che facesse in tempo a finire la frase, il pugno di Lina schiacciò il povero spadaccino sul pavimento. Costui stramazzò per un istante, dopodiché biascicò qualcosa a fatica.

 

- Scufa…

- Ben ti sta: la prossima volta imparerai a riflettere, prima di dare aria a quella boccaccia!

 

Sheela osservò la scena come impietrita, tuttavia doveva ammettere che quello strano gruppetto di viaggiatori le ispirava una certa simpatia.

 

- Beh, io non ho nulla in contrario a spiegarvi la situazione ma, non so se sia giusto tediarvi coi miei problemi…

- Sciocchezze - fece Amelia, in preda alla sua solita eccitazione. - “Laddove il male imperversa e i deboli hanno bisogno di essere rinfrancati, è lì che la spada della giustizia deve intervenire per riportare l’amore e la pace!”

- Co… Come ?!?

- Ah, lascia perdere - sospirò Lina rassegnata. - Non farci caso, lei è completamente suonata… Piuttosto raccontaci un po’ questa storia: se possiamo aiutarti, lo faremo volentieri, non temere!

 

Sheela annuì.

 

- Quell’ uomo, Barimore, è il capo di una confraternita di banditi originaria di Atlass! Anni fa erano solo un mucchio di teppisti che imperversavano per la città, compiendo piccoli furti; oggi invece lui e i suoi uomini sono una minaccia costante e un serio problema, per chiunque attraversa la regione…

- Sul serio ? Eppure a vederlo, non sembra tanto pericoloso!

- Purtroppo - proseguì Sheela. - Il vero problema è un altro: circa sei anni fa, Barimore assunse il controllo dei bassifondi di Atlass, con l’aiuto di un mago di nome Veroner; e da allora la sua banda ha cominciato a fare uso della magia per compiere ogni genere di malefatte! All’epoca, grazie all’aiuto del Monaco Rosso, la città riuscì a liberarsi di quelle canaglie... Tuttavia, circa un anno fa Barimore ha fatto ritorno ad Atlass, ed ha deciso di vendicarsi contro tutti coloro che lo avevano scacciato!

- Che carogna - esclamò Gourry. - Dovrebbe vergognarsi, invece di…

- Gourry, vuoi stare zitto ?!?

 

Ancora una volta, il biondo spadaccino dovette pentirsi di aver parlato a sproposito.

 

- Dunque, se ho capito bene, questo Barimore ha motivo di rancore verso Atlass e i suoi abitanti, è così ?

- Sì, infatti - confermò Sheela. - Alcuni di noi hanno preferito lasciare la città nottetempo; anche io e mio padre ci siamo trasferiti in questo villaggio, per sfuggire alla sua banda; ma la maggior parte è rimasta lì, incapace di difendersi…

- Non possono ribellarsi ?

- No, purtroppo… Veroner, il mago, è ancora insieme a Barimore, ed entrambi riescono a mantenere il controllo della città, con la violenza e il terrore!

- E’ una cosa intollerabile - disse Amelia, agitando il pugno. - Non possiamo lasciare Atlass al suo destino: è nostro preciso dovere intervenire, affinché la pace e la giustizia tornino a regnare sulla città!

- C’è una cosa però che non capisco - osservò Lina. - Per quale motivo quel Barimore è venuto qui a minacciarti ?

 

Sheela esitò.

 

- E’ una lunga storia, risale al tempo in cui eravamo bambini, tuttavia temo che lui non abbia affatto dimenticato…

- D’accordo, d’accordo - tagliò corto Lina. - Tuttavia, come dice Amelia, non possiamo lasciare Atlass nelle mani di quel bandito… specie se esiste la possibilità che qualcuno possa ricompensarci per il nostro aiuto!

 

Gli occhi della maga si illuminarono della solita luce avida che i suoi compagni conoscevano bene.

 

- Sei sempre la solita!

- A volte mi vergogno perfino di conoscerla…

 

Sentendosi gli occhi dei presenti puntati addosso, Lina tossì nervosamente e si affrettò a sembrare un po’ meno “interessata”.

 

- Ehm, tuttavia dicevo: non possiamo certo abbandonare Atlass al suo destino… Perciò andremo a dare una lezione a quel tipo e alla sua banda, siete d’accordo ?

- D’accordo - risposero Amelia e Gourry in coro.

- I… Intendete sul serio andare ad Atlass allora ? - domandò Sheela incredula.

- Naturalmente - rispose Lina. - Non vedo quale sia il problema: in fin dei conti Atlass non è molto lontana, e sistemare quella banda non ci porterà via molto tempo!

- In questo caso, posso venire con voi ?

 

Sia Lina che gli altri sembrarono sorpresi da quella richiesta.

 

- Cercate di capirmi, molte persone che conoscevo sono rimaste ad Atlass, io… Non posso restare qui, devo sapere cosa è successo loro e se stanno bene!

- Tu che ne dici, Lina - domandò Gourry preoccupato. - Sarà prudente farla venire con noi ?

- Oh beh, non possiamo certo impedirglielo… d’accordo!

- Grazie - sorrise Sheela con gratitudine.

- Andiamo allora, Atlass ci aspetta!

 

Mentre i quattro si allontanavano dal villaggio, qualcuno li osservò in silenzio. Zelgadis aveva ascoltato tutta la conversazione, nascosto nell’ombra, e ora stava riflettendo tra sé sull’ironia della situazione.

 

- Hm - esclamò. - A quanto pare è destino che io debba chiudere i miei conti con il passato… E sia allora, una volta per tutte!

 

( continua )

   
 
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