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Autore: Lela White    12/05/2011    13 recensioni
A volte è molto più facile scappare. A volte, è l’unica possibilità che ci si presenta. A volte la vita ti mette davanti a l’unica eventualità che non puoi sopportare e tutto diventa semplicemente troppo doloroso…
Michela è una studentessa universitaria, semplice, dolce ed ingenua. Alessandro è colui che c’è sempre stato, il suo migliore amico, che la sempre protetta da tutto, tralasciando l’unico, imprevedibile pericolo, se stesso! Il loro è un legame possessivo, completo, disarmante, che li lascia entrambi persi di fronte l’inevitabile. Nulla però è scontato, non lo sono loro…non ne sono capaci e quando Michy fugge…tutto cambia!
Una storia narrata tra presente e passato, perché nulla di adesso può essere spiegato senza ricordare ciò che erano stati, ciò che non sono più….ma cosa è accaduto? Non più quelli di ieri, ma solo quelli di oggi…
Può l’amicizia trasformarsi in amore? Può l’Amore trasformarsi in rabbia e dolore? E se tutto ciò per cui hai lottato, vissuto…sparisse portandosi via tutto, cosa faresti?
Dal capitolo 1-( “..perchè se l’amicizia è uno dei tesori più grandi, l’Amore è uno dei dolori più forti che una persona possa provare..”)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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FUGA- Cap 6

Fuga : Cap 6
FUGA
CAPITOLO 6

Da quel giorno...(parte 2)



"Sei pronta per il compito" chiese Gaia mentre entravamo nel cortile del liceo.
"Definisci pronta" risposi ridendo.
Avevamo passato l'ultima settimana a rivedere le mille formule che non volevano proprio entrarmi in testa. Era l'ultimo compito di matematica prima che finisse il terzo anno e rischiavo di prendere un debito, perciò quella mattina era la mia ultima possibilità, dopo di chè avrei rinunciato a capire la matematica.

"Scusami?" chiese una ragazza alle nostre spalle.
Mi voltai incuriosita, la conoscevo o meglio, l'avevo vista di sfuggita a scuola ma non ci eravamo mai parlate.
"Si?"
"Sei Michela, vero?" chiese ancora.
Annuii, aspettando che continuasse e con me anche Gaia.
"Ciao io sono Sonia e bè...scusami, di nuovo, ma dovrei farti una domanda un pò personale".
Io e Gaia ci guardammo curiose ed annuii ancora.
"Vedi, mi stavo chiedendo se tra, te ed Alessandro ci fosse qualcosa..."
Sbarrai gli occhi per la sorpresa e poi scoppiai a ridere.
"Come dici?" chiesi incredula, insomma chi era questa qui?
"Si vedi, diciamo che mi interesserebbe conoscerlo meglio ma vedo che state sempre insieme e non si capisce se siete fidanzati oppure..."
"Oppure nulla" la interruppi, improvvisamente nervosa anche se non ne capivo il motivo.
"Senti, sinceramente non ti conosco ma... nulla, tra me ed Ale c'è solo una grande amicizia perciò.."
"Vuoi dirmi che non c'è mai stato niente tra voi?" chiese allibita.
Adesso iniziavo ad innervosirmi davvero, perchè non erano questioni che la riguardavano.
"Non credo che debba interessarti e non sò perchè ti stia rispondendo comunque... no, te lo ripeto siamo amici ed Alessandro è liberissimo di frequentare chi vuole, come faccio io..."
"Bè non è che tu ti dia alla pazza gioia" commentò Gaia ridendo.
"Zitta tu, che ne sai" risposi mentre lei alzava gli occhi al cielo.
Sonia rimase a fissarmi per alcuni secondi e poi annuì.
"D'accordo, volevo solo capire meglio per non creare problemi, anche perchè...no niente grazie ancora" e si girò.
Non resistetti, fu istintivo.
"Anche perchè cosa?" chiesi fermandole un braccio.
Lei scosse la testa, sembrando per un attimo imbarazzata.
"No, niente è che tutti sanno del -divieto su di te-, aggiungi che siete sempre insieme e.."
"Non ti seguo, che vuol dire -divieto su di me-?"
Lei spalancò gli occhi allarmata e Gaia mi prese per un braccio frenando la furia che stava salendo, avevo un terribile sospetto...
"Tutti i ragazzi della scuola sanno che devono...come dire...girarti alla larga, Alessandro è stato molto chiaro".
Eccola lì la furia, arrivata tutta insieme ad accecarmi e vidi solo rosso.
"Io lo uccido! Questa volta lo uccido con le mie mani!"

Dopo scuola mi diressi a casa sua, visto che quella mattina non era venuto.
Davanti la sua porta bussai fino a farmi diventare le nocche rosse, sapevo che non c'era nessuno a quell'ora e che probabilmente Alessandro stava dormendo beato.
Dopo diversi minuti, la porta si spalancò.
"Ma chi diavolo è?"
.
Lo spinsi con foga dentro casa.

Con le mani puntati sul suo petto, nudo, iniziai ad urlare.
"Tu, brutto idiota, troglodita, possessivo e maschilista, come ti sei permesso?
"
"Ehi ma sei impazzita?" rispose indietreggiando e stringendomi le mani con le sue per impedirmi di colpirlo.
Continuai ad agitarmi ma mi teneva bloccata con una sola mano, mentre con l'altra cercava di chiudere la porta.
"Che cos'è questa storia?" gli chiesi cercando di fermarmi, visto che con l'azione fisica non stavo ottenendo molto.

"Ok, andiamo con calma e dimmi cosa avrei fatto questa volta" commentò sereno, il che mi infastidì ancora di più.
"Cosa vuol dire il -divieto su di me- ?" chiesi a bruciapelo.
Lui mi guardò senza muovere un ciglio, per poi girarsi ed incamminarsi verso la sua stanza, sbuffando.
"Ehi, sto parlando con te e ti conviene rispondere perchè sono molto arrabbiata" aggiunsi seguendolo.
La camera era nella penombra, le tende erano accostate e vidi il letto sfatto, mi concentrai per la prima volta sul suo abbigliamento, ovvero solo un paio di jeans calati, scalzo e senza maglietta. A quanto pare stava dormendo davvero.
"Sinceramente non capisco perchè ti scaldi in questo modo e nemmeno come hai fatto a metterci così tanto per scoprirlo" disse iniziando a ridere.
Mi avventai ancora verso di lui per colpirlo ma mi strinse i polsi con una mano e mi tirò più stretta.
"Ehi, aspetta e fammi finire".
"Non hai scusanti. E' una cosa ridicola, per non dire che tu non hai nessun diritto..."
"Oh certo che ce l'ho... è scritto nel -diritto del migliore amico-. Un pò come non far guidare un tuo amico quando è ubriaco, o dire ad una tua amica che il vestito che indossa le fà un sedere enorme. Questa è onestà, è a.mi.ci.zia!" disse sillabando l'ultima parola.
"Già ma la vera amicizia, non vuole dire fare di tutto per evitare all'altro una vita sociale"
risposi allontanandomi da lui, che sorrideva divertito.
"Non l'ho fatto. Mi sembra che tu sia uscita con diversi ragazzi in questi anni, ma quello che non sai è che prima venivano "vagliati" dal sottoscritto" disse inchinando la testa come in attesa di un applauso.
La mia faccia in quel momento assunse l'espressione di un pesce palla. Ero completamente allibita.
"Dovresti ringraziarmi" disse orgoglioso.
"Ah si?" commentai sarcastica.
"Certo, perchè hai qualcuno che ti vuole bene e che si prende cura di te. Sai che potrei uccidere chiunque ti sfiorasse senza che tu lo voglia" disse con la sguardo più dolce del mondo.
Abbassai gli occhi, un pò imbarazzata ed un pò infastidita con me stessa per non essere riuscita a rimanere arrabbiata con lui e nel farlo mi voltai camminando per la stanza. Pessima scelta.
Gli occhi volarono su una carta argentata sul comodino, era aperta e stracciata. Usata.
Mi voltai di scatto verso di lui, che capì immediatamento ed iniziò a sorridere.
"Cosa è successo?" chiesi curiosa, mentre il cuore iniziava a corre più veloce.
"Vuoi la versione lunga e piccante o breve e pulita?" chiese orgoglioso, mentre io, scorrendo ancora lo sguardo per la stanza iniziai a mettere insieme i pezzi.
Il letto disfatto, panni a terra, lui mezzo nudo e quel quadruccio argentato aperto. Qualcuno aveva fatto sesso. Alessandro, aveva fatto sesso per la prima volta.
Sentii una strana morsa allo stomaco, mai provata prima. Un sentimento di delusione e rabbia che mi confuse ma tutto ciò che dissi fù :"Dai stallone, racconta".

Da quel giorno capii che essergli amica, a volte, faceva male...




*************************



"Non posso credere che la festa sia tra poche ore e voi siete ancora così!" esclamò Daniela entrando in camera mia e vedendo me ed Alessandro attorcigliati tra le coperte in un mare di pop corn e gelatine.
"Il film è quasi finito" disse Ale senza distogliere gli occhi dal film, mentre io mi coprivo con una mano per non vedere l'assassino che torturava la protagonista.
"Va bene vado a chiamare Gaia, poi ritorno e quando sarò quì voglio vedervi in piedi" disse uscendo come una furia.
"Uffà" borbottai.
"Che c'è ragazzina, non vuoi andare alla festa del liceo?" chiese fingendosi sconvolto.
Mi voltai a guardare quegli occhi verdi e brillanti con il sorriso caldo che riservava sempre a me.
"No, non mi piacciono, ormai dovresti saperlo e tu vuoi andarci?".
Ale portò lo sguardo sul televisore ridendo.
"Bè, non si dica che io disdegni un pò di carne fresca!" commentò infilandosi in bocca una manciata di gelatine.
Gli infilai un gomitata nelle costole e mi alzai.
"Ehi non finisci di vedere il film?" chiese.
"No, devo farmi una doccia ed iniziare a vestirmi oppure Fabio mi troverà in tuta e non sono un bello spettacolo" dissi iniziando a prendere il cambio dal cassetto.
"Che stupidaggine, io credo che il tuo pigiama con le ranocchie sia il massimo" commentò.
A quel punto mi fermai, dandogli le spalle. C'era una cosa di cui volevo parlargli ma non sapevo come e quindi optai per andare dritta al punto.
"Bè, diciamo che il pigiama non è il massimo per... tutto"
"Se ti riferisci alla festa, sono sicuro che qualsiasi vestito andrà bene" disse continuando a mangiare.
Respirai a fondo prima di prendere ciò che volevo mostrargli dal cassetto e poi mi giri di scatto.
"Che ne pensi?" chiesi stendendo il completino intimo sul letto.
Ale si volto a guardarmi e per poco non morì soffocato, con le gelatine.
"E questo cosa sarebbe? " disse prendendo tra le mani il mio completino blu perlato.
"Stasera voglio fare l'amore con Fabio!" dissi
sorridendo.
Lo guardai e vidi i suoi occhi allargarsi a dismisura, il volto diventare rosso come un cartone animato e lo sentii trattenere il respiro.
"Ale...stai.."
"Ma sei impazzita?" mi urlò, scattando in piedi.
Il mio sorriso si spense immediatamente.
Sapevo che Alessandro era molto possessivo nei miei confronti ma credevo che ormai si fosse abituato a Fabio e che non lo considerasse più un pericolo per me. La sua reazione mi confuse e mi fece arrabbiare. Insomma, ricordavo bene quando scoprii che aveva perso la verginità, mi ricordai di essermi sentita strana e ferita, ma capii che dovevo reagire da amica, capii che era solo una strana gelosia dettata dal nostro rapporto ma che non significava nulla. Perchè lui non stava facendo lo stesso?
"E sentiamo perchè sarei impazzita, perchè voglio fare l'amore con il mio ragazzo?" chiesi arrabbiata.
Alessandro mi guardò e giurai di aver visto una luce nei suoi occhi.
"No, certo che no, che dici... è solo che..bè non me l'aspettavo e poi, queste cose ...queste cose non si dovrebbero pianificare. Voi ragazze ci tenete a questa cosa...questa cosa della verginità ed io non voglio che...bè ma se tu... è ovvio che" non sapeva più come continuare e capii che si sentiva in imbarazzo.
Di nuovo quella dolce espressione mi calmò e mi avvicinai a lui prendendolo per il volto come facevo sempre per costringerlo a guardarmi.
"Ale stasera farò l'amore con il mio ragazzo per la prima volta. Sò che mi vuoi bene e che ti preoccupi per me, ti sei...sempre...preoccupato per me, ma stasera non ce n'è bisogno. Voglio farlo, mi sento pronta. Vorrei solo che il mio migliore amico condivida con me questo momento" dissi sorridendo.
Lo vidi socchiudere gli occhi per un momento visto che non poteva scappare dalla mia presa, per poi prendere un profondo respiro prima di parlare.
"Michy, c'è una cosa che vorrei dirti..."
"Dimmi" sussurrai guardandolo negli occhi.
"Io.."
"Siete ancora così?" urlò Gaia entrando come un tornado.
Alessandro si allontanò di scatto, scompigliandosi i capelli.
"Oh mamma mia, hai ragione, devo farmi una doccia anch'io. Allora ci vediamo dopo, vi lascio alle vostre cose da..ragazze" disse tutto di botto avvicinandosi alla porta.
Lo guardai confusa per un attimo.
"Ale cosa stavi dicendo?" chiesi.
Lui si fermò sulla soglia della porta e poi si girò guardandomi.
Gli occhi brillavano ed il volto sorrideva.
"Ma niente...solo.. dacci dentro ragazza!" disse facendomi l'occhiolino, per poi andar via.

Da quel giorno capii, che il sesso non è amore.





*************************



Dopo che Alessandro mi venne a prendere al pub, ma soprattutto dopo la serata disastrosa che avevo passato con il -fantomatico-super-figo Diego, non avevo ricevuto nessuna chiamata dalla mia amica Daniela, solo un messaggio in cui si scusava per avermi lasciata sola e che l'indomani mi avrebbe spiegato tutto.
Ero arrabbiata con lei ma non mi andava di discutere, così rimandai il tutto al giorno seguente.
Arrivati sotto casa mia, nel più totale silenzio, Ale spense la macchina e rimase a guardare davanti a se. Io feci lo stesso, prima di sospirare e guardarlo.
"Grazie per essere venuto a prendermi" dissi.
"Non dirlo neanche, mi dispiace solo non essere arrivato prima" rispose.
"Ale..." sospirai guardandolo.
"Dimmi"
"Mi guardi?" chiesi, la voce mi tremava e non sapevo il perchè.
Lui si voltò lentamente, tenendo gli occhi abbassati e poi ancora più lentamente li alzò incontrando i miei.
In quell'attimo una lacrima scese sulla mi guacia e sospirai ancora.
"Mi dispiace per oggi, non sò cosa mi sia preso...io.."
Mi interruppe prendendomi il viso tra le mani e asciugandomi la lacrima.
"No dispiace a me. Non dovevo parlarti in quel modo, tu non centri niente sono io che...scusa davvero sono stato stupido ed infantile"
Sorrisi vedendo che non era arrabbiato con me e poi scossi la testa.
"Non parliamone più, non è successo nulla, le discussioni possono accadere a chiunque".
Lui annuì sorridendo.
"Ti va di vederci un film?" chiese.
"Certo".

I miei dormivano da un pezzo, perciò entrammo senza far rumore.
Mi tolsi le scarpe, mentre Ale andava ad aprire la finestra.
"Che caldo, in questa stanza non si respira" disse.
Lo guardai ridendo.
"Mi aiuti?" chiesi dandogli le spalle e mostrandogli la chiusura del vestito.
"Sai, ogni volta che devo aiutarti mi sembra di spogliare una bambola di pezza" disse sorridendo.
Sapevo che scherzava, mi prendeva sempre in giro ma in quel preciso istante, notai come fece attenzione a non sfiorarmi neanche con un dito.
Il vestito scivolò fino a metà schiena ma lo fermai davanti.
"Ma bravo, se vuoi un consiglio quando spogli una ragazza non dirle una cosa del genere, ho ti chiuderà la via per il paradiso" risposi prendendolo in giro a mia volta.
Lo sentii sogghignare mentre andai in bagno a cambiarmi.
Dopo qualche minuto, riuscii con indosso il mio pigiama con le cigliege. Era una serata molto calda e quando sentii una leggera musica venire da fuori capii che Ale era sul mio balcone.
Lo trovai sdraiato sul mio lettino per prendere il sole, mentre ascoltava la musica dallo stereo. Aveva spostato le casse sul balcone e canticchiava sottovoce con gli occhi chiusi.
Mi sorpresi a guardarlo curiosa ed emozionata, si era cambiato anche lui indossando una tuta grigia con una cannottiera bianca, erano i panni che teneva a casa mia per occasioni come questa.
Lo guardai e pensai che...era bello. Semplicemente.
"Non dovevamo vedere un film?" chiesi rimanendo vicino la finestra.
"Rimaniamo un pò quì" disse allungando una mano verso la mia.
La presi e mi attirò verso di se, facendomi sdraiare al suo fianco e stringendomi con un braccio.

Con la coda nell'occhio lo vidi guardare le stelle, serio e pensieroso come non lo vedevo da tanto, ma il tutto durò pochi istanti perchè continuando a guardare in alto iniziò a sorridere.
"Sento che mi guardi"
Spostai gli occhi di colpo e scoppiammo a ridere insieme.
"Allora non mi dici niente della serata?" chiese dopo pochi minuti.
Sospirai e scossi la testa.
"Dico che tutta questa...cosa non è per me" sussurrai, appoggiando la testa sul suo petto, lo sentii ridere tra i miei capelli.
"Che c'è?" chiesi curiosa alzando gli occhi.
"Niente è che continuai a chiamarla -cosa-, mi diverte, ti fa sembrare ancora più piccola"
"Ecco, ti pareva" sbuffai.
"Era un complimento, vuol dire che sei tenera, sei buona...pura".
Rimanenno in silenzio per altri minuti.
"Quel ragazzo...ti ha dato fastidio in qualche modo.." capii immediatamente e scossi la testa.
"No, no, nulla, a parte contemplare le mie tette" risi ma lui si irrigidì.
"Cosa?"
"Ale, smettila è normale, è un ragazzo. Cosa ti aspettavi che iniziasse a parlare di filosofia? In fondo tu fai lo stesso, non mi sembra che il tuo sguardo vada molto su, quando parli con una ragazza" commentai.
"Ehi non offendere, io rispetto le donne, hanno sicuramente molto più cervello degli uomini"
Tornò il silenzio.
"Ale?"
"Mmm"
"Ti sei mai innamorato?" chiesi d'istinto.
Lo sentii trattenere il respiro. Notai che ci mise qualche secondo di troppo a rispondere e per un attimo ebbi paura che la risposta potesse essere positiva. Che ci fosse stata una ragazza di cui io non sapevo nulla.
"Saresti stata la prima a saperlo" rispose poi.
"Già" commentai.
"E tu?" chiese lui.
Fu il mio turno, ad irrigidirmi, decisi di essere onesta.
"Credevo di esserlo di Fabio, ma con il tempo ho capito che non era così. E' che...non sò sembra tutto così difficile e non dovrebbe esserlo, insomma, l'amore per me è la cosa più naturale del mondo ma non credo sia per tutti".
Sospirai ancora, abbassando il viso sul suo petto e chiudendo gli occhi, mi sentivo terribilmente stanca, messa alla prova da tutte l'emozioni di quella lunga giornata.
"Perchè dici questo?" chiese in un sussurro, sentii il suo respiro caldo tra i miei capelli e mi sentii protetta, avvolta solo dal suo profumo dolce.
"Perchè mi sento invisibile a volte..." parlavo ormai con gli occhi chiusi, cullata da i nostri respiri e senza preoccuparmi di ciò che dicevo.
"... non sono come Daniela, bella e stravagante o come Gaia, forte ed istintiva...io sono...io. Sò di non essere bella o attraente, sono quella che rimane dietro le quinte, la ragazza dell'ultimo banco, quella da storia seria che sogna l'amore ma non lo trova. Che lo vede...ma lui... non vede l-e-i...".

Ricordo di essermi addormentata così, tra le sue braccia. Ricordo la pace e il calore del suo corpo, avvolgermi.
Ricordo di essermi sentita forte e amata, ma non seppi mai se ciò che sentii dopo, fu un ricordo o parte del mio sogno.
"...Io ti vedo..."

Da quel giorno... ha inizio la mia storia.


*************************



Ciao a tutti, eccomi di nuovo quì. Come avrete capito la storia è tornata al punto di partenza...ah ah ah no intendo che dal prossimo capitolo, inizieremo a capire cosa è accaduto. Vi sono piaciuti questi piccoli sprazzi di ricordi??
Ho provato ad immaginare i momenti più importanti e questo è ciò che è uscito fuori.
Spero vi sia piaciuto questo secondo capitolo, così come è piaciuto a me scriverlo.
Ho gli occhi a cuoricino ora *_*.

In ogni modo, spero che stia uscendo fuori il carattere di tutti e due e come si è sviluppato il loro rapporto, spero che riuscite ad immaginarli ed a viverli con me.

Ringrazio tutte le ragazze che mi seguono, il numero cresce sempre di più ed io gongolo su me stessa mentre il mio ragazzo mi guarda, crede che sia impazzita e cerca ancora di capire cosa voglia dire EFP!

Ringrazio, ovviamente anche chi trova il tempo per recensire, mi avete detto cose bellissime! GRAZIE davvero!

Ringrazio una delle autrici migliori su questo sito, ovvero, FALLSOFARC, per avermi letto-recensito con parole stupende che mi hanno emozionato e per aver dato la possibilità a noi piccole scrittrici di farci un pò di pubblicità! Grazie mille!!

Come sempre, ogni commento è più che gradito.


Un abbraccio,

Lela





















   
 
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