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Autore: LadyMerendina    10/05/2011    3 recensioni
Parte THREE!!!! ^^ Spero sia di vostro gradimento :)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Blair, io  non capisco!" )

La  giovane aveva appena chiuso  l'ultima delle sue valigie, mentre  ripensava con un sorriso  sul volto a ciò che stava facendo:  La prima cosa  giusta e sensata da qualche mesi  a quella parte. subito dopo essere  uscita  dallo Studio di Louis,  due sere prima, aveva chiamato suo padre e  gli aveva chiesto di venirla a prendere  all'Aeroporto di Manhattan.  Era lì  che stava tornando: a casa sua. Là dove  era nata, cresciuta,  e dove aveva tutto  ciò che le era necessario:  la sua Famiglia,  la sua casa, i  suoi Amici. Chuck.  Sì,  era principalmente da  lui che stava tornando in fretta  e furia. Sospirò, mentre  le parole di Louis le  arrivavano alle orecchie  come una specie di ronzio.  E si voltò  verso di lui.

"Louis.  É molto  semplice.  Io NON TI AMO."

Nel dire quelle parole,  sputandole fuori senza  alcuna sensibilità, Poté  vedere chiaramente quanto  il  ragazzo era rimasto  ferito da quelle parole, ed ebbe  un piccolo balzo al cuore:  in fondo, avevano  condiviso molte cose  in quei mesi, non poteva  lasciarlo così con quelle  parole tanto crudeli quanto spietate.  Sorrise,  e prese  le mani del ragazzo  tra le sue.

"Blair"

"No. Ascoltami.  Io  ti sono molto affezionata, Louis. Sei  una splendida persona,  e un ragazzo favoloso! Molte ragazze  aspirano ad avere il tuo  cuore, questo  tu lo sai. E sono immensamente onorata  che tu abbia scelto me, ma... Semplicemente  io non posso... starti accanto.  Non posso, mi dispiace. Ci sono  schiere di ragazze molto migliori di me,  e più adatte  a te di quanto potrò mai esserlo io. Questi  mesi sono stati a dir poco fantastici, credimi!  E sono stata benissimo, con te. Ma"

"Non  è a me che appartiene il tuo cuore.", disse lui semplicemente.

Lei  scosse la testa,

" Perdonami, Louis."

"E'  per questo che... non  ti sei mai  concessa a me.", sospirò,  "Avrei dovuto  capirlo, sin dall' inizio. Tu  appartieni a Lui.  Vi appartenete. A vicenda. vous étes destinés.  Lascia che  ti aiuti con le valigie, ma chérie. Non ti accompagnerò che fino  alla Hall."

Blair  sorrise, e annuì ringraziandolo  con lo sguardo e, mentre  il giovane usciva  con due delle sue valigie, si voltò  ammirando per  l'ultima volta quella stanza in  cui aveva passato le notti degli ultimi mesi, in tutto  il tempo del suo soggiorno a Parigi. L'Albergo  era di  Louis,ma  quella stanza era sempre stata  soltanto sua. Louis  ci aveva dormito, alle volte,  questo sì.  Ma non era successo niente di più. Nemmeno una volta.

 Quando arrivò il Taxi, Blair  lo salutò  con un caloroso abbraccio e un bacio  a stampo pieno di Dolcezza, asciugando  poi le sue lacrime.  Stava piangendo.  Perché lui  l'amava davvero, mentre  lei era stata solo capace  di fingere, tutto quel tempo.  Fingere  di poter amare qualcun'altro,  di poter essere di un'altro,  mentre l'unica verità  era che  non poteva essere diversamente  da com'era:  apparteneva a una sola, unica  persona. E quella persona non era Louis.

Chuck.  Lo voleva vedere,   voleva gettarsi tra  le sue braccia e, perché  no, anche implorare il suo  perdono. Persino in ginocchio.  Sarebbe stata pronta  a prostrarsi ai suoi piedi:  lei, Blair  Waldorf, si sarebbe messa  alla completa mercé  di Chuck Bass.  Dell'uomo  che amava,  che non aveva  mai smesso un solo singolo  attimo di amare, di volere al suo  fianco, di desiderare ardentemente. Niente aveva senso per lei  senza di lui.

Chuck  era la sua Vita.  Chuck  era la sua Anima. Il  suo Cuore. Questo  gli avrebbe detto,  tra le tante  altre cose,  che implicavano  innanzitutto  le sue più  sincere e umilissime scuse.

Era  strano come solo pochi mesi  fa, era in volo verso Parigi  cercando di non  pensare a quel ragazzo  tanto insolente  quanto premuroso, e adesso si trovava  sul Volo di ritorno, e  non voleva che uscisse più dalla sua mente:  lo voleva lì,  sempre lì  con lei, nel  suo più minuscolo  ed insignificante Pensiero,  nei suoi gesti,  nel suo comportamento,  in tutto ciò  che era e faceva, voleva lui e solo  lui. Chuck. Chuck.  E ancora Chuck. E  se la gente avesse pensato  che a 21 anni non  si può davvero desiderare una sola  persona, beh  lei  avrebbe smentito tutti.  Non le  importava  di fare carriera,  di diventare qualcuno,  senza il  suo Chuck.

"Tesoro!"

"Papà!!",  la giovane corse  verso suo  padre e lo strinse "Ciao  papà!  Mi sei  mancato tantissimo!!"

"Anche  tu, piccola mia."

Blair  fece portare  i suoi bagagli al taxi  da un fattorino,  mentre a braccetto del  suo papà si avviava  con lui  verso l'esterno,  raccontandogli gli ultimi  sviluppi, i  suoi Pensieri  e i suoi Sentimenti rinnovati, anzi  mai finiti, per Chuck.  E lui sorrideva,  e annuiva:  perché  la conosceva,   e sapeva PERFETTAMENTE  che é  da quel ragazzo  tanto arrogante  quanto generoso  che sarebbe tornata. Lo aveva capito dal primo istante  in cui li aveva  visti assieme, bambini,.  Che erano  destinati.

"All'Empire", disse l'uomo  all'autista.

E  mentre il TAXI  percorreva le rumorose e caotiche  strade di Manhattan, il  cuore di Blair  si librava in aria leggerissimo,  palpitante, al pensiero  che di lì a poco  avrebbe rivisto il suo  Amore. L'unico Amore della  sua Vita. E  il padre la  guardava sorridendo felice. Sua figlia  aveva trovato  il suo posto, e  non poteva esserne più  commosso e orgoglioso:  aveva lottato  coi denti  e con le unghie  per arrivare fin lì, e sapeva  che ce  l'avrebbe fatta.

Di nuovo.

 Non appena  l'autista si fermò  davanti all'Hotel  di proprietà  di Chuck, la ragazza  ridendo felice scese  di tutta fretta, stavolta  indossando un  paio di ballerine  che le permettessero di correre molto più velocemente.  Sapeva che  lo avrebbe trovato da  solo nella sua stanza: sull'Aereo  aveva scoperto facilmente  i suoi impegni,  e sapeva che Rhaina  non sarebbe tornata dal suo  convegno prima di quella sera e  che non sarebbe  stato, quindi ,molto  difficile trovare Chuck senza  di lei.

 

Chuck  era difatti dentro  la sua stanza, da solo, davanti  al computer dove stava  avendo una intensa  conversazione  d'affari assieme a  un paio di impresari  stranieri, e parlava  con loro fitto fitto, stabilendo i  termini di un  contratto  tra loro, lui,  e il padre  di Rhaina,  il Signor Thorpe: in  quegli ultimi  giorni, le  distanze con Rhaina  non si erano affatto accorciate,  anzi sembravano nettamente aumentate. E tutto questo  perché lui non  riusciva a smettere  di pensare a Blair.

 Sentiva che  c'era qualcosa che non andava,  in quei giorni,  come una sensazione stranissima  e buffa alla bocca dello stomaco,  come se da un momento  all'altro lei potesse comparire nella sua stanza, aprendo  la porta e dicendogli  "sono tornata",  parole seguite  da innumerevoli scuse  che, con  tutta probabilità, lui avrebbe accettato.

Stava  giusto mettendo i punti  su quel contratto, quando  la porta  della sua stanza  si aprì DAVVERO: inizialmente  non vide nessuno,  non sentì nessuno. Poi  udì dei passi leggeri,  con andamento elegante  ma dolce,  e la  prima cosa che vide,  furono un paio  di ballerine  della più costosa  Marca Francese,  gialle girasole, e  un paio  di gambe stupende, lineari  e perfette,  che non poteva non  riconoscere. Tante volte  le aveva viste,  le aveva  carezzate con  dolcezza  e passionalità...

E per  poco non cadde dalla sedia  quando la vide entrare,  mentre  il suo cuore faceva  un enorme salto  fuori dal petto.  Era lei.  Era lì. Nella sua  stanza.  Avanzò  di altri due passi,  e poi si fermò  proprio di fronte  a lui,  che lentamente si alzò.

"Chuck."

"Blair..."

Quando  l' uno pronunciò  il nome dell'altro, entrambi  avvertirono la  scossa che attraversò  il loro corpo,  che fece tremare loro le gambe  e il cuore, portando i loro piedi a camminare e avanzare  l'uno verso l'altro ,come  due calamite dai poli opposti  che inevitabilmente  si attraggono.

"Ciao...", sussurrò lei

Chuck sentì  il proprio cuore battere. Battere DAVVERO. Per la  prima volta dopo tanti  mesi, il  suo cuore aveva  ripreso finalmente a battere!  Per tanto tempo  aveva aspettato quel momento, e adesso  che lei era  lì davanti  a lui, c'era  una sola cosa che gli veniva in mente:  avanzò  ancora di più  verso di lei, in due passi  fu a mezzo millimetro  da lei, e  la strinse  fra le sue braccia scoppiando a piangere come un bambino .

 Blair,  che aveva formulato  lo stesso suo identico pensiero,  lo strinse immediatamente, piangendo  anche lei con lui,  come se fosse  tornata bimba. E  la sensazione che provò  quando  sentì le sue braccia stringerla  di nuovo, non fu  neanche lontanamente paragonabile  a quella  che aveva immaginato  durante il viaggio  di ritorno:  era la sua Isola.  LUI era  il suo posto,  dove si  sentiva protetta, al sicuro, che nessuno e nulla  poteva scalfirla o farle del male.

" Perdonami, Chuck.  Io"

"Sht.  Restiamo  in silenzio ancora  un po'.",la  interruppe lui.

I due restarono  così in silenzio per  un quarto d'ora  buono, Chuck  la  cullava tra  le braccia con immensa dolcezza,  baciandole  teneramente quei morbidissimi boccoli  corvini, e lei sorrideva  e piangeva insieme, felicissima.

Fu  Chuck  a spezzare il silenzio:

" Cosa fai qui?"

"Ho  lasciato Louis.", rispose  lei guardandolo, "Chuck.  Non  ho fatto che pensare a te, tutto quanto il tempo  che ho passato  assieme a Louis.  Ti ritrovavo  in ogni  mio gesto,  nel mio cuore,  sempre  e dovunque. Mi manchi..."

Chuck  la guardò  e prese un respiro  profond  per poi staccarsi  da lei e mettere le mani nelle tasche dei pantaloni  eleganti che  aveva indosso,  e la guardò  assumendo un'espressione  dura e una posa  delle sue, stracolma  di presunzione.

" Mi dispiace,  Blair.  Ma io  adesso sto  insieme a Rhaina. E sono feli "

"Bugiardo!", urlò  lei, " Lo so PERFETTAMENTE che non potresti mai essere felice  con lei.  L'ho visto nelle foto  in Rete, Chuck:  avevi lo sguardo  triste,te l'ho letto negli occhi,e posso farlo anche ora.", disse avvicinandosi, "Tu senti la mia mancanza, Chuck. Ammettilo.  Magari  non mi hai perdonata  per averti lasciato,né  d'altronde io ho perdonato me stessa  per essermene andata e aver gettato via  tutto quanto così stupidamente... Ma ti manco!"

Fu  lì che la  proverbiale sicurezza  di Chuck Bass vacillò:  dopo mesi, Blair  Waldorf riusciva ancora  con così tanta  facilità  a scalfire  la sua corazza,  costruita  con tanta fatica  e tanto duramente. E a vederlo nel profondo.  Dove nessuno  era mai riuscito  anche solo ad avvicinarsi, figurarsi  a raggiungerlo!

Nessuno. Nessuna.  Tranne LEI .

"Chuck, sono"

Sia Blair  che Chuck  si voltarono verso la porta  della stanza dove, adesso, c'era Rhaina  che guardava la scena perplessa.  E si avvicinò.

" Sei tornata  prima.", disse Chuck.

"Già... Che ci fa qui?", chiese  accennando all'altra,  "Non  dovresti essere a  Parigi dal tuo amato Louis?  Dal tuo  Principe Azzurro ?"

Lei scosse la testa.

"Non  é il mio Principe.  E io non sono sua.", guardò  Chuck,  " Io appartengo a te, Chuck Bass. Non  sono mai stata  di nessun'altro, mai.  Sono stata una sciocca, una... Vera idiota, ma... Io  ti amo, Chuck. Tu e  io siamo destina"

" Forse.",  la interruppe lui,  "O forse no."

Quando vide il suo sguardo,  così freddo, così duro, il cuore di Blair  si spezzò in maniera  definitiva,  fino al più piccolo pezzettino... fino a che  non rimase  che polvere. Si sentì come svuotata, senza significato, la  stanza iniziò persino a  rimpicciolirsi,  le pareti  si stringevano addosso a lei  come in uno  di quei film dell'Enigmista; lo  guardò ancora,  per poi abbassare lo sguardo  mentre calde lacrime sostituivano  quelle appena versate. La gioia  che fu sostituita  dal Dolore .

 Quando vide le  piccole e preziose gocce  sul tappeto,  capì che  stava piangendo,  e capì anche cosa  aveva appena fatto: il  suo cuore iniziò  a stringersi  sempre più, mentre il  suo sguardo si addolciva, ma  lei non poteva  vederlo. Avanzò  di due passi  verso di lei,  ma come  lei vide i  suoi piedi avvicinarsi, si allontanò. Indietreggiò  senza alzare lo sguardo. Guardò  Rhaina,  che nel vederla  così fragile e con  lo sguardo vuoto,  vacillò.

"B..Blair, stai"

Blair  fu tentata  di fuggire, di andarsene... e seguì quella  tentazione:  non le importava  che cosa mai potessero pensare  di lei, non  le importava  più di niente. Adesso  che Chuck  non la voleva più  che, forse non la amava   più, voleva  solamente correre lontano , andarsene  da tutti da tutto,  senza nessuno dietro. E  corse via, fuori  da quella stanza.

 "BLAIR!"

Chuck non  ci pensò due volte:  le sue  gambe si mossero  da sole. Cominciarono a correre  dietro  di lei,seguendo i passi  di Blair  come se essi lasciassero  una scia da seguire.

"Blair, tesoro.  Che"

Blair  aprì la portiera  del TAXI e salì, mentre  suo padre abbassava  il Giornale e  la guardava preoccupato. 

"Parta.",  disse lei all'autista

"Blair, cosa"

"LE HO  DETTO DI PARTIRE!! METTA  IL PIEDE  SOPRA QUEL CA*** DI ACCELERATORE,  E  PARTA!! "

L'autista,  troppo spaventato  dal  suo tono e  dalla possibilità di perdere il Lavoro per  un reclamo, spinse  il piede  sull'acceleratore  senza pensarci due volte, uscendo dal Parcheggio proprio  mentre Chuck usciva dall'Albergo  urlando il nome di Blair,  che piangendo non voleva  nemmeno sentirlo.

"BLAIR! BLAIR TI PREGO! FERMATI!"

"VADA! VADA!!", urlò  lei dall' interno all'autista.

E  il TAXI  partì, mentre  Blair in lacrime  raccontava tutto  quanto a suo padre,  che la consolava abbracciandola  con tanto amore paterno,  e le sussurrava con tanto  affetto che  tutto sarebbe andato bene,e che  tutto si sarebbe aggiustato,  mentre Blair  scuoteva  la testa e  non faceva  che sussurrare il suo nome "chuck",  per  poi scoppiare a piangere di nuovo  ancora più disperatamente,  mentre le grida  di Chuck  la seguivano. 

 Così  come Chuck  seguiva  il taxi, corrergli dietro con tutto il fiato  che aveva nei polmoni,  gridando  il suo nome piangendo. Correva  quasi fosse una  questione di Vita. E lo era.  Perché  era la sua  Vita quella che stava andando via in quel Taxi.  Tutto  ciò di cui aveva bisogno,  che voleva,  che desiderava  da sempre,  se  ne stava andando  in quello  stramaledetto taxi.  Il fiato  gli mancò,  e dovette fermarsi  nonostante avesse  solamente 21 anni. Si piegò  sulle ginocchia, guardando il taxi andare via.

 Accadde  quando stava per  tornare indietro  a  prendere la sua auto:  il Semaforo  poco più avanti scattò sull'arancione, e come scattò l'arancione l'autista del TAXI accelerò,probabilmente  per  non prendere il rosso. Talmente concentrato a guidare,che non la vide. Furono gli occhi di Chuck a sgranarsi quando vide  quell'auto, una Berlina gialla che correva a tutta velocità... puntando dritta  al TAXI. Non aveva intenzione di  rispettare  l'incrocio...

Tutto  quello che ne seguì fu un susseguirsi di immagini: Chuck cominciò a correre verso il TAXI,mentre all'interno del TAXI stesso  tre persone avevano reazioni diverse:  l'autista, nel vedere quella Berlina  gialla avvicinarsi sempre di più, accelerò ancora, anche se già aveva accelerato al  massimo. Provò a mettere la quarta, la quinta ,tutte le marce che poté, mentre nei sedili posteriori il Signor Waldorf sgranò gli occhi, col cuore che batteva più  di quanto umanamente possibile. Il signor Waldorf guardò  quell'auto e poi sua figlia, e non ci mise  che due istanti per pendere la decisione...di proteggere  la Vita  di sua figlia. Così  le si mise davanti, dandole  le spalle.

"Papà?  Che stai"

Fu  in quel momento che Blair vide quel puntino giallo in lontananza,divenire sempre più vicino,fino a che riuscì a distinguere una Berlina. Una Berlina gialla che correva verso di lei,  verso  suo padre, che stava per colpirli in pieno, e la prima  cosa che le venne  in mente fu di girarsi indietro. Attraverso  lo sportellino posteriore guardò indietro verso di Lui. La  sua mano si posò sopra al  vetro e le sue labbra sussurrarono il  suo nome, mentre le lacrime le  bagnavano il viso.

Poi uno  stridio di ruote le fece  voltare nuovamente lo sguardo, i suoi occhi tornarono su quell'auto che oramai  era vicina.  Troppo vicina.

 

Quello  che seguì  fu....

Il BUIO.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mi  state  detestando, vero?  ^^"  scusatemiii!!!!  Ma  Chuck è  stato veramente  TROPPO DURO. TROPPO STRON**!!!!! DOVEVO  dargli una Lezione!!!! -,-''   Tranquilli ragazzi,  non pensate  che le cose  andranno male!!!

 

Blair  e Chuck.... superano tutto quanto  ,no?  Sono BLAIR&CHUCK!! ^^

<3

 

 

  
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