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Autore: The Lady Vanished    09/05/2011    3 recensioni
Dan esita all'ingresso, tanto lo sapeva che il suo sarebbe stato un tentativo a vuoto. "Fa' nulla...l'aspetto" Blair è molto seccata della cosa - Dan Humphrey almeno due ore seduto sul divano del suo salotto? - ma poi è mossa a compassione. "Vado a prenderti qualcosa da leggere".
La mia prima ff, sono curiosa di ricevere le vostre impressioni.
E' ambientata in un ipotetico inizio della quarta stagione, al ritorno di Blair e Serena da Parigi, e racconta l'evoluzione del rapporto Dan & Blair.
Buona lettura!
xoxo
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Dan Humphrey
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quarta stagione
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Cenano sul bancone della cucina, uno accanto all’altra, accompagnando il tutto con del vino rosso perché “se devo cenare con te, Humphrey,  preferisco non farlo da sobria”. Durante la cena, il loro scambio di opinioni continua: parlano di Mandela, dell’apartheid, dei corsi che stanno seguendo, dei film che vorrebbero vedere. Blair sente che sta vivendo qualcosa di surreale: vedere un documentario seduta sul divano con Dan Humhrey, cenare e conversare con lui, il tutto nel suo loft a Brooklyn. Forse è solo inebetita dai troppi bicchieri di rosso, ma tutto ciò le dispiace meno di quanto avrebbe potuto immaginare. Il discorso cade poi sulle loro vite: Dan e Serena prima, Chuck e Blair poi.
“E tu, Blair, come stai?” chiede preoccupato lui, anche se non le dirà mai di averla vista piangere appena la settimana scorsa. Blair vorrebbe mentire, ma, sarà il vino o sarà lo spirito di sopravvivenza, sente che non ce la fa più e, con gli occhi bassi, si decide a vuotare il sacco:
“Onestamente? Non so più chi sono, dove sto andando. Quando ho incontrato Chuck, a Parigi, ho capito che, se volevo sistemare i cocci della mia vita, dovevo ripartire da me, senza di lui. Dovevo capire chi ero diventata, cosa volevo e se ero in grado di mettere una pietra sopra a tutto ciò che è successo. E ci sto provando, un po’ alla volta. Ed è così difficile, un giorno mi dico che sto bene, ma mi basta vederlo in giro con quella sciacquetta, per stare ancora male e chiedermi perché perché perchè non sono arrivata all’Empire prima delle sette. Lo vedo felice e realizzato, perché giorno dopo giorno sta diventando l’uomo di affari che ha sempre voluto essere. E io, invece, mi sento sempre ferma allo stesso punto, qui, a chiedermi chi sono e che posto voglio occupare nel mondo. Mi tengo impegnata, è vero, ma in nulla riesco a mettere tutta l’anima. Credevo che alla Columbia le cose sarebbero state più semplici, ma ciò che ho ricavato andando lì è stato solo un nuovo gruppetto di tirapiedi, come quello che avevo alla Costance. Con la differenza che, se lì eccellevo, qui invece galleggio. Mi illudevo di essere la più in gamba, in realtà sono solo una tra le tante. Sai, quando mi confrontavo con Serena, tra me e me pensavo Ok lei sarà la più bella, ma quando saremo adulte, mentre lei sarà solo la bellissima moglie di un uomo ricco, io sarò qualcuno, salirò in alto, solo con le mie forze, come mia madre. Ora rido di questi miei pensieri. Da quando è finita con Chuck ho perso la bussola e non riesco a ritrovare la strada: dove pretendo di arrivare? Tutto ciò mi fa sentire patetica. E mi sento ancora più patetica pensando che sto raccontando tutto ciò a Dan Humhrey.” E butta giù gli ultimi sorsi di vino tutto d’un fiato, quasi fosse una medicina per il dolore e per la vergogna di quella singolare confessione, che ha colto Dan impreparato. Sospira: vuole riordinare le idee prima di risponderle, perchè Blair è già angosciata, non merita un'accozzaglia di frasi fatte, giusto per tirarle su il morale. Non è stupida. Dopo un attimo di esitazione, Dan comincia a parlare:
“Sai, Blair, a volte può capitare di non sapere cosa vogliamo, dove stiamo andando, chi desideriamo diventare. Ma non devi per questo dimenticare chi sei. E tu sei Blair Waldorf. La ragazza che da sola riusciva a comandare una scuola intera, passare da una festa all'altra e meritare di essere ammessa a Yale, anche se poi non andata così. Sei la ragazza che è riuscita a incastrare Georgina Sparks e a far scappare Jenny. Sei la ragazza che è stata capace di essere la migliore amica di Serena, nel bene o nel male. Che ha fatto dire a Chuck Bass Ti amo. Devi ricordartelo ogni giorno. E anche se ora non sai quale sia la tua strada, l'importante è che non ti arrenda e che continui  a cercarla. Quanto a Chuck, scusa, ma sai cosa penso di lui: secondo me meriti di meglio, qualcuno che ti renda felice. Tuttavia, se davvero siete fatti per stare insieme, lui tornerà e tu troverai la forza di perdonarlo. Ma prima di tutto, devi lavorare su te stessa, capire cosa vuoi. E non far dimenticare al mondo che tu sei Blair Waldorf.”
“Grazie Humphrey.” mormora, guardandolo negli occhi e sorridendo. “E, se posso ricambiare con un consiglio, eviterei di mettere quel cardigan.”
“Con questa camicia, intendi?”
“No. Eviterei di mettere quel cardigan, punto.” Dan scuote la testa, ridendo. Quando ride, gli si formano due fossette ai lati delle labbra e Blair non può fare a meno di notarlo.
“Hai mai visto Invictus?”
“Che c'entra quel film adesso? D'accordo che non so cosa voglio per il mio futuro, ma non credo proprio che riuscirai a farmi diventare un'attivista.”
“Non l'ho mai pensato. Già mi chiedo come sia possibile che tu abbia accettato di cenare con me, a Brooklyn, sta sera...non è che forse hai una gemella buona? Ad ogni modo, questa conversazione me la fatto venire in mente. Non storcere il naso e non alzare gli occhi al cielo. – la ammonisce subito – Certo, si tratta di un film commerciale e quel che vuoi, ma secondo me merita. L'ho trovato bello.”
“Non so quanto fidarmi del bello di Dan Humphrey, considerando con chi stavi fino a poco tempo fa.”
“Io ti ribadisco il mio consiglio. Guardalo. Poi fammi sapere che ne pensi. Dieci dollari che ti piacerà.”
“Mhhh. Comunque sia, Humhrey, si è fatto tardi. Forse è meglio che vada.” dice, alzandosi in piedi.
“Già, ti conviene sbrigarti, prima che questo loft si ritrasformi in una zucca e io in un topolino.”
Blair ride. Si era impegnata ad odiarlo a tal punto, da non rendersi conto di quanto potesse essere stimolante e divertente la sua conversazione. Per essere Dan Humhrey, beninteso.
“Ti chiamo un taxi.”
“Ecco...fatto” aggiunge, dopo essersi assentato qualche secondo per telefonare.
“Grazie. E grazie per la cena e beh…per tutto” sussurra, imbarazzata.
“Grazie a te per la compagnia. E ricordati dei dieci dollari.” la provoca lui, mentre la guarda infilarsi quel cappotto del colore delle sue labbra.
“Certo, verrò presto a riscuotere! Arrivederci Humphrey!”
“Ciao Blair.”
La porta del loft si chiude. Mentre sposta piatti e bicchieri dal bancone della cucina per lavarli, Ragazzo Solitario non può fare a meno di ripensare a quella singolare serata.
 
Blair nel frattempo rientra a casa. Si prepara per andare a dormire, ma non ha sonno. Così si infila nel suo piumone rosa antico, sistemandosi il notebook sulle ginocchia. Apre il browser e dopo il passaggio di rito su Gossip Girl, si ritrova a digitare le parole Invictus Streaming nel motore di ricerca, in fondo Humphrey l'ha incuriosita. Mal che vada ci guadagnerà dieci dollari. Inaspettatamente, il film non si rivela poi tanto male, la storia è coinvolgente, anche se un po' troppo volemose bene, per i suoi gusti, e Matt Damon è grosso come un vitello. Ma quando il capitano François Pienaar visita la minuscola cella in cui Mandela aveva scontato i suoi 27 anni di carcere, con la voce di Freeman  in sottofondo che recita la poesia di Henley, sente le lacrime pungerle gli occhi e comprende perchè Dan aveva consigliato questo film proprio a lei.

Non importa quanto angusta sia la porta,
quanto impietosa la sentenza.
Sono il padrone del mio destino;
il capitano della mia anima.
 
 
E, asciugandosi gli occhi, Blair realizza che è ufficialmente in debito con Dan Humphrey di dieci dollari.
 
NOTA DELL’AUTRICE:
Invictus è una poesia scritta dal poeta inglese William Ernest Henley (1849-1903). Il titolo proviene dal latino e significa "invitto", ossia "mai sconfitto".Fu composta nel 1875 e pubblicata per la prima volta nel 1888 nel suo Book of Verses ("Libro di Versi"). La poesia è citata nel film del 2009 Invictus - L'invincibile di Clint Eastwood, a cui dà il titolo. Viene infatti usata da Nelson Mandela prima per alleviare gli anni della sua prigionia durante l'apartheid e poi per incoraggiare il capitano della squadra sudafricana di rugby François Pienaar.
Scusate la lentezza con cui sto pubblicando, ma, purtroppo, concluse le vacanze di Pasqua, sono ripresi i miei vari impegni, universitari e non! Spero apprezziate questo nuovo capitolo, aspetto di raccogliere le vostre opinioni!
A presto! =)
  
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