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Autore: Betty    28/01/2004    2 recensioni
La carriera di Benji è finita bruscamente e la sua vita sta andando a rotoli. Ma dal passato ritorna una vecchia amica che avrà bisogno del suo aiuto. Sarà lei a donargli una nuova speranza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 6

CAPITOLO 6

Ringrazio tutti le persone che mi hanno recensito e che seguono le mie storie. Grazie per gli incoraggiamenti, senza di voi non potrei andare avanti a scrivere.

 

Quando Benji si svegliò, si accorse che lui ed Eileen avevano dormito abbracciati per tutta la notte, la guardò in viso e vide che era pallida. Sentì una morsa al cuore vedendola in quello stato, doveva starle vicino, no anzi voleva starle vicino.

Perché all'improvviso sentiva che doveva proteggerla dal mondo, piccola Eileen lo so che sei forte, ma quando si è da soli di fronte al dolore, anche il più forte degli uomini crolla. A dire la verità non sei così piccola, sei una donna, una bellissima donna.

In quel momento Eileen aprì lentamente gli occhi. "Buongiorno" le disse Benji

"Buongiorno" rispose la ragazza.

"Come ti senti?"

"Uno straccio." Rispose sinteticamente Eileen.

"Ti preparò un bel caffè, mentre ti riprendi un po’" disse Benji alzandosi.

Eileen annuì osservò il ragazzo uscire dalla stanza, si alzò svogliatamente e si diresse in bagno.

L'immagine che vide nello specchio la fece rabbrividire, si vide pallida, con delle occhiaie tremende e i capelli talmente spettinati che sembrava un istrice.

Qui urge una doccia! È un miracolo che Benji non si sia spaventato vedendomi così. Stamattina devo proprio finire di sistemare le "sue" cose. La ragazza andò sotto il getto caldo dell'acqua mentre mille pensieri le ronzavano in mente Cavoli ieri non ho letto il testamento, sono rimasta così sconvolta dalla lettera che me ne sono dimenticata. Dopo vado a prenderlo così lo leggo insieme a Benji.

L'ho fatto proprio disperare in questi giorni, poi ieri sera è stato il culmine e mi sono addormentata abbracciata a lui. Sono stata così bene, ero protetta Eileen sorrise al pensiero di Benji ma poi cercò di cancellare tutto quello che provava in quell'istante non posso dipendere da lui, perché prima o poi se ne andrà ed io sarò di nuovo sola. Devo dimenticare quel bacio, noi siamo solo e soltanto amici.

Benji la sentì uscire dal bagno e dirigersi verso la camera da letto, sentì la porta chiudersi, dopo pochi minuti la ragazza arrivò in cucina, indossava una tuta nera che evidenziava un fisico modellato ed armonico.

"Il tuo caffè e un brioche appena sfornata dal forno a microonde"

"Grazie, sei un tesoro. Non so come hai fatto a sopportarmi in questi giorni."

"Non mi devi ringraziare, ci siamo sopportati a vicenda."

Eileen consumò lentamente la sua colazione poi prese la busta con il testamento dalla tasca della tuta.

"Ieri non lo abbiamo letto il testamento" disse la ragazza.

"Me ne ero dimenticato" disse Benji poi si sedette accanto alla ragazza.

"Vediamo un po’ se ci nasconde un tesoro" disse Eileen sorridendo.

Io sottoscritta Eleonor Bristol, nel pieno delle mi facoltà mentali dispongo quanto segue:

al mia morte tutte le mie proprietà e i miei fondi monetari passeranno di diritto a mia nipote Eileen Bristol, le proprietà sono le seguenti:

Eileen a quel punto si interruppe "Leggi! La nonna possedeva, una casa al mare, due appartamenti qui in città e tre a Tokyo!"

"E un conto in banca di tutto rispetto!"

"Deve esserci lo zampino di tuo nonno"

"Per lui tutto aveva un prezzo" disse con disprezzo Benji.

"Come per tuo padre, scommetto che quei due sono sempre andati d’accordo"

"Lascia stare quando sono insieme, diventano ancora più insopportabili."

"Tuo nonno è ancora vivo?" chiese Eileen sorpresa.

"Vivo e vegeto"

"Non credi che debba sapere che la madre di sua figlia è morta?"

"Mia madre non ha fatto la minima piega, non è neanche venuta al funerale. E lo sapeva che era sua madre!" disse Benji sbattendo il pugno sul tavolo.

"Benji calmati, ormai non possiamo cambiare quello che è successo."

"Lo so ma devo comunque fare due chiacchiere con mia madre."

"Lascia stare, cosa vorresti ottenere? La conosci la tua famiglia, tutti ipocriti, solo tu sei diverso e adesso ho anche capito il perché." Disse Eileen.

"Va bene non andrò a parlare con mia madre, ma se ne avessi l'occasione, stai tranquilla che mi starà ad ascoltare."

"Va bene. Adesso però risolviamo questa cosa del testamento, qui dice di rivolgersi a questo avvocato Manson. Sono solo le otto e trenta, un po’ troppo presto, più tardi lo contatto."

"A parte chiamare questo avvocato, hai qualcos'altro da fare?" chiese Benji.

"Credo proprio di no."

"Bene, allora andiamo a fare la spesa, perché qui la dispensa piange"

 

Benji ed Eileen stavano finalmente uscendo dal supermercato, avevano riempito due carrelli interi.

"Forse abbiamo preso troppo cose, dopotutto tu sarai ansioso di tornare in Germania. E tutta questa spesa mi sembra esagerata." Disse Eileen.

"A dire la verità volevo trattenermi ancora qualche giorno, non ho fretta di tornare in Germania. Tu invece vorrai tornare a Tokyo e al tuo lavoro."

"Ho voglia di staccare un po’, dopotutto ho ancora due mesi di ferie da godermi"

"Questo vuol dire che ci dovremo sopportare ancora per un po’?" chiese Benji con un sorriso.

"Purtroppo ti tocca!" rispose Eileen.

Dopo aver caricato la spesa in macchina si stavano apprestando a salire sull'auto quando una elegante berlina nera si accostò alla loro auto, l'autista scese precipitosamente dal mezzo per aprire la portiera del passeggero.

Scese un uomo, di circa ottanta anni, gli occhi scuri osservarono la coppia.

"Ragazzo" disse rivolto a Benji.

"Nonno, cosa ti porta qui?"

"Ho saputo di Eleonor" rispose soltanto.

"Non dirmi che ti sei scomodato solo per una serva!" disse crudele Benji, voleva capire se Duncan Price era lì, davanti a lui, solo per sapere se Eleonor avesse detto qualcosa.

"Per te era solo una serva?" chiese Duncan, serio ma Benji aveva notato che era meno teso, di pochi istanti prima.

"No, per me Eleonor non è mai stata una serva. Ma per te sì, anche dopo che ti ha dato una figlia."

L'uomo indietreggiò come se Benji lo avesse spinto lontano, in pochi istanti vide sul volto dell'uomo ansia e paura.

"Cosa vuoi fare, adesso che sai la verità?" chiese con voce tremante Duncan.

"Niente, non farò niente. Tranne andare a pregare sulla tomba di mia nonna, adesso se non ti dispiace, abbiamo da fare." Benji stava per salire in macchina, ma l'uomo lo afferrò per un braccio.

"Io la amavo" disse, sembrava sincero.

Eileen fino a quel momento era stata zitta, ma quell'ultima affermazione l'aveva mandata su tutte le furie.

"E' così sicuro di sapere cosa voglia dire amare? Forse lo crede, ma non lo sa. Altrimenti non avrebbe donato tutte quelle proprietà ad Eleonor, solo per placare il suo senso di colpa. Se la amava veramente le sarebbe solo stato vicino e le avrebbe dimostrato ciò che provava."

Duncan la fulminò con lo sguardo "Con chi ho l'onore di parlare?" chiese altezzoso.

"Eileen Bristol"

"Bristol?"

"Sì signore, sono la nipote di Eleonor. Direi nipote acquisita a questo punto."

"Ma hai il suo stesso cognome, come mai? Non sei la figlia di Elise?"

"Sì, sono la figlia di Elise, ma quando mio padre mi ha abbandonato Eleonor ha fatto tutte le pratiche necessarie perché assumessi il suo cognome." Spiegò Eileen.

"Ha sempre avuto un grande cuore." Disse Duncan.

"Nonno, se non ti dispiace avremo delle commissioni da fare." disse Benji.

"Siete già stati dall'avvocato Manson?"

"No" rispose Eileen.

"Se volete vi ci accompagno, è stato lui a curare tutte le pratiche"

Benji guardò Eileen che annuì "Va bene nonno, ti seguiamo"

Quando furono in macchina Benji chiese "Secondo te a che pratiche si stava riferendo?"

"Penso al certificato di nascita di tua madre, alle donazioni e tutti gli altri atti legali riguardati la nonna" rispose Eileen.

"Hai ragione, andiamo a vedere un po’ cosa ci racconta quest'altro barbagianni!"

"E' così che definisci tuo nonno?"

"Certo, non è un'offesa, almeno credo!"

Eileen rise, era decisa a godersi ogni momento che avrebbe passato accanto a Benji.

 

L'avvocato era stato molto conciso, il testamento era legale e Eileen era entrata in possesso di tutte le proprietà di Eleonor. Tutti gli appartamenti erano affittati, tranne la casa al mare. Tutto era gestito dallo studio Manson.

"Vedo che è tutto gestito in modo egregio." Disse Eileen controllando i contratti e le rendite che negli anni erano maturate.

"Non credo sia il caso di cambiare le cose, vi delegherò per continuare a gestire queste proprietà per mio conto. Però vi chiedo di mandarmi un resoconto ogni bimestre o nel caso voi lo riteneste necessario anche mensilmente."

"Sig.ra Bristol, sono felice che lei voglia collaborare con noi. Sua nonna è stata per anni una nostra ottima cliente e sono sicuro che lei non sarà da meno" disse Manson con un sorriso.

Dopo aver firmato tutti i documenti necessari Eileen e Benji si congedarono dall'avvocato, fuori dallo studio Benji non riuscì a trattanersi e chiese a Duncan.

"Nonno, toglimi una curiosità, come ha reagito la mamma quando ha saputo di Eleonor."

"Lo so che non ci crederai, ma è stata lei a darmi la notizia, e stava piangendo. Per tutti questi anni, l'ho costretta a tenere dentro di sé questo segreto. Sally, mia moglie non è mai stata una madre, ma Eleonor a suo modo è sempre stata accanto a Catherine."

"Chi ha detto alla mamma chi era la sua vera madre?"

"E' stata Sally, poco prima di morire. Voleva che Catherine odiasse Eleonor quanto la odiava lei, ma invece dopo un primo momento di tensione, tua madre ha accettato la notizia. Non ha potuto venire al funerale perché tuo padre non sa di tutta questa storia; infatti non riesce a capire perché Catherine soffra tanto."

"Certi segreti vanno tenuti nascosti, non è così. Per l'onore della famiglia" disse Benji.

"Benji tu non puoi capire" disse Duncan.

"Scusa nonno, adesso dobbiamo veramente andare" disse Benji salendo in macchina e cocludendo così la conversazione, Eileen lo imitò lanciando prima un ultimo sguardo all'uomo.

Si reggeva a stento in piedi, il suo bastone era il suo unico sostegno, sul volto si poteva ancora scorgere qualche accenno di bellezza che anni prima aveva fatto innamorare Eleonor.

La ragazza salì in macchina, doveva allontanarsi qualche giorno da tutto.

"Benji e se andassimo in quella casa al mare?"

Benji guardò la ragazza e lesse nei suoi occhi tanta stanchezza "Perché no, in fondo non abbiamo nient'altro da fare."

 

 

 

  
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