Capitolo
13
-Lo
detesto! E’ Satana in persona quel farabutto!- esclamai in
pieno sfogo.
Appena
ritornai nella mia “prigione”, andai nella mia
stanza a dirne di tutti i colori
pur di far diminuire almeno un po’ la mia rabbia. Mi tolsi la
divisa di scuola
e indossai dei jeans aderenti e una maglietta rosa a maniche corte.
“Guarda
te se devo pure mettermi a parlare da sola come una scema! Tutta colpa
di quel-quel-quel…
ohhh non riesco nemmeno a trovare un insulto abbastanza
grande” pensai fremente
di rabbia.
Bussarono
e il mio sguardo arrivò di scatto alla porta.
-Che
cosa volete?- risposi in malo modo. Ero troppo arrabbiata per pensare
alle
buone maniere.
-La
sarta la sta aspettando, signorina Raf. Se ha finito di cambiarsi, la
accompagno in salotto dove è già tutto pronto per
la sua scelta dell’abito-
disse il maggiordomo da dietro la porta, ignorando il mio tono.
Andai
ad aprire e gli dissi che ero pronta.
Mi
scortò fino in salotto e lì ad attendermi
c’era una donna magrolina di circa
mezza età con corti capelli rossi e occhi verdi.
-Buona
sera, signora- salutai.
-Salve.
Il signorino Sulfus mi ha detto che le serve un abito da sera per il
ballo del
ministro. Mi ha dato le misure, deve solo scegliere il modello- disse
la sarta
estraendo dalla borsa, il catalogo dei vestiti.
-Certo-
e così ci sedemmo sulla poltrona a osservare il depliant.
Erano tutti dei
modelli stupendi, degni di una regina ma ognuno costava un capitale. Io
non ho
mai speso così tanto per un vestito in vita mia!
-Non
si deve preoccupare dei prezzi, signorina. Il signorino Zolfanelli non
bada a
spese e desidera vedervi brillante e meravigliosa come una stella.
Vuole che al
ballo, tutti la ammirino e che faccia bella figura- mi disse come se mi
avesse
letto nel pensiero.
Ma
è giusto che paghi lui per un mio abito? Così io
sarei in debito con Sulfus
Zolfanelli. Oh gesù! Che cosa devo fare?
-Che
ne dice di questo abito celeste? Sono sicura che le starebbe
d’incanto-
Mi
fece vedere il vestito e appena lo vidi, me ne innamorai
all’istante. Era
perfetto! Al diavolo il debito con Sulfus! Prima o poi, gli
restituirò i soldi.
-E’
meraviglioso. Ho deciso, voglio questo-
-Benissimo.
Adesso però dovrei prendervi altre misure per rendere
l’abito adatto alle
vostre curve- disse e tirò fuori il metro cominciando a
misurarmi. Ci mise tre
minuti esatti.
Prese
le due misure mancanti, se li appuntò sul suo taccuino e lo
rimise, insieme al
metro, in borsa.
-Ok!
Per domani, sarà tutto pronto. L’abito
è già fatto in magazzino, devo solo
adattarlo alle vostre misure-
-Perfetto-
dissi soddisfatta. Malgrado l’arrabbiatura di prima, sono
contenta di questo
acquisto.
-Arrivederci,
signorina Raf- salutò stringendomi la mano
-A
presto-
E
così se ne andò lasciandomi da sola in salotto.
“E
ora che faccio? Sulfus non mi ha ancora mostrato la casa e rischio di
perdermi
in questo labirinto infernale. Dove saranno i domestici?”
pensai.
Mi
guardai intorno e cominciai ad ammirare la stanza. Il salotto era
davvero
grande, quasi quanto la sala da pranzo. Fu allora che vidi il maestoso
camino
di pietra, e sopra c’erano diverse cornici. Mi avvicinai per
vederle meglio. Anche
se forse non dovevo impicciarmi, la curiosità ebbe il
sopravvento su di me.
C’erano
foto della signora Temptel e in una era raffigurato un bambino dai
capelli neri
e gli occhi ambrati. Era senz’altro Sulfus quando andava alle
elementari.
“Che
sguardo imbronciato e triste. Non si è sforzato nemmeno di
sorridere per la
foto” pensai continuando a fissare la fotografia di lui da
piccolo.
“Chissà
perché era così triste. Vedendolo adesso, sembra
un ragazzo arrogante e pieno
di sé. Poi può avere tutto quello che
desidera”
-In
questa foto, il signorino aveva appena compiuto 7 anni. E’
stata scattata
proprio il giorno del suo compleanno- irruppe la voce del maggiordomo
di prima
che mi fece sussultare dalla sorpresa.
Ero
talmente assorta nei mie pensieri da non accorgermi della sua presenza.
-Ah
capisco. Mi dispiace, non avrei dovuto curiosare-
-Non
si preoccupi-
-E’-è
una bella donna la signora Zolfanelli- dissi non sapendo che dire.
Era
impossibile non notare la madre di Sulfus. Dalla quantità di
foto sul camino e
alcune viste in sala da pranzo, si capiva che la padrona di casa
è una che ama
mettersi in mostra. Deve avere sui quarant’anni e ha lunghi
capelli viola con
la frangia e occhi dorati come quelli del figlio. A parte il trucco,
troppo
eccessivo per i miei gusti, si può definire attraente.
-Sa,
conosco la famiglia Zolfanelli dai tempi in cui il nonno del signorino
era un
adolescente. Sono tutti dei veri diavoli-
-Non
ne dubito- risposi.
-Si
dice addirittura che discendano da Satana in persona ma sono solo
dicerie per
spaventare i deboli. Per favore signorina, sii gentile con il signorino
Sulfus.
Lui è diverso da sua madre e suo nonno. Sembra meschino ma
in fondo ha un cuore
tenero-
Sulfus
un cuore tenero? Chi l’avrebbe detto. Se non fosse che
l’anziano servitore dava
l’aria di essere sincero, sarei scoppiata a ridere.
-Come
mai era triste in questa foto?- chiesi senza pensarci. Oddio che cosa
ho detto!
Perché mi interessa saperlo?
-Era
solo. Nemmeno sua madre era presente quel giorno e non gli ha nemmeno
telefonato per fargli gli auguri. Capisce ora il perché le
chiedo di essere
magnanima?-
-Sì…
capisco- dissi sentendo una strana stretta al cuore.
-Bene.
La riaccompagno in stanza. Prego mi segua- mi disse.
E
così, lo seguii fino alla mia stanza mentre navigavo nei
miei numerosi pensieri.
******************************
Finito
anche oggi il lavoro in azienda! Sono le 16,30. Perfetto! Presto
darò una
lezione al pivello spagnolo da non scordarselo a vita. Un momento!
Perché ho
tutta questa rabbia in corpo verso quello? Lo conosco appena e non
è uno dei
miei nemici che incontro per strada. Mhà! Sarà
perché è da tanto che non mi
sfogo in una rissa.
Uscii
dall’edificio e mi trovai la mia fedele moto davanti. Non ho
tempo di cambiarmi
e così mi devo accontentare di andare
all’appuntamento con giacca e cravatta.
Roba da matti!
-Aspetta,
Sulfus!- mi ferma la voce di Gas. A quanto pare mi ha raggiunto con la
sua
moto.
-Che
vuoi, Gas?-
-Ti
ho portato altri vestiti per cambiarti. Non vorrai andare a pestare il
moccioso
vestito da pinguino?-
-Gas,
te l’ho mai detto che sei grande?- dissi. Gas sei un vero
amico!
-Grande
in senso delle mie dimensioni o altro?- mi chiese. Il solito tonto.
-Lascia
perdere, Gas- dissi e filai di nuovo dentro all’azienda.
Andai
in bagno e feci presto a cambiarmi. Riuscii e salendo sulla moto,
sfrecciai
nella strada come un fulmine, insieme a Gas.
Come
previsto, arrivammo precisamente alle 17 nel parcheggio delle moto. Lui
era già
lì ad aspettare.
-Ciao!
Non mi aspettavo che eri così impaziente di farti male-
dissi con un ghigno.
-Lo
stesso potrei dirlo io. Mi sottovaluti, Zolfanelli-
-Gli
amici e i nemici mi chiamano Sulfus-
-Allora
ti chiamerò Sulfus visto che sono tuo nemico-
-Che
onore- dissi con sarcasmo.
-La
pagherai per quello che hai fatto a Raf. Lei non c’entra
niente con le
stupidaggini del padre-
-Un
accordo è un accordo. Il vecchio ha accettato e io ho preso-
-Vuoi
dire che hai messo tu in gioco Raf?-
-Esatto.
A Serafini non mancava tanto per perdere tutto ed io, nella mia immensa
“generosità”,
gli ho lasciato la sua ridicola azienda e la casa in cambio della
figlia-
-Che
hai in mente, Sulfus? Perché hai rinunciato alla distruzione
di Serafini per
una semplice ragazza?-
-Semplice
dici? Proprio tu che sei follemente innamorato di lei-
-C-chi
te l’ha detto?- domandò sconvolto.
-Lo
sanno tutti, stupido. A parte la diretta interessata ovviamente-
-Bhè…
sì mi piace, e allora? Resta il fatto che è
fidanzata con Gabi-
-A
lui ci ho già pensato io a comunicargli la lieta notizia del
trasloco di Raf-
-E
come l’ha presa?-
-Come
qualsiasi pollo che si fa fregare la fidanzata da sotto il naso. Ha
provato a
colpirmi ma sa benissimo che non ha speranze contro di me sia in lotta
che in
amore-
-Sei
troppo sicuro di te-
-Almeno
io sono diretto e non come te che fai la parte del grande amico pur
amandola. Che
ipocrita! Volevi continuare con la recita e stargli vicino fino a
quando non
avrebbe scelto te al posto di Gabi?-
-Non sono affari tuoi! E poi
che diritto hai
di comportarti così? Sembri un innamorato geloso, non
è che Raf piace anche a
te?-
Sta
scherzando, vero? Figurati se mi piace quella ragazzina! Io non so
nemmeno il
significato della parola “amore”.
-Non
dire cazzate. Io e quella mocciosa santarellina? Sappi che lei
è da me solo per
divertimento e nient’altro-
-Divertimento?
Non mi dire…-
-Esatto,
Ricky. Sei parecchio sveglio-
E’
divertente vedere la reazione degli spasimanti della biondina alla
notizia
della sua perdita di verginità. Manco fosse vero.
Lo
sguardo del ragazzo divenne furioso e partì
all’attacco. Finalmente un po’ d’azione.
-Stessa
reazione del caro Gabi, eh- sorrisi divertito schivando il suo pugno.
-Stai
zitto, bastardo!- e continuò ad attaccare. Non ci furono
più parole tra noi ma
soli colpi su colpi e Gas, come unico spettatore, seguiva attentamente
ogni mossa.
“Devo
ammettere che il pivello non se la cava male” pensai mentre
contrattaccavo.
Ci
stavamo menando di brutto da circa un quarto d’ora e
chissà quanto ancora
sarebbe durato questo scontro.
Continua…
Scusate
l’enorme ritardo ed eccovi il capitolo. Nel prossimo vi
lascerò anche un
immagine del presunto vestito di Raf al ballo^^ Curiose? Lo vedrete
solo nel
prossimo capitolo sperando che Sulfus non sia trp malconcio per non
accompagnarla al ballo XP Ciao alla prossima! Commentate!