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Autore: Erin_Prince    06/05/2011    5 recensioni
"Insomma, Piton! Non era Allock, che almeno, forse, probabilmente, aveva un accenno di bellezza, ma Piton! Non so quanto restai là, seduta su quella sedia, so solo che, quando mi girai verso la finestra, fuori era scesa la notte." (dal capitolo 4) Si lo so...Sempre Sev!!!!!!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Corvonero, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Buondì!!!!Eccoci al capitolo del “Day After”, spero vi piaccia!!!!!

Come sempre, ringrazio le graditissime recensitrici (ho inventato una parola nuova!!!!!)!!!

Ho pensato di mettere un pezzo di una canzone che ascolto in continuo in questo periodo, credo c'entri parecchio con il capitolo e con la nuova fase del rapporto Rebecca/Sev...

Al prossimo capitolo che ci chiarirà le idee su cosa pensa il nostro amato prof...

Un bacio a tutte!!!!

 

You had my heart inside of your hand

And you played it

To the beat.

(Rolling in the deep -Adele)

 

Lame argentate illuminavano il parco del castello, disseminato di alberi, spazzato da una brezza fresca e leggermente profumata. Camminai per circa un'ora, senza sapere bene cosa stessi facendo né dove stessi andando.

Possibile che Piton fosse stato così bastardo?Beh si, non era una novità in effetti, ma così tanto da leggermi nella mente?Cosa gli avevo fatto per meritarmelo?Merlino, non riuscivo ad odiarlo!E la cosa mi faceva infuriare!

Arrivai sotto la Torre di Corvonero, vidi una scopa poco distante, forse dimenticata da un nanerottolo del primo anno. Visto che ormai le porte erano chiuse, decisi di salire su quel vecchio bastone di legno e volare fino alla Torre. Mentre mi facevo coraggio e vincevo la mia paura dell'altezza (al primo anno non ero riuscita a volare a più di 2metri da terra), mi chiesi se la Torre fosse protetta da qualche super Incantesimo lanciato da quel furbacchione di Vitious. Al massimo sarei caduta per più di trenta metri e mi sarei schiantata al suolo...Pace.

Il vento fresco mi scompigliava i capelli, arrivai vicino alle finestre, intravidi la Sala Comune attraverso le vetrate tempestate di vetri azzurri.

-Alohomora- mormorai. Le finestre si spalancarono, entrai e feci ridiscendere la scopa.

Sospirai profondamente lasciandomi cadere su una poltrona blu notte, vicino al fuoco quasi spento. La mattina dopo avevo lezione di Difesa e visto che Piton non era riuscito a parlarmi qualche ora prima, avrebbe campato una scusa qualsiasi per farlo il giorno seguente. Mi addormentai di botto.

 

Un raggio di sole mi trafisse le palpebre, svegliandomi. Aprii controvoglia gli occhi, mentre mi chiedevo cosa facessi sulla poltrona della Sala Comune..Ah già, mi dissi con una nota ironica, Piton, la sua lettura silenziosa e tutto il resto.

Doveva essere molto presto, forse era l'alba, a giudicare dal colore del cielo. Era un mattino limpido e sereno, i contorni delle montagne erano definiti, scuri contro il cielo di un bianco innaturale, quasi come una linea d'inchiostro sulla carta.

Mi alzai, decisa a cambiarmi la divisa stropicciata, la camicia bianca era macchiata di nero, il mascara che era colato a causa delle lacrime. Salii nel dormitorio, dove vidi Eveline ancora addormentata.

-Ehi, Rebecca!- Cho stava uscendo dal bagno.

-Cho- dissi, con un cenno della mano.

-Come mai ancora con la divisa?Cioè, già?-

-No, non mi sono cambiata stanotte, ho dormito giù...Sono tornata tardi e non volevo svegliarvi.- dissi.

Cho mi guardava incuriosita, ma i suoi occhi a mandorla si staccarono da me molto presto, forse notando la mia faccia...In ogni caso avevo detto la verità!

Mi spogliai e mi infilai sotto la doccia, mi vestii e attesi che Eveline si svegliasse per raccontarle cos'era successo. Lasciai che tutte le altre fossero uscite per rivolgermi alla mia amica.

-Eveline...- dissi, stanca.

-Rebecca, cos'è successo ieri sera?L'ultima volta che ho guardato l'orologio prima di dormire era mezzanotte!Il tuo sogno è diventato realtà?- mi chiese, sorridendo.

Voltai il mio viso, segnato dalle occhiaie, verso di lei.

-No, anzi, lui sa tutto, mi ha letto nella mente...E' un legilimens.- dissi.

-Cosa?Ma non può!E quindi...-

-Si, ha visto tutto.-

-E tu cosa hai fatto?-

-Sono andata via, ho camminato nel parco fino all'una di notte, poi ho preso una scopa per arrivare qua...Fantascienza!- scoppiai in una risata priva di felicità, intrisa di amarezza.

Eveline non disse niente.

-Mi ha rincorsa, credo volesse dirmi qualcosa, ma non ho risposto, non ce l'avrei fatta.- mormorai.

Eveline continuava a rimanere in silenzio. Mi strinse in un abbraccio, l'abbraccio di un'amica.

-Non venire a lezione, Rebecca, sei a pezzi, non puoi scendere in queste condizioni!-

-Così mi potrà dare un'altra fantastica punizione?No, sarò presente a tutte le lezioni, non mancherò, cercherò di stare calma.- dissi con fermezza.

Ma le parole si fanno presto a dire, è metterle in pratica che è un casino!

Difatti, appena entrata nell'aula di Difesa, tutti i miei buoni propositi andarono a farsi benedire: Piton era più affascinante che mai, quel giorno, e non resistetti ad alzare gli occhi su di lui. I suoi lineamenti erano talmente affilati che si potevano usare come rasoi per tagliare la barba a Silente. Decisi di rimanere nell'ombra, di non mettermi in mostra e lasciai che fossero Jane e la Granger a rispondere alle domande sugli Incantesimi non Verbali.

-Signorina Hale, non così in fretta.- disse Piton, alla fine della lezione, mentre cercavo di sgattaiolare fuori seguita da Eveline.

Mi sentii gelare il sangue nelle vene.

-Vai Eveline, arrivo subito.- dissi.

-Chiudi la porta, Hale, e vieni avanti.-.

Feci quanto mi aveva chiesto, senza staccare gli occhi dal pavimento. Quando arrivai alla scrivania strane voglie si insinuarono dentro di me: una era quella di mandare all'aria tutto e con un balzo felino saltargli addosso, l'altra era quella di sprofondare. Visto che non ero una pantera, volevo che sotto i miei piedi si aprisse una voragine. Ma non successe niente di tutto ciò.

-Non avrei dovuto usare la Legilimanzia ieri sera..- iniziò, facendomi alzare lo sguardo che fino a qualche istante prima si era concentrato su una crepa tra le pietre sotto i miei piedi.

Severus Piton che ammetteva uno sbaglio?Non era possibile.

-Tuttavia, non posso fare finta di niente riguardo ciò che ho visto.-.

Restai in attesa, secondi di eternità, lunghi come una lezione di Storia della Magia.

-Non credo che tu, Rebecca, possa essere innamorata di me..-

Il mio nome detto da lui mi parve persino bello...Ed è tutto detto!

-Non puoi esserlo, non di uno come me e..- disse, quasi sottovoce.

-E?- dissi.

-Questa cosa deve finire, mi devi lasciar perdere.- disse, deciso.

-Non ci riesco..- dissi, debolmente.

-Ci devi riuscire, Hale!Io sono un tuo professore, non un ragazzino della tua età!-

-E quindi?-

-E quindi non è concepibile questa cosa!-

Non era la verità, c'era qualcos'altro sotto.

-Hai sedici anni, Hale!Possibile che non hai nient'altro da fare se non...- sospirò, era a disagio. Mi guardò di sbieco.

-Dimenticami, toglimi dai tuoi pensieri..Io..-

-Le ho detto che non ci riesco!!!- esplosi, sbattendo una mano sulla scrivania -Come glielo devo dire?In marino?Mi dica la verità, mi dica che..Non lo so!Mi dia una motivazione valida per cui dovrei smettere di pensarla in continuazione!-.

Piton mi guardò con occhi gelidi, ritrovando la sua solita espressione...O meglio, la sua solita non-espressione -Non sono affari tuoi, Hale!Ti basti sapere che questa cosa è irrazionale e...-

-E quando mai l'amore è razionale?-

-E questa dove l'hai presa?Nei cioccolatini?- mi disse, ironico.

-E anche se fosse?Comunque, ho capito, io sono solo una studentessa troppo stupida e giovane per lei, il grande professor Piton!- dissi, sprezzante. Feci per andarmene, ma lui mi trattenne afferrandomi per un braccio.

-L'amore non è razionale, hai ragione. Lo so anch'io.-.

E per un attimo vidi una luce debole tremolare sul fondo dei suoi occhi.

-Cosa..?- dissi, stupita.

-Non posso amare nessuna donna, Hale, nessuna potrà mai essere come lei.-.

Il mondo crollò in un secondo, migliaia di piccole schegge taglienti mi si conficcarono nel cuore, lacerandomi l'anima: Piton amava un'altra, fine della storia. Era quella la motivazione, non ero io che ero troppo giovane e tutte le altre stronzate che mi aveva detto, era lui, il suo cuore, catturato da un'altra.

Il silenzio ci avvolse.

-Questa cosa non deve uscire da qui, Hale..-

-Si,- lo interruppi -Farò in modo che la sua reputazione non si rovini!-.

Lui mi guardò, forse con una vena di umana comprensione per il tono di voce che usai.

-Ma..- aggiunsi -quando uno è innamorato è tutto allegro e felice...Lei è tutt'altro!- dissi.

Lui fece una smorfia e disse -E' morta.-.

Un'altra scarica di dolore mi attraversò.

Se fosse stata viva non dico che avrei avuto mille chance, ma almeno qualcuna...Ma chi poteva competere con una morta?Non certo io. Il ricordo di quella donna doveva essersi cristallizzato nella mente di Piton, per sempre.

-E' questa la verità, Hale.- mi disse, lasciandomi il braccio.

-So che è la verità...- dissi, con voce spezzata, dopo qualche secondo di silenzio.

Mi guardò con aria interrogativa.

-Fa male, è dolorosa, è la verità.-.

Mi voltai dando le spalle ad un Piton allibito dalle mie parole, mentre una lacrima mi cadeva dagli occhi arrivandomi alle labbra. Il sapore di un amore impossibile.


 

  
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