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Autore: Nil_Yeol    08/05/2011    7 recensioni
porto il tuo palmo a contatto con la mia bocca e inizio a leccare avidamente i rivoli di sangue succhiando anche la punta fredda delle tue dita e chiudendo gli occhi per godere appieno di quel sapore inebriante. Sento un gemito strozzato provenire dalle tue labbra livide, così cesso la mia dolce tortura e poggio delicatamente il viso sulla tua spalla per sussurrarti parole di miele all’orecchio.
- Non tremare piccolo angelo, sono qui per aiutarti… - e con una mano sfioro la tua guancia pallida e fredda - …ma in cambio del mio aiuto…dovrai darmi le tue ali .-
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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HUMAN DEMON




Tokyo illuminata dalla luce del crepuscolo aveva un'atmosfera romantica e un po' malinconica; i deboli raggi del sole investivano gli alberi di ciliegio ancora spogli e si divertivano a proiettare guizzanti ombre scure sul terreno sabbioso del parco.
Yuu teneva stretta la mano del giovane angelo biondo, incurante del vento fresco che scompigliava i suoi leggeri fili d'ebano. Quando era accanto ad Uruha niente aveva importanza, figuriamoci quella sciocca brezza.
Sollevò lo sguardo per incontrare quello pensieroso dell'altro.
<< Cos'è che ti preoccupa? >>
La voce tenue e cristallina del più piccolo riscosse il ragazzo dai suoi pensieri. Gli sorrise dolcemente nel tentativo di tranquillizzarlo, ma sapeva che Yuu non era tipo da arrendersi tanto facilmente.
Fece qualche passo e raggiunse le altalene arrugginite di quel grazioso parco, poi fece cenno al moro di sedersi accanto a lui.
<< Vedi Yuu, ultimamente c'è una persona che mi procura qualche grattacapo...>>
Il viso concentrato di Yuu si fece più attento e Uruha non poté fare a meno di ridere per quell'espressione tanto buffa e graziosa.
<< Non è niente di irreparabile Yuu, però ogni tanto mi capita di pensarci, tutto qui. >>
<< Ti preoccupa quel tipo basso e con lo sguardo cattivo che gira intorno al fratellone vero? >>
Ancora una volta Yuu aveva dato prova della sua innegabile perspicacia; a volte l'angelo biondo si trovava a pensare che quel ragazzino sembrasse davvero più grande dei suoi coetanei.
<< Già...>> fu costretto ad ammetterlo.
Il moro iniziò a dondolare più velocemente muovendo con forza le gambe coperte dai jeans chiari e strappati qua e là.
<< Se devo essere sincero la tua preoccupazione mi da un po' fastidio...>> il profilo di Yuu, con le labbra che si muovevano a tempo con quelle parole, illuminato dagli ultimi raggi solari, ad Uruha sembrò bello e sensuale, di una sensualità ancora acerba ma intensa.
<<...sembra quasi che tu sia geloso del fratellone Ryo...però ho deciso che per te crescerò, mi comporterò da uomo e invece di lamentarmi ti aiuterò in tutto quello che vuoi fare, perchè la tua felicità viene prima della mia.>>
Forse fu quell'espressione decisa, la dolcezza e la sincerità di quelle splendide parole o semplicemente il fatto che fosse Yuu a pronunciarle, ma in quel momento Uruha si sentì fragile e vulnerabile come un bambino,
mentre quello che doveva essere un innocente ragazzino gli parve il più forte e seducente uomo che avesse mai incontrato nei suoi secoli di vita.
Si alzò di scatto senza pensare a cosa stesse realmente facendo e come preso da una follia irrefrenabile si parò di fronte a lui mettendosi in ginocchio tra le sue gambe.
Prese tra le mani il viso del piccolo e lo avvicinò a sé: le loro labbra erano a pochi millimetri di distanza e Yuu poteva sentire il respiro fresco dell'altro soffiargli sulle guance ormai accaldate. Poi i suoi occhi si chiusero in attesa di quel momento.
Il biondo non lo fece attendere e sporgendosi appena verso di lui, sfiorò la sua bocca con la propria. Fu un bacio casto e delicato ma capace di scaldare non solo il cuore, ma anche il corpo di entrambi.
Yuu era giovane ma la vicinanza del suo seducente biondino lo rendeva esperto e voglioso...Le sue dita intrecciarono i fili dorati dell'altro e intanto, con una leggera pressione, avvicinò ancora di più il suo viso come se volesse legarlo indissolubilmente a sé.
Uruha si allontanò di poco per riprendere fiato e con la fronte poggiata a quella di Yuu, osservò il suo viso dalle gote tinte di rosso e gli occhi lucidi per l'emozione.
<< Anch'io voglio che tu sia felice. >> la voce del biondo era tremante e flebile.
Il più piccolo sorrise radioso e con il pollice sfiorò lo zigomo alto ed elegante dell'uomo davanti a sé.
<< Se continui così non avrai problemi. >>
Le loro labbra si sfiorarono ancora una volta, poi Uruha si alzò tendendogli una mano per sollevarlo.
Il moro l'afferrò prontamente e continuò a tenerla stretta anche quando tornarono a camminare.
<< Dove stiamo andando Uru? >>
L'angelo assottigliò lo sguardo continuando a guardare dritto davanti a sé.
<< Voglio controllare una cosa Yuu, così poi potremo stare insieme e divertirci, solo io e te...>>




Ryo continuava a guardare il suo “ ormai fidanzato” mentre percorreva per l'ennesima volta i cinque metri scarsi che separavano la scrivania dall'armadio di camera sua.
Era nervoso e preoccupato, questo era evidente, ma per quante volte gli avesse chiesto cosa ci fosse che non andava, la risposta era sempre la stessa: “ niente che riguardi un bigotto religioso come te!”
Il tutto pronunciato con tono acido e stizzito e tanto di sguardo gelido in omaggio.
Aveva sbagliato a chiedergli se il matrimonio fosse tra i suoi obbiettivi per il futuro, certo lui stava scherzando ma Takanori non sembrava aver particolarmente apprezzato la battuta;
così il ragazzo con la benda sul naso si era beccato un pugno in testa e una serie infinita di offese, tra le quali l'appellativo di “ stupido bigotto attaccato a delle inutili istituzioni religiose”.
Sospirò rassegnato continuando a guardare quel fulmine rosso che non la smetteva di borbottare tra sé e sé.
Eppure più lo guardava e più si convinceva che quella battuta buttata lì per caso non era stata dettata solo dalla semplice ilarità; lui avrebbe davvero voluto sposare Takanori...
Naturalmente sapeva che il matrimonio in chiesa non era tra le ipotesi di scelta, ma l'idea di legare a sé quel demone dal viso d'angelo gli attanagliava lo stomaco e lo eccitava tremendamente.
Il ragazzo dai capelli rosso vino sembrò avvertire la sua emozione e lo guardò poggiando le mani sui fianchi.
<< Che significa quella faccia? >>
Ryo alzò un sopracciglio con fare interrogativo.
<< Quale faccia? >>
Takanori sbatté a terra il piede e storse la bocca carnosa.
<< Quella faccia da pervertito, ecco quale faccia!>>
La risata del biondo riempì la stanza e pur tentando di trattenersi, Takanori finì con il lasciarsi trascinare da quel suono tanto piacevole.
<< Vieni qui. >> Ryo tese una mano verso di lui e quando il demone la afferrò, lo tirò a sé tenendolo stretto per la vita e appoggiando la fronte sul suo ventre piatto.
<< Non faccio il pervertito, pensavo solo che trascorrere la vita con te non è per niente una cattiva idea...>>
L'espressione di Takanori si intenerì in un istante e con un dolce sorriso dipinto sul volto iniziò ad accarezzare i capelli profumati del suo ragazzo.
<< Guarda che io e te possiamo stare insieme anche senza sposarci! Non vale la pena di fare tutto quel viaggio fino in Spagna o chissà dove per uno stupido pezzo di carta! Non ho bisogno di un documento per capire che ti amo.>>
Ryo lo guardò spalancando leggermente la bocca e Takanori tornò a ridacchiare sotto i baffi.
<< E ora che ti è preso? >>
Il giovane con la benda sorrise con orgoglio e strinse la presa intorno alla vita sottile di Takanori.
<< Sono contento! Sono contento perché hai detto che mi ami...>>
Quel ragazzo tanto genuino ed ingenuo non avrebbe mai finito di stupirlo, era come un bambino pronto ad entusiasmarsi per ogni minima sciocchezza, ma proprio quella sua semplicità lo rendeva, agli occhi di Takanori, l'uomo più bello e straordinario di quella maledetta Terra.
Il ragazzo dalla chioma fiammeggiante si chinò su di lui baciandolo sulle labbra e mordendole appena.
<< Non farci l'abitudine! >>
La risata di Takanori fu interrotta dalla presa fulminea del biondo che lo trascinò con sé sul letto facendolo stendere, per poi adagiarsi comodamente su di lui.
<< Oltre ad avere la lingua biforcuta sei anche scomodo.>>
Il viso piccolo e seducente del demone fu illuminato da un sorriso carico di desiderio ed erotismo; Ryo si leccò le labbra senza rendersene nemmeno conto e subito andò a mordere la pelle calda e bianca del suo collo.
Non volendo separarsi da lui, continuò a mordicchiare e succhiare quel tratto morbido di pelle, mentre le sue mani giocavano frenetiche con il bordo dei jeans stretti.
Takanori aprì la bocca senza però lasciar sfuggire nemmeno un gemito, respirando solo con più affanno e serrando gli occhi truccati di nero.
<< Se sono scomodo alzati...>> lo disse ansimando, soffiando nell'orecchio dell'uomo che lo sovrastava.
Ryo sghignazzò e per punire quel ragazzo tanto spiritoso, pizzicò il suo fianco fin troppo magro.
<< Vedi! >> disse cercando di afferrare la pelle sottile dell'altro << Non riesco neanche a darti un pizzico decente, sei troppo spigoloso. >>
Risero ancora mentre le piccole mani di Takanori torturavano il viso di Ryo, dandogli schiaffi leggeri e tentando di farlo tacere tappandogli la bocca.
Il biondo sollevò la maglia leggera del suo ragazzo e abbassandosi un po' andò a soffiare sulla pancia candida, producendo un buffo rumore accompagnato dalla risata sguaiata di Takanori, che, con le lacrime agli occhi, scalciava con forza per disarcionare il suo assalitore.
<< Ti prego, smettila Ryo!!! Ryo sto morendo ti prego!!!! >> e le risate si facevano sempre più intense fin quando Ryo decise che la punizione era sufficiente.
Si accasciò su di lui senza però schiacciarlo e chiuse gli occhi ascoltando il suono profondo del cuore di Takanori.
<< Ultimamente lo sento più chiaramente.>>
<< Cosa? >> la voce del demone era ancora debole per il troppo ridere.
<< Il tuo cuore...è come se ora fosse più forte.>>
Gli occhi di ghiaccio di Takanori si chiusero appena mentre le labbra si distendevano in un sorriso rilassato.
<< Forse è proprio così. Forse sta davvero battendo più forte...>>
<< E perché? >>
Takanori iniziò ad accarezzare con dolcezza la chioma dorata di Ryo cercando il coraggio di pronunciare quella semplice risposta.
<< Per te.>>
Non ci fu risposta, solo l'abbraccio di Ryo che si faceva man mano più forte e quel battito intenso a testimoniare che qualcosa stava cambiando.


Come c'era da aspettarsi Ryo si addormentò dopo pochi minuti; la brutta avventura del giorno prima e la preoccupazione di perdere Takanori lo avevano indebolito parecchio, senza contare che la sua innegabile generosità lo aveva spinto a donare parte di sé al piccolo demone; era logico dunque che ora avvertisse il bisogno di riposare.
In fondo Ryo era un semplice uomo, tutte quelle emozioni erano state un carico eccessivo per lui e Takanori non si sarebbe mai perdonato se il suo giovane eroe avesse vissuto ancora un'esperienza simile.
Scivolò fuori dal letto facendo attenzione a non svegliarlo e dopo averlo coperto con cura, uscì dalla stanza senza fare rumore.
Si era fatto tardi e lui aveva ancora una faccenda importante da sbrigare, così lasciò un biglietto sul tavolo della cucina, dove scrisse a Ryo che lo avrebbe chiamato appena tornato a casa, e chiudendo la porta d'ingresso, si allontanò affondando le mani nelle tasche.
Quello che doveva fare lo preoccupava terribilmente; anche il suo ragazzo si era accorto di quanto fosse nervoso, ma di certo non poteva rivelargli che il motivo di tanta preoccupazione era proprio lui.
Takanori sapeva perfettamente cosa fare, era l'unica soluzione per soddisfare il desiderio di quel nuovo Yutaka...Ma appagare le aspettative del suo padrone comportava il dover portar via a Ryo una persona importante della sua vita.
La mano del ragazzo si serrò in un pugno ferreo e il suo passo si fece più pesante e affrettato; lui doveva compiere quel passo, altrimenti lo stesso Ryo avrebbe rischiato di rimanere coinvolto in qualcosa di tremendo.
Yutaka era stato chiaro: se Miyavi non fosse sopravvissuto, lui avrebbe perso Ryo.
Il tempo ormai stringeva, Takanori avvertiva chiaramente la vita di Miyavi affievolirsi inesorabilmente, scorreva via come sabbia in una clessidra.
Afferrò le chiavi di casa ed entrò senza salutare la signora Uke, che riposava sul divano in salotto. Salì le scale a due a due e bussò forte alla porta della camera di Yutaka.
<< Entra.>> la voce del suo giovane padrone era fredda ed impostata, priva di quella graziosa nota acuta che ogni tanto accompagnava le parole frettolose e insicure del ragazzo.
Abbassò la maniglia cercando di far meno rumore possibile e quando entrò lo spettacolo che si trovò di fronte lo lasciò senza parole.
Yutaka era placidamente steso sul letto, le gambe lunghe e snelle, avvolte dagli insoliti pantaloni in pelle,erano accavallate l'una sull'altra, mentre gli stivali dal tacco non troppo alto affondavano sul morbido piumone blu notte.
Le dita dalle unghie laccate di nero tamburellavano sul petto glabro, che si intravedeva dalla camicia in raso scuro, aperta per i primi tre bottoni; le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso perverso e i suoi occhi, non più di quel dolce color cioccolato ma di un cupo nero pece, immobilizzarono la figura di Takanori, guardandolo come a volerlo consumare lentamente.
L'uomo che aveva davanti non era il ragazzo che lo aveva invocato quella sera di tempesta; non era rimasto nulla di quel giovane dallo sguardo gentile, i modi affabili e il temperamento mite.
Takanori sapeva che non avrebbe più visto quel viso magro e grazioso tingersi di rosso per la timidezza o l'imbarazzo, non avrebbe più incrociato il suo sguardo premuroso né avrebbe udito i suoi finti rimproveri quando attaccava briga con qualche idiota.
Quello Yutaka non c'era più e non sarebbe più tornato; al suo posto era giunto quello sconosciuto dal fare strafottente e spavaldo, l'incedere sicuro e sensuale e il viso inespressivo.
Takanori avvertì un senso di vuoto all'altezza dello stomaco e strinse tra le dita la manica della maglia, nel vano tentativo di darsi forza: il primo Yutaka, quello originale, il suo Yutaka gli mancava e non riusciva ad immaginare di trascorrere le sue giornate con quell'individuo che nel frattempo aveva preso ad accarezzare lentamente la cintura in cuoio che stringeva la sua vita stretta.
<< Che fai lì impalato? Avvicinati e dammi buone notizie! >>
Ubbidì, e senza fiatare si collocò a poco più di un metro da lui.
<< Ho trovato una soluzione.>> ora anche la voce del demone era fredda e controllata.
Yutaka si mise a sedere con tutta calma e continuando a guardarlo dritto negli occhi, assunse un'espressione attenta.
Takanori inumidì le labbra con la lingua e continuò.
<< Prima di qualunque lamentela ci tengo a dirti che è la nostra unica possibilità, quindi ascoltami bene e valuta se ne vale davvero la pena.>>
Le labbra dell'altro si arricciarono leggermente, ma questa volta non accennò nemmeno una risposta.
<< Bene, purtroppo, da quanto ho potuto constatare, il fisico di Miyavi è eccessivamente debilitato, non posso curare un corpo che è ormai consumato in modo irrimediabile...>>
Yutaka sembrò non apprezzare il commento ma non gli fu concesso di controbattere, infatti Takanori riprese subito il discorso.
<<...c'è comunque un modo, che di solito evito di prendere in considerazione, ma viste le circostanze non possiamo farne a meno. Per mantenere il tuo ragazzo su questa terra è necessario uno scambio.>>
Lo sguardo di Yutaka si fece interrogativo.
<< Cosa intendi con “scambio”? >>
Takanori si sedette sul bordo della scrivania incrociando le braccia al petto.
<< Sto semplicemente dicendo che se il corpo di Miyavi non è più utilizzabile, basterà prenderne un altro, uno giovane possibilmente, cosicché sarà più facile cancellarne la volontà e l'esistenza stessa.>>
A quelle parole Yutaka abbassò la testa tanto che il ragazzo dai capelli rossi non riuscì più a scorgere il suo viso dietro la frangia sempre troppo lunga.
<< Mi stai dicendo...>> la sua voce lo colse di sorpresa <<...che Miyavi non sarà più se stesso? In pratica sarà tutta un'altra persona? >>
In quel momento, quel tono mesto e strozzato sembrò appartenere allo Yutaka dolce che conosceva, come se il pensiero del suo compagno dai capelli sgargianti e variopinti fosse l'unica cosa in grado di riportarlo indietro.
Takanori si sedette accanto a lui poggiando i gomiti sulle gambe.
<< È esattamente quello che volevo dire; ricomincerà d'accapo, creerò una nuova vita per lui, un nuovo passato e un nuovo futuro.>>
<< ...e in entrambi i casi io non sarò presente. Non farò più parte del suo passato né tantomeno della sua vita futura, giusto? >>
Si, quello che stava parlando in quell'istante esatto era il suo Yutaka, quello fragile e innamorato.
Takanori chiuse gli occhi respirando profondamente.
<< Tu non ci saresti stato in ogni caso. Anche se avessi potuto guarire Miyavi, tu saresti venuto via con me subito dopo come prestabilito, quindi è un bene che lui dimentichi e riparta da zero, non sentirà la tua mancanza...non soffrirà, capisci?>>
Una mano di Yutaka scostò qualche ciocca di capelli, poi il suo sguardo tornò ad osservare il ragazzo accanto a sé.
<< A chi pensavi? Chi è la persona adatta allo scambio? >>
Il tono del brunetto era tornato deciso.
<< Ho pensato a qualcuno che rispecchi almeno in parte la fisionomia di Miyavi e che soprattutto non abbia una vera e propria famiglia...inoltre il tempo stringe dunque è preferibile agire in fretta senza perdere tempo in inutili ricerche...>>
<< Non perdere tempo in giri di parole allora! Chi è? >>
Gli occhi cerulei di Takanori si abbassarono istintivamente e le sue labbra si schiusero appena in un sussurro.
<< Yuu.>>
I passi di Yutaka erano svelti e decisi, lo sguardo fermo e il viso scolpito nel marmo: non c'era esitazione in lui... non c'era pietà.
Raggiunse l'abitazione in breve tempo e senza indugiare afferrò la chiave che, come lo stesso Ryo gli aveva rivelato qualche mese fa, era nascosta sotto il vaso accanto alla porta.
Entrò silenziosamente e la fortuna volle fargli incontrare subito l'oggetto dei suoi desideri.
<< Yuta-chan, che ci fai qui? >> la voce di Yuu era sorpresa ed entusiasta allo stesso tempo.
Yutaka assunse il sorriso più sincero e dolce possibile, nonostante il suo viso non fosse più abituato a tali espressioni e dimostrazioni emotive.
<< Ero in cerca di compagnia...>> e quel sorriso freddo non abbandonava ancora il volto delicato del giovane.
Yuu si avvicinò a lui abbracciandolo. Era davvero affezionato a Yutaka; era l'unico, fatta eccezione per Ryo, di cui si fidava ciecamente. Come non avrebbe potuto;
Yutaka era rimasto vicino a lui e a suo fratello nei momenti più difficili, lo aveva aiutato quando, dopo l'incidente che gli aveva portato via entrambi i genitori, si era chiuso in se stesso, rifiutando l'aiuto di insegnanti, compagni di classe o assistenti sociali.
A quel tempo si era chiuso in se stesso, le pareti del suo cuore erano nere e spesse, non avrebbe permesso più a nessuno di penetrare al suo interno,o almeno così credeva...



…............



<< Come sta? >>
Ryo incrociò le braccia al petto abbandonandosi contro la parete fredda e ruvida; gli occhi spenti e cupi del ragazzino di fronte a sé lo privavano di ogni forza.
<< Come vuoi che stia? Ha appena perso tutta la sua famiglia Yutaka, non ha più nessuno...>>
Yutaka prese una mano del biondo e la strinse nella sua. Lo guardò con quel sorriso dolce e delicato che tanto si addiceva al suo viso efebico e quel semplice sguardo bastò a tranquillizzarlo:
Yutaka aveva sempre avuto l'innata capacità di rassicurare gli altri, come se assorbisse dentro di sé ogni preoccupazione e ansia.
<< Non ti preoccupare Ryo, vedrai che riusciremo a riportarlo tra noi.>>
Non gli diede neanche il tempo di rispondere e si diresse verso il piccolo dai capelli corvini; si sedette accanto a lui senza proferir parola, semplicemente gli rimase accanto, capendo che in quel momento non era delle parole che aveva bisogno, ma solo della presenza di qualcuno, del calore umano che i suoi genitori non avrebbero più potuto donargli.
Così rimase lì finchè Yuu non venne a riscuotere ciò che desiderava: affetto.
Si gettò tra le braccia di Yutaka stringendosi ai suoi fianchi sottili, tenendolo vicino a sé, stringendolo come se temesse di vederlo volare via da un momento all'altro.
La mano di Yutaka andò ad accarezzare i capelli lisci e neri, si piegò su di lui per riscaldarlo, per fargli avvertire maggiormente la sua presenza e nel frattempo sussurrava parole di conforto al suo orecchio.
Restarono così per molto tempo, poi, quando finalmente Yuu smise di piangere, si alzarono insieme tenendosi per mano e si avvicinarono a Ryo che li aveva osservati in silenzio per tutto il tempo.
<< Yuu può venire a stare da te vero Ryo?>>
Il biondo sorrise radioso in direzione del piccolo e gli tese la mano tutta tremante.
<< Certo! Non c'è problema.>>
Le dita fredde e sottili di Yuu si strinsero attorno alle sue ma neanche allora si decisero a lasciare la presa su Yutaka.
<< Yuu-chan vuoi che Yutaka stia con te questa sera?>>
Il cenno d'assenso del giovane fece sciogliere il cuore di Yutaka, che si riportò immediatamente al suo fianco.
<< Vorrà dire che per questa volta io e Yuu dormiremo insieme.>>
E così quella notte e molte delle seguenti le trascorso insieme, accoccolati nel grande letto a casa di Ryo: stringersi al corpo, se pur esile e asciutto, di Yutaka lo faceva sentire a casa, come se fosse ancora accanto a sua madre, perchè Yutaka era questo per lui: una madre, un padre...la sua famiglia.



…................




<< Dove stiamo andando Yuta-chan?>>
La voce di Yuu era così allegra...non poteva neanche immaginare che di lì a poco sarebbe stato tradito da una delle persone che più amava al mondo.
<< A trovare un amico Yuu-chan, un amico che ha bisogno del tuo aiuto.>>
La fronte di Yuu si corrugò in un'espressione interrogativa.
<< Il mio aiuto? E che dovrei fare scusa?>>
<< Basta che tu sia te stesso Yuu, niente di più.>>
E di nuovo quel sorriso falso e gelido andò a deturpare la purezza del suo volto.
Yuu scrollò le spalle rassegnato e strinse più forte la sua mano.
<< Secondo me Uruha potrebbe aiutare il tuo amico molto più di me, l'altro giorno mi sono tagliato un dito e a lui è bastato poggiare le labbra sulla ferita per rimarginarla, ci credi??>>
Dalle labbra di Yutaka nacque spontanea una risata beffarda e continuando a guardare di fronte a sé si morse il labbro per contenersi.
<< È davvero un tipo speciale questo Uruha...sono sicuro che anche lui ci sarà molto utile..>>
“ Takanori si occuperà di quel fastidioso angelo in men che non si dica...”
E mentre sorrideva a quel pensiero, giunsero di fronte all'imponente edificio dell'ospedale.


Uruha entrò silenziosamente nella stanza poco illuminata del ragazzo e in quell'esatto istante avvertì una stretta lancinante all'altezza del petto che lo costrinse ad inginocchiarsi a terra con il fiato mozzato in gola. L'aria in quel luogo era opprimente, lo soffocava togliendogli ogni energia.
Il ragazzo dai capelli variopinti si avvicinò a lui piegandosi per guardarlo in viso.
<< Va tutto bene? Che ti è preso?>>
Gli occhi erano grandi e illuminati da una luce viva, eccessivamente sfavillante, quasi...distorta...
<< Chi sei?>> la voce dell'angelo biondo era debole e affaticata.
L'altro gli sorrise accarezzando il suo viso di porcellana, ormai madido di sudore.
<< Sono l'angelo abbandonato dal tuo Dio.>>
Le braci roventi dei suoi occhi furono le ultime cose che Uruha riuscì a vedere, poi la lama gelida affondò nel suo ventre e le sue iridi si annebbiarono.



Chiedo solo perdono per il ritardo abnorme...è solo un brutto periodo, ma non mi dimentico di voi e spero che voi non vi dimentichiate di me :)
Ho già risposto alle vostre splendide recensioni individualmente quindi ora non mi resta che rinnovare i ringraziamenti e dirvi che siamo quasi alla fine...
Un bacio a tutte!!!
  
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