Fanfic su attori > Ben Barnes
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Autore: v91    07/05/2011    3 recensioni
Si voltò lentamente e se lo ritrovò davanti. Era senza parole, aveva indovinato un'altra volta in effetti, ma mai avrebbe pensato di trovarsi di fronte a lui. Stava osservando il principe Caspian in carne ed ossa. O meglio, Ben Barnes.
Una ragazza comune, dal passato difficile, una bambina decisamente fuori dal comune e un attore famoso. Come finirà?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP 1 IL PRINCIPE CASPIAN?

-Tu...tu sei?...il principe Caspian!- Non riusciva ad articolare la frase. La sorpresa di trovarsi all'improvviso di fronte ad un attore famoso e che per di più le rivolgeva la parola aveva causato lo scollegamento delle sue sinapsi.

-Preferisco Benjamin Barnes o semplicemente Ben ma...si, sono io.- Il ragazzo continuava a osservarla divertito, minimamente scomposto dalla reazione di Holly. Evidentemente non era la prima volta che gli capitava una conversazione del genere.

-Si, hai ragione scusa.- Holly si schiarì la voce, cercando di darsi un contegno. -E' solo che mi hai colto di sorpresa. Aveva ragione Catherine.-

-Chi è Catherine?-

-Sono io!- La voce della bambina arrivò squillante da dentro l'auto. -Mamma, posso togliermi la cintura?-

-Si, tesoro,scusa. Vieni qui, tanto mi sa che non riusciamo a ripartire.- Holly si avvicinò al sedile della figlia e le slegò la cintura. La bambina scese dall'auto con un agile saltello.

-Ciao, io sono Catherine e questa è la mia mamma.- disse rivolgendosi a Ben, tutta orgogliosa di poter finalmente partecipare alla conversazione dei due adulti.

-Ciao piccolina! Tu sei la bimba che era dentro al locale, stavi guardando i pesci,vero?-

-Esatto! Io ti ho visto mentre facevi colazione, ma la mia mamma non ci voleva credere che eri tu! Diceva che non esisti-

-Io veramente ho detto che non esiste il principe Caspian, lui è l'attore che interpreta quella parte.- rispose una imbarazzatissima Holly, guardando Ben con un'espressione supplicante. Aveva già fatto almeno due figuracce e lo conosceva da soli cinque minuti!Nuovo record...Lui comunque non sembrava affatto arrabbiato o dispiaciuto, anzi, sul suo viso si leggevano chiaramente allegria e tranquillità. Holly si fermò un secondo di più sui suoi occhi, bellissimi. Poteva quasi contare le pagliuzze dorate che riflettevano la luce del sole in quegli occhi castani e provocanti.

-Credo che la vostra automobile abbia un problema...-

-Dici?- rispose Holly con tono un po' troppo sarcastico. A volte quando si sentiva a disagio finiva per usare l'ironia e il sarcasmo come arma di difesa. Ma in quella situazione non ce ne sarebbe stato nessun bisogno.-Scusa, voglio dire, io non ci capisco nulla di auto. Cosa può essere successo?-

-Probabilmente si è fuso qualcosa. Mi sembra un auto piuttosto vecchia. Avete fatto un lungo viaggio?-

-Veniamo dall'Italia. La mia mamma ed io ci stiamo trasferendo a Londra.- Catherine sembrava eccitatissima di poter parlare con quel principe che tanto le era piaciuto in televisione. Sembrava proprio pronta a dar sfoggio di tutte le sue capacità oratorie, e per essere una bambina così piccola aveva una parlantina davvero invidiabile. Ben diversa, in questo, dalla madre che invece i dialoghi preferiva tradurli piuttosto che parteciparvi. -I nonni non ci volevano più a casa con loro e quando ci hanno mandato via la mamma ha deciso di tornare a vivere a Londra. Sai, lei è nata qui e...-

-Tesoro,basta ora! Troppe informazioni! A Ben non interessano tutti questi particolari sulla nostra vita.- disse Holly guardando la bambina e sperando di riuscire a frenare quella valanga di parole. -Scusala, credo sia contenta di averti incontrato.-

-Non preoccuparti! Anzi, mi interessa. Sei di Londra?-

-Si, sono nata qui ma mi sono trasferita molto tempo fa in Italia. Ora ho deciso di tornare a casa, Londra mi mancava terribilmente.-

-Ti capisco. So cosa significa restare molto tempo lontano da casa.- Nei suoi occhi sembrò passare un'ombra nera, come il pensiero di qualcosa di fastidioso, ma durò solo un attimo e subito dopo Ben tornò sorridente come prima. -Che ne dite se vi do un passaggio fino a Londra? Tanto anch'io sto andando là.-

-Si!- rispose subito la bambina con troppo entusiasmo. La madre le mise una mano davanti alla bocca per impedirle di parlare ancora.

-No, davvero, non vogliamo disturbarti. Ora chiamo un carro attrezzi e sistemo la cosa. Grazie comunque.-

-Nessun disturbo, mi fa piacere,davvero. Col carro attrezzi ci vorranno ore, rischiate di non arrivare a Londra prima di sera, sempre che l'auto si possa aggiustare. Giuro che non sono pericoloso!- Dicendo l'ultima frase assunse un'espressione a metà tra un ghigno divertito e uno sguardo malizioso. Sorrise alla bambina in modo molto dolce e Holly per un attimo ebbe una sensazione strana, piacevole, come quando dopo un lungo viaggio torni a vedere gli occhi della persona amata.

-Facciamo così: ci accompagni fino alla più vicina autofficina e lì faremo sistemare l'automobile.-

-D'accordo. Mi arrendo, non insisto oltre. Sei proprio un osso duro, non ti arrendi mai?- Accompagnò le sua parole con un gesto arrendevole delle braccia e con una espressione ammusolita, ma contenta di aver vinto parte della battaglia.

-Quasi mai!-

 

-Questa è la tua auto??- Holly aveva visto auto del genere solo nei film e ora proprio non riusciva a credere ai suoi occhi. Non aveva parole per descriverla: molto probabilmente una bmw ma per lei era molto più simile ad una navicella spaziale. Appena la vide quasi le si slogò la mascella. Ben la osservava ridendo apertamente.

-Avresti preferito una limousine?-

-No, di certo! Anche se penso che forse sarebbe passata meno osservata!-

-Mamma ma i principi non vanno a cavallo?- A questa uscita Ben scoppiò in una fragorosa risata. Era davvero una bellissima risata: partiva dagli occhi che si illuminavano e vibravano, e poi arrivava fino alla bocca che si apriva in un ampio e radioso sorriso. La voce era melodiosa e cristallina. Holly era incantata da questa risata, l'avrebbe ascoltata per ore. Probabilmente era la seconda risata più bella del mondo, seconda solo a quella della figlia.

-Ahah...no, Catherine, uso il cavallo solo quando sono il principe Caspian, quando sono Ben uso questo gioiellino.-

-E' bellissima,vero mamma?-

-Si, tesoro è davvero bellissima.-

-Prego...- Ben si rivolse alle due aprendo loro la portiera. Un gesto elegante d'altri tempi, Holly era molto colpita. Quanti anni aveva? Ricordava in una intervista di aver letto che era intorno alla trentina. Non li dimostrava affatto, almeno fisicamente: il viso, soprattutto, ricordava molto quello di un ragazzino molto gentile e terribilmente affascinante.

Le due salirono nell'automobile: Catherine con l'esuberanza di una bambina catapultata nel mondo dei balocchi e Holly con una sorta di timore reverenziale. I sedili erano rivestiti in pelle nera e l'auto emanava un buon profumo di...vaniglia? A Holly ricordava un po' l'odore della sua infanzia, quando andava a casa della nonna, in campagna. La nonna aveva un profumo buonissimo che sapeva proprio di vaniglia, lei adorava andare a trovarla. Insieme si divertivano sempre moltissimo: spesso cucinavano insieme o cucivano e poi la nonna le raccontava delle fantastiche storie che Holly non avrebbe mai dimenticato. Ma poi la nonna se ne era andata e a lei erano rimasti solo un mucchio di ricordi...non voleva pensarci, è stato troppo tempo fa e, anche se uno dei suoi più grandi crucci era proprio quello che Catherine non avrebbe mai conosciuto sua nonna, non poteva lasciarsi prendere dallo sconforto. Non ora comunque.

-Tutto bene?- Ben la osservava con aria preoccupata dal sedile del guidatore.

-Si, stavo solo pensando. Credevo che gli attori famosi avessero un'autista personale.- Prima di rispondere Ben la guardò intensamente per un'altra frazione di secondo, quasi a voler recuperare quei ricordi che lei aveva abilmente ricacciato in fondo alla memoria. Doveva essersi accorto che qualcosa l'aveva turbata ma decise di non indagare oltre.

-Beh, chi ti dice che io non ce l'abbia? E' solo che amo guidare e quando posso evito l'autista. E' più divertente così. E poi se avessi avuto l'autista mi avrebbe costretto a ripartire subito e non mi sarei potuto fermare ad aiutare una bellissima ragazza in difficoltà e la sua meravigliosa figlia.- Quest'ultimo commento colorò le guance di Holly di un forte color porpora. Non era certo abituata a ricevere apprezzamenti simili, soprattutto quando era in compagnia della figlia. Generalmente quando un qualche ragazzo si era interessato a lei, non appena aveva sentito la parola “figlia” era subito scappato a gambe levate. Comportamento immaturo ma comprensibile. Holly non si era mai preoccupata troppo per questo, “se mi vuoi devi prenderti tutto il pacchetto, niente sconti. Siamo un paghi uno e prendi due”: questo era il suo motto, anche se fin'ora nessuno aveva approfittato dell'offerta.

-Allora Catherine, che musica ti piace? Scegli un cd- Ben si rivolse alla bambina guardandola dallo specchietto e poi inserì il cd che lei gli aveva allungato. -Stai scherzando?- Ben non aveva potuto reprimere il moto di sorpresa che l'aveva colto nel notare quale cd aveva scelto Catherine. -Tu ascolti i Rolling Stones? Ma quanti anni hai?-

-Cinque! Perché? Non ti piacciono? Se vuoi ne scelgo un altro- la bambina era davvero preoccupata, proprio non capiva perchè Ben fosse così sorpreso.

-No,no, li adoro è solo che...niente! Scusami, non pensavo che avessi gusti musicali così...sviluppati... alla tua età- poi sottovoce, rivolto alla madre -Ma ascolta davvero gli Stones?-

-Già. Ti sorprenderebbe se la conoscessi meglio.-

-Spero di averne l'occasione. E non solo per lei.- Lo sguardo che le rivolse la fece quasi trasalire sul sedile. Era così tanto tempo che nessuno le rivolgeva parole del genere, sguardi del genere.

 

 

Stranamente si sentiva bene e a disagio contemporaneamente. La presenza di Ben accanto a lei era fonte di sensazioni indecifrabili. Faticava a capire cosa sentiva: Ben le piaceva, era ovvio, come potrebbe non piacerle?, ma non era semplicemente come vedere qualcuno e pensare -che bel ragazzo-, era qualcosa di più. La cosa la turbò non poco considerando che lo conosceva da si e no 10 o 15 minuti. Avrebbe voluto rimanere con lui più a lungo possibile,scoprire come era in grado di provocare in lei quelle sensazioni. Come sapeva farle venire mal di stomaco anche solo guardandola e come farla arrossire se solo la toccava. In più c'era quella sensazione che non la l'aveva ancora abbandonata da quando lui le aveva rivolto la parola: quel sentirsi finalmente a casa dopo una lunga assenza, la sensazione che dà il fuoco bruciante del camino mentre fuori nevica. Tutto questo la spaventava non poco.

Ben intanto guidava tranquillo, gli occhi fissi sulla strada, le mani forti saldamente ancorate al volante, muovendo impercettibilmente la testa al ritmo della musica che usciva, a volume non troppo alto, dalle casse dell'auto sportiva. Stavano in silenzio, ma non erano i soliti silenzi tesi che Holly era abituata a sentire tra i suoi genitori, quei silenzi assordanti che riempiono l'aria e l'avvelenano. Era un silenzio pacifico, un silenzio in cui Holly si sentiva bene, tranquilla e serena. Anche Catherine, di solito così chiacchierona, ora sedeva tranquilla ascoltando la musica e guardando fuori dal finestrino. Se la madre avesse potuto leggerle la mente vi avrebbe potuto scorgere la paura, normale per una bambina così piccola, di affrontare una novità quale quella del trasferimento in una nuova città, in una nuova nazione. Ma anche il coraggio di tenere per sé questi pensieri, per non dispiacere la madre, per la quale, Catherine l'aveva capito, tornare a Londra era più importante di tutto. Persino Ben che avrebbe voluto sapere di più di Holly, avrebbe voluto farle mille domande sulla sua vita, sul suo passato, sul suo futuro, stava in silenzio, senza trovare il coraggio di dare voce ai suoi pensieri. Perché da quando aveva visto quella bambina così allegra e solare mentre mangiava tranquillo la sua colazione, cercando di non farsi vedere da qualche possibile fan, aveva avuto la sensazione che sarebbe successo qualcosa. Uscito nel parcheggio si era accorto dell'auto in panne e si era avvicinato, da vero gentleman, per offrire aiuto. Non appena la donna si era voltata e l'aveva visto, era come se il cuore gli si fosse fermato per poi ricominciare a battere più forte. Certo non aveva mostrato queste sensazioni, era un attore nonché un affermato dongiovanni, non poteva permettersi di cadere nella rete di una ragazzina. Eppure da quando l'aveva vicina sentiva che non avrebbe più voluto mandarla via. Come se ora il suo corpo e la sua mente traessero energia da lei. Per questo le aveva offerto un passaggio fino a Londra, cosa che non avrebbe mai fatto, perchè sentiva di non volere, di non potere staccarsene. Era quasi insignificante: alta non più di un metro e 70, 75,forse, con i capelli biondo cenere severamente raccolti in una lunga coda, gli occhi azzurri profondi ma sfuggenti. Forse sui 25 anni ma dallo sguardo ne dimostrava di più. Insomma, non era esattamente una delle sue “prede” abituali: troppo minuta, troppo riservata, troppo poco appariscente. Esattamente il contrario delle solite ragazze che frequentava. Eppure da quando i loro occhi si erano incontrati Ben sentiva che se l'avesse persa non sarebbe mai più potuto essere felice. Che sciocchezze, pensava: tu sei Ben Barnes, ci sono ragazze là fuori più belle e più disponibili che farebbero la fila per averti e tu ti punti su questa qui! Cos'ha di così speciale? Nulla, non lo so...non so cos'ha di speciale, ma lei è speciale. E poi ha anche una figlia! Già, una adorabile bambina che a soli 5 anni sembra già un'adulta. E poi ha ottimi gusti musicali! Quanta confusione che ha portato questa stupida ragazzina. Ora la mollo nella prima autofficina e poi me la levo dalla testa. Dovrei avere ancora da qualche parte il numero di Samantha...no, aspetta. Non ho alcuna intenzione di rivedere quella lì, per carità! L'ultima volta mi ha tormentato per giorni! E se invece invitassi Holly a cena? Con Catherine, naturalmente. Ma se non ha nemmeno voluto che la portassi fino a Londra? Lei non uscirà mai con te! Ma come? No, dico, sono Ben Barnes! Appunto, per lei non sei nessuno. Solo il tipo imbranato che l'ha portata all'autofficina quando le si è rotta la macchina. Si, ma se la lascio andare ora, la perdo per sempre. E non voglio che succeda, voglio passare del tempo con lei, con lei e con sua figlia. Le chiederò di venire a cena con me: non ho nulla da perdere. Se mi dice di no almeno ci avrò provato.

  
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