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Autore: Jazz Hyaenidae    12/05/2011    1 recensioni
Aggiornata sino al quindicesimo capitolo. [Siamo arrivati al delirio della storia. Le città finalmente in fiamme; scontri, violenza, la calma riappacificatrice che contrassegna le ore prima di una guerriglia. La Linea Gotica vuol richiamare l'enfasi disperata del periodo Nazifascista che come sappiamo sprofondò in una disfatta drammatica per i tedeschi e anche per il popolo italiano che ne usciva sì liberato ma al contempo sconfitto. ] È la storia avvincente di due giovani amici Heléna e Ludovich nel bel mezzo di una rivoluzione sovietica ambientata nel XXI secolo. Partecipi come killers mercenari ingaggiati dalla Maskhadov, un'associazione di stampo terrorista, si troveranno a disertare la causa sovietica. Se vi piace il sangue, la collera spietata o l'amore senza vincoli di ogni sorta questo è il racconto che fa per voi.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo V
"Il mediatore Hassan"
Parigi
parte seconda



Aprì la porta del coffe bar, molto lentamente, come se quella porta pesasse varie centinaia di chili.
Entrò; contò: “Due, tre, quattro, otto che più uno...nove.Quattro francesi, due britannici, tre tedeschi.”
I francesi erano seduti ognuno per conto proprio, i due britannici parlavano tra loro; i due tedeschi si alzarono e uscirono in quel momento dal locale.
Ordinò del tè e dei biscotti alla cannella. La dote speciale, di poter guardare ciò che accadeva alle sue spalle era una della basi del suo mestiere, in costante allentamento, scrutava le bocche muoversi, chiudersi, posarsi; baciarsi. “
Se ne stava lì a sorseggiare il suo tè francese, mentre contava i passi di chi aveva nuovamente aperto la porta. “Uno, due, quattro, cinque,sei, set..”una mano sulla spalla e un'altra mano, questa volta la sua di mano che ferma l'altra ancor prima che questa possa appoggiarsi del tutto.
-Ahah, tutta questa amicizia non c'è mai stata tra noi Mohamed Hassan. Tieni a posto le tue mani se non vuoi che io faccia della tua pelle da negraccio, cuoio per i miei stivali!
-L'età non ti fa certo diventare più simpatica vero Helèna?
-Non ho tutto il diritto di essere incazzata? Dopo tre fottutissimi anni che non metto piedi a Parigi, devo aver ancora a che fare con un fallito come te.
-Mi spiace, non è un lavoro comodo fare il mediatore di questi tempi.
-Sediamoci, che non tira una bell'aria qui.

I due si sedettero in fondo, sulla sinistra del bancone, a destra c'era l'uscita;una cameriera in vestito corto rosso a quadrettoni bianchi, avrebbe servito loro del tè e del caffè di tanto in tanto.
-Ludovich non è venuto con te?-Domandò precipitosamente Hassan.
-Io e Ludovich non lavoriamo più insieme.-Rispose Helèna accendendosi una sigaretta.
Qualcuno da lontano, nel retro di una cucina le disse:vous ne pouvez pas fumer dans ce lieu! -
Helèna non facendoci caso provò a spiegarsi.
-Potete sempre multarmi.... se ne avete il coraggio!-Poi si guardò attorno notando che nessuno la stava a guardare.
Mohamed Hassan, gettò uno sguardo dietro il bancone, lì c'era un ragazzo che impaurito batteva scontrini frettolosamente.
-Altro caffè cameriera!-Urlò Hassan, poi si rivolse quieto a Helèna.
-E da quando non lavorate più insieme?
-Dopo quest'ultimo lavoro in Germania, abbiamo deciso così.
Il tunisino non fu molto convinto della risposta, sapeva che Helèna mentiva.
-Io sono qui per consegnarti queste...-Mise le mani nel suo giubbotto vecchio e dai colori sbiaditi che richiamavano il fucsia assieme al verde pisello. Due chiavi, la prima era di un'automobile, la seconda era di un appartamento.
-Sanno che odio muovermi in automobile quando si tratta di farlo in grosse città dell'Europa, perché lo stanno facendo?
-Cosa vuoi che ne sappia io? Sono solo un mediatore. Il tuo bolide è quello che si vede parcheggiato dall'altra parte della strada. Quello verdone. É un modello un po' vecchiotto, ma va che è una meraviglia.-
Helèna si mise di sbieco per guardar meglio.
-Mi prendi per il culo? Posso andare in giro con una Clio di primi anni novanta?
-Ti aspettavi una Jaguar? Al signor Ivanovich penso non piaccia l'idea di farti passare troppo osservata.
-Cosa c'entra Ivanovich ora?
-Dirige lui l'operazione, non so altro... quando arriverai nell'appartamento troverai tutti gli ordini precisi.-
Lo stesso, fece ancora cenno con la mano alla donna in quadrettoni bianchi affinché versasse altro caffè, le guardò rozzamente il culo, poi lei,si allontanò.
Helèna prese la chiave e si alzò dal tavolo. “Uno, quattro, nove, undici, quindici....”
-Me ne vado.- Disse lei.

 

La macchina fece un rumore da motore quasi ingolfato . Una, due volte; alla terza partì; ma frenò quasi di colpo per una macchina che a tutto gas le sfrecciò a fianco. Dopo qualche minuto l'ansa della Senna,Parigi con i suoi grattacieli e i suoi pilastri storici, le si presentava dai finestrini dell'auto. Francia, Germania, Italia, Regno Unito, ormai stava diventando tutto la stessa puzzolente botola infernale, pian piano la Terra nella sua rotazione sull'asse, stava capovolgendosi come una goffa ballerina sovrappeso morirebbe d'infarto.Non possiamo definire quali siano i momenti felici di un assassino privato della sua libertà, Helèna però sentì di avvertire una contentezza ambigua mentre erano le 3.00 del pomeriggio e tutto, era come non sarebbe più stato. Effettuato il parcheggio nel quartiere residenziale, il cruscotto avrebbe potuto aprirsi anche da solo, se forse, la ragazza di Singapore non avesse provato ad aprirlo prima con automatico gesto della mano, dopo con un pugno violento all'altezza dell'airbag del passeggero. Il cruscotto sì aprì di colpo.Nessuno aveva dettato niente, la convinzione era quella che nessuno avrebbe trovato niente.

Trovò due elementi essenziali:il primo, un pupazzo alto quanto un dito indice, un manicotto con folti capelli in testa e vestito di stracci, uno spaventa passeri quasi;dalla testa partiva con un anello da portachiavi. Secondo elemento, un proiettile calibro 22”, il calibro più piccolo che una pistola di qualche malintenzionato potesse avere. Helèna allora scese dalla macchina quasi preoccupata di mostrare quanto fosse quieta e calma, mentre con la coda dell'occhio aspettava di essere presa alle spalle da qualcuno.
Lo stesso qualcuno che aveva lasciato quel proiettile in macchina magari,e non poteva esser stato un gesto di Ivanovich poiché lei conosceva bene anche lui, conosceva troppa di quella gente che complottava in quel sistematico marchingegno chiamato terrorismo.

-Giochi poco simpatici della Maskhadov.- Disse a se stessa Helèna.
Il portone del grande palazzo residenziale era aperto, vi si poteva accedere senza alcun problema; poco distante dell'entrata vi era la portineria, cabina dalla quale provenivano delle voci e puzza di sigaro.
Puntò dritta al tappetino rosso che saliva per le scale, si accompagnò frettolosamente e facendosi più leggera possibile, salì qualche scalino sino all'ascensore. Allora qualcuno dalla portineria si affacciò: l'ascensore era già al quarto piano e nessuno aveva visto niente, anche il corridoio del quarto piano era totalmente deserto perché la ragazza di Singapore, era già dentro il suo appartamento.
Ci sono poche cose essenziali che un killer guarda appena entra in un'abitazione: la prima cosa è sicuramente quella più importante se si hanno solo pochi istanti prima di premere il caricatore,la pulizia attorno.
L'ordine degli oggetti e la polvere depositatasi fanno capire quanto movimento vi è stato, quando vi è stato ed eventualmente, delle volte, se c'è qualcuno nell'abitazione. Gli oggetti erano pochi; posti sopra pochi mobili.
Un divanetto e due poltroncine inutilizzati; polvere sui tappeti, polvere su finte statuette di premi televisivi, foto ricordo di gente che molto probabilmente non viveva più da anni. Tutto era stato posizionato meticolosamente. Si accorse di una cosa: era tutto inutilizzato da giorni e molto probabilmente da settimane. Dunque, chi avesse lasciato quel proiettile in macchina, poteva non aver a che fare con la Maskhadov e con l'appartamento, del resto lasciare un proiettile in una macchina destinata ad un cecchino come Helèna, poteva significare niente o; poteva significare molto altro. Una trama ben molto più estesa la Maskhadov, una lista di nomi e le pulsava dentro; lista di nomi e motivazioni per le quali ucciderla. Primo tra tutti: Nil e il fatto che Hassan non lo aveva neanche nominato in quella operazione; mentre aveva fatto il nome del capo Ivanovich, persona troppo rispettabile da introdurre segnali enigmatici in uno cruscotto, troppo personaggio da vertice per un proiettile calibro 22”.Ma improvvisamente, mentre perlustrava la cucina aprendo stipi e toccando le superfici dei lavandini le venne in mente qualcosa,una lista di nomi che vivevano in quel di Parigi, informatori, ex spacciatori di cocaina, pentiti, condannati.Gente che nelle sue passate vicende parigine aveva incontrato a quelle feste poco raffinate, fatte di molta cocaina e prostituzione dei più bassi livelli. Perché? Perché il ridacchiare di voci sottili, stridule e di prostitute che avrebbe volentieri sgozzato le stavano tornando in mente? Ronzavano come mosche per la tubatura di quella stessa cucina. Si sforzò e aprì il frigorifero. C'era dell'acqua in bottiglia e ne bevve subito.Poi lasciò la cucina e accese la segreteria telefonica. C'era un messaggio registrato..lo ascoltò senza batter ciglio.

-Helèna...sono Sergei Ivanovich. Spero che l'appartamento potrà essere confortevole durante la tua breve permanenza in città, ma voglio che tu mi stia a sentire bene... in città arriveranno due importanti esponenti del governo Inglese per incontrare il ministro della difesa francese Marchand; si tratta di una cena d'affari. Voglio che tu sia presente insieme al nostro futuro ministro degli interni Sidorsky. Il perché della tua presenza potrebbe spiegartelo il tuo fedele amico Ludovich.... che tra l'altro non sappiamo che fine abbia fatto, questa mattina ho ricevuto la notizia che è scappato da un distretto di polizia tedesco. Restando a noi, ti consiglio di non fare mosse false e di andare a quella cena, dato che i ministri Hughes e Lewis erano in ottimi rapporti con il nostro caro Ludovich, prima che lui degenerasse in questa sua psicosi momentanea ovviamente,quindi ci tengo a far sapere agli inglesi che Il Vecchio Diamante dei Balcani è ancora dalla nostra. So che potresti serbarmi del rancore piccola:Sì,sono al corrente di quanto è accaduto a Berlino... del fatto che Nil ha cercato di tagliarti fuori, beh non occorre che io mi giustifichi o che mi dissoci dal lavoro dei miei subordinati. Ciò che è stato fatto è acqua passata ormai, dovresti dimenticartene e continuare come prima, se così non dovesse essere... mi basta farti sapere che noi ti teniamo sotto controllo praticamente ovunque e che non ti è concesso fare mosse false o più di quante te ne occorrano per lo stretto indispensabile delle tue missioni. Un'ultima cosa:se dovesse farsi vivo il nostro amico Ludovich, digli pure che non serbo rancore per quel che lui ha tentato di fare, perché non so se tu ne sia al corrente, molto probabilmente sì, il nostro caro Ludovich voleva disertare la missione a Berlino. Con questo ti saluto piccola, non dare di matto se ne sei capace.

   
 
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