Crossover
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Autore: Crybaby    05/05/2011    3 recensioni
[Sailor Moon; Dragon Ball; Naruto]
Si sa: in un mondo dove i combattimenti sono all’ordine del giorno, ogni periodo di pace, breve o lungo che sia, è destinato a terminare. Anche se il suddetto periodo di pace, durato poco più di un anno, è seguito ad una dura e cruenta battaglia combattuta contro il male in persona.
La causa di tutto?
Cinque splendide ragazze, tornate misteriosamente alla vita.
Cinque brillanti scienziate, più potenti che mai.
Cinque diaboliche streghe, assetate di vendetta.
Cyprine, Telulu, Eudial, Viluy e Mimete: in altre parole, le Witches 5.
A un anno di distanza dagli eventi di “Last Menace Of Chaos”, i difensori della Terra sono chiamati ad una nuova, improbabile quanto difficile battaglia. Ma chi ha detto che debbano per forza essere loro i protagonisti?
Genere: Azione, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultimatum

-Com’è andata?- chiese Cyprine, senza togliere lo sguardo da un catalogo di occhiali che stava sfogliando. Perdendosi così Eudial che brontolando parolacce se ne tornava nelle sue stanze sbattendo la porta, e una bruciacchiata Mimete che senza salutare andò quasi ad aggredire il computer principale.
-Le faccio vedere io- biascicò, mentre con il mouse scorreva rapidamente la lista dei cristalli mancanti -Eudial dovrà ammettere che è stata tutta colpa sua se abbiamo fallito la missione, quando scoprirà che quel ciccione a cui ha dato inutilmente la caccia… è sulla lista.
E in effetti, tra le varie fotografie a corredo dei nomi delle vittime faceva capolino anche il faccione di Choji Akimichi. Per la disperazione di Mimete, che si sfogò sbattendo la testa sulla tastiera.
-Non-ci posso-credere-c’è-davvero-possibile-che non-riesca-mai-ad avere-l’ultima-parola-in-qualcosa? Bah, a questo punto non mi rimane che dar le dimissioni… Ehi, questa non me l’aspettavo proprio!
-Cosa, che hai scoperto di poter dare le dimissioni?- domandò Cyprine.
-Ma no, guarda qui! Sulla lista!
Mimete le indicò la foto di un’altra vittima, che prima non aveva notato: la foto della bionda Ino.
-Che cos’ha di speciale, quella?
-L’abbiamo incontrata durante la missione- spiegò Mimete -sembrava conoscere molto bene sia me che Eudial, eppure né io né lei ricordiamo di averla mai conosciuta prima.
-Un bel mistero- commentò Cyprine -e il fatto che sia anche custode di uno dei cristalli che ci servono rende il tutto ancora più interessante. Leggiamo un po’ come si chiama: Yamanaka Ino…
-Yamanaka Ino, perfetto. Me ne occupo io.
Le due si girarono. Dalle sue stanze era appena arrivata Telulu: sembrava in splendida forma… se si escludeva il fatto che solo la notte precedente era stata quasi scorticata viva.
-Telulu, non per essere pignola, ma… sei sicura?
-Tsk, non saranno certo un paio di escoriazioni a fermarmi!- la strega alzò un pugno al cielo in segno di trionfo -vi porterò qui quella Ino in men che non si dicAHIA!!!
-Telulu ti ho già detto di non fare movimenti bruschi, ti si stacca la pelle…

...

Nonostante si vedessero benissimo le bende che le avvolgevano gli arti, nessuno a Konoha sembrò prestare particolare attenzione a Telulu. Anzi, alla strega parve che fasciarsi braccia e gambe fosse una moda da quelle parti. Meglio così, pensò lei, aggirandosi circospetta in cerca della vittima.
Proprio aggirandosi per le strade del villaggio, la strega trovò qualcosa che attirò subito la sua attenzione. Un negozio di fiori, sopra la cui porta campeggiava un’insegna con la scritta “Yamanaka”. Telulu si avvicinò di soppiatto alla vetrina e guardò dentro, ancora incredula di fronte a tanta fortuna. C’era una sola persona nel negozio: era di spalle, ma le si poteva comunque riconoscere un’appariscente chioma bionda.
“Eccola là, la nostra Ino. Più facile del previsto… Un momento, non posso entrare e rapirla così su due piedi, ci sono troppi testimoni qui fuori. Dovrò adottare un approccio diverso, questa volta.”
Da una tasca del camice Telulu tirò fuori un piccolo germoglio, in cui iniettò per mezzo di una siringa un siero color verde acido. Il germoglio si dischiuse, trasformandosi in un fiore simile a una ninfea, non più grande del palmo della mano su cui stava.
-Ho una missione per te, Baby Telulun. Devi mimetizzarti tra gli altri fiori e ipnotizzare la persona che trovi là dentro. Conducila da me, hai capito?
Come segno che aveva afferrato l’ordine, la Baby Telulun saltò giù dalla mano della sua padrona e zampettando come un ragno si introdusse nel negozio.
-Andrò a nascondermi in un vicolo poco distante da qui. Mi raccomando piccola mia, non mi deludere.

Al suono del campanello appeso dietro la porta del negozio, il signor Inoichi Yamanaka, da cui la figlia aveva ereditato i lunghi capelli biondi, si voltò per controllare.

...

-Com’è andata?- chiese Cyprine, specchiandosi nelle unghie della mano destra, che aveva appena limato e smaltato. Eudial era appena tornata dal suo spogliatoio, dopo una doccia e un cambio d’abiti, ma con lo stesso umore di prima.
-Ti dico solo questo, Cyprine. Non m’importa di cosa dicono Viluy e la sua Slot Machine, io non lavorerò mai più con Mimete! Mai più!
-E che avrà combinato stavolta? Ha cercato di nuovo di ammazzarti?
-No, ma ci siamo andate molto vicine. Comunque, è una cosa imperdonabile…
Un rumore assordante, come lo strombazzare di un clacson, riecheggiò improvviso per tutto il laboratorio. Cyprine quasi rischiava di cader dalla sedia per lo spavento, mentre Eudial corse immediatamente fuori dalla sala in cerca della fonte di quel baccano, che scoprì provenire dall’autorimessa.
-Insomma si può sapere cos’è questo chiasso…
Al centro della stanza era parcheggiata una stupenda automobile nuova di zecca: sei posti, ampio bagagliaio, finestrini e parabrezza a specchio, e la carrozzeria verniciata di un bianco accecante. Alla guida c’era Mimete, che rivolse a Eudial un larghissimo sorriso.
-Ti piace? Sono andata a comprarla giusto poco fa. Spero che questo basti a farmi perdonare il disastro che ho causato…
-Mimete…- farfugliò la rossa, improvvisamente pentita di aver pensato male della collega -non… non ho parole… sono… E QUELLO CHI È?
Con dito accusatorio, Eudial indicò la persona seduta di fianco a Mimete. Un uomo in giacca e cravatta, dall’aria visibilmente contrariata.
-Signorina, quando le ho detto che poteva fare un giro di prova non intendevo dire che poteva portarsi la macchina direttamente a casa! Ora mi dia i soldi o chiamo la polizia!
Mimete si girò lentamente, imbarazzatissima ma sempre col sorriso idiota in faccia, incrociando lo sguardo sputafuoco di Eudial.
-L’hai… “comprata”, eh?
-Eh eh eh, ehhhh…

...

Sakura era su tutte le furie.
Certo, in cuor suo già sospettava che Ino non si sarebbe presentata all’appuntamento, ma il fatto di non trovarla sul tetto dell’ospedale l’aveva fatta ugualmente arrabbiare. Non che si fosse dimenticata di Rock Lee, anzi. Prima di recarsi all’ospedale, su suggerimento della stessa Ino era andata a trovarlo nel suo dojo: purtroppo, per quanto ci avesse provato, nemmeno Sakura aveva potuto far nulla per smuovere Lee dalla depressione in cui era sprofondato. Per lui, una volta così pieno di entusiasmo, sembrava non esserci più alcuna speranza di ripresa.
Con la testa così invasa di pensieri, Sakura si stava dirigendo verso la fioreria Yamanaka a passo spedito. Talmente spedito, che quasi rischiò di travolgere una persona.
-Ahio… mi scusi, ero soprappensiero, ora mi sposto… ?
La donna contro cui era andata a sbattere non disse nulla. Anzi nemmeno diede segno di essersi accorta di qualcosa, giacchè superò Sakura e proseguì come se niente fosse accaduto.
La kunoichi decise di non preoccuparsene più di tanto, nonostante lungo tragitto incontrò altre tre persone dallo stesso identico comportamento. Però, quando ne vide una quarta, uscire proprio dal negozio di fiori di Ino, Sakura capì che non poteva più ignorare la cosa.
“Decisamente, c’è qualcosa che non va.”
Guardia alzata, e kunai alla mano, Sakura entrò.

...

-Com’è andata?- chiese Cyprine, aggiustandosi l’acconciatura davanti allo specchio.
-Bene- rispose Mimete, trafelata -alla fine sono riuscita a tenere la macchina.
-Ah, quindi hai trovato i soldi per pagarla?
-Ma quali soldi, ho messo a nanna il proprietario dell’autosalone con una bella dose di Charm Buster e poi l’ho abbandonato sul ciglio di una strada. Dì un po’… Eudial è ancora arrabbiata?
-Non lo so, l’ho vista chiudersi nel suo studio e poi più niente. Va’ a controllare…
Trattenendo il fiato, Mimete si recò davanti alla porta di Eudial, e ci spiò dentro: la strega dai capelli rossi era accomodata su una poltrona, immersa nella lettura di un libro. Mimete le si avvicinò, cauta, come se stesse per affrontare una belva feroce.
-Cosa… cosa stai leggendo?
-Un giallo.
-Come s’intitola?
-“Amore Color Sangue”, di Hiroshi Takamura.
-Ah, ma lo conosco!
-Davvero?
-Ma certo! È un romanzo stupendo, l’avrò letto almeno sei volte da quanto mi è piaciuto! Dimmi, sei già arrivata al punto in cui si scopre che il colpevole è l’assistente del dottore? …Eudial?
Ma Eudial aveva già gettato il libro nel cestino della spazzatura e si era tolta gli occhiali per schiaffarsi una mano sugli occhi, e rimanere lì immobile in quella posizione disperata.
-Eudial, ti senti bene? Eu…
Una vena si gonfiò minacciosa sul collo di Eudial, convincendo Mimete a battere in ritirata.
-Ma che ho fatto di male stavolta?

...

Terminato il pranzo, il sazio Team 10 uscì finalmente dal ristorante; Shikamaru con le mani in tasca, Ino stiracchiandosi, e Choji dandosi una gran manata soddisfatta sulla pancia.
-Non ringrazierò mai abbastanza Asuma-sensei per avermi fatto conoscere questo locale, la carne grigliata qui è la migliore del mondo!
-Concordo- disse Ino -cavolo, se penso che solo un anno fa non mangiavo altro che grissini raffermi, quando invece potevo mantenere la mia linea in altri modi senza rinunciare ai piaceri della tavola… quasi mi vergogno di me stessa…
-Ino, eccoti qua!
Come un fulmine a ciel sereno Sakura Haruno apparve dinnanzi al trio: Ino quasi saltò dallo spavento, ma cercò di ricomporsi in fretta.
-Come stavo dicendo, mi vergogno di me stessa al pensiero di aver marinato la lezione di medicina di oggi! Lo so, avrei dovuto essere paziente ed aspettare Sakura, ma è stato più forte di me!…
-Dacci un taglio, c’è una cosa più urgente di cui preoccuparsi ora.
Dicendo questo, Sakura mostrò ai tre la Baby Telulun, da lei uccisa.

-Da quella parte- ordinò una Telulu stufa marcia all’ennesima signora ipnotizzata, la quale obbedì aggiungendosi a un gruppo di persone addormentate in fondo al vicolo, tra le quali compariva anche Inoichi.
-Basta ho deciso, se la prossima che arriva non è Ino giuro che vado a rapirla di persona!
-Ah, quindi è me che cercavi?
-Oh, finalmente! …aspetta, c’è qualcosa che non quadra.
Telulu si girò, trovando la sua vittima, tutt’altro che ipnotizzata, all’imboccatura del vicolo.
-TU! Tu, l’unica persona che mi serviva, dannazione! Come hai fatto a resistere all’influsso della mia Baby Telulun?
-In realtà lei non ha fatto niente, sono stata io.
Sakura apparve alle spalle di Ino, sventolando la piantina morta in direzione della strega.
-Quando ho visto tutte quelle persone camminare come sonnambuli ho capito che da qualche parte era in atto una tecnica illusoria, così sono risalita alla fonte e l’ho disattivata. Non per vantarmi, ma sono piuttosto brava nel disperdere le illusioni, per tua sfortuna!
Sakura gettò la pianta ai piedi di Telulu. La quale, nonostante l’imprevisto, non si perse d’animo.
-Ammetto di essere sorpresa. Ma non di essere sconfitta. Ho ancora molti assi nella manica che nemmeno potete immaginare!…
-Dare vita alle piante agli alberi e anche ai fili d’erba e trasformarli in mostri al tuo servizio, dico bene?
Shikamaru apparve alle spalle di Sakura. E Choji alle sue spalle.
-Non… non è possibile! Come… come accidenti fate a saperlo?!
-Gliel’ho detto io.
Con sgomento di Telulu, questa volta ad apparire alle spalle dell’ultimo arrivato, fu Tenten.
-Come… cosa…
-Subito dopo l’aggressione da parte tua, mi sono subito preoccupata di avvertire tutti della tua pericolosità- spiegò Tenten -sai, non pensavo potessi essere così stupida da tentare un altro piano, a pochi giorni di distanza dal precedente, e per giunta nel pieno centro del mio villaggio… Ma basta con le ciance, prendiamola!!!
I cinque ninja attaccarono all’unisono. Per quanto odiasse la prospettiva di una nuova sconfitta, Telulu non potè far altro che battere in ritirata. Per prima cosa gettò un fumogeno verso i ragazzi, poi con uno schiocco di dita attuò la sua strategia di fuga: un fiore gigantesco, grande quanto una persona, emerse dal suolo e accolse la strega fra i suoi petali, quindi si richiuse e sparì di nuovo sottoterra, senza lasciare tracce.

...

-Com’è andata?- chiese Cyprine, finendo di radersi le gambe.
-Male- rispose Telulu furibonda, rientrando -se avessi saputo che quella Tenten ha messo tutti in guardia da me, mi sarei preparata meglio… che CAZZO stanno facendo quelle due?
Dal corridoio, le due videro giungere quella che probabilmente era la scena più disgustosa a cui avessero mai assistito in vita loro.
Eudial e Mimete, insieme, mano nella mano, stavano arrivando saltellando allegramente, come se avessero abusato di qualche sostanza fin troppo illecita. -Oh Eudial, sono così contenta che abbiamo fatto pace!
-Anch’io Mimete! Ti prometto che non litigheremo mai più e saremo amiche per sempre!
Telulu e Cyprine rimasero sconcertate a fissarle. Forse erano anche sul punto di vomitare ma si trattennero appena in tempo, quando dalla stessa porta da cui era entrata Telulu fece il suo ingresso Viluy.
-Buongiorno di nuovo, ragazze. Trunks mi ha lasciato la mattinata libera, così… Ah, ecco dove s’era cacciato!
La strega dagli occhi di ghiaccio si avvicinò a Eudial e le frugò tra i capelli, estraendone una minuscola cimice elettronica.
-Il mio ultimo convertitore di pensieri, lo cercavo dappertutto! Chissà come ci è finito qui…
Eudial cessò di saltellare all’istante. Mimete fece per tagliar la corda, ma la rossa continuò a tenerle la mano nella sua. Sì, per stritolargliela.
-Non così in fretta, devo ancora fartela pagare per avermi spoilerato il finale del libro!
-Meno male, è tornata la normalità- sospirò Telulu.
-Allora- riprese Viluy, osservando il massacro -mi par di capire che la loro missione non sia andata proprio benissimo.
-Già. In compenso han detto di aver incontrato una persona che sembrava conoscerle molto bene. Una certa Ino, che guarda caso compare anche nella nostra lista.
-Ino, hai detto? Fatemi dare un’occhiata.
Viluy si accomodò di fronte al computer, e cliccò sulla lista.

Ma non successe niente.
La scienziata provò di nuovo, più e più volte, sempre con lo stesso risultato. Iniziò a pensare che il sistema si fosse crashato, quando al centro del monitor si aprì quella che a tutti gli effetti sembrava la finestrella di una chat virtuale. Dentro, vi era scritto solo questo messaggio:

COME PROCEDE LA CACCIA AI CRISTALLI?

Sulle prime Viluy non si lasciò impressionare. Digitò le parole “Tu chi sei?”, e le inviò come risposta. Ma il messaggio di replica non cambiò di una virgola:

COME PROCEDE LA CACCIA AI CRISTALLI?

Viluy imprecò, attirando l’attenzione di Telulu e Cyprine, che si avvicinarono.
-Cosa succede, Viluy? Con chi stai chattando?
-Con qualcuno che ama giocare col fuoco- rispose acida Viluy, digitando “Ne abbiamo presi nove finora. Vuoi dirmi chi sei?”.
La risposta, questa volta, cambiò. Ma non fu molto gradita.

SOLTANTO NOVE. VE LA STATE PRENDENDO COMODA ALLORA. CHE DELUSIONE.

-Ma chi si crede di essere?!?- esplosero in coro Telulu e Cyprine. Talmente forte da costringere Eudial e Mimete a darsi una calmata e venire a vedere. Adirata più che mai, Viluy scrisse “Senti, hacker da quattro soldi, il gioco è bello quando dura poco! Disconnettiti subito, se non vuoi che mi arrabbi sul serio!”, scandendolo pure a voce alta dalla collera.
Attesero qualche secondo. Poi…

SE C’È UNA PERSONA CHE DEVE ARRABBIARSI, SONO IO. NON VI HO RIPORTATE IN VITA SOLO PERCHÉ MI ANDAVA DI FARLO.

Un silenzio tombale si impadronì di tutto quanto il laboratorio.
Era la prima volta, da quando erano tornate in vita, che le Witches 5 si ritrovavano ad affrontare quell’argomento. Fino a quel momento, le ragazze non avevano mai saputo chi o che cosa le avesse strappate dall’aldilà. Anzi, da quanto erano prese dalla loro missione, nemmeno si erano mai poste il problema di saperlo. Ma ora, chiunque fosse, la causa della loro seconda vita si era finalmente messa in contatto con loro. E le streghe capirono che non c’era più nulla su cui scherzare.
“Che cosa vuoi esattamente?” digitò Viluy, la prima delle ragazze a riprendersi dallo shock.

SOLO CONSTATARE CHE POSSO ANCORA CONTARE SU DI VOI. PRESENTATEVI DOMANI A MEZZANOTTE NEL LUOGO IN CUI VI SIETE REINCONTRATE, E PORTATE CON VOI ALMENO SEDICI CRISTALLI. ALLORA DECIDERÒ SE PERDONARVI O MENO.

-Domani?!- gridò Mimete -ma è impossibile! Non ce la faremo mai!
-Non precipitiamo le cose- la zittì Telulu -c’è tutto il tempo che ci serve, dobbiamo solo darci una mossa e…
-Stiamo calme, tutte quante- disse Viluy -prima di saltare alle conclusioni. Se costui o costei è davvero chi dice di essere, allora deve provarcelo.
E inviò il messaggio: “Che cosa succederà se non “otteniamo il tuo perdono” ?”
Ma la risposta a quest’ultima domanda non arrivò. Non per mezzo del computer.
Senza preavviso, delle pesanti grate d’acciaio calarono su ogni porta della stanza, intrappolando le streghe all’interno.
-Ah, tutti qui?- commentò Viluy spavalda -come se non fossimo capaci di fuggire da una stanza blindat…
In quel momento, le ragazze sentirono delle goccioline caderle sulla testa. Alzarono lo sguardo al soffitto: una botola, mai notata prima, si stava aprendo lentamente, lasciando cadere nella stanza prima un filo, e poi una vera e propria cascata d’acqua. D’istinto, Mimete salì in piedi su un tavolo, forse per non bagnarsi; in altre occasioni le colleghe le avrebbero subito dato della codarda, ma questa volta seguirono il suo esempio. Per un’ottima ragione.
L’acqua infatti aveva appena raggiunto alcune prese a terra, fulminando gli apparecchi collegati a esse e saturandosi di elettricità. Pietrificate dal terrore, le Witches 5 si vedevano già morte fulminate.
Salendo di livello l’acqua aveva ormai mandato in corto circuito diversi apparecchi, ed era sul punto di raggiungerle ai piedi, quando la botola sul soffitto si richiuse di colpo, e le grate d’acciaio si rialzarono, lasciando che l’acqua defluisse per i corridoi.

Il computer principale s’era ormai bruciato, ma le streghe fecero in tempo a leggervi un ultimo, inequivocabile messaggio:

SPERO CHE QUESTO BASTI A FARVI CAPIRE CHE LE VOSTRE VITE SONO IN MANO MIA. DOMANI A MEZZANOTTE.

  
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