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Autore: Free soul    13/05/2011    4 recensioni
Un serial killer. Un'indagine difficile e l'inizio di una grande storia d'amore. Tre elementi che si fondono inevitabilmente.
Beckett deve risolvere il caso prima che sfoci in tragedia.
E dovrà farlo senza il suo partner.
Genere: Drammatico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è un po' diverso.

Allora, premetto che non mi piacciono molto le song-fic...un po' perchè distraggono il lettore dal racconto in generale (o almeno distraggono me) e un po' perchè di solito le autrici scelgono canzoni alla hanna montana o di tiziano ferro o la pausini...quindi già di per sè mi fanno venire i nervi, senza offesa per chi ascolta queste canzoni,anzi, solo per dire che i testi non sono i miei preferiti.

Ma mentre scrivevo questo capitolo una canzone nell'ipod è partita casualmente ,nell'esatto momento in cui descrivevo una scena che sembrava esserci cucita sopra, quindi ho deciso di inserire qualche frase da diverse canzoni, potete decidere voi se saltarli direttamente o leggerli...o anche magari ascoltarli, metto i titoli alla fine per chi non li conoscesse...Buona lettura!






New York is dangerous, littered with thieves
We've no morals here, we just do as we please....



La detective Beckett osservava la scena con la calma più assoluta.

Combattere non serviva a niente. Intorno a lei il mondo correva veloce, le persone urlavano, i pompieri lavoravano incessantemente per spegnere quel fuoco che aveva divorato il condominio.


Appena arrivata l'adrenalina derivata dallo spavento e dalla paura l'aveva spinta a correre verso la fonte di calore, inutilmente ovviamente.

Il fuoco non risparmia niente. E nessuno.


Ma se hai un motivo per lottare puoi fare tutto.

Per questo se il suo appartamento va a fuoco tu ti butti e fai di tutto per salvarlo.

Ma se le fiamme sono troppo alte e il fumo ha creato un muro tra te e l'interno non c'è alcuna possibilità di riuscire nell'impresa. Il tuo corpo cede.



I’m the voice inside your head
You refuse to hear
I’m the face that you have to face
Mirroring your stare
I’m what’s left
I’m what’s right
I’m the enemy
I’m the hand that took you down
Bring you to your knees



Kate Beckett si era risvegliata senza sapere che in realtà erano passati pochi minuti dal suo fallito tentativo di salvataggio.

Qualcuno l'aveva portata via da quell'inferno e l'aveva coperta con un panno.


E poi era rimasta a fissare.

Non aveva il coraggio di muoversi, ne di parlare. Non aveva risposto alle domande del paramedico che aveva notato il suo risveglio, ma tanto lui si era scordato velocemente di lei, impegnato con altre vittime.

E lei osservava. Aspettando notizie. Buone notizie. Era per quelle che pregava.


Il capo dei pompieri si avvicinò a lei.

- Lei è la detective Beckett? Ci hanno detto di riferire a lei- chiese

- Sono io- rispose lei impassibile. “Non mostrare emozioni, Kate” - vittime?-continuò.

- Lei conosceva qualcuno? L'hanno ritrovata svenuta vicino all'ingresso, ha tentato di entrare- chiese titubante l'uomo.
- VITTIME?- ripetè con voce ferma.

- due, detective-

E all'improvviso il mondo crolla.



Breathe in, breathe out,
Tell me all of your doubts,
Everybody bleeds this way,
Just the same.

Breathe in, breathe out,
Move on and break down,
If everyone goes away i will stay.



La donna si ricompose,risollevò il viso e guardò negli occhi l'uomo di fronte a lei. Lui aveva capito la situazione. Non era parte del suo lavoro parlare coi familiari. Lui riferiva alla polizia, erano loro poi a diventare i portatori di brutte notizie. Ma quella donna era la polizia. Ed era anche legata a qualcuno nell'edificio.
“Maledizione” pensò l'uomo. Avrebbe voluto voltarsi e rimandare il discorso, ma la donna era chiaramente intenzionata a sapere tutto.


- chi?- chiese lei
- non sappiamo i nomi...-

- chi diavolo sono?- continuò lei
- un uomo e una donna anziana-
- dove li avete trovati?-
-all'ultimo piano, nel corridoio-

Il terreno intorno a lei stava cedendo. Non era possibile che succedesse davvero. Non era proprio possibile. Castle abitava all'ultimo piano.
- conoscevo delle persone che abitavano all'ultimo piano, posso vedere le vittime?- chiese lei dull'orlo delle lacrime.
- non sono riconoscibili...- disse il pompiere
Un altro pompiere si avvicinò a loro, chiese se poteva parlare liberamente davanti alla donna, e disse
- sappiamo chi sono, l'uomo aveva dei documenti, e la donna è stata riconosciuta da degli inquilini da un tatuaggio.

Non erano loro.

Poteva tornare a respirare.


Ma solo per un secondo.

La donna era una governante, lavorava al piano di sotto ed era scappata verso l'altro per raggiungere l'uscita di sicurezza, dato che le scale erano inagibili.
L'uomo era un poliziotto.
Era lì per proteggere Castle,il capitano aveva dato l'ordine di sorvegliare la sua casa.
Aveva tentato di salvare la donna. Non c'era riuscito.

-Avete trovato altri?- continuò la detective
- Tre feriti, nessuno in fin di vita-
Non dovette chiedere chi erano, davanti a lei passarono diversi paramedici e la donna riuscì chiaramente a vedere le persone ferite.
Ci mise un attimo per mettere a fuoco dei lunghi capelli rossi.
-ALEXIS!- urlò la detective fiondandosi verso di lei
- Stai bene?- continuò la donna prendendola per le spalle.
- Sì, Kate sono contenta di vederti!- rispose la ragazzina abbracciando la donna sollevata di vedere un volto amico.
- Alexis cos'è successo? Eri in casa? Eri sola?-
-Si, sì, ero da sola, stavo uscendo di casa quando è scattato l'allarme, sono scappata dall'uscita ant'incendio-
- Alexis, dov'è tuo padre?- chiese la donna, non ce la faceva più a trattenersi

-Sono qui-

Le due giovani donne si voltarono ed esplosero di gioia. Rick era dietro di loro, sano,ammaccato, ma sano.
- Alexis stai bene?- chiese l'uomo, mentre le due donne lo abbracciavano.
- Si papà, sto bene.-
- Bene, è un sollievo.Ora tesoro, vatti a far vedere dai paramedici, devo parlare con Beckett- disse Rick alla figlia.

Beckett? Perchè mi chiama Beckett?” si chiese Kate.

L'uomo guardava la figlia avvicinarsi all'ambulanza, poi soffermò lo sguardo sulla facciata bruciata del palazza, infine su di lei.
- E' stato lui a fare tutto questo?- chiese Castle serio.
- Rick...- tergiversò lei
- E' STATO LUI?- chiese di nuovo lui, aggressivo.
-Sì- rispose la detective.

Rick rimase qualche secondo in silenzio. Fissava di nuovo la sua casa, quello che ne era rimasto, pensava alla sua amata figlia, a quello che aveva rischiato, a quanto avrebbe sofferto perdendola. Pensò anche a sua madre, che era fuori casa, da un amico, ma che avrebbe potuto benissimo essere all'interno dell'edificio nel momento in cui quel bastardo era riuscito ad entrare, non si sa come, e a scatenare quell'inferno.


Pensava a tutto questo, quando all'improvviso tornò a fissare la donna di fronte a lui.

-Ora è diventata personale.-



Hey now, all you sinners
Put your lights on

Hey now, all you killers
Put your lights on

Leave your lights on
You better leave your lights on
'Cause there's a monster
Livin' under my bed
Whisperin' in my ear

And there's an angel
With her hand on my head
She say I got nothing to fear


'n God don't let me loose my nerves
Don't let me loose my nerves.







Fine. Spero vi sia piaciuto, i testi li ho un po' adattati, nel senso che a volte ho tagliato via qualche frase.

Comunque questo dovrebbe essere il penultimo capitolo, o il terz'ultimo se decido di fare un epilogo a parte, non so.

Se mi lasciate delle recensioni (please!!) ditemi se nel prox capitolo posso mettere ancora dei testi o è meglio se lascio perdere perchè son solo una rottura, mi interessa la vostra opinione.

Di nuovo, spero vi piaccia! Sotto metto le canzoni nell'ordine in cui sono nella storia, spero vi piacciano!

Al prox capitolo.
Namaste.


Songs:

War sweater- Wakey!Wakey!

The pretenders- Foo Fighters

Breathe in breathe out- Mat Kearney


Put your lights on- Santana ft. Everlast

   
 
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