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Autore: Aya Lawliet ___backupFGI    10/05/2011    0 recensioni
(Vol. II, The Marvelous Land of Oz)
Di tutte le cose di cui era stato privato quando lo stagnino, per salvargli la vita, lo aveva ridotto in questa fredda e metallica forma, l’amore era l’unica di cui avesse mai davvero sentito la mancanza. (...)
«Sei un adulatore, Nick Chopper, e la tua futura moglie è una donna fortunata.»

{Boscaiolo di Latta/Glinda ♥ accenni Boscaiolo di Latta/Nimmie Amee}
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boscaiolo di Latta, Glinda la Buona
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Più del suono della pioggia ~

prompt: #027, silver

 

 

 

La notte in cui l’armata di Glinda giunse ai cancelli della Città di Smeraldo, che è quel momento delle cronache del Regno di Oz che segnò l’inizio della guerra tra il Paese del Sud e l’Esercito della Rivolta di Jinjur, accadde una cosa che nessun padre, quando si siede davanti al caminetto a raccontare ai bambini questa storia, menziona mai. Forse le mamme lo farebbero – le mamme di Oz hanno una grande simpatia per quel Re gentile che è il Boscaiolo di Latta; ma capirete bene che i papà della Città di Smeraldo sono così orgogliosi della dignità riacquistata dopo la disfatta della rivoluzione femminile, che per niente al mondo rinuncerebbero a riempire gli occhi e le orecchie dei pargoli di lucide decantazioni all’arte della guerra. I romanzetti non aiutano gli uomini a crescere; così vi dicono.

Ciò non toglie che quella notte il più nichelato degli eroi del Paese di Oz visse una diversa avventura tutta sua, e che questa lo attendeva sotto la pioggia.

 

 

Era trascorso molto tempo dall’ultima volta che il Boscaiolo di Latta si era arrugginito.

Proprio come allora, si era attardato all’aperto senza prestare attenzione alle coltri di nuvole scure: e tuttavia questa volta non era uscito a far legna, ma solo ad immergersi nelle romantiche percezioni del suo cuore – cosa che sovente riempiva le sue notti prive di sonno. Il Boscaiolo amava enormemente, quando i suoi compagni di carne e d’ossa dormivano, stare un po’ in disparte e riflettere sulla grandezza e sulla magnificenza del cuore che il Meraviglioso Mago gli aveva donato; talvolta ammirava le stelle, beandosi dell’armoniosa bellezza del creato tutto, o – in notti come questa – sedeva semplicemente ad assaporare di nuovo la gioia di poter provare un sentimento come l’amore.

L’amore. Di tutte le cose di cui era stato privato quando lo stagnino, per salvargli la vita, lo aveva ridotto in questa fredda e metallica forma, l’amore era l’unica di cui avesse mai davvero sentito la mancanza. Talvolta ancora si domandava dove fosse la sua bella Mastichina, la fanciulla per la quale aveva perso il suo primo cuore mortale, molto tempo prima del generoso dono del Mago. Era difficile trovare una risposta; ma c’era un che di sublime nell’eterno domandarsi invano – e adesso c’erano dei battiti nuovi a fargli compagnia in quelle notti solitarie.

Aveva dunque lasciato la tenda dei suoi amici, dove il piccolo Tip dormiva raggomitolato sul fianco dello Spaventapasseri, e lo Scarabeo ronfava acciambellato sul Cavalletto, e si era fatto strada nell’accampamento della Buona Strega del Sud fino a una rada radura poco distante. Là si era perso in riflessioni, così profondamente da non avvedersi del mutare del tempo. E quando era arrivata la pioggia, non aveva avuto modo di fare nulla, prima che la ruggine iniziasse a risalirgli il corpo.

Il Boscaiolo era vagamente arrabbiato con se stesso; se fosse stato lì, il suo saggio amico Spaventapasseri gli avrebbe certo dato una bella rimbrottata per essere stato così avventato. Immaginò che i suoi compagni sentissero già, sotto la tenda, lo scroscio della pioggia, e che presto sarebbe venuto qualcuno a recuperarlo: ma la notte era fonda e nessuno si avvicinava dalle file di tende disposte dinanzi alla Città di Smeraldo.

L’ultima volta c’era stata la piccola Dorothy, che un bel giorno era arrivata sulla strada di mattoni gialli al braccio dello Spaventapasseri e senza indugi aveva recuperato l’oliatore dalla capanna nel bosco. Ma ora non c’erano né Dorothy, né Spaventapasseri, né oliatori, né capanne. Il Boscaiolo di Latta temette molto per la propria sorte, malgrado sapesse che Glinda non sarebbe mai entrata nella Città senza aver prima stretto accanto a sé tutti i suoi amici.

E accadde allora quella che gli parve una vera e propria magia; poiché non appena la pensò, ecco che Glinda la Buona avanzava verso di lui, con un sorriso dolce seminascosto dai riccioli rossi bagnati. Non avrebbe saputo dire da dove fosse comparsa. L’accampamento era lontano e il sentiero che ne veniva era rimasto deserto fino a un istante prima.

La Strega gli si accostò con grazia, muovendosi leggera nel suo abito di velo rosa e bianco. Il Boscaiolo avrebbe voluto salutarla con il riguardo che le era dovuto, ma già le sue mani e le sue labbra erano totalmente sigillate dalla pioggia torrenziale; allora, mortificato, implorò con gli occhi Glinda di perdonargli quella mancanza.

La donna dovette certamente capire, perché rise la sua risata argentina e si avvicinò ancora, fino ad accucciarsi sulle ginocchia proprio davanti al ceppo su cui il Boscaiolo di Latta era rimasto seduto, l’ampio vestito sparso intorno a sé come una nuvola.

«Nessuna magia buona è in grado di sovvertire i fenomeni naturali» gli disse, la voce più fresca del suono della pioggia; «ma posso tentare comunque di aiutarti, mio caro Nick.»

Il Boscaiolo considerò quanto fosse insolito sentir pronunciare il proprio nome dalle labbra di una sì nobile signora, e subito dopo si accorse che una cappa magica, sospesa all’altezza dei rami più bassi degli alberi, li riparava ora entrambi dalla pioggia, irradiando sulla pelle di Glinda una luce soffusa di un caldo color dorato. La Strega era tanto vicina da permettergli di distinguere con chiarezza le ciglia che le contornavano gli occhi.

Poi, nelle mani delicate di Glinda apparvero un oliatore d’argento e un panno morbido, e la buona Strega si sollevò sulle ginocchia per ungergli con cura le giunture immobili del viso. Era ancor più vicina, adesso, e il Boscaiolo di Latta ricordò distintamente il turbamento che si prova quando si arrossisce.

Non appena le sue labbra furono di nuovo in grado di muoversi, il Boscaiolo trovò doveroso scusarsi per l’incresciosa situazione.

«Mi addolora molto, signora, che siate qui in ginocchio ai miei piedi a salvarmi dalla mia sciocca avventatezza. Tutto ciò mal si confà al vostro rango e alla vostra grazia.»

Glinda rise di nuovo, allegramente, mostrando il bagliore dei denti candidi. «Sei un adulatore, Nick Chopper, e la tua futura moglie è una donna fortunata.»

Il Boscaiolo cercò di sorridere, molto imbarazzato da queste parole. «Può darsi... Ma la donna che intendevo sposare è ora molto lontana, neppure io so dove, e persino nei miei ricordi i suoi lineamenti si fanno sempre più confusi.»

La sofferenza che da sempre accompagnava questo pensiero – e che mai, mai prima d’ora, si era risolto ad esprimere con parole – si riversò tutta nella sua voce, che per una volta non stridette di qualcosa d’inerente alla latta di cui era fatto. Glinda continuò ad ungerlo in silenzio per un po’, passando dal suo viso al suo collo alle sue spalle; e solo dopo aver bene oliato anche le sue membra rigide sollevò il panno per asciugare le lacrime che improvvise gli erano comparse negli occhi.

Poteva vedere tante cose, la buona Glinda.

«Non devi essere triste, Boscaiolo di Latta. Finché si ama non si deve mai perdere la speranza. E tu sai amare di un amore immenso, lo sai.» Gli posò entrambe le mani sui lati del viso freddo, quasi sfiorandogli il naso con il suo. «La ritroverai. Te lo prometto.»

Vi fu un istante, mentre il Boscaiolo si perdeva nell’immensa e mite dolcezza di quello sguardo, in cui gli parve che nessuna donna avrebbe mai saputo comprendere il suo cuore quanto Glinda la Buona. E forse fu solo un istante, solo un riflesso di pensiero nitido come l’argento; chiuse gli occhi e non seppe mai, in seguito, con esattezza se avesse soltanto immaginato il tocco lieve delle labbra di Glinda sulle sue.

Quando la Strega si alzò, tendendogli la mano, l’uomo che un tempo era stato Nick Chopper fu grato a quella pioggia che nel silenzio di una placida notte era riuscita a farlo sentire un po’ meno solo, e un po’ più al riparo, sotto la mano gentile di una maga dai capelli rossi.

Insieme s’incamminarono sotto il bagliore dorato della magia.

 

 

È, questa, una piccola parentesi di pura realtà; perché vedete, anche gli eroi più bizzarri, in fondo, sono umani. E se vostro padre ieri sera davanti al caminetto ha saltato questa parte della storia, be’, molto probabilmente è solo perché il suo cuore è un po’ diverso da quello del Boscaiolo di Latta; ma voi non fategliene una colpa. L’amore fa sempre un po’ paura, ragazzi miei, e ve ne accorgerete prima di quanto pensiate.

 

 

 

 

 

 

Nota: Oh, cielo! E questo pairing da dove diavolo viene fuori? xD

Il che non è solo quello che vi state chiedendo voi, ma ciò che io stessa mi sono detta quando ho avuto l’idea. Onestamente non saprei spiegare... Non c’è nulla o quasi nei libri di Oz – perlomeno nei due che ho finora letto – che sottintenda un qualche legame romantico tra il Boscaiolo di Latta e Glinda la Buona; so anzi che il Boscaiolo [SPOILER!] ritroverà prima o poi la Mastichina di cui era innamorato quando era ancora un uomo [/SPOILER!]. Però, ora che ci penso, c’è un passaggio del primo romanzo in cui Glinda dice al Boscaiolo di trovarlo “più brillante” dello Spaventapasseri, e di preferirlo a lui per questo. Oh, be’. Prendiamo quello che viene xD

Il momento che ho scelto di trattare è collocato, invece, nel secondo volume, prima dell’incontro dell’Esercito di Glinda con quello di Jinjur. E ho volutamente cambiato un po’ stile, perché per una volta mi andava di scrivere come se fosse lo stesso Baum a raccontare. Naturalmente sto facendo rivoltare un genio nella tomba, e me ne pento vergognosamente. ;_;

   
 
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