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Autore: maryc    08/05/2011    16 recensioni
Edward Cullen, giovane e famoso neochirurgo viene chiamato per sostenere una lezione universitaria. Lì, in quell'aula, i suoi nervi verranno messi a dura prova. Centra per caso una ragazza dalla chioma castana e boccolosa, con gli occhi color del cioccolato? Piccola OS nata in un momento di sclero per il troppo studio. Ps. tutti umani.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Università

POV EDWARD

Fischietto felice mentre guido. Oggi sono proprio emozionato. Mi hanno chiamato per sostenere una lezione universitaria, cioè non come professore, ovviamente, ma come esperto di chirurgia. Eh si, sono un medico, un chirurgo con precisione. Pur essendo molto giovane, 29 anni, ed anche bellissimo, lo so, sono un chirurgo molto ricercato e molto bravo modestamente.

Ricordo ancora il giorno in cui misi piede ad Harvard come studente. Ero emozionatissimo. Sin da bambino volevo seguire le orme di mio padre e diventare un ottimo medico, ma non credevo che sarei diventato così bravo in così poco tempo. La mia adorata moglie dice che sono così ricercato perché amo il mio lavoro, lo svolgo con devozione e passione, ed ha ragione.

Ahhh mia moglie, una figa colossale, senza offesa, però è veramente la donna più bella che sia mai stata creata. No, non sono di parte, purtroppo, in molti, anzi troppi, la pensano come me. Fortunatamente lei ha avuto occhi solo per me, ed ha occhi solo per me, da quando aveva 15 anni, ora ne ha 27. Anche io ho avuto, ed ho, occhi solo per lei. È stata la mia prima ed unica ragazza. La prima volta che la vidi rimasi senza parole. era il suo primo giorno al liceo, si aggirava spaurita tra i corridoi, ed inciampando, finì tra lei braccia, che gran fortuna. Certo ci ho impiegato quasi sei mesi per farmi avanti, ma ero molto timido, non avevo mai avuto una ragazza. Inoltre quasi tutti gli studenti dell’istituto le facevano una corte spietata ed io credevo proprio di non aver alcuna speranza. Diciamola tutta, ero un po’ bruttarello da piccolo, poi però sono migliorato, molto migliorato, ma lei è rimasta e rimarrà l’unica donna del mio cuore. Io invece non sono più l’unico uomo del suo cuore, anzi credo di esser scalato in classifica, però il primo posto appartiene ai nostri angeli, o meglio terremoti, due gemelli di quasi sei anni che manipolano tutte le attenzioni della loro adorata madre. Robert e Thomas, la nostra gioia.

Ricordo ancora il giorno in cui, sotto la pioggia le aprii il mio cuore, mi aspettavo di tutto, uno schiaffo, un pugno, un rifiuto, invece mi ha sorriso e ha detto di amarmi dal primo giorno. io per la troppa emozione ero svenuto. Poi svenni nuovamente, però in solitudine a casa mia, il giorno in cui, un anno dopo, facemmo l’amore per la prima volta. Anche lì le emozioni avevano avuto la meglio. Ma gli svenimenti non sono finiti lì, accadde nuovamente quando accettò di sposarmi, quando mi disse che aspettavamo un bambino, che poi si sono rivelati due e quando nacquero. Eh si, mi emoziono facilmente. Infatti, la mia adorata mogliettina, credeva anche che sarei svenuto quando mi hanno chiamato per propormi questa lezione. Diciamo che adora prendermi in giro.

Con la mente ritorno a questa notte, ripenso alla mia pantera, i suoi graffi sulla schiena bruciano un po’, ma li adoro tutti. Ebbene si, la mia dolce mogliettina, tutte le notti, diventa una pantera. Diciamo che la passione tra di noi non riesce a spegnersi, per fortuna.

Oh, sono arrivato. Parcheggio e mi avvio verso l’aula che mi ha visto studente fino a pochi anni fa.

Felice entro in aula. Mi guardo intorno e noto che ci sono veramente tanti studenti. Le ragazze mi guardano con aria sognante, ma metto in mostra la fede e sospirano rassegnate. Non riesco a perdermi nei ricordi che il mio vecchio professore mi saluta.

“Dottor Cullen, è un piacere conoscerla, sono Jacob Black. La ringrazio per aver accettato l’invito. Ed inoltre le faccio i miei complimenti per la sua carriera, so che è un ottimo medico.” Jacob Black, il suo nome mi porta ad odiarlo automaticamente, e c’è un valido motivo. Serro la mascella e gli porgo la mano.

“La ringrazio professor Black, sono lieto di poter tenere questa lezione.” Lui non si ricorda di me, lo so, qualche anno fa era un assistente e adorava particolarmente mia moglie. Stronzo. Per fortuna, o per sfortuna, mia moglie ha dovuto lasciare l’università a causa della gravidanza. In quel periodo mi sentivo in colpa. Lei voleva laurearsi e per colpa mia doveva abbandonare tutto, ma le sue parole mi colpirono.

“Amore, lascio l’università perché nella mia pancia crescono i nostri figli, e non puoi immaginare la felicità che provo sapendo che tra qualche mese potrò accudirli tutti i giorni. Non preoccuparti, volendo potrei riprendere a studiare quando saranno un po’ più grandi.” Nei suoi occhi e nelle sue parole lessi solo felicità, dolcezza e amore.

“È pronto?” Ti faccio il culo a strisce oggi.

“Si.” Dico scontroso. Annuisce e si volta verso la classe, tutti hanno smesso di chiacchierare.

“Bene ragazzi, come vi avevo detto ieri, oggi ci sarà un vecchio, si fa per dire, studente, Edward Cullen. È un chirurgo molto famoso, ma non credete ha solo 29 anni. Oggi lui ci parlerà in modo più approfondito della chirurgia, in particolar modo ci parlerà di ciò che accade realmente nella sala operatoria, che è totalmente diverso da ciò che apprendete dai libri.” Era una battuta quella che ha fatto all’inizio?

“Prego Dottor Cullen, può…” Viene interrotto dal rumore della porta che si apre. Diventa livido di rabbia, sicuramente il povero malcapitato passerà un brutto quarto d’ora, ma appena vede il nuovo arrivato la sua espressione diventa quella di un pesce lesso. Ma chi è arrivato? Sposto lo sguardo e resto incantato. È bellissima, favolosa, semplicemente divina.

Ma non è troppo scoperta per trovarsi in facoltà? Tutti gli studenti le rivolgono sospiri e sguardi sognanti e il professore non è da meno, serro la mascella e digrigno i denti. La dea sposta lo sguardo verso di me e mi sorride timidamente. Io invece le rivolgo un sorriso abbagliante e lei arrossisce. È bellissima con le guance rosse.

“Mi scusi professore, ho av…”

“Ma non si preoccupi signorina, capita  tutti di essere in ritardo. Lei è sempre puntuale ed inoltre è la prima del mio corso, non ci sono problemi.” Dice l’ameba al mio fianco, poi notando lo sguardo contrariato delle altre studentesse e il mio furioso, si ricompone.

“Ma spero non accada più, altrimenti non sarò più così clemente.” Ma a chi vuole darla a bere.

“Certo e grazie.” La ragazza si volta e ondeggiando sui suoi tacchi si avvia verso il primo posto in prima fila, l’unico libero. Quella gonna, gliela strapperei di dosso.  È aderentissima, le si vedono tutte le forme. Edward, calmati, non fare questi pensieri, potresti eccitarti e non è proprio il caso.

“Che gran culo.” Spalanco gli occhi e rivolgo a Black un’occhiata omicida.

“Non mi guardare così, chiunque farebbe pensieri poco casti su quella sorta di dea. Secondo me a letto deve essere…”

“Professore se non le spiace vorrei iniziare.” Che qualcuno mi fermi dallo spaccargli la faccia.

“Si, si certo.”

Inizio la lezione, ma non sono concentrato come vorrei. Tutti i ragazzi presenti in aula non fanno altro che fissare la dea. Lo stronzo non fa altro che fare sorrisini ammiccanti ma lei non lo degna di uno sguardo per fortuna, anzi lancia sguardi languidi al sottoscritto. Sto andando nel pallone. Lei intanto inizia ad accarezzarsi lascivamente il collo, oppure sono solo io che vede della malizia in quei gesti. Si mordicchia le labbra, no, non rovinare così quelle splendide rose. Se le umette. Si sposta i capelli. Sto per esplodere.

Per fortuna il professore, dopo quasi due ore, concede dieci minuti di pausa. Mi siedo distrutto sulla sedia. Se avessi operato mi sarei stancato di meno. Lei mi regala un sorriso malizioso. Oddio, non avevo immaginato la malizia, c’era veramente. Oh no, mi sto eccitando, e che cazzo. Pensa Edward, pensa a qualcosa di brutto. Ecco ci sono, penso a quando cambiavo i pannolini con la pupù dei miei figli. Si, si va bene, mi sto calmando.

“Andiamo a prendere un caffè?” Ne ho proprio bisogno e poi devo portare lo stronzo fuori di qui. Mentre mi alzo per prendere la giacca noto un gran movimento in prima fila. Strabuzzo gli occhi quando mi accorgo di cosa sta succedendo. Una marea di ragazzi sta cercando di convincere la dea ad uscire con loro, ma dico non hanno proprio un po’ di educazione? Ecco che la rabbia torna in me, inizio a tremare e fisso tutti quegli ormoni viventi con sguardi di puro odio. Loro non ne sono minimamente scalfiti, anzi continuano nel loro intento. Per fortuna la dea non li degna di uno sguardo, anzi continua a fissarmi languidamente.

“Lascia perdere.” Black mi risveglia dai miei istinti omicida.

“Cosa?”

“Lasciala perdere, non ci riuscirai mai.” Non capisco cosa vuole dire.

“Si quella ragazza. Le ho chiesto più volte di uscire con me, ma lei niente, non mi ha mai degnato di uno sguardo. Anzi mi ha sempre detto che la sua vita è completa e felice, che scusa del cavolo.” Lo guardo con ira.

“Non potrebbe essere fidanzata?” Si mette a ridere.

“Non credo proprio, quale fidanzato sano di mente non le starebbe appiccicato dalla mattina alla sera mandando via tutti quegli ammiratori?” Ha ragione non posso negarlo. Respiro affannosamente quando ricordo che lui le ha chiesto di uscire.

“Conta che l’avevo conosciuta quando ero un assistente, era fidanzata se non sbaglio, ma anche in quel periodo mi ha sempre e solo dato due di picche. Sono rimasto molto colpito quando me la sono ritrovata qui, piacevolmente colpito. Ma anche ora, sono due di picche.” Ehehe e lo saranno sempre.

“Ma mi pare che abbia un anello al dito.” Cerco di salvargli la dignità.

“Figurati, secondo me lo tiene solo per tenere lontani gli ammiratori, ma a quanto pare non è servito.” Basta, basta, basta, riprendiamo che sto per scoppiare.

“Ragazzi tornate a sedere, riprendiamo che poi ho un impegno con mia moglie e i miei figli.” Sbuffando tutti tornano a sedere, mentre alla dea si illuminano gli occhi.

“Bene, ho qui i risultati dei progetti che vi ho assegnato ad inizio anno. Ora li proiettiamo così li vedrete anche voi. Inutile dire chi sia stata la più brava e la più accorta nelle ricerche.” Compare l’immagine con i risultati e come avevo sospettato, al primo posto c’è il suo nome.

ISABELLA CULLEN.

Tutti fissano la dea e me confusi, anche il professore. Io invece ho un ghigno sulla faccia. Bene è l’ora della mia vendetta.

“Oh Dottor Cullen, la studentessa migliore ha il suo stesso cognome. Siete parenti, magari fratelli per caso?” Chiede ingenuamente il professore. Ma è scemo?

“Si siamo parenti professore.” Sospira sollevato, ma ancora non ho sganciato la bomba.

“Ma non siamo fratelli. Isabella Cullen è mia moglie, nonché la madre dei miei figli.” Dico con uno sguardo di fuoco rivolto a lui, che è diventato più bianco di un cadavere, e a tutti gli studenti. Nessuno fiata.

“Perciò smettete di provarci con lei, è off limits. Questo vale anche per lei professore, non si permetta più di importunare mia moglie, ed ora ha scoperto perché le ha sempre rifilato due di picche, sta con me da 12 anni, ci siamo sposati 9 anni fa e abbiamo due figli di sei anni. Ha ripreso l’università per crescere i bambini. Ricordo quando ai tempi del college ci provavi con lei ed è solo grazie a lei se in quegli anni e in questi mesi, non sono venuto a cambiare tutti i tuoi connotati. Fosse stato per me, sarei venuto con il mio bisturi. Ed ora scusami ma io e mia moglie dobbiamo andar via.” Ancora non si muove, è fermo come una statua. Non terrò mai più una lezione, questo è poco ma sicuro.

Con un sorriso trionfante vado verso mia moglie, l’aiuto a raccogliere i libri e usciamo insieme, con un mio braccio che l’avvolge possessivamente, alla massa di studenti che abbandona l’aula.

“Ahahah, credevo che ti sarebbe venuto un infarto.” Le pizzico un fianco.

“Non sai cosa ho dovuto subire, tutti i commenti e gli sguardi su di te, non li sopporto.”

“Dai amore stai tranquillo, sai che ci sei solo tu.” Mi dice dolcemente mentre mi accarezza il viso. Le afferro la mano e le bacio il dito dove c’è la fede.

“Si, lo so. Lo so da dodici anni, i migliori anni che abbia mai potuto vivere.”

“Sai amore avevo pensato ad una cosa.” La incito a parlare con lo sguardo.

“Voglio lasciare l’università.” La guardo confuso.

“Perché mai? È sempre stato il tuo sogno fare il medico.”

“Si è vero, ma questo prima di diventare mamma. Ora voglio fare la mamma a tempo pieno. Non abbiamo problemi economici, anzi di soldi ne abbiamo forse un po’ troppi. Però i bimbi mi mancano durante la giornata, saperli senza di me, io…” Inizia ad agitarsi.

“Ssh amore, se vuoi così per me va benissimo, anzi più che bene, così nessuno ti potrà importunare.”

“Amore, c’è un’altra cosa.” È raggiante.

“Dimmi.”

“Vieni con me.” Mi afferra la mano e mi trascina per i corridoi, fino ad arrivare a quello stesso sgabuzzino dove ci lasciavamo andare alla passione, quando frequentavamo insieme e dove mi ha confidato di essere incinta. Che bei ricordi.

Entriamo come due ladri.

“Dimmi amore, mi devo preoccupare?” Lei nega con il capo, ohhh…vuoi vedere che…sorrido raggiante anche io.

“Hai capito vero?” L’abbraccio stretta al mio corpo e lei ricambia la stretta. Iniziamo a piangere dalla felicità.

“Si amore, aspettiamo un bambino. Sono troppo felice.”

“Anche io, però ieri sono andata dal ginecologo, quando sono passata a prenderti c’era Rose e ho detto perché non fare anche una visita? Volevo essere sicura prima di dirtelo.”

“È tutto apposto?” Chiedo apprensivo.

“Si…cioè…ohhh è un’altra coppia di gemelli.” Ma come diavolo è possibile? Ci escono solo gemelli?

“Non dici niente?”

“Spero che siano femminucce questa volta.”

“Ti amo Bella.”

“Anche io ti amo Ed. che ne dici? In fondo è qui che abbiamo procreato i nostri primi bambini, sarebbe carino…” Non le do tempo di continuare che è già in braccio a me e contro il muro.

Ahh la passione.

                                   

Ciao ragazze, buona domenica, sono tornata. Allora questa OS è nata così, senza un motivo preciso. Spero che vi piaccia e che mi fate sapere cosa ne pensate. Volevo dirvi che a breve posterò una nuova storia, si intitola Scuola e amore, ovviamente sarà una long fic. A presto, un bacio Mary.

   
 
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