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Autore: Beatriz Aldaya    07/05/2011    4 recensioni
FANFICTION TERZA CLASSIFICATA AL CONTEST "DIRTY LITTLE SECRETS" (indetto da Emogirl in Pink sul forum di efp; all'interno il bando!)
SongFiction AlicexJasper ispirata alla stupenda canzone di Tiziano Ferro "Sere Nere", di cui sono presenti spezzoni nel quarto e quinto capitolo.
Dopo che Alice combina un pasticcio, la vampira si trova a dover affrontare da sola una paura scaturita dal suo passato che credeva ormai scomparsa e che non ha mai confidato a nessuno non riuscendo a comprenderla lei stessa...
Dal primo capitolo:
"Smisi di respirare, e il silenzio assoluto mi travolse. Un antico terrore che credevo ormai scomparso si affacciò sulla mia anima per poi tuffarvisi dentro a capofitto.
Cercando di mantenere la calma, presi fiato per spezzare il nulla, ma il suono somigliò solamente ad un lugubre rantolìo che mi spaventò ancora di più.
In un attimo mi ritrovai in piedi e, senza averlo deciso razionalmente, comiciai a correre verso la casa, verso il mio amore, scappando dal silenzio della natura e della mia anima."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
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5. Segreto

Bagnato fradicio sotto il cielo che sembrava aver deciso di piangere ogni sua lacrima durante quella sera senza luna, correvo via da lei. A portarmi avanti era stata prima la rabbia, poi la paura, ora solamente la spinta che avevano acquistato le gambe. Appena ne presi coscienza, rallentai pian piano fino a fermarmi.
Nell'aria c'era profumo di sangue e la gola cominciò a bruciare come non mai. Ero molto vicino ad un paese e senza pensarci cominciai a dirigermi verso le case.
Ad un tratto, mi bloccai. Mi stavo già trasformando esattamente in quello che Alice aveva visto nel mio futuro e che io avevo negato con tutte le forze, arrabbiandomi all'inverosimile con lei. La verità era che sapevo che facilmente sarei potuto tornare quello di una volta, e per questo mi odiavo.
Pensai al mio scricciolo, che avevo abbandonato a casa, magari in mezzo alla foresta a cercare le mie tracce cancellate dalla pioggia, e mi si strinse il cuore. Cosa ci facevo lì?
Mi girai e ricominciai a correre quasi senza toccare il terreno, impaziente di riabbracciarla.

Quando arrivai a casa Cullen, non ebbi la forza di entrare subito e mi sedetti sugli scalini della veranda. Dalla casa proveniva solo il cicalio del mio mp3 ancora acceso. Alice non respirava nemmeno, ma sapevo che era lì dentro per l'ondata di emozioni che mi investivano.

Mi sentii un miserabile per tutto il dolore che sentivo stavo provando, e anche un codardo perchè non trovavo la forza di entrare e parlarle. Sentivo che nei suoi sentimenti c'era anche il retrogusto amaro della rabbia. Era in collera con me? Proabile. O, conoscendola, magari si stava maledendo fra sè e sè prendendosi le colpe.
Non riuscivo a decidermi ad entrare, perciò mi alzai e ritornai sotto la pioggia per vedere se in camera la luce fosse ancora accesa.
Alzai lo sguardo ed una miriade di goccioline d'acqua mi entrarono negli occhi, deformando la vista. La luce era ancora accesa, ma la finestra era stata serrata.
Chiusi le palpebre e mi godetti la sensazione della pioggia sul viso, mentre mi facevo forza. Sarei entrato e le avrei spiegato tutto con calma. Le avrei chiesto scusa e...
Improvvisamente, mentre pensavo a cosa avrei fatto una volta davanti al mio scricciolo, le emozioni di Alice mi investirono in tutta la loro forza: prima un dolce amore totale e incondizionato, poi un baratro di puro terrore. Smisi di pensare a cosa le avrei detto quando fossi salito, perchè dall'ultima volta che avevo sentito in lei un terrore simile era passato talmente tanto tempo che quasi mi ero dimenticato quanto fosse devastante. Non provava una paura così profonda unita ad un amore così folle dalla sera del nostro primo bacio, più di ottant'anni prima. Non mi aveva mai voluto dire a cosa fosse dovuto quel terrore.
Una frazione di secondo dopo essere stato investito dalle sue emozioni, stavo salendo le scale in due balzi e irrompendo nella camera, dimentico di tutti i miei buoni propositi di scusarmi come sarebbe stato conveniente, troppo preoccupato per la mia Alice.

Nonostante tutta la fretta che avevo, essere talmente silenzioso da non venir sentito neanche dai vampiri mi era stato imposto dall'addestramento ricevuto da neonato, perciò quando mi inginocchiai ad un soffio dal viso del mio scricciolo lei ancora non si era accorta della mia presenza.
Era rannicchiata in un angolo del letto, la faccia trasformata in una maschera di paura. Non potevo sopportare quella visione: le posai una mano sulla guancia e sussurrai il suo nome.
Non appena ruppi il silenzio, il suo terrore cessò, per lasciar posto alla sorpresa.
«Jasper!» eslamò Alice bisbigliando, come se avesse paura della propria voce.
Mi resi conto di essere stato uno sciocco a volermi preparare un discorso in giardino, perchè fra di noi le parole non servivano. Mantenendo la mano bagnata appoggiata sulla sua guancia, soffiai fuori: «mi dispiace, signorina».
Sentii un amore violento agitare il cuore della mia Alice, mentre mi perdevo nei suo occhi.
Come avevo potuto andarmene e lasciare lì il mio cuore, la mia vita?
Mi stesi al suo fianco e le rubai una cuffietta. Suonava ancora Sere Nere.
Chissà quante volte aveva ascoltato la struggente melodia.

E più mi vorrai, e meno mi vedrai
E meno mi vorrai, e più sarò con te
E più mi vorrai, e meno mi vedrai
E meno mi vorrai, e più sarò con te
E più sarò con te, con te, con te
Lo giuro...



«Mi sa che invece mi vedrai proprio per l'eternità...» cercai di ironizzare, ma la voce mi si ruppe a metà della frase. Come avevo potuto farla soffrire?
«Ora lo so.» Disse lei, stringendosi a me.
«Non l'hai saputo un'ora fa quando ho deciso di tornare indietro?»
«È da una settimana che blocco ogni visione sul futuro» mi confessò con gli occhi ridenti.
«Ti devo delle scuse.» aggiunse poi, tornata seria. Scossi la testa e la strinsi a me.
«Di cosa avevi paura prima che entrassi?»
«È un segreto!» trillò il mio scricciolo. Mi rassegnai, ormai convinto che non me l'avrebbe mai detto.
«Dunque, cosa vedi nel futuro?» le chiesi, visto che mi sentivo in colpa per averla indotta a mettere in quarantena ogni visione.
«Mmm... gli altri torneranno dopodomani. Ci sarà una partita di baseball e la palla che tu lancerai romperà il finestrino dell'auto di Rosalie. Quindi ti consiglio di non fare il lanciatore.»
Confidatomi ciò, mi sorrise serena. Quanto era bella... L'amore che provavo traboccò e mi avvicinai a lei tanto che i nostri nasi si sfiorarono.
«E nel futuro più immediato, cosa succederà, scricciolo?»
Alice rise e strizzò gli occhi, facendo finta di avere una visione.
«Credo proprio che mi bacerai...»

Di sere nere,
Che non c'è tempo,
Non c'è spazio,
E mai nessuno capirà...
Puoi rimanere,
Perché fa male, male,
Male da morire,
Senza te...



_______
Buonasera :)
Ed ecco qui l'ultimo capitolo della long... Come promesso il giudizio della giudiciA:

Terzo posto:
Titolo: Sere Nere
Totale punti: 42.4
Originalità: 7 punti. (carina, sì, ma non ha una trama troppo complicata)
Grammatica e ortografia: 5.9 punti. (svariati errori, alcuni di disattenzione. Verbi mal coniugati e alcune discordanze tra soggetti e verbi)
Stile: da 3.5 punti. (piuttosto scorrevole, è una lettura piacevole)
Caratterizzazione dei personaggi: 10 punti (Alice è molto approfondita, anche Jasper nel suo piccolo)
Utilizzo degli elementi dati: 10 punti (ottimo uso del segreto, brava!)
Gradimento personale: 6 punti. (mi è piaciuta, davvero, ma ho notato qualche discordanza. Ad esempio: secondo te loro due conoscono “Sere Nere”? mmh, non ci giurerei)


Grazie a chi ha letto, recensito, seguito ed addirittura preferito questa storia :)
E con questo, passo e chiudo! :)
   
 
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