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Autore: Harry_Love    12/02/2006    1 recensioni
Questa storia è in onore dell’amicizia e dell’amore che dovrebbero sempre essere presenti nella vita!
Genere: Avventura, Comico, Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

Capitolo 9

Il potere dell’amore

 

Finalmente arrivò il giorno che Harry aspettava da tre settimane: sarebbe finalmente potuto uscire dall’infermeria e tornare nel suo dormitorio. Non ne poteva più di stare tutto il giorno sdraiato a letto a fare compiti e a lucidare la sua ormai perfetta Firebolt.

I suoi amici trascorrevano con lui ogni momento libero, compreso quello dei pasti, ma quando loro erano a lezione lui si annoiava enormemente. Alcune volte Draco aveva cercato di marinare le lezioni per restare a fargli compagnia, ma Hermione gliel’aveva categoricamente vietato, così aveva dovuto lasciare solo un irritatissimo Harry.

I due ragazzi in tre settimane avevano parlato molto e si erano conosciuti più in quei pochi giorni che nei sei anni precedenti. Il Grifondoro aveva scoperto di avere molte cose in comune con il biondo Serpeverde e aveva anche scoperto che era molto simpatico ed intelligente, al contrario di quello che aveva sempre pensato.

La sera in cui Madama Chips lo lasciò libero si aspettava che tutti i suoi amici lo sarebbero venuti a prendere per aiutarlo a salire le scale, dal momento che aveva ancora un ginocchio, l’addome ed un braccio ancora fasciati e doveva usare una stampella perché non riusciva ad utilizzare le gambe non ancora guarite completamente. Invece, venne a prenderlo solamente Draco, che lo aspettava con un sorriso diverso dal suo solito ghigno, un sorriso che Harry aveva imparato a conoscere solo ultimamente.

“Ciao invalido, sei pronto ad andartene?”

“Prima ero lo sfregiato, ora l’invalido…le mie condizioni stanno peggiorando, devo iniziare a preoccuparmi?” I due ragazzi scoppiarono a ridere entrambi.

“Dove sono gli altri? Gliel’avevo detto che sarei uscito oggi…” disse il moretto un po’ offeso dal fatto che i suoi amici si fossero dimenticati di lui.

“Avevano detto che avevano da fare e così sono venuto solo!” rispose Draco noncurante. Harry era molto irritato dal fatto che i suoi amici preferissero fare altro che andare a prendere.

“Dove vai?” chiese Draco vedendo che Harry si stava dirigendo dalla parte opposta al dormitorio Grifondoro.

“Oh…vorrei fare un giro al lago prima di rientrare: è tanto che non esco e ho voglia di una boccata d’aria!” In realtà Harry aveva in mente qualcos’altro e poi ce l’aveva con i suoi amici e doveva scaricarsi un po’.

Uscirono nel giardino e camminarono un po’, passarono la casa di Hagrid e arrivarono al lago, esattamente dove tre anni prima Harry aveva salvato Harry dai dissennatori.

Con l’aiuto di Draco si mise a sedere per terra, seguito a ruota dal Serpeverde.

“Che stai cercando?” chiese il biondo, vedendo che Harry stava frugando in mezzo ad un cespuglio. Dopo un po’ di ricerche tirò fuori un pacchetto di sigarette e un accendino; sotto gli occhi increduli di Draco, sfilò una sigaretta con gesto esperto, se la infilò in bocca e, accesola, ne tirò una grande boccata.

“Che fai? Sei completamente scemo?!” Draco non poteva credere ai suoi occhi e sgarbatamente strappò la sigaretta di bocca a Harry e la spense, schiacciandola a terra.

“Sei appena uscito dall’infermeria e ti metti a fumare? Ma sei pazzo? Fa male! Vuoi forse morire di cancro?” Harry non disse una parola; sfilò un’altra sigaretta e l’accese. Il grande Harry Potter che muore di cancro! Sai che palo per quelle persone che si aspettavano che lui diventasse un superuomo? Harry se la rise.

“Che diavolo hai da ridere adesso? Da quanto tempo va avanti questa storia? Gli altri lo sanno? E rispondimi che sono stanco di parlare da solo!” Draco si stava infuriando e dopotutto a Harry faceva piacere che si preoccuparsi per lui.

“Vediamo…ho iniziato qualche mese fa e no, gli altri non sanno niente. Ti immagini cosa mi farebbero passare Ginny e Hermione se lo sapessero?” Rispose Harry con un ghigno.

“Beh, vuol dire che glielo dirò io! Mi dispiace, ma te lo meriti…e smettila subito con quella cosa!” Dentro ad Harry stava crescendo sempre più la rabbia.

“Loro non possono dirmi quello che devo o non devo fare! Fumare mi rilassa e lo faccio…e poi non possono preoccuparsi di me solo quando fa loro comodo!”

“Ma cosa diavolo stai dicendo? Loro di preoccupano molto per te!”

“Allora perché hanno avuto di meglio da fare proprio oggi che uscivo dall’infermeria?”

“Non posso dirtelo…un’altra?!!”

“Abbi pietà! Sono tre settimane che non ne tocco una e sono nervoso, senza scordare che la mia ragazza e i miei migliori amici si sono scordati di me…”

“Oh ok! Ma se dici che ho aperto bocca te la faccio pagare: ti stanno preparando una festa a sorpresa!”

“Cosa?! Oddio…perché? Non dovevate!!”

“Infatti per come gli hai appena trattati non te lo meriti…ma potrei passare sopra al tuo comportamento se…”

“Scordatelo! Non smetterò di fumare, almeno non adesso! Mi serve…”

“Perché? Spiegami perché ti vuoi fare del male se sei circondato da tanti amici che ti vogliono bene!” lo interruppe Draco.

“Perché non voglio più sentirla! Non voglio più sentire quella voce che dice che è stata tutta colpa mia per la morte dei miei genitori, di Sirius, di Cedric…gli attacchi di panico si fanno sentire sempre più spesso e il fumo è l’unica cosa che mi impedisce di andare completamente fuori di testa!”

Draco rimase zitto. Non sapeva cosa dire; sapeva che l’amico era triste, arrabbiato e frustrato, ma non fino a quel punto.

“Adesso però dobbiamo andare senno ci danno per dispersi!” disse dopo un po’ il biondino.

“Draco…potresti evitare di dirlo agli altri? Vorrei far finta per un po’ che vada tutto bene…”

“Ok, però mi devi promettere che glielo dirai tu prima o poi e che cercherai di smettere!”

 e “Sul dirglielo posso pensarci, ma per smettere non ci conterei troppo per adesso! Ne sono troppo dipendente!” Draco sorrise…come al solito l’aveva vinta lui.

Lo aiutò ad alzarsi e lentamente si diressero al castello. Arrivarono alla torre di Grifondoro e Draco disse:

“Ah dimenticavo, Silente mi ha dato il permesso di accedere al vostro dormitorio, a patto che a dormire torni nel mio, quindi posso direttamente entrare perché la McGrannit ha spiegato tutto ai Grifondoro!…E ricordati che tu non dovresti sapere niente, la tua ragazza mi ammazzerebbe se scoprisse che le ho rovinato la sorpresa!”

Pronunciarono la parola d’ordine e il ritratto della Signora Grassa si spostò lasciandoli passare. Appena entrarono videro l’intera Casa Grifondoro davanti a loro:

“Sorpresa!!!” urlarono tutti insieme.

Ron, Hermione e Ginny gli andarono incontro e lo abbracciarono.

“Ecco perché non siete venuti a prendermi…pensavo aveste veramente di meglio da fare! A dire la verità me la sono presa un po’!”

“Vorrà dire che mi farò perdonare…” disse maliziosamente Ginny, dandogli un casto bacio sulle labbra.

“Ok ok, stop! Harry vieni a bere qualcosa! Come mai ci avete messo tanto a tornare?”

“Ehm…volevo prendere un boccata d’aria!” si affrettò a rispondere Harry lanciando un’occhiata a Draco, il cui sguardo stava chiaramente dicendo “Sì, una boccata d’aria!” Ron lo trascinò seduto su un divano davanti al fuoco e gli mise in mano una bottiglia di Burrobirra.

La festa fu bellissima, Seamus fece il buffone come suo solito e Draco non riusciva più a stare in piedi dal ridere. Ron ed Hermione avevano qualcosa di strano, forse tutti e due avevano bevuto un po’ troppo, fatto sta che Ron la stava abbracciando e lei stava comodamente appoggiata al suo petto. Ad un certo punto ad Harry iniziò a girare pericolosamente la testa e Ginny se n’accorse quando Inconsciamente gli strinse più forte la mano a cui lei si era aggrappata per tutta la sera.

“Stai bene?” gli sussurrò all’orecchio per via di tutta la confusione provocata dalla musica assordante che Seamus era riuscito a riprodurre su un vecchio gira dischi magico.

“Si…sono solo un po’ stanco…”

“Vuoi andartene di sopra? Non penso che qui sentiranno la nostra mancanza…sono tutti completamente sbronzi!”

“Ok” Ginny si alzò aiutandolo a sua volta e molto adagio per non farlo sforzare gli fece salire le scale che portavano ai dormitori maschili. Entrati, lo fece sedere delicatamente sul letto.

“Dovrei mettermi il pigiama!”

“Vuoi che me ne vada?”

“NO…cioè se non ti da fastidio restare! Non lasciarmi solo!”

“Allora resto qui con te!” Harry si infilò una canottiera e dei pantaloncini da basket.

“E tu dormi così?”

“Sì, sto più comodo!” Ginny lo aiutò a distendersi sul suo letto a baldacchino.

“Vieni qui con me” disse Harry battendosi una mano sulle gambe. Ginny salì sul letto e si mise a cavalcioni sulle sue gambe. Il ragazzo iniziò ad accarezzarle i fianchi e lei si chinò a baciarlo.

“Ti faccio male?”

“No, sei leggerissima!”

“Lo sai vero che se entra mio fratello e ci vede così è capace di ucciderti?”

“Sì, ma a me piace il rischio…e poi, da quanto ho visto tuo fratello ed Hermione erano piuttosto presi l’uno dall’altra, e non per litigare!”

“Già…penso che ormai manchi poco…insomma quei due si piacciono troppo, sarebbe anche ora che si mettano insieme!”

Si diedero un altro bacio. Harry si sentiva sereno, anche se abbastanza stanco…era stato un pomeriggio intenso. La festa di sotto non accennava a finire, si sentiva ancora la voce di Seamus e Draco cantare in un karaoke improvvisato. Entrambi avevano bevuto parecchio. Era sicuro che, come era già successo, la baraonda nella Sala Comune, sarebbe terminata solo quando tutti sarebbero caduti in un sonno improvviso.

Harry però non se ne curava, anzi era molto piacevole potersene stare finalmente solo con la sua ragazza senza Madama Chips che li spiava. Dopo un po’ Ginny disse:

“Sono stanca morta!”

“Vuoi andare a dormire?”

“Ma non voglio lasciarti solo!”

“Allora resta qui con me…tanto penso che stanotte nessuno tornerà nel proprio dormitorio…Ron non se ne accorgerà mai…”

“Ma devo andare a prendere il mio pigiama…”

“Non ce n’è bisogno…Accio pigiama di Ginny!” Un paio di pantaloni e una maglietta attillata apparvero tra le mani della ragazza.

“Ok…vado a cambiarmi!…e lo spazzolino?”

“Dovrebbe essercene uno nell’armadietto…”

Harry si mise sotto le coperte e dopo pochi minuti Ginny uscì dal bagno. Il ragazzo le fece spazio e si sdraiò di fianco a lui. Harry la prese tra le sue braccia e la fisso negli occhi:

“Sei bellissima” Lei si perse nel verde dei suoi occhi.

“Ti amo”. Lui la strinse ancora di più e posò le sue labbra su quelle di lei, leccandole un po’ per chiedere il permesso di entrare. Ebbe il consenso e approfondì il bacio, andando ad accarezzarle la pelle morbida della schiena, sotto la maglietta. La ragazza si staccò improvvisamente:

“Harry, io non…” il moretto lesse la paura nei suoi occhi.

“…non ti preoccupare, solo coccole…poi non è che io sia in gran forma!” aggiunse ridendo.

“E tu come fai a sapere se sei in grado di farlo o no?”

“…io ho avuto un sacco di amanti, non so se mi spiego…”

“Beh, mio caro don Giovanni…ti sei appena giocato un’intera nottata di coccole!”

“No dai, stavo scherzando! Non mi punire così severamente….quando ci ricapiterà di poter stare di nuovo soli così?!”

“Ok, allora vuol dire che troverò un altro modo di fartela pagare con gli interessi…”

Gli diede un altro bacio e si accoccolò sulla sua spalla, poi poco dopo si addormentati cullati dal suono di teneri “Ti amo”.

 

La mattina seguente Harry si svegliò in una soleggiata domenica mattina di Dicembre. Ci mise un po’ prima di accorgersi che tra le sue braccia c’era Ginny; stava dormendo tranquilla con la testa sopra al suo petto. Doveva andare in bagno e cercò di scivolare via il più piano possibile per non svegliarla. Quando tornò, si rinfilò sotto le coperte; stette un po’ a guardarla, poi le diede un bacio sulle labbra. A quel tocco la ragazza aprì gli occhi e si trovò a fissare quelli verdissimi del ragazzo.

“Buongiorno!”

“Buongiorno” rispose con un sorriso, ancora assonnata.

Non fecero in tempo a dire nient’altro perché in quel momento entrò di corsa Ron:

“Harry sveglia!! C’è Silente di sotto che vuole pa…” si bloccò nel vedere sua sorella sdraiata nel letto del ragazzo, con questo praticamente in mutande di fianco a lei.

“Potter, io ti ci faccio tornare in quell’infermeria!!!”

“Ron datti una calmata! Non abbiamo fatto niente, solo dormito. Ero stanco, mi ha accompagnato, poi siamo rimasti a parlare e…”

“Si si, non voglio sapere altro! Vestiti che di sotto c’è Silente…ci ha trovati tutti di sotto che stavamo dormendo…la McGrannit è furiosa, ha già rispedito Draco dai Serpeverde, ma sta ancora urlando come una pazza contro Hermione perché ha permesso che facessimo una festa del genere…”

“Anche silente è arrabbiato?”

“A dire il vero non lo so…non ha detto niente, però gli ho visto fare l’occhiolino a Seamus quando lui tentava di nascondere le burrobirre alla prof…comunque non penso voglia parlarti della festa  !”

“Ok…allora devo andare!” disse rivolto a Ginny ancora sdraiata tra le coperte.

“Si, sarà meglio che vada anch’io per vedere cos’è successo ad Hermione…ci vediamo dopo!” disse, saltando sul letto e baciandolo velocemente prima di uscire.

“Giurami che non avete fatto veramente niente!” disse Ron guardandolo severo.

“Te lo giuro! Abbiamo solo dormito, poi cosa credi che possa fare se sono ancora invalido?”

Con un po’ di difficoltà per via della gamba, si infilò un paio di jeans e una maglia, poi scese con l’aiuto di Ron.

Nella Sala Comune erano stati chiamati alcuni elfi domestici per cercare di ripulire il macello che avevano combinato gli studenti. Professoressa e preside stavano confabulando in un angolo e molti studenti erano in attesa del verdetto finale.

Harry si diresse verso i due con fare colpevole:

“Buongiorno, scusate…mi spiace molto per tutto questo casino…vi prego non punite loro! Volevano solo farmi il bentornato e si sono lasciati prendere un po’ la mano…poi è anche colpa mia che non gli ho fermati, quindi non è giusto che sgridiate solo loro…”

“Harry, tranquillo è tutto a posto! Nessuno sarà punito, dopotutto era solo una festicciola innocente”-qui la McGrannit sbuffò- “e niente e nessuno è stato danneggiato, non vedo cosa ci sia di male…”

“C’è che non è permesso organizzare festini non autorizzati all’interno della scuola, Albus!”

“Dai Minerva, anche noi siamo stati giovani, fa uno strappo alla regola per una volta!” la professoressa lo guardò torvo, poi rispedì tutti i Grifondoro nei propri dormitori. Harry rimase solo con il preside che disse:

“Allora Harry, piaciuta la festa?”

“Oh sì, mi ha fatto piacere…anche se sono andato a letto un po’ presto…sa, non mi sono ancora rimesso del tutto! Però non volevo creare problemi ai miei amici…”

“Non ti preoccupare, scommetto che anche la professoressa McGrannit non avrebbe perso occasione per festeggiare in tali circostanze! Comunque dovrei parlarti…ti dispiacerebbe seguirmi nel mio ufficio?”

Silente estrasse dalla tasca della tunica che indossava un sacchetto di metro polvere e ne gettò una manciata nel caminetto:

“Dopo di te!” Harry vi entrò e senza che dicesse niente venne trasportato direttamente nell’ufficio del preside. Dopo qualche istante fu raggiunto dal proprietario. Questo, messosi a sedere e invitato Harry a fare lo stesso, disse:

“Dunque Harry, è arrivato il momento di svelarti quale sia la tua arma segreta, che dovrai saper usare contro Voldemort! Penso che tu ti sia chiesto cos’è successo alla partita di Quidditch e penso anche che i tuoi amici te l’abbiano raccontato, almeno quel poco che io ho detto loro!”

“Sì, più o meno…a dire la verità non ho capito molto bene!”

“Beh, immagino che tu ti ricorda le continue ammonizioni che l’anno scorso ti faceva la professoressa McGrannit sul fatto di mantenere la calma…”

“Scusi, ma penso che lo facesse solamente per evitare che la Umbridge mi punisse e che mi mettessi nei guai…”

“Esattamente Harry, per evitare che ti mettessi nei guai! Lo so che non vorresti che te lo dicessero, ma tu non sei come tutti gli altri maghi, tu possiedi un potere speciale!”

“Intende quella cosa che ho fatto alla partita?”

“Non solo alla partita Harry, pensaci: con tua zia quando ti ha fatto arrabbiare, o quando eri costretto a subire le ingiustizie di tuo cugino…certo, questi casi non erano estremi, liberavi solo una piccola parte del tuo potere, ma quello che è successo qualche settimana fa ti ha frustrato talmente tanto che inconsciamente ne hai sprigionato appena un po’ di più!”

“Vuole dire che quello che ho liberato l’altro giorno non era il massimo del mio potere?”

“No, certo che no! Non c’era nemmeno lontanamente vicino!”

“Ma che genere di potere è?”

“Vedi, quella è un’antichissima magia, credevo si fosse estinta ormai, finché non ho conosciuto te! E’ una potente magia che deriva direttamente dal tuo cuore, dall’amore che sei in grado di provare, ma è molto più forte di esso, eppure è molto simile: ad esempio anch’esso è straordinariamente fantastico, ma può far soffrire se usato nel modo sbagliato. Però se usato da qualcuno con un cuore puro e sincero diventa un’arma invincibile. Erano rarissimi i maghi che lo possedevano ed è stato utilizzato solo una volta al massimo della sua forza, da un grandissimo mago!”

“E…chi era quel mago?”

“Godric Grifondoro! E questa è un’ulteriore prova che tu sei più che adatto di stare nella tua casa!”

“Signore, ma come farò ad usarlo se fino ad adesso quando l’ho fatto non me ne sono nemmeno accorto?”

“Per questo ci penserò io: ho intenzione di darti lezioni private, ma per controllarle Harry dovrai continuare le lezioni di Occlumanzia!”

Harry non era molto entusiasta della cosa, ma per una volta era del tutto convinto che fosse giusto, così annuì senza fare storie.

“Ehm, signore, esattamente come crede di addestrarmi ad usare questo potere?”

“Di questo non preoccuparti adesso Harry, al momento devi solo pensare a ristabilirti, perché dovrai essere al massimo delle tue forze!”

Harry si sentiva strano, non sapeva cosa pensare. Che il preside fosse diventato pazzo? Possibile, ma improbabile; certo il vecchio poteva sembrare un po’ eccentrico, ma era una mente brillante e non s’era praticamente mai sbagliato.

“Ora ti consiglio di raggiungere i tuoi amici a colazione!”

“Grazie professore”

Harry si congedò e andò in Sala Grande, anche se impiegò parecchio tempo a fare le scale per via della sua gamba, sentendosi in qualche modo più forte.

  
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