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Autore: Nikkina Cullen    05/05/2011    1 recensioni
e se una famiglia come i Cullen vivesse vicino casa vostra?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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  Anche Roby la pensava come Gabriele, portando tutto il rispetto all'amico di Andrea ma non voleva mettere fine alla sua vita e mettere specialmente in pericolo May, che invece considerava egoiste le parole dei suoi due fratelli. Anche io la pensavo come May. Altro che eroina, avevo combinato proprio un bel casino.
E se avessero avuto bisogno loro di aiuto e questa famiglia non lo avrebbe concesso per come si erano comportati loro in precedenza?
Mi aveva detto Gabriele che i vampiri erano molto egoisti e anche vendicativi. Poteva anche succedere e la colpa sarebbe stata solo mia. Quindi non sopportavo le parole di Gabriele e Roby  velate di ringraziamenti, quando c'era un membro della loro famiglia che soffriva per la scelta che io gli avevo costretto a fare.
Loro avevano intrapreso un viaggio dal quale non si potevano più tirare indietro. Avevano preso una posizione in questa storia. Non potevano fare niente che in qualche modo mettesse a repentaglio la mia esistenza. No, non gli interessava mettere le loro vite in pericolo, gli interessava non mettere la mia vita in pericolo. Ero io il soggetto da tenere lontano da quei Volturi. Tre esseri che detenevano il potere della legge, il potere su quelli della loro specie e probabilmente anche in parte sulla mia specie. Per loro il loro segreto era più importante di qualsiasi altra cosa e la famiglia dell'amico di Andrea sarebbe morta e cosi chiunque avrebbe dato una mano a loro.
E io non avevo permesso ad Andrea di andare ad aiutare il suo amico.
Era questo che premeva malamente il mio cuore.
Io ero il vero mostro?
La mia presenza impediva a loro di fare qualcosa di bello per quelli della loro stessa specie.
Mi sentivo un mostro, quando non stavo con Gabriele che invece non faceva altro che ringraziarmi.
Io non volevo sentire le sue parole.
Le parole di Gabriele stonavano con quello che veramente sentivo dentro.
Io avevo fatto del male ad Andrea e in quel modo avrei potuto fare male a chiunque di quella famiglia.
Il fatto che io sapessi e non potevo sapere era un male per loro.
Il fatto che loro mi proteggevano da chi invece non avrebbe toccato loro se non per difendere me era un male per loro.
Quanto dovevo a quella famiglia?
Di più di quanto io avevo dato a loro.
Gabriele naturalmente non la vedeva come me.
Lui mi guardava ancora come la prima volta che i miei occhi si accorsero del suo sguardo su di me. Per lui io ero la cosa migliore che li fosse successo in duecento anni di vita vampiresca e ogni giorno coglieva il modo per dimostrarmelo.
Per me era difficile vedermi allo stesso modo con cui mi vedeva Gabriele. Cosa avevo fatto io per meritarmi un essere come lui?
E cosa avevo fatto io a lui e alla sua famiglia?
Non potevano più scegliere di tirarsi indietro.
Non poteva più fare un'altra vita finché ci fossi stata io nelle loro vite.
A me pesava molto di più rispetto a quanto pesasse realmente a loro.
Loro non avevano la mia stessa idea su quella situazione.
"Tu ora vieni prima di tutto. Prima dei nostri amici. Prima dei Volturi. Prima di qualsiasi altra cosa che metta a repentaglio la tua vita. Questo interessa a noi e nient'altro. Se ci sarà modo di spiegarlo agli altri lo faremo ma se non lo abbiamo fatto fino ad ora era per non mettere loro nella nostra stessa condizione di non poter scegliere più. Noi lo abbiamo fatto prima che tu potessi entrare nella nostra famiglia. Abbiamo valutato i rischi e le conseguenze e accettandoli ci siamo fatti carichi di essi. Tu non sei colpevole in questa storia. Qualsiasi cosa sia successa non sei stata tu a generarla. Probabilmente hai protetto di più tu la mia famiglia che io se avessimo deciso di andare ad aiutare i nostri amici."
Era lo stesso Andrea che la pensavo come Roby e come Gabriele. O forse probabilmente le sue parole non erano sincere dato che le diceva solo perché aveva saputo dei miei tumulti su quella situazione.
Era qualcos'altro che turbava Andrea.
"Li ci saranno le famiglie che hanno scelto il nostro stesso stile di vita. Non è solo il problema di aver creato un essere che non si doveva essere creare. E in questo ho dei dubbi che Carlisle abbia concesso qualcosa di cosi inverosimile a qualche membro della sua famiglia. Lui sapeva a quali rischi andava incontro avendo vissuto per molto tempo con i Volturi come me. Sappiamo meglio degli altri cosa si deve e cosa non si deve fare per tenerli lontani. Il dubbio per cui sono cosi assente in questo periodo non è essere mancato a questo evento per aver protetto te, ma aver scelto io stesso il loro stesso stile di vita. Non leggere le mie parole in senso negativo io come la mia famiglia siamo felici di ciò che siamo riusciti ad essere ma questo può portare a non essere compresi da chi non vuole capire. Aro ha cercato molte volte di convincere Carlisle a smettere con il suo stile di vita che per lui era inaccettabile. Credo che la chiave di tutto sia questo. Non vedo altro motivo per precipitarsi cosi velocemente e con tutto il suo reggimento in America. Sconfiggere uno stile di vita che potrebbe danneggiare la loro visibilità di protettori del nostro mondo. Se qualcuno mette in dubbio la loro verità può anche mettere in dubbio il loro stesso stile vita, trovando nel nostro stile valori più degni.
Questo è qualcosa che va oltre la natura di ciò che dovrebbero fare i Volturi. Loro dovrebbero mettere fine alle guerre che mettono a rischio la nostra esistenza non mettere fine a stili di vita differenti dai loro, solo perché hanno paura di essere considerati meno potenti dei loro stessi simili. È come se si seguono due visioni diverse di vita, come nella politica. c'è chi è di destra e c'è chi è di sinistra. Si convive pacificamente finché ne una e ne l'altra frazione cercano di imporsi come filosofia di vita vincente. Quando lo si cerca di fare allora questo prende il nome di dittatura. I Volturi non possono impedirci di scegliere il nostro stile di vita solo perché a loro non gli va a genio. È un crimine contro la loro stessa posizione di protettori. Loro si sono assunti il compito di proteggere la nostra razza non di comandarla. E se è questo il loro vero scopo, se le mie supposizioni sono esatte io come altri non lo scopriremo mai se quella famiglia viene distrutta perché i Volturi non guarderanno in faccia nessuno pur di raggiungere il loro scopo. E questa è la cosa che più mi ha fatto capire quanto io ero lontano dal loro modo di fare e quindi decidere di seguire una strada tutta mia. Io ho rispetto per i Volturi protettori, non per i Volturi dittatori e se questi dovrebbero essere più potenti dei protettori allora io non posso essere più indulgente nei loro riguardi. Io non accetterò più di essere protetto da loro da chi in realtà vuole imporre il proprio stile di vita. Da chi vuole imporre le proprie regole con la forza. E non solo io nessuno di noi accetterà più di essere protetto da chi invece ci vuole comandare."
Era molto di più di una punizione. E io sapevo cosa voleva dire.
Sapevo cosa volevano dire le parole. Quelle parole. Quante volte avevo studiato la seconde guerra mondiale. Quante volte avevo cercato di capire il motivo per cui la dittatura in quel periodo si era cosi rafforzata. E avevamo proprio la spiegazione nelle parole di Andrea.
Quanti di loro avevano accettato solo perché era una protezione maggiore che li potevano garantire rispetto a quelle esistenti. Ma la dittatura implica un altro fattore importante per ogni condizione umana e non umana: la non libertà. E nessuno mette a repentaglio la propria libertà per una maggiore protezione.
Quella nuova visione della situazione aveva messo in un certo modo pace al mio senso di colpa nei loro riguardi ma creato altre domande che nemmeno loro avrebbero potuto rispondere.
Se il potere avesse vinto, cosa molto logica, chi viveva come aveva scelto di vivere Carlisle era in pericolo? Questo mi preoccupava molto di più di tutti i pensieri che mi aveva destabilizzato fino a che non avevo avuto chiara la visione della situazione. Ed era molto più pericoloso rispetto ai miei precedenti dubbi. Questo avvenimento avrebbe provocato qualcosa di importante nella storia dei vampiri.
Bisognava scegliere da che parte stare e Andrea aveva già fatto la sua scelta prima che tutto ciò accadesse. Lui si era allontanato dai Volturi quando sentiva che ciò in cui credeva non corrispondeva più alla loro stessa visione di vita quindi lui sarebbe stato contro i dittatori.
Capivo quanto doveva pesarli ancora di più la scelta di non poter intervenire ma mi aveva anche detto che se le cose si fossero risolte bene per i suoi amici allora avrebbe avuto modo di spiegarli la sua posizione. Se … e i se non erano molto quotati anzi contro un esercito ben impostato, solo una cosa poteva fermarli: la parola. E se loro avrebbero avuto modo di parlare. Se li fosse stata data questa possibilità allora la situazione poteva volgersi a vantaggio del suo amico. Andrea sapeva che il suo amico era nella verità, poteva anche non essere là fisicamente per vederlo con i propri occhi, ma sentiva dove stava la ragione.
Aveva notato che la sua informatrice era accecata da qualche genere di odio verso la famiglia del suo amico e questo aveva macchiato la buona fede della ragazza, che senza alcun dubbio stava facendo una cosa onesta spinta però da un sentimento che andava ben oltre la giustizia stessa. Era una giustizia sua personale. Dalla sua lontananza non aveva nemmeno costatato personalmente se i fatti mostratisi davanti a lei erano quelli o no. E Andrea aveva dei dubbi che lo fossero. Dovevo conoscere l'amico di Andrea per capire quello che lui stesso diceva.
Una chiamata stemperò le tensione accumulata da Andrea in tutta questa situazione.
Era sereno.
Non lo avevo mai visto cosi sereno e in pace con il suo stesso essere.
Ci aspettò sereno e ansioso ma l'ansia non era quella stessa ansia che lo aveva quasi reso un fantasma nella sua stessa casa, nei giorni passati.
Era un ansia di cui si voleva liberare con quelle parole che teneva sulla bocca portandosi il tormento via con loro nell'aria che solo io avevo bisogno veramente di respirare in quella casa.
"Ragazzi ho da darvi buone notizie! Vengono dall'America direttamente!" esplose mentre noi ci stavamo sedendo e tutto rallentava nella loro vita quando c'ero io.
"Cosa succede Andrea?" chiese May impaziente di primo acchito ma poi mi resi conto che era solo curiosità come io stessa ero curiosa.
"I Cullen sono vivi! Sapete cosa vuol dire? Sono VIVI e vegeti!"
La cosa mi stupì e allo stesso tempo mi rincuorò per quella famiglia che non conoscevo ma di cui avevo capito la disperazione della loro azione impossibile di vivere a discapito di ciò che pensavano i Volturi di loro.
"Cosa vuol dire?" chiesi io, incurante forse della felicità che provavano gli altri nella notizia.
"Vuol dire che tutto resta come è, cara mia. Nessun dittatore al momento ci priverà del nostro stile di vita. Siamo ancora liberi di essere noi. Vuol dire tutto!"
"E il bambino immortale? Non era quella la scusa che avevano trovato per punire la famiglia Cullen?"
"Beh Carlisle mi ha spiegato che la piccola è un essere ibrido, metà umano metà vampiro e non comporta alcun problema per la nostra specie perché è controllabile e si controlla già da sola e protegge perfettamente il nostro segreto."
La cosa mi sembrava strana, ma se era riuscita a salvare le sorti di una famiglia già segnate non potevo far altro che rallegrarmene e festeggiare con il resto della famiglia.
"Tra l'altro ho chiesto a Carlisle se può raggiungerci appena può per spiegare la nostra posizione sul fatto. Lui non ha espresso alcun tipo di rimprovero nei miei confronti. Ma io lo devo fare per me stesso e per voi. Siete la mia famiglia e voglio mettere in chiaro alcune cose con Carlisle perché non possa dubitare del nostro intervento in futuro, se ce ne sarà bisogno."
Andrea si sentiva ancora in colpa per non essere stato al fianco del suo amico.
Era questo che lo spingeva in un gesto cosi estremo come quello di coinvolgerlo nella nostra situazione.
Ma non voleva coinvolgerlo se l'amico non avrebbe voluto non sarebbe stato parte della nostra storia, ma doveva almeno spiegare il suo punto di vista, ciò che non gli aveva permesso di essere al suo fianco in una situazione cosi delicata per il loro stile di vita.
 
 
 
 

   
 
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