Videogiochi > Final Fantasy XII
Segui la storia  |       
Autore: Arshatt    05/05/2011    1 recensioni
Si tratta di un racconto "a puntate",ambientato dopo gli eventi di ff12 Revenant Wings. La coppia principale è quella di Balthier e Fran,ma appaiono con frequenza anche Vaan e l'intero equipaggio della Galbana, Sono previste apparizioni di altri personaggi sia tratti da FF12 sia dalla mia fantasia XD.E'un racconto fantastico del tutto inventato, dai toni romantici e drammatici,ma talvolta anche comici.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Balthier, Fran, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note: Saaalve, ritorno ad aggiornare questa storia dopo molti mesi di assenza. Avevo iniziato a scrivere questo capitolo, poco tempo dopo aver terminato il X, nel lontano novembre 2010 e mi ero bloccata a metà. Poi quando avevo deciso di riprenderlo, ho dovuto affrontare un periodo molto difficile dal punto di vista personale che si è protratto per tutti questi primi mesi del 2011. Oggi torno a completare e a pubblicare questo nuovo capitolo, un pò perchè mi dispiaceva lasciare a metà la storia e un pò perchè simbolicamente vorrei riprendere la mia vita dove l'avevo lasciata mesi fa, partendo dalle piccole cose =). Lungo il racconto troverete piccoli flashback sia a livello narrativo sia come riferimento ai capitoli precedenti. Ho voluto dare una immagine di Balthier un pò diversa dal solito, per via del contesto drammatico in cui è inserito. Se devo essere sincera ho avuto qualche difficoltà a riprendere la storia anche per via delle mie idee sul paring principale (belXfran per l'appunto ), mutate rispetto agli esordi, probabilmente se l'avessi iniziata a scrivere adesso avrei impostato diversamente il loro rapporto e di conseguenza molte  scene del racconto sarebbero state diverse. Vedrò comunque di far combaciare i pezzi. Scusate eventuali errori di battitura o di espressione, ma pubblico il capitolo ad un'ora indecente e il sonno può fare brutti scherzi XD. Buona lettura per chi vorrà cimentarsi =).






Anno 308, Capitale di Archadia.

Palazzo Imperiale:
 
“Giudice Milliam, la vostra richiesta di congedo è pronta”
 
Un anziano uomo con indosso una massiccia armatura di metallo bruno, porse tra le mani di una sua pari una busta cui era stato anteposto il sigillo scarlatto della famiglia imperiale.
 
“Vi ringrazio Giudice Zenith, non dimenticherò il riguardo con cui mi avete trattata. La vostra cortesia mi onora” rispose la donna, chinando il capo in segno di rispetto.
 
“Non siate così formale con me Giudice Milliam, ci conosciamo da tanti anni ormai. Vi ho vista crescere come soldato e infine siete divenuta uno dei massimi rappresentanti della legge arcadiana, la mia cortesia ve la siete guadagnata giorno per giorno” replicò l’uomo, poggiandole una mano sulla spalla e facendole cenno di rilassare la postura.
 
“Giudice Zenith.. ..Se sono arrivata così lontano è anche grazie ai vostri preziosi consigli e alla vostra guida. Vi ho sempre considerato come un mentore a cui ispirarmi. Siete un uomo di grande valore morale come ne sono rimasti pochi a questo mondo .. Mi mancherete..” gli fece notare nostalgica, la donna.
 
“Mia cara Milliam, vedo rammarico nei vostri occhi celesti. Oggi Archadia perde uno dei suoi più valorosi giudici.. ma acquista una madre amorevole e una moglie devota, un bene prezioso per tutti noi. Donne come voi donano nuova linfa vitale al paese, progenitrici di speranza e uomini valorosi. Il futuro dell’Impero è nelle vostre mani, siatene degna.”
 
“Le vostre parole mi riempiono il cuore di gioia.. Ma purtroppo non tutti la pensano come voi.. La scelta di abbandonare la mia carica per dedicarmi al bambino che porto in grembo, è stata molto criticata dai nostri commilitoni. Temevo che lo stesso Giudice Magister Greed m’impedisse di dare le dimissioni in un momento così delicato per il nostro paese. La guerra con Nabradia si fa sempre più vicina..”
 
“Il campo di battaglia non è il luogo adatto a una donna gravida, qualunque sia il suo titolo. Il Giudice Magister ha saputo comprendere la situazione.. e poi mi doveva un favore..” disse l’uomo sorridente, accompagnando la giovane donna verso l’uscita.
 
“Grazie Giudice Zenith… Non lo dimenticherò… “
 
“So che non lo farete.. E ora andate, la vostra nuova vita vi attende al di là della porta. Non voltatevi indietro.”
 
***
 
Le immagini sfocate di un aerodromo si fanno largo nella mente. Una voce suadente la guida.
 
“Adesso che la tua aeronave è pronta cosa farai?”
 
“Volerò via da questa prigione… Il cielo.. Sarà quella la mia casa d’ora in poi”
 
“Scapperai quindi…”
 
Fuggire..? E’ così familiare.. come lei. La sua figura è cosi vivida e bella che per un attimo desidero solo restare.
 Se solo potessi farlo..
 
 
“Non c’è niente per me qui... Non voglio più che qualcun altro scelga per me… Voglio decidere da solo cosa fare della mia vita..Ti sembra così folle?”
 
“.. Non volevo accusarti… Non ho nessun diritto di giudicarti.. Sono la persona meno indicata a farlo,credimi..”
 
“..Quanto mi costerà il vostro disturbo?”
 
“Uh..? Se ti riferisci al compenso per le riparazioni, devi chiedere a Nono… “
 
“E tu? Non dirmi che lavori gratis.. Col tuo talento potresti fare molti soldi sai?”
 
“I soldi non m’interessano… Mi piace imparare.. Tutto qui..”
 
“Non è l’unico modo in cui noi huma sappiamo sdebitarci.. Potrei invitarti a cena e..”
 
“Non ti arrendi proprio mai tu, eh? ..E’ l’ultima notte nella tua città.. Non dovresti perdere tempo con simili  sciocchezze”
 
“.. Allora immagino che questo sia un addio..”
 
“Pare proprio di si… Buona fortuna per la tua nuova vita... Bal-thier”
 
“Balthier?
 
“ “Abitante del cielo” ….Nella lingua viera..”
 
“ Non male… Potrebbe essere il mio nuovo nome da pirata..”
 
“Fai un po’ come ti pare.. ..Addio”
 
D’ un tratto un dolore brucia dentro il petto.
Non andare via..
 
“Fran…”
 
“.. Cosa ancora?”
 
“Vieni con me..!”
 
Resta con me.
“ .. Perché dovrei..? ”
 
“ Perché sei anche tu alla ricerca di qualcosa… Potremmo cercarlo insieme..”
 
“Che presuntuoso! Pensi di conoscermi cosi bene..? E sentiamo.. cosa starei cercando?”
 
“Non ne ho idea.. ma.. per qualche strana ragione sento che è  simile a quello che sto cercando anch’io.. Beh e se questa non è una scusa abbastanza convincente, potresti sempre essere il meccanico della Strahl… Prometto che smetterò di importunarti se accetti.. o almeno potrei provarci.. Che ne dici?”
 
Non ci sono mai riuscito..
 
“Sei pazzo.. Ci conosciamo appena.. “
 
“Che importa..? Puoi sempre andare via quando vuoi… “
 
Non farlo, non andare via..!
“………………”
 
“… Io parto domani all’alba,voglio visitare il deserto… Se cambi idea sai dove trovarmi. Buona serata mia cara”
 
***
 
“Torna da me.. Ho bisogno di se..“ sussurrava, ancora inerte sul suo petto.“Fran.. ho paura.. non lasciarmi da solo..”
 
“Balthier…” lo richiamò dolcemente una voce sottile e provata.
 
Sentì una mano poggiarsi delicatamente sulla sua spalla. Quel tocco lo fece sussultare, sollevò lentamente il capo e schiudendo le palpebre lasciò filtrare la luce del mattino, proveniente dalla finestra di fronte a lui.
Per un istante sperò fosse stato tutto un brutto sogno, ma quando chinò lo sguardo trovò Fran priva di sensi  ancora una volta. Il contatto con la sua pelle fredda, gli procurò un brivido. Accostò tremante l’orecchio sul lato sinistro del suo petto. Sentì un flebile battito. Era ancora lì con lui.
 
“Balthier… ti sei svegliato..”
 
Era di nuovo quella voce. Ancora confuso e assonnato si voltò a guardare di chi fosse la piccola mano sulla sua spalla.
 
“Penelo.. sei tu..”
 
“C-come s-sta.. Fran?” chiese timidamente, temendo la risposta.
 
“E’ ancora qui..” rispose solenne, abbozzando un sorriso triste.
 
“Che sollievo…  Prima ti ho sentito chiamare il suo nome.. temevo che..”
 
“… Devo portarla via da qui..” la interruppe, deciso. Le parole pronunciate dal dottor Gale la notte precedente erano rimaste impresse nella sua mente. Doveva mettersi in cammino per il tempio, il prima possibile.
 
“ uh?... Intendi portarla dalla sacerdotessa, non è così?”
 
“Tu sapevi di questa storia??” chiese stupito, drizzando la schiena.
 
“Non prima di un’ora fa… Il dottore ce l’ha confidato solo stamattina.. Abbiamo una speranza adesso!” esultò pacatamente, la ragazza.
 
“Devo sbrigarmi, non c’è molto tempo..” disse preoccupato il pirata, sollevandosi di scatto dalla sedia su cui aveva passato la notte. Un forte e improvviso mal di testa lo fece barcollare. Penelo si precipitò verso di lui, afferrandolo per una spalla.
 
“Balthier non devi sforzarti! Il tuo fisico è indebolito.. Sei digiuno da ieri e hai passato la notte a bere..” replicò la bionda, invitandolo a sedersi di nuovo.  I suoi occhi nocciola erano gonfi e arrossati, doveva aver passato la peggior notte della sua vita, pensò. E Probabilmente non sarebbe stata nemmeno l’ultima.
 
“Devi riposarti” lo implorò.
 
“Non dire sciocchezze.. dobbiamo muoverci.. Fran..”
 
“Ci occuperemo noi di lei, non temere. Ma adesso mangia e bevi qualcosa di caldo … fallo per lei..” lo zittì, accarezzandogli dolcemente la guancia e porgendogli il vassoio con la colazione ancora fumante.
 
Balthier non riuscì ad opporsi, non ne trovò la forza, era troppo provato da  quella situazione. Portò la tazza di latte e caffè alla bocca e ne bevve un sorso. Penelo sorrise soddisfatta, poi si accostò alla lettiga in cui giaceva la viera e spostò delicatamente un ciuffo di capelli che le copriva il viso.
 
“.. L’hai sognata stanotte vero?” chiese, ricordandolo  invocare il suo nome nel sonno, solo pochi minuti fa.
 
“… Eravamo ad Archades.. Le chiedevo di diventare la mia partner.. Era tutto come quella sera di otto anni fa..” prese a raccontarle. Ripensandoci non riuscì a capire se si trattasse veramente di un sogno oppure di un ricordo.
 
“ E ovviamente accettava.. “ disse la ragazza, sorridendogli.
 
“No… Il giorno dopo all’alba ripartì da solo..”
 
“Come? Ma allora quand’è che tu e Fran siete diventati compagni?” chiese impaziente lei, ma se ne pentì quasi subito. Non si era resa conto che forse non era il caso di far riaffiorare certi ricordi in quel momento così drammatico. Ma Balthier la tranquillizzò e si apprestò a risponderle.
 
“Quel giorno trovai un biglietto sul sedile del copilota della Strahl.. “Se il fato vuole, incrocerà di nuovo le nostre strade un giorno… Ma fino ad allora buon viaggio, Balthier” recitava così..”
 
“Era scritto nel destino allora! Passò molto tempo dal vostro secondo incontro?”
 
“Non molto.. sei mesi circa.. L’ho ritrovata alla Costa Phon, durante una gara annuale di velocità tra aviopirati. Si occupava della manutenzione delle aeronavi insieme a Nono.. C’è voluto un po’ per convincerla a partecipare come mia partner.. Diavolo quanti anni sono passati..” disse il pirata, scuotendo il capo.
 
“Avete vinto la gara?”
 
“Puoi giurarci.. Da quel giorno siamo diventati soci” concluse orgoglioso. Pronunciando quell’ultima parola, gli salì un nodo alla gola. Era cosi inadeguata e fredda, anche se non stavano insieme il loro rapporto andava ben oltre le implicazioni professionali. Dopotutto seppur cresciuti in due realtà molto diverse, le loro storie non erano poi cosi differenti. Avevano lasciato entrambi il nido materno, in cerca della loro libertà ma non avevano mai smesso di sentirne la nostalgia. La solitudine era l’elemento che maggiormente li accumunava, il vero punto d’incontro della loro storia.
Erano solo due estranei ma con le stesse pene e desideri ed era bastato guardarsi negli occhi per capirlo. Una sottile affinità li legava, rendendo l’uno il mondo dell’altro. Un legame indissolubile ma fragile come il cristallo dinanzi alla morte
 
Lo sguardo cupo di Balthier, straziava la piccola Penelo. Poggiò ancora una volta la mano sulla sua spalla per fargli forza.
 
“Faremo tutto il possibile.. Non è ancora detta l’ultima parola” disse. L’uomo annuì col capo, cercando di darsi conforto. “ Vado a dire agli altri di prepararsi, non appena sei pronto, vieni all’ingresso. Ti aspetteremo lì “ concluse la ragazza, dirigendosi verso l’uscita.
 
Balthier fissò ancora qualche istante la sua amica riversa sulla lettiga. Una veste leggera di cotone bianco le copriva il busto, fino alle ginocchia.  S’intravedevano appena le bende avvolte intorno al suo ventre lacerato e ricucito. Gli tornò in mente per l’ennesima volta la terribile giornata appena trascorsa, ricordi scanditi dal sangue e dalle lacrime lo risucchiarono nuovamente nel suo limbo di dolore, solo il dolce suono delle ultime compassionevoli parole di Fran lo riportò a galla.
 
“F-Ffam-ran…. M-mi.. d-dispiace..d-di aver detto quelle cose.. I-ieri sera.. Non le p-pensavo v-veramen-te….  E .. a-anche quella n-notte.. Quando ti ho d-detto che non era quello che v-volevo, ho mentito.. C-credo di es-sere io la bambina d-dopotutto.. Cosi  s-spaventata da t-te.. Da n-noi.. ..E ora è cosi t-tardi..
 
Quel nome non gli sembrava poi cosi orribile pronunciato dalla sua bocca delicata, lo chiamava in quel modo ogniqualvolta che le loro discussioni si facevano particolarmente serie. Era il suo modo per chiedergli completa onestà e attenzione, due cose che solo a lei riusciva a non negare.
 
“ Non ti biasimo per la tua scelta, Fran… Dopotutto ho passato troppo tempo a fuggire da me stesso per potermi definire un uomo..quell’uomo che volevi e che speravi sarei diventato..  Ma sono rimasto il ragazzino codardo e viziato di quella notte all’aerodromo di Archades… Sei anni passati a scappare dai fantasmi del mio passato e  i due anni seguenti ad affogare nei rimpianti e nei sensi di colpa per il coraggio mancato..” pronunciando quelle parole, le sue pupille chiare divennero umide di rabbia. Per la prima volta sentiva di aver fallito ogni cosa, non era riuscito a salvare suo padre ma soprattutto non era riuscito a salvare se stesso. La sua ostentata libertà, adesso gli appariva vuota e priva di significato, una maschera per la paura di compiere delle scelte e assumersi delle responsabilità, un velo per celare l’inadeguatezza e la fragilità. Mai come in quel momento “Balthier” suonava solo come un nome insignificante agli occhi di Famran.
 
“Un protagonista non dovrebbe compiangere se stesso” lo rimproverò una voce squillante proveniente dalla porta. L’espressione di stupore del pirata per quell’uscita inaspettata,  si trasformò preso in un’occhiataccia di sarcastico sdegno.
 
“Non vedo nessun protagonista qui, solo due goffi attori di contorno che si contendono il ruolo principale, ma che rimangono sempre incapaci di conquistarlo”
 
“Beh a me non è mai importato molto di quel ruolo, tu invece ci tenevi molto al titolo, mi stupisce sentirti parlare in questo modo. Ti facevo più combattivo e meno vigliacco” rispose stizzito ed innervosito il ragazzino.
 
“Sono finiti i giochi, Vaan. Non ci sono più parti da recitare e applausi da conquistare,  cala il sipario sul dramma di questo patetico attore. Ti cedo la scena, è tutta tua se la vuoi”
 
“Possiamo ancora cambiare il finale, se la smetti di fare l’idiota e ritorni in te! Abbiamo una missione da portare a termine, un tesoro da recuperare. Il più prezioso che questo stupido pirata abbia mai scovato nel suo cammino”
 
Balthier lo guardò stupito, sentirlo parlare in quel modo lo sorprese. Era davvero cresciuto molto negli ultimi tempi, il sedicenne maldestro e impulsivo che si aggirava per le fogne di Rabanastre era divenuto finalmente maturo.
 
“Certo che devo proprio essere messo male per farmi dare lezioni di vita da un ragazzino come te..A chi hai rubato tanta saggezza?” lo punzecchiò ironico
 
“Una volta un cretino mi domandò: “ se trovi un tesoro prezioso e te lo portano via cosa fai? Accetti di vedertelo sottrarre senza fare nulla o fai di tutto per recuperarlo? Oggi lascio che sia tu a rispondere.. E vedi di deciderti in fretta, nessuno ha bisogno di un musone senza fiducia in se stesso tra i piedi!”

Il bel pirata rimase attonito e in silenzio per qualche istante, poi poggiò lo sguardo sul volto spento della sua amica e come un  fulmine a ciel sereno ebbe la sua risposta.
 
“… Non pensavo che l’avrei mai detto… ma hai ragione… questa sciocca conversazione è durata anche troppo a lungo. .. Ho ancora qualcosa di importante da salvare…” concluse il ragazzo. Chiuse gli occhi e tirò su un sospiro, era arrivato il momento di mettersi in viaggio.
 
Sollevò dalla lettiga la viera ancora priva di coscienza, per portarla fuori dall’abitazione dove i suoi amici li stavano aspettando.
“Non ti deluderò… Non stavolta..” le sussurrò, stringendola forte a se.
 
***
 
Anno 308
Le urla strazianti di una madre si mescolavano ai pianti disperati e spaventati di un neonato, sottratto brutalmente alla sua culla. Nel ventre della donna ora giaceva il corpo inerme dell’amato marito, strappato per sempre alla vita. Con le mani sporche dello stesso sangue  della sua progenie, invocava pietà e vendetta verso gli immortali. Giurò al cielo che il suo piccolo Venat avrebbe rivisto la luce della libertà, o lei avrebbe visto le tenebre del nulla per l’eternità.
 
***
 
Trascorsero tre lunghe ore, finalmente riuscirono a giungere in cima alla valle. Uno strano tempio marmoreo si ergeva al centro di una fitta foresta buia e paludosa. Kytes e Philo mal celavano la loro agitazione per quell’atmosfera cupa e sinistra che circondava quei luoghi mentre Penelo e Tomaj cercavano di rassicurarli. Solo Balthier e Vaan sembravano curarsi poco del tetro ambiente, la loro attenzione era interamente rivolta a trovare il modo di entrare nel tempio.
Le urla stridule del biondino senza volerlo sorbirono l’effetto voluto, qualcuno si palesò all’ingresso. Una misteriosa sacerdotessa avvolta da una  candida veste dai riflessi argentati,  apparve al loro cospetto. Uno strano cappuccio nascondeva il suo volto, s’intravedeva solo qualche ciocca corvina scenderle lungo le spalle.
Non disse nulla e con un cenno della mano , fece loro segno di entrare. Perplessi e turbati accettarono l’invito, varcando la soglia del tempio. 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy XII / Vai alla pagina dell'autore: Arshatt