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Autore: stellabrilla    12/05/2011    0 recensioni
Versione riveduta e corretta di una mia vecchia FF, ambientata all'inizio della IV serie.
Gibbs/Tony centrica.
Una missione sotto copertura coinvolgerà i nostri due agenti, e li vedrà protagonisti di un'avventura dai risvolti inaspettati. Assieme a personaggi inediti e misteriosi saranno catapultati in un intrigo internazionale. Donne bellissime e crudeli. Spie senza scrupoli. Un pericolo mortale che minaccia il mondo. Questo e molto altro ancora...
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Fu un tipetto piccolo e smilzo ad accoglierli dietro la porta.
Entrarono.
Per qualche secondo Tony rimase senza fiato: aveva appena messo piede in una delle case più belle e moderne che mai gli fosse capitato di vedere.
Da fuori sembrava una villa, ma era a tutti gli effetti un loft, anzi, tre loft uno sopra l’altro... visto che la palazzina aveva tre piani, ognuno dei quali doveva misurare almeno 250 mq. Con oggetti d’arte moderna ed elettrodomestici tra i più avanzati sul mercato disseminati in ogni angolo.
Quadri astratti, sculture bizzarre, schermi al plasma grandi come divani, stereo giganteschi, consolle per videogiochi d’ultima generazione e perfino una penisola bar.
-Ma questo è un paradiso.- sbottò, senza riuscire più a trattenersi.
-Ti piace?- chiese una voce alle sue spalle.
Tony si voltò, era stato uno degli uomini di Kira a parlare, uno di quelli che li avevano accompagnati durante il viaggio fin lì. Eppure non era lo stesso uomo di pochi minuti prima... Stava sorridendo, mostrando una schiera di denti bianchissimi, la postura del suo corpo era rilassata e gli occhi castano-arancio brillavano.
-Ci puoi scommettere che mi piace, amico. Quanto darei per potermi permettere un posto del genere. Ma sul serio questa è la vostra base?- Gli rispose Tony, piacevolmente sorpreso dall’atteggiamento amichevole del suo interlocutore.
-E’ più di una base. E’ la nostra casa. Comunque io sono Demian, piacere.- Sorrise ancora e strinse la mano a Tony.
Gibbs rimaneva in silenzio, ma Tony diede un’occhiata agli altri membri della squadra. Sembravano avere più o meno della tua età. Normali ragazzi di trent’anni. Parlavano tra di loro e scherzavano, perfino.
Erano cinque in tutto, ed era un gruppo piuttosto eterogeneo.
Quello che si era presentato come Demian era alto e slanciato, aveva capelli rossi e un sorriso da lupo. C’era un biondo piuttosto avvenente, alto e atletico, che armeggiava dietro la penisola bar. -Chi si fa una birra con me, ragazzi?-
Un omone grosso come un bisonte se ne stava accanto allo stereo, canticchiando una canzone dei Beatles. -Lobo, abbassa il volume di quel coso,- protestò qualcuno. E Tony inquadrò un tipo strano, nonostante non sembrasse più vecchio dei suoi compagni aveva capelli e sopracciglia completamente bianchi. Aveva acceso la consolle e si accingeva a continuare una partita di calcio lasciata in sospeso -Io mi prendo qualcosa di più forte Devon, ci pensi tu?-
-Come no!- rispose il ragazzo biondo, da dietro il bar. -È sempre bello vederti ubriaco a metà giornata, Aaron. Soprattutto quando poi Kira ti prende a calci nel sedere. Max, tu vuoi qualcosa?-
Il tipetto piccolo e smilzo che aveva aperto loro la porta rispose affermativamente alla domanda del compagno, e una birra gli fu lanciata con precisione.
Nel giro di pochi secondi sembrò di trovarsi, non in una base operativa di agenti governativi, ma in una casa studenti a Barcellona.
I due agenti dell’NCIS rimasero sulla porta, apparentemente dimenticati.
A quel punto apparve Kira, affacciandosi dal piano superiore.
-Ragazzi! - li richiamò aspra, - ma vi pare il modo di comportarsi? Abbiamo ospiti, ve lo siete dimenticato?–
Calò un silenzio imbarazzato, la musica fu spenta, il videogioco messo in pausa, i sorsi di birra lasciati a metà.
-Benvenuti,- disse ad un tratto Max, alzando la bottiglia -fate come se foste a casa vostra.-
-Qualcosa da bere?- chiese Devon da dietro il bar.
-Io ho un altro joystik...- propose Aaron mostrando la propria consolle per videogiochi.
-Preferite “Shine on” dei Jet?- domandò Lobo mostrando altri dischi.
La donna alzò gli occhi al cielo.
-Demian, mostra a Tony e Jethro la loro stanza, e prendi tutto quello che servire loro: asciugamani, lenzuola, spazzolini... -
Si rivolse di nuovo agli altri -E voi. Avete un’ora di tempo per farvi una doccia e rilassavi. Poi vi voglio tutti in sala conferenze.-
Ci fu un coro di “OK”, poi la musica, il videogioco e le birre furono riprese e Kira fece un cenno ai due agenti dell’Ncis.
-Dovete scusarci,- disse il ragazzo dai capelli rossi, mentre li guidava al piano di sopra -ma siamo tornati tre giorni fa da una missione di sei mesi in Cile. Non è stata proprio una vacanza. Kira ci ha concesso qualche giorno di svago, prima di ripartire domani-
-Domani?- chiese Gibbs aprendo bocca per la prima volta da quando erano saliti sul furgone.
-Sì. Domani sera. Abbiamo indetto la riunione per mettervi al corrente di tutto ciò che riguarda la missione. Obbiettivi, rischi e piani d’azione. In modo che domani abbiate il tempo di memorizzare tutto.-
Demian entrò in una stanza e accese la luce. Dentro c’erano due letti, e tutto ciò che un uomo può desiderare in una stanza, compreso il minibar. L’espressione di Tony era estasiata.
-Mettetevi a vostro agio, per quanto vi è possibile. Il bagno è sul piano, seconda porta a destra. Vi porterò l’occorrente. Verrà qualcuno a chiamarvi tra un’ora, a meno che non vogliate scendere a fare amicizia...- Sorrise a Tony, poi uscì lasciandoli soli.

*******

I due uomini dell’NCIS si sistemarono nella stanza. Tony tentò di fare conversazione con il Capo, ma ottenne in risposta solo qualche grugnito e la minaccia di un calcio nel sedere, quindi decise di uscire ad esplorare e socializzare con i suoi nuovi compagni.
Stava curiosando in giro, toccando e giocherellando con tutti gli oggetti strani che quando capì di essere osservato. Si girò e vide Kira, che lo fissava.
Lei sorrise, e Tony ebbe una fitta al cuore. Si era da tempo arreso a non poterlo più rivedere quel sorriso.
-Sono felice di averti qui.- Disse la donna, e lo invitò a seguirlo in una stanza al terzo piano, adibita ad ufficio.
Ebbero un lungo colloquio. Tony alzò la voce, si arrabbiò, chiese spiegazioni. Ma la sua rabbia alla fine si spense. Ascoltò una storia che pareva inverosimile, assurda. Eppure lui aveva visto con i suoi stessi occhi. Aveva assistito all’evento che provava oltre ogni dubbio la veridicità di quel racconto.
-Ma se tutta la storia che hai raccontato è vera,- disse Tony ancora scosso, -allora io e Gibbs non dovremmo assolutamente trovarci qui. Stai correndo un rischio enorme. Perché lo fai?-
-Perché non ce l’avrei fatta ad abbandonarti di nuovo.- Rispose lei, semplicemente. -Non sai quanto mi sia costato abbandonarti. Non poterti contattare, farti sapere che ero viva.-
Rimasero in silenzio qualche tempo, poi la donna parlò di nuovo.
-Adesso dobbiamo andare. Ci sono ancora molte cose da fare prima della partenza, e devo mettervi al corrente sui dettagli della missione. Nel frattempo ti pregherei di tacere a Gibbs i fatti che ti ho appena narrato. Anche lui saprà, ma a tempo debito.- Mentre finiva la frase allungò una mano e sfiorò con una carezza la guancia di Tony. Un gesto un tempo tanto familiare, che sembrò essere la cosa più naturale del mondo.
Il ragazzo sorrise, e la stanza parve per un attimo più luminosa.

******

Gibbs era molto nervoso. Quando aveva accettato di partecipare alla missione aveva forse tralasciato un piccolo particolare: da anni ormai era abituato a comandare, ad avere sempre in pugno la situazione, ad essere sempre un passo avanti. Adesso si rendeva conto che il non essere al corrente di tutto, il non avere la possibilità di gestire se stesso, le risorse e le informazioni lo metteva enormemente a disagio.
Ma davvero era cambiato così tanto da quando aveva cominciato a fare quel mestiere, da quando era un pivello ed eseguiva a menadito gli ordini di Mike Franks? Davvero non era più in grado di giostrarsi in una situazione del genere? Non volle arrendersi a quell’idea. La prese come una sfida contro se stesso, e contro i propri limiti.
L’ingresso nella stanza del ragazzo dai capelli biondi, Devon, interruppe i suoi pensieri. Lo seguì al piano terra e poi in una specie di seminterrato. Entrarono in una stanza rettangolare, illuminata da una fredda luce al neon, al centro c’era un grosso tavolo ovale in legno di noce.
Tutt’intorno alle pareti c’erano schermi, piantine topografiche, fotografie identificative e appunti vari. Gli altri ragazzi, compreso Tony, erano già seduti attorno al tavolo.
-Molto bene,- esordì Kira che era seduta ad uno dei capotavola, -visto che ci siamo tutti, possiamo cominciare. Parlerò prima a favore dei nostri Agenti in Prestito.-
Si assicurò di avere l’attenzione di tutti, poi riprese a parlare.
-Ci è giunta notizia di uno strano fermento tra i maggiori trafficanti di morte di tutto il mondo. A quanto pare una nuova arma biologica, assolutamente all’avanguardia, è stata illegalmente prodotta da un’industria giapponese. Pare che questa sostanza sia talmente potente e letale che basterebbe possederla per diventare la persona più potente di tutto il mondo. Adesso l'arma batteriologica è stata messa in vendita. Sarà messa all’asta e ceduta al miglior offerente. Proprio sul suolo americano.-
-Dove e quando avverrà quest’asta? Chi vi parteciperà?- Chiese Gibbs, in maniera spiccia.
Fu Aaron a rispondere per primo: -Sappiamo il dove e il quando,- disse asciutto.
-Nell’albergo MGM Grand di Las Vegas, tra quattro giorni.-
-Sappiamo il come,- aggiunse Demian. -In occasione di un convegno di antiquari, che verrà usato come copertura. Durante una vera e propria asta di opere d’arte.-
-Abbiamo una lista abbastanza precisa dei trafficanti che parteciperanno. Ma non possiamo fare nulla fino a quando non sapremo in che luogo è custodito il virus.- Concluse Max.
Kira riprese la parola –L’affare è stato organizzato dalla stessa azienda giapponese, che si è affidata ad una particolare squadra di mercenari, molto specializzati. E devo ammettere che sono stati abbastanza bravi da metterci seriamente i bastoni tra le ruote. L’unica cosa che siamo riusciti a scoprire è che il virus è già stato trasportato in America. Probabilmente la loro base è nascosta tra le montagne del Nevada. Il nostro compito è trovare l'arma e neutralizzare il pericolo, prima che sia venduta diventando un rischio l’intero genere umano.-
-Qual è il piano?- Chiese ancora Gibbs.
-Mescolarci agli ospiti e agli inservienti dell’albergo in cui si terrà l’asta. Individuare gli acquirenti e i venditori. Catturare uno dei venditori e farci dire dov’è l’arma. Semplice, no?-
-Come no!- esclamò Tony -Una vera e propria scampagnata…-
-Devo dire che le cose si sono molto semplificate grazie al vostro intervento.- disse Kira.
-Davvero Dia.. Kira? Perché, cosa abbiamo fatto?-
-Avete fatto saltare la testa a quel motociclista…- fu l’enigmatica risposta.
-Eccoci arrivati alla parte interessante.- Disse Gibbs, -Il motivo per cui siamo stati trascinati in questa storia. Cosa c’entra il Motociclista?-
Tony lanciò un’occhiata al suo capo. Aveva paura che quello fosse ancora un argomento spinoso.
Ma Kira scosse la testa, -Questo richiederà una spiegazione molto più lunga. Adesso concentriamoci sulla sceneggiatura.-
-Sceneggiatura?- Tony si accostò al tavolo, osservando Kira che porgeva alcuni fascicoli a Demian, il quale si alzò per distribuirli.
-Certo. Per la riuscita di ogni buon film occorre una buona sceneggiatura, dei buoni personaggi, degli ottimi attori e, non ultimo, un buon regista, che sarei io. Dovremo avere occhi e orecchie ovunque all’interno e all’esterno dell’albergo dove si terrà l’asta. Tra il personale, tra gli ospiti. In ogni settore.- Aprì il fascicolo che aveva tra le mani.
-Devon e Demian. all’MGM ospita stabilmente un numero del Cirque du Soleil. Si dà il caso che abbiano due acrobati in malattia. Voi li sostituirete. Si chiamano Karil Mizki e Jaroslav Bogdan. Sono una coppia gay di trapezisti slavi.-
-Ma perché toccano sempre a noi gli omosessuali?- si lamentò Devon. Poi si girò verso il compagno. -Ti avverto, stavolta la checca la fai tu.-
- Ma certo mia cara! - gli rispose Demian, facendogli gli occhi dolci.
Kira riprese - Lobo: sari un addetto alla sicurezza. Ti chiami Robert Winston, sei divorziato e hai una figlia di sette anni che non vedi da tre.- Lobo ricevette il proprio fascicolo.
-Max, tu sarai un barman. Alfredo Gonzàlez, indebitato fino al collo a causa del gioco d’azzardo.
-Aaron, invece, sei un giovane imprenditore scapolo, Raimond McRiver. Hai appena ereditato la fortuna di tuo padre, e non vedi l’ora di spendertela tutta.-
I ragazzi annuirono e cominciarono a consultare le schede che avevano davanti.
-E noi- chiese Gibbs. -Che parte dobbiamo recitare? Autisti, cuochi, addetti alle valigie?-
-Io posso interpretare il fratello del milionario?- Chiese Tony.
Kira gli sorrise -Per noi ho lasciato il meglio, Agente Gibbs. Apri il fascicolo e leggi.-
Gibbs lo fece, e dopo alcuni tentativi (era senza occhiali) riuscì a leggere il nome -Thomas Hornett, ricco antiquario di New York.- recitò.
Anche Tony aprì il proprio fascicolo, ma subito la sua espressione si fece dubbiosa. -Hei, ci deve essere un errore! Anche qui c’è scritto Thomas Hornett...– si fermò di colpo e sgranò gli occhi - ..Junior. Thomas Hornett Junior! - guardò Gibbs con un gran sorriso.- Mi compri un’auto nuova... Paparino?-

CONTINUA…
   
 
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