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Autore: Diomache    15/02/2006    3 recensioni
Lei. Dolce, solare, irascibile, maledettamente testarda. E poi c'è lui. Bellissimo, scapestrato, intrigante.
"Rose sente un piccolo nodo allo stomaco e per la prima volta percepisce un disagio con Sean, vorrebbe sentirsi ancora gli occhi di quel tipo addosso, le sue parole, i suoi sguardi, il suo sorriso.
Tom continua a fissarla. E per la prima volta, in vita sua, vorrebbe restare ancora a litigare con lei, a poter godere dei suoi occhi, del suo sorriso arrabbiato.
Rose abbassa gli occhi e si gira, continuando a camminare con Sean.
Tom infila il casco e mette in moto.
Era iniziato un giorno come tanti altri.
Ma né lui, né lei, ora, lo pensavano più."
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti

Ciao a tutti!!!

Mi dispiace per il ritardo ma ho avuto un casino in questi giorni.. avrei voluto aggiornare ieri che era San Valentino, ma niente, mi sono ridotta a postare oggi..

Vorrei salutare affettuosamente tutti i lettori ma in particolare le mie due carissime lettrici: Franca e Damynex grazie mille per le vostre recensioni.. mi raccomando continuate a seguire la storia..

 

Un bacio a tutti e Buona Lettura

 

Diomache

 

PROFUMO DI MENTA

 

 

CAPITOLO XI:  DIMMI DI CHI MI SONO INNAMORATA..

 

 

 “si Emily, va tutto bene…” risponde la ragazza con il telefonino retto tra l’orecchio e la spalla, mentre, borse alla mano, cammina per il corridoio dorato pestando, con le scarpe da tennis, il bellissimo tappeto di velluto rosso che ricopre il pavimento. “no, non lo so quello che faremo questa sera.. è una sorpresa…- inizia appoggiando le buste di negozi di marca dove ha fatto qualche compera.- abbiamo passato il pomeriggio quasi interamente a fare compere…certo che ho comprato un pensierino anche per voi, che discorsi fai???” sorride ed introduce la chiave all’interno della serratura della camera d’albergo.

La serratura scatta e la porta si apre. La ragazza varca la soglia della stanza mentre ascolta le ultime avventura della sua famiglia, gli ultimi guai di Novaly. Sorride mentre ascolta i pasticci della nipotina, poi alla domanda della sorella che le chiede cosa sta facendo, risponde mentendo, al solito. “sto aspettando che Hudson esca dal bagno, così andiamo insieme a festeggiare il capodanno da qualche parte…”

“ma non hai detto che è una sorpresa??”

“infatti, ma sto aspettando lei perché è lei che ha organizzato tutto per questa sera…” a dirla tutta, non è una bugia così grande e catastrofica. Lei sta aspettando sul serio.. ma non Hud, bensì Tom.

I due si sono divisi quasi un’oretta fa, verso le sette di sera. Avevano appena finito di prendere l’aperitivo in un locale parigino, quando lui le aveva pregato di andare in camera ed aspettarlo lì, dicendo che si sarebbe fatto vivo presto. Rose si è precipitata in albergo subito: i misteri, gli intrighi la accendono sempre. Ascolta, un po’ annoiata, Emily che continua a parlare e parlare quando gli occhi le cadono su una piccola busta rosa appoggiata sulla trapunta del loro letto.

Sorride, prendendola tra le mani.

Si sbriga a chiudere con Emily, usando una scusa qualsiasi; quella che le viene in mente per prima è che la batteria del cellulare si sta scaricando. Emily ribatte, seccata: “per questo ti avevo pregato di darmi il numero del telefono fisso, ma tu niente, eh???”

“ti saluto Emily, tra poco cade la comunicazione.. buon anno..”

“buon anno anche a te, piccola. Un bacio, ciao.”

Rose chiude la chiamata mentre si accorge, diabolicamente, che ha ancora quattro tacche sul cellulare:batteria carichissima. Pazienza, si dice alzando le spalle, è a fin di bene. Dovrebbe pentirsi di tutte le sue bugie, ma proprio non ce la fa. Tom vale questo ed altro.

Finalmente sola e concentrata, apre velocemente la busta, sperando segretamente che abbia qualcosa a che fare con la sorpresa di cui le aveva accennato il suo ragazzo. Non ha torto. Il bigliettino è scritto in una grafia un po’ frettolosa ma chiarissima, in confronto a quella di Rose.

“ciao pasticcino, il nostro capodanno inizia qui. Per prima cosa voglio che tu apra l’armadio..”

Emozionata, la ragazza si fionda letteralmente sul mobile e ne spalanca le ante. Al suo interno sembra tutto perfettamente normale. Tutto, tranne un’ignota scatola bianca messa una posizione un po’ nascosta.. la ragazza, un po’ tremante, la prende tra le mani e, sedutasi di nuovo sul letto, apre la bustina che si trova fissata sul coperchio della scatola e legge. Questa piccola caccia al tesoro incomincia proprio ad intrigarla. “ma che brava!! Aprila e indossa il vestito che ti ho preparato.. sono sicuro che ti starà d’incanto…”

Curiosa, la ragazza apre immediatamente la busta e solleva ciò che contiene. Ma non si tratta di un vestito mozzafiato, come aveva immaginato, bensì di un bel paio di jeans nuovi di zecca e una maglietta nera molto aderente. Un nuovo bigliettino, molto ironico, c’è da dirlo, la prende leggermente in giro. “amore, non posso comprarti un vestito di Valentino ogni due giorni!”

Rose ride, leggendolo. Meglio così, pensa, infondo preferisce di gran lunga uno stile più sportivo..

Obbedendo al bigliettino, la ragazza si veste con gli abiti che le ha consigliato, mettendo sotto di questi, un paio di comodi anfibi. Va a capire quello che c’ha in testa Tom…poi raccoglie i capelli in una coda di cavallo che sottolinea i lineamenti perfetti e delicati del suo viso. Come se fosse stata cronometrata, Rose si accorge che pochi istanti dopo che ha terminato di truccarsi e di sistemarsi, bussano alla porta. Aggrottando la fronte, va ad aprire. È un cameriere.

“buonasera signorina.- dice vedendola.- ho questo per lei…”conclude porgendole un bigliettino celeste collegato ad una rosa blu. Sempre più emozionata, Rose, sorridendo, li prende in mano e rientra nella stanza. Freneticamente, apre il bigliettino azzurro con la successiva indicazione: “ mia dolce principessa, se scendi c’è una bellissima carrozza che ti porterà dritta dritta al nostro ballo..”

Non pensa minimamente che Tom, con quelle parole, la stesse prendendo per il.. ehm in giro.

La ragazza non se lo fa ripetere due volte e, afferrata velocemente la borsa e il piumino, si dirige correndo, quasi, verso l’uscita dell’hotel attirando l’attenzione dell’affollatissima hall.

Uscita dall’albergo, la giovane si guarda in giro più volte, poi, sconcertata, nota che c’è un tandem posteggiato proprio davanti l’entrata. “no.. non è possibile…” sussurra cercando disperatamente qualcosa che assomigli anche ad un taxi, ad una moto, ad una motocicletta…

“signorina, la devo accompagnare in un posto…” dice un signore avvicinandosi verso di lei.

La ragazza decide di diffidare, chi le dice che questo non sia un approfittatore??

“non mi crede?- la prevede l’uomo con un sorriso vittorioso.- tenga, questo è per lei…” dice porgendole un bigliettino giallo accompagnato da una rosa dello stesso colore.

Rose lo prende dalle mani dell’uomo con un gesto stizzoso e nota, sempre più innervosita, che il bigliettino è solo firmato. “non ha avuto il coraggio di scrivere nulla, il signorino…” borbotta. “alla faccia della carrozza…”

“signorina sale oppure no?” le domanda brusco l’uomo a bordo della bici. Sbuffando, Rose si accomoda al secondo sellino e si posiziona per pedalare. Si sente sia divertita che innervosita da quella buffissima situazione. L’unica cosa che le fa saltare i nervi è pensare alla faccia soddisfatta che starà sicuramente facendo Tom, all’ idea di lei che, con un freddo bestiale, pedala su un rudere , che chiamare tandem è un mega complimento, dietro ad un uomo puzzolente.

Avanzando, si accorge che si stanno muovendo con la bici per strade che non sarebbero transitabili ,altrimenti. Si stanno sicuramente avvicinando verso il centro ove si festeggia il capodanno, intuisce. Ad un certo punto l’uomo smette di pedalare e fa fermare il mezzo ad un lato della strada.

“mi dispiace ma noi ci fermiamo qui, signorina..”le annuncia.

Rose si guarda lentamente intorno cercando di capire più o meno dove si trovano e, in contemporaneamente, cosa l’aspetta ora. Per quanto riguarda il primo interrogativo, è ben presto soddisfatto: sono in una via molto elegante e caratteristica.. per quanto riguarda il secondo non sa se sentirsi eccitata o impaurita.. che avrà pensato quella mente diabolicamente geniale di Tom??

“Rose Sandecker?” la voce di una ragazza di più o meno la sua età, la fa voltare. Rose nota che ha in mano un bigliettino rosa ed una rosa dello stesso colore.

Quindi non può che essere che coinvolta con tutto questo romanticissimo gioco.

“sono io…” dice con un sorriso, constatando che quella ragazza non può rappresentare guai troppo grossi per lei. Be.. si sbaglia.

Il suo sorriso si spegne immediatamente quando la ragazza tira fuori dalla borsa una grossa bandana rosa e, sospirando, dice: “mi dispiace, ma devo bendarti.. me l’ha detto il tuo ragazzo…”

Rose, indispettita, divertita, elettrizzata, prende l’ennesimo bigliettino e lo apre: “l’amore è cieco..”

È scritto solo questo: oltre al danno, la beffa. Accondiscendente come mai lo è stata nella sua vita, la ragazza si lascia bendare da quella giovane che, dopo essersi accertata che Rose non veda proprio nulla, inizia a condurla per quella via che, nonostante fossero circa le otto,è sicuramente abbastanza frequentata a seconda delle voci che sente intorno a lei.

*fortuna che qui non mi conosce nessuno…* pensa.

Continua a procedere alla cieca per la via, svoltando solamente un paio di volte. Dopo l’ennesima curva, sente molta più confusione, molta più vita.

Poi l’andatura della sua accompagnatrice si fa sempre più lenta finché non la induce a fermarsi.

“eccoci, adesso giriamo…” dice guidandola all’interno di qualcosa. La ragazza fa delle scale, sente di essere all’interno ora, perché l’aria pungente, che prima le toccava le guance, è terminata e al suo posto c’è un bel tepore. Le voci intorno a lei si moltiplicano. Si sforza di capire in che luogo potrebbe trovarsi, poi, quando sente la voce di un uomo dire alla ragazza. “l’ascensore è per di là..” è sicura al cento per cento:si trovano in un albergo.

La donna la conduce all’interno di un ascensore che, lentamente, inizia a salire.

“ma dove stiamo andando?” domanda Rose, un po’ scocciata.

“ci siamo, ci siamo..” risponde lei con la voce tinta d’invidia. Il ragazzo che l’ha pagata profumatamente per questa operazione deve essere davvero innamorato cotto. 

Scendono dall’ascensore e giungono davanti ad una porta che, poco dopo, si apre. Sente i passi della ragazza che si allontanano da lei e la porta che si richiude alle sue spalle. Istintivamente porta le mani alla nuca, per sciogliere la bendatura, ma le mani forti ed intimidatorie di qualcuno, la bloccano. “ah ah..” la voce di una persona a lei molto nota. Rose non può fare a meno di sorridere.

“tu sei un pazzo, lasciatelo dire..” sussurra la ragazza sapendo di avere a che fare con il delinquente per eccellenza: Tom.

“vieni, siamo quasi arrivati..” mormora prendendola con una mano e guidandola verso chissà dove.

Rose intuisce che, se si trovano in una stanza, si stanno dirigendo verso una finestra aperta perché sente di nuovo la fresca brezza parigina che le punge la pelle.   

“posso aprire gli occhi, adesso??” domanda mentre avanza nel buio, guidata da Tom il quale sussurra al suo orecchio. “no, non ancora..” 

Ma è questione di secondi perché, pochissimo dopo, Tom la fa fermare e inizia a sciogliere il nodo della sua benda. Liberi, gli occhi di Rose, dopo il primo appannamento, focalizzano il bellissimo paesaggio che si apre davanti a loro: la via dove si festeggia a Parigi il capodanno. È gremita di gente nonostante sia ancora molto presto e lei, elettrizzata, cerca di domandare. “quindi noi..”

“non è come sembra.- la interrompe l’uomo.- tu credi che io ti abbia portato sin qui con tutto questo trambusto per un semplice capodanno in strada? No, mi dispiace, no…” sorride enigmaticamente.

Il cuore di Rose inizia di nuovo battere frenetico.. ma allora cosa….?? Sul volto della donna si dipinge un gigantesco punto interrogativo. Tom si sporge dalla finestra che presenta, sotto di essa, parte del tetto dell’albergo. Si trovano in una sorta di mansarda. “il posto dove passeremo quello che rimane del 2005, è più vicino di quello che credi.. dobbiamo solo raggiungerlo..”

Tom si sporge con il busto e la donna, con un brivido, indietreggia impaurita, vedendo che l’uomo ha intenzione di uscire dalla finestra.

“Tom che cosa vuoi fare?? non vorrai…”

Il ragazzo scoppia a ridere: “avanti, vieni..” dice porgendole le mani.

Rose in risposta fa un altro passo indietro. Le sembra di rivivere quella famosissima scena di Titanic quando Jack chiede a Rose di salire sul parapetto della nave… però quello era solamente un parapetto, non le ha chiesto di uscire da un finestra, dannazione!!!

“senti ho fatto tutto quello che mi hai chiesto ma questo è..”

“Rose dobbiamo solo attraversare il tetto e andare in un bel posto che ho preparato per noi..”

“e dici niente!!!Tom, io soffro di vertigini in una maniera incredibile..”

“ma su, come sei noiosa, non lo sai che la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare?”

dice citando il testo di una canzone italiana che entrambi avevano avuto l’occasione di ascoltare una sera, a cena a Little Italy. Non che capissero così l’italiano, solamente che di solito in quel ristorante davano, insieme al menù, i testi tradotti in americano delle canzoni che avrebbero fatto ascoltare. Geniale, no?

Rose sospira terrorizzata ma leggermente più tranquilla mentre la sua mano si avvicina a quella del suo uomo in maniera del tutto autonoma. “io..”

“fidati..” ripete il ragazzo. Tom dà uno sguardo al tetto. “ed ora, voliamo..” dice mettendo una gamba fuori dalla finestra e appoggiandola al tetto. A Rose quelle parole suonano troppo da suicidio ma preferisce non pensarci.

*chi sa cosa penseranno quelli di sotto,vedendoci su un tetto!!* pensa la giovane ma, contemporaneamente, si rende conto che non gliene importa assolutamente niente.

Il ragazzo esce completamente anche con l’altra gamba ed è,ora, completamente in piedi sul tetto. La guarda con quell’aria bastarda e tremendamente affascinante che gli appartiene e Rose non può far altro che seguirlo. Tremando, mette una gamba fiori e appoggia il piede sul tetto. Sorretta ed aiutata da Tom, in pochi minuti è pure lei in piedi sul letto obliquo. “dimmi che è un posto stabile..” Tom elude la risposta, dicendo“vieni..”

La ragazza, serrando gli occhi per non guardare giù, si muove a piccoli passi aggrappata stile edera al suo ragazzo. “apri gli occhi, Rose…” le sussurra ad un certo punto il ragazzo. La ragazza obbedisce e vede davanti una sorta di enorme balcone scavato all’interno del tetto, coperto però.

Ai lati la vista del suo interno è velata da alcune tende rosa che, leggere, danzano al ritmo del vento notturno.

Non riesce a credere a quello che vede e quando giunge a destinazione tira un profondo sospiro osservando che le sorprese non sono certo finite. Tutto all’interno è illuminato da candele la cui fiamma danza in maniera appena percettibile, a terra sono sparsi petali di rosa e altri fiori mentre, ad un lato, si trova un bellissimo pianoforte a coda nero lucido.

“che te ne pare?” domanda Tom anche se è fin troppo consapevole di aver lasciato senza parole la ragazza amata.

Rose si volta verso di lui, incredula, felicissima. “tu hai fatto tutto questo per me??” sussurra osservandolo con i suoi dolci occhi di innamorata.  Tom sorride così dolcemente che a Rose vengono le lacrime agli occhi: “per noi. voglio iniziare questo anno nel modo più bello. Voglio che questo giorno rimanga scolpito nella tua mente per sempre..”

“sarà scolpito nel mio cuore..”

Rose lo bacia con passione e i due rimangono a lungo abbracciati a fissare il panorama che dà sulla bellissima Parigi, tutta illuminata. Dopo un po’ decidono di iniziare la cena, così si siedono sul divano perché in quella specie di angolo di paradiso non c’è nessun tavolo e nemmeno una sedia. Solamente un bel divano dove è appoggiato un vassoio celato da un coperchio.

Tom con aria da gran sommelier, lo scopre rivelando dei comunissimi panini al prosciutto crudo.

Rose scoppia a ridere “bravo, sai che odio il caviale..” dice sarcasticamente; Tom sa che non lo ha mai assaggiato.

Tom prende un panino con il prosciutto crudo e lo addenta accomodandosi meglio accanto alla donna amata e sistemando sopra di entrambi due plaid in modo che non sentano freddo.

Eccitata da quella strana situazione la ragazza scoppia di nuovo a ridere e prende anche lei il suo panino al crudo. Seguono alcuni attimi di silenzio interrotto solo dal rumore delle loro mandibole.

A romperlo definitivamente è Rose che, accomodandosi sulla spalla del suo ragazzo, commenta: “come è bello qui.. solo a te poteva venire un’idea simile, Tom..- dice la donna con gli occhi lucidi.- Tom credo di essere così innamorata.. che potrei fare di tutto per te..”

“attenta che ti prendo sul serio..” scherza il ragazzo, guadagnandosi una gomitata da parte della giovane. “cafone!” ribatte lei. “io ti parlo con il cuore in mano e tu mi sfotti!”

“.. perdonami..” iniziano a farsi il solletico, finché la ragazza, con le lacrime agli occhi, alza le mani in segno di resa. “ti perdono, ti perdono!” mormora tra le risa.

Finiti i panini, i due mangiano il gelato che è compreso nella loro semplice cena. Rose nota che è avanzato un pezzettino di torta gelato e propone di fare un gioco, tanto per animare la serata.

“un gioco?- Tom alza un sopracciglio.- mm, se me lo chiedi così…”

“scemo.- lo rimprovera affettuosamente.- solo che stavo pensando.. è rimasto un solo pezzetto di torta... che ne dici di guadagnarsela?- Tom fa uno sguardo interrogativo e la donna prosegue- con il gioco della verità ad esempio. Io ti faccio una domanda e tu hai due possibilità: rispondere sinceramente e guadagnarti così un cucchiaino di torta o astenerti dal rispondere, ma il cucchiaino di torta me lo mangio io.”

“te l’ha mai detto nessuno che hai una mente contorta?”

“bando alle ciance, comincio io.”Rose prende la fettina di torta avanzata e la dispone tra lei e Tom. I ragazzi si dispongono uno davanti all’altro a gambe incrociate, con la torta nel mezzo. “dimmi..- dice con uno sorriso splendido.- quante donne hai avuto in tutti i tuoi ventitre anni?”

“temo di non poter rispondere: ho perso il conto.”

Sedutastante, gli arriva  un cazzotto sulla spalla.

“niente torta” sentenzia la donna incrociando le braccia.

“come no?- si lamenta Tom avanzando verso di lei con fare provocatorio.- i patti non erano questi, micina..”

“micina un corno!- protesta.- allontanati subito da me… animale..”

Tom scoppia a ridere e si prende, incurante delle sue proteste, il cucchiaino che gli spetta. “ora tocca a me. Adoro i tatuaggi… ne hai qualcuno.. in qualche posto particolare….?”

Rose inarca un sopracciglio: “mm, non rispondo- allo sguardo interrogativo di Tom, replica dicendo.- certe cose bisogna scoprirsele da soli, mio caro Tom.”

“concedimi di essere d’accordo con te… e se permetti vorrei mettermi subito sulle sue tracce…”

“giù le mani! Sono ancora arrabbiata con te! e preparati che la mia domanda sarà pungente e voglio una risposta: sei mai andato in bianco?” domanda con uno sguardo furbesco.

“non rispondo.”

“devo dedurre, forse, che anche tu, il grande seduttore, sei andato in bianco con una ragazza???”

“adesso tocca a me fare una domanda.- evade brillantemente. – sono stato il primo ragazzo ad essere maltrattato, attaccato e.. picchiato da te, oppure hai riservato questo delizioso trattamento anche a qualcun altro??” chiede con uno sguardo divertito e provocante al tempo stesso.

Ridendo, la ragazza risponde: “posso assicurarti che non ho mai incontrato un ragazzo che mi facesse saltare i nervi come hai fatto tu…- sorride.- quindi non ho mai trattato nessuno come ho trattato te. Confesso, però, di essere un tantino irascibile e una volta…”

“una volta?” la incita a proseguire il ragazzo.

“una volta mi è capitato di reagire davvero male. Stavo in palestra e avevo appena finito il corso fitboxe… ero entrata  nello spogliatoio e mi ero tolta la maglietta quando la porta si spalanca ed entra un ragazzo. La prima cosa che ho fatto è mettere in pratica la lezione di poco prima….”

Tom scoppia a ridere. “ e quel poveretto?”

“dopo mi ha detto che era nuovo e non aveva idea che quello fosse lo spogliatoio… che figura..”

“Fitboxe! Ad un tipetto come te dovrebbero impedire di praticare certi sport!!” esclama il ragazzo mentre osserva Rose si prende il suo cucchiaino di torta. Il gioco va avanti e ne emergono dettagli sulla loro vita privata: Tom ha tolto le tonsille, Rose i denti del giudizio, il ragazzo odia nella maniera più assoluta il cibo cinese, la giovane non può soffrire l’insalata russa, Tom adora volare in moto sulla autostrada, giocare a basket, biliardo e la musica rock; Rose, al contrario, ama appassionatamente andare a cavallo, leggere e naturalmente la sua danza classica.

Ad interrompere i loro discorsi è l’improvviso boato proveniente dalle strade parigine, che annuncia l’inizio del conto alla rovescia.

I due corrono subito a sporgersi dal balcone per assistere meglio ai fuochi ed essere, in qualche modo, più partecipi. 10…9…8…7…6…5…4…3…2…1

Rose urla e si getta tra le braccia di Tom.

Un boato si alza dalle strade e  Parigi accoglie l’anno nuovo.

“Buon 2006, amore mio..” grida Rose a squarciagola tanto che crede che tutto il mondo possa udirla ora. Tom fa lo stesso e subito dopo prende lo champagne, lo agita per bene, e lo stappa bagnandosi leggermente. Fa per prendere due bicchieri ma Rose afferra la bottiglia e ne fa un sorso attaccandosi direttamente. Tom scoppia a ridere ma non si tira indietro e fa altrettanto; i due bevono a turno, poi tutto quello che non posso bere iniziano a tirarselo addosso bagnando leggermente i pantaloni di Rose e la felpa azzurra di Tom.

Abbracciati, si godono il susseguirsi dei fuochi d’artificio, in silenzio, come se quello se uno dei momenti più romantici.

Quando anche i fuochi d’artificio terminano, decidono di andare a fare quattro salti in disco. “andiamo!” esclama Rose, allegra e frizzante, afferrando i giacconi di entrambi. Tom la  prende per mano ed insieme fanno il tragitto inverso. Ora la ragazza è molto più sicura e stranamente non ha più paura dell’altezza.

I miracoli dello champagne..

 

“mm… sono stanchissima..” esclama la ragazza cercando nella borsa la chiave della loro camera.

Tom annuisce, sorridendo. Anche il suo bellissimo volto è un po’ segnato dalla stanchezza e i suoi occhi azzurri sono leggermente rossi. Osserva l’orologio: le cinque e quarantacinque. Finalmente la giovane recupera la chiave in quel pozzo infernale della sua borsetta e i due possono entrare.

“finalmente!” dice con enfasi in ragazzo. “pensavo che la povera chiave fosse stata inghiottita dalla miriade delle cose che hai in questa microscopica borsa- focalizza l’attenzione su quella borsa che, effettivamente, è proprio piccola.- … ma come fa ad entrar ci tutto? È piccolissima!!!”

“centra tutto, centra tutto..” risponde Rose, accondiscendente, mentre si siede sul letto, sfinita. Il ragazzo si siede accanto a lei, sbadigliando. “baciami.” Gli ordina, quasi, la ragazza, appoggiandosi alla sua spalla. Tom sta per assecondare quel dolcissimo invito quando un piccolo, insignificante rumore desta la sua attenzione. Si ferma a pochi istanti dalle labbra di lei mentre rizza tutti i sensi.

Rose riapre gli occhi e, vedendo che il volto del giovane improvvisamente si è fatto serio e teso, domanda: “be? Tutto bene?”

Tom dà un ultimo sguardo all’ambiente circostante: gli sembra tutto in ordine, tutto a posto.  Eppure non si sente tranquillo, il suo sesto senso gli impedisce di abbandonarsi alle labbra della ragazza.

“parlo con te, qualcosa non va?” domanda per la seconda volta la giovane, un po’ seccata da quell’atteggiamento.

*ma no..- pensa il giovane. – non sarà niente…* quindi torna a concentrarsi su di lei. “no.. scusami..”

“dimmi la verità, c’è qualcosa che non va?” reagisce lei, con prepotenza. “non trattarmi come una bambina!”

Tom sta per risponderle ma un nuovo rumore, più preoccupante del primo, desta di nuovo la sua attenzione. La giovane non sembra nemmeno notarlo giacché continua a polemizzare contro di lui per il suo comportamento, come se nulla fosse. Poi, improvvisamente, Tom capisce. “giù!” urla prendendo Rose per le spalle e conducendola con se a terra, sul lato del letto.

Un proiettile, veloce e silenzioso, rimbalza sulla parete. Rose, spaventata, grida ma Tom subito le tappa la bocca con una mano. “shh..” le raccomanda. La ragazza, anche se terrorizzata, obbedisce, calmandosi. Lentamente, il ragazzo cerca di rialzarsi ma una nuova pallottola si scaglia nella loro direzione e centra di nuovo la parete dietro di loro. Rose vorrebbe di nuovo gridare dalla paura ma si trattiene mentre osserva il suo ragazzo, molto più freddo e concentrato di lei, smanettare qualcosa all’interno di un cassetto del comodino vicino a loro.

“ma che diavolo fai?” domanda sottovoce mentre sente una seconda scarica di pallottole che viene lanciata verso di loro. Tom non le risponde ma le parole sono veramente inutili ora: Rose vede benissimo che ha tirato fuori dal comodino della loro camera una pistola. Non sta tanto a domandarsi come è possibile che ci sia lì dentro una pistola. La risposta è ovvia: l’arma è di Tom.

Il ragazzo, facendosi scudo con il letto, si sporge per rispondere al fuoco. Rose, tremando, si sporge pure lei, anche se di poco, per vedere chi li sta minacciando. È un uomo armato di una pisola, vestito completamente di nero, con un passamontagna. Lo vede puntare l’arma contro di loro, e si ritira appena in tempo per mettersi al riparo. Tom risponde al fuoco senza esitazione, come se non avesse fatto altro in tutta la sua vita.

In pochi secondi, prima ancora che Rose potesse realmente rendersi conto di tutto quello che sta accadendo, tutto finisce: l’uomo armato cade a terra, con un tonfo.

Il primo istinto della giovane è di alzarsi e di correre verso di lui. “Rose, cazzo, torna qua!” la richiama Tom, ma senza risultato. La ragazza si avvicina all’uomo mascherato, disteso a terra.

“Oddio è morto..” sussurra osservando la sagoma dell’aggressore. Il giovane si rialza dalla sua postazione e, continuando a tenere puntata la pistola contro il sicario, si avvicina. “certo che è morto.- afferma con freddezza.- credi che gli avrei lasciato modo di farci del male?”

“no, guarda è vivo!” esclama improvvisamente la ragazza con un moto di gioia. Subito si inginocchia accanto al ferito e, nonostante le proteste di Tom, inizia ad esaminarlo, per cercare la ferita.

“sei una cretina ma cosa diamine credi di fare?- la attacca il suo ragazzo.- se non è ancora morto, spostati, rimedio subito.” Rose si ferma, bloccata dalla freddezza di quelle parole. Incredula, si volta verso Tom, osservandolo con quegli occhi indagatori, increduli e schifati allo stesso tempo.

Tom non riesce a sostenere il suo sguardo a lungo e, dopo un po’, sbuffa dicendo: “e fa come ti pare!”

“guarda che non aspettavo il tuo benestare.- controbatte lei iniziando col togliere il passamontagna dal volto dell’uomo. – volevo vedere se avevi il coraggio di ripetere quello che hai detto.”

“non fare la moralista se non era per me ti avrebbe riempito di piombo…” si interrompe osservando il volto dell’uomo, svenuto. È uno degli uomini di Jarod. Lo riconosce benissimo. Si distanzia un po’ da loro, sicuro che ormai non ci sia alcun pericolo per la sua ragazza. La giovane ha finalmente trovato il punto in cui una pallottola ha centrato il killer: il braccio destro. Subito si blocca, raggelata da quello che ha scoperto. Per una pallottola al braccio, non si sviene. E altre ferite non ne ha.

“Tom..- sussurra come a cercare il ragazzo accanto a lei, ma niente si è allontanato verso il bagno e la paura gli impedisce di chiamarlo più forte..- Tom!!!” riprova a chiamarlo ma lui, niente, non si volta. Si gira lentamente verso il sicario che, non appena si volta, si rialza velocemente con il busto  e le mette le mani al collo per soffocarla.

Rose, spaventata e presa completamente alla sprovvista, si immobilizza, inizialmente, poi inizia ad opporre resistenza. Ma tutto questo non dura a lungo perché pochi istanti dopo, Tom, accortosi del pericolo, è lì accanto a lei e, con una freddezza micidiale, si scaglia contro di lui, colpendolo con un calcio al fianco. Il killer subito molla la presa ma Rose, libera, non permette certo a Tom di ucciderlo. “fermati!” gli urla quando questo punta addirittura la pistola contro l’aggressore minacciando di sparare a freddo. Il ragazzo, sospirando, sussurra in direzione del malvivente “esci immediatamente di qui, stronzo…”

Il killer, alzandosi, si dirige velocemente verso la finestra e, dopo qualche istante, esce così come era entrato.

“se mi avessi lasciato finire il lavoro, staremo più tranquilli..” commenta subito dopo. “chi ci assicura che non tornerà?”

Rose si passa una mano tra i capelli e, tremando leggermente, si rialza in piedi.

Il ragazzo si rende conto delle condizioni emotive della ragazza, del suo choc e si maledice per la sua freddezza, per la sua totale incomprensione. “dai scusami, io non..”

“lasciami in pace, Tom, lasciami in pace.” Dice dirigendosi velocemente in bagno e chiudendo perentoriamente la porta dietro di se. Quella porta che si è chiusa prepotentemente davanti a lui è un vero schiaffo morale per il giovane che, sospirando, si siede sul letto, poi abbassa il volto appoggiando la testa tra le mani.

Rose si lascia scivolare verso terra. Solo ora si rende conto del pericolo che ha passato…. Ha rischiato di morire. E perché poi? Non era certo una rapina, quell’uomo era seriamente intenzionato ad ucciderli. Ma per quale motivo? Ripensa un attimo alla freddezza del suo ragazzo, del suo sguardo non scomposto più di tanto, della metodicità con cui ha sparato.. come se fosse routine.. e poi come mai aveva una pistola nel comodino? Una pistola!! Ancora fatica a crederci…

Ma perché quei tipi volevano il suo sangue??? Eppure lei non ha fatto mai del male a nessuno e non può essere che qualcuno, improvvisamente, si sia messo in testa di ammazzarla.

Sospirando, abbraccia le ginocchia con le braccia e piega la testa verso il basso. Le è chiaro che quel tizio ce l’aveva con Tom e, implicitamente, anche con lei. Tante domande e tutte senza risposta. Non può restare con quei dubbi, le sue incertezze devono essere chiarite; Tom non può non darle alcuna spiegazione. Ha il diritto di sapere. Si alza lentamente dal pavimento freddo di quella stanza e, ancora tremante, apre il portone che la distanzia dal suo ragazzo.

Vedendola apparire sulla soglia del bagno, il giovane si alza immediatamente dal letto e le si avvicina. “Rose io..”

“io ho bisogno di sapere.” Lo interrompe lei con la voce rotta dalle lacrime.

Il suo pianto fa commuovere pure lui e i suoi bellissimi occhi blu diventano lucidi mentre dice: “tu hai ragione ma.. non so da dove iniziare..”

“inizia a spiegarmi chi sei veramente.- risponde, fredda.- spiegami di chi mi sono innamorata”

sospirando, il ragazzo si dirige verso il letto e si siede, facendole cenno di sedersi pure lei. Anche se un po’ contrariata, la ragazza obbedisce e si siede accanto a lui.

Colta da un moto d’orgoglio, si asciuga subito le guance bagnate mentre attende che Tom inizi a parlare. Il racconto del giovane inizia con un respiro profondo: “avevo solo sedici anni quando partecipai alla mia prima rapina…era una piccola parte: il mio compito era quello di fare il palo, niente di più. Avevo partecipato per gioco, insieme a Michael, per la semplice voglia di andare contro corrente. Ma una volta entrato nel giro è difficile riuscire a ritornare alla normalità.” si interrompe un attimo, distogliendo lo sguardo dal pavimento e posandolo sulla ragazza, cercando, forse, in lei, una conferma. Ma gli occhi di Rose sono distaccati, freddi come non li ha mai visti.

Riprende: “Jarod iniziò ad insegnarci tutto del mestiere. Michael sembrava bravo ma io, come diceva Jarod, c’ero proprio portato. Mi insegnò a non far mai credere agli altri quello che ero, così paradossalmente, da quando ero entrato nella sua cerchia, migliorai anche a scuola e riuscii a diplomarmi a buoni voti. Diventai il suo vice.- sospira, poi riprende.- poi le cose si incrinarono e giurò di ammazzarmi. Ed ora che io e la mia banda ci siamo creati un buon traffico e una buona organizzazione, è tornato alla carica…” conclude riabbassando lo sguardo verso terra.

Poi lo rialza verso la ragazza e ne vede, un po’ sorpreso, gli occhi lucidi e le guance di nuovo bagnate dalle lacrime. Rose tira su con il naso e distoglie lo sguardo.

Dunque così stanno le cose. Il ragazzo di cui credeva di essersi innamorata non esiste affatto.

Pensava che Tom fosse un po’ un briccone, un ragazzo fuori dalle righe, non un delinquente nel senso stretto del termine. Si rende conto di quanto lo abbia idealizzato a volte; forse è un po’ colpa sua… avrebbe dovuto saperlo guardare con più oggettività, cercando di staccare la spina del cuore.

E invece no, c’è cascata. Si innamorata di un disonesto, di un ladro, di un criminale!! Sente su di se gli occhi di Tom che sembrano implorarla di dire qualcosa, di arrabbiarsi, di urlare. .

Invece lei rimane immobile, con l’aria affranta, delusa,silenziosa.

“be ora sai proprio tutto di me… - riprende lui, con un tono un po’ più distaccato.-  io sono così. Non sei obbligata a rimanere, se te ne vuoi andare, quella è la porta.”

La ragazza si alza  immediatamente al letto e si dirige a passo sicuro verso la porta della stanza.

Il ragazzo la osserva, addolorato. Vorrebbe alzarsi e fermarla ma non ha il coraggio di farlo: non può, non deve intromettersi. A volte bisogna saper fare un passo indietro, saper rispettare la libertà e la volontà dell’altro. Per il bene della ragazza che ama, deve lasciarla libera di andare.

Rose mette la mano sulla maniglia, decisa. Ma  non ha il coraggio di abbassarla, si blocca.

Si rende perfettamente conto di essere ad un bivio e sa fin troppo bene che quella è una di quelle scelte che cambiano tutto. Se esce da quella porta sarà per sempre. Ma cosa la aspetta, se veramente fa forza sulla maniglia, la abbassa e se ne va dalla loro stanza d’albergo?

La aspetta la sua vita. Il suo lento e ripetitivo tram tram quotidiano: la danza, l’università, i soliti problemi. Una vita senza Tom. No, non ce la fa. Non può rinunciare a lui. La sua mano si ritira dalla porta e la ragazza si volta verso Tom. Lo vede, in piedi, volto verso l’enorme porta finestra della camera dell’albergo, da cui filtrano i primi timidi raggi solari.

Decide di fare la cosa più giusta, di staccare di cervello, di pensare con il cuore.

Non può non tener presente il suo racconto, la sua confessione.. ma le cose possono cambiare. Sì, con lei Tom potrebbe addirittura cambiare.

Sorridendo, corre verso il suo ragazzo e lo abbraccia di slancio da dietro. Tom, un po’ scosso e assolutamente impreparato, quasi perde l’equilibrio. Si volta immediatamente, mentre sente nell’animo il sentimento più forte che abbia mai provato… osserva la sua ragazza, che gli sorride, mentre continua ad abbracciarlo. “ma..” sussurra, incredulo.

“io non ti lascio..- risponde Rose.- ti amo troppo per lasciarti..”

Tom la stringe con tenerezza, sincerità. Non avrebbe potuto mentirle, e ora sa che Rose ha capito. La accarezza con le sua mani che purtroppo sono state sporche di sangue, cerca di tranquillizzarla con i soli gesti, di farle capire che a lei non farà mai del male. “non…hai proprio nessun dubbio?”

“oh si, tanti.- gli confessa lei.- forse sto facendo la più grande sciocchezza della mia vita…- il ragazzo si perde letteralmente nel suo splendido sorriso.- ma questo è quello che voglio fare ora.. perché ho deciso che tu vali la pena di correre il rischio..”

Il ragazzo le asciuga la pelle bagnata dalle lacrime con i pollici. “le tue parole sono bellissime…io temevo che non ti avrei più rivista… mi sono sentito morire..” le sussurra baciandole la fronte.

“sono qui, ora.” Risponde lei.  “Abbracciami..”

i due si stringono dolcemente mentre la mente della ragazza riflette sull’approvazione della sua famiglia riguardo la sua scelta. No, probabilmente, no. Ma si accorge che non le importa.

Lei vuole Tom, ora.

Mentre continuano ad essere abbracciati,lo sguardo di Tom cade sulle pareti ammaccate della stanza d’albergo…le pistole, con il silenziatore, non avevano praticamente fatto casino ma i proiettili rimbalzati sul muro, quelli avevano lasciato delle tracce ben difficili da cancellare.

“Rose.- chiede distaccandola un po’ da se.- oltre Parigi, quale capitale europea ti piacerebbe visitare?” la ragazza,ora completamente illuminata dalla luce solare, aggrotta la fronte. “vorresti lasciare Parigi? E perché?” Tom le fa un cenno verso le pareti rovinate.

“ci chiederanno un sacco di soldi per il risarcimento. Invece, scivolando velocemente fuori secondo un mio trucchetto, e volando via verso un’altra città risparmieremmo un mucchio di soldi...”

La ragazza, ridendo, si allontana da lui. “eh no! Troppo comodo mio caro!!! Io voglio vedere ancora Parigi, quindi vedi di sborsare qualche soldino perché io non mi muovo dalla Francia!! Chiaro?”

Dal suo bellissimo sorriso determinato Tom capisce fin troppo bene che insistere sarebbe inutile. Povero il suo portafogli…

Abbracciati, rimangono ancora a fissare il cerchio solare arrampicarsi caparbiamente sul cielo.

L’alba.

L’alba del 2006. La prima alba dell’anno nuovo.

Di un anno nuovo.- pensa Rose, sorridendo,- e, forse, chi sa, anche di una nuova vita…

 

Fine undicesimo capitolo

 

 

 

 

 

  
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